"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

La morte del premio Nobel Liu Xiaobo

Piazza Tien an men

(13 luglio 2017) Le agenzie internazionali battono la notizia della morte del dissidente cinese e protagonista della rivolta di Piazza Tien an Men Liu Xiaobo, premio Nobel per la pace 2010. Nonostante fosse da tempo malato le autorità si sono rifiutate di concedergli la libertà. Del resto la pressione internazionale per la sua liberazione è stata tanto flebile quanto sono importanti gli affari con il colosso orientale. Di fronte agli affari i diritti umani evidentemente non contano.

Esattamente cinque anni fa il Consiglio Regionale approvava la mozione che avevo presentato affinché venisse fatta pressione sul governo italiano per la sua liberazione. Mi piacerebbe sapere se questo documento sia stato almeno trasmesso a Roma dalla Presidenza del Consiglio Regionale e con quale risposta, ma temo che invece sia rimasto semplicemente un pezzo di carta. Non avrebbe di certo cambiato l'esito degli avvenimenti, ma anche questo ha a che fare con il valore della democrazia.

Scriveva Liu Xiaobo qualche anno fa: «Spero di essere l'ultima vittima delle interminabili inquisizioni letterarie cinesi e che, dopo di me, nessuno venga più incriminato per le sue idee». Purtroppo non è stato così, nemmeno per la moglie agli arresti domiciliari dal 2010.

Il Voto del Consiglio Regionale per Liu Xiaobo

(5 luglio 2012) Nella seduta di ieri del Consiglio Regionale è stato approvato all'unanimità (con una astensione) il Voto che mi vedeva primo firmatario rivolto al governo italiano per assumere tutte le possibili azioni diplomatiche presso il governo cinese per avere informazioni sulla sorte del Premio Nobel per la Pace 2010 Liu Xiaobo, per richiedere la revisione del procedimento giudiziario che ha portato alla sua ingiusta condanna e per richiedere l'immediata rimozione di ogni limitazione alle libertà personali e di movimento per Liu Xiaobo e per la moglie Liu Xia.

Del Premio Nobel per la Pace Liu Xiaobo, condannato per reati di opinione a 11 anni di carcere e lavori forzati, non si hanno più notizie dal 2010. 

 

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