"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Dopo Morsi?

Paul Klee

(5 luglio 2013) Colpo di Stato militare o risveglio della rivoluzione tradita? I fatti che nelle ultime ore hanno riportato le piazze egiziane al centro dell'attenzione mondiale non sono probabilmente sintetizzabili in questa domanda.

Adel Jabbar ci conduce dentro la complessità di Piazza Tahrir e dell'evolversi del dopo Morsi. Lo fa descrivendo il fallimento dei Fratelli Musulmani e interrogandosi sull'incerto futuro, non solo politico, dell'Egitto. Naturalmente su www.politicaresponsabile.it

 

1 commenti all'articolo - torna indietro

  1. inviato da stefano fait il 08 luglio 2013 13:23
    A dir poco incerto. Non so se hai sentito delle prese di posizioni di certi giornalisti mainstream americani (fortunatamente condannati da altri loro colleghi)
    New York Times: “egiziani inadatti alla democrazia”
    http://www.nytimes.com/2013/07/05/opinion/brooks-defending-the-coup.html
    Washington Post: “auspichiamo l'avvento di un Pinochet egiziano che governi la transizione e sani l'economia egizia con tagli ed austerità, seguendo l'esempio del dittatore cileno"
    http://online.wsj.com/article/SB10001424127887324399404578583932317286550.html#articleTabs=article

    Quello che mi infastidisce più di tutto è il ritorno della dottrina del "fardello dell'uomo bianco" e la virulenza islamofobica, per cui gli egiziani avranno anche una tradizione di 14 secoli di islamismo ma devono liberarsene al più presto se vogliono essere degni della democrazia.
    Alla faccia dell'imperialismo culturale: nel giro di pochi anni 85 milioni di egiziani, in gran parte contadini, dovrebbero completare un percorso che a noi ha richiesto secoli (e abbiamo ancora tanta strada da fare). I turchi sono ancora a metà del guado e hanno iniziato un secolo fa.
    E poi chi ha detto che tutti debbano diventare come noi? Una volta che i diritti fondamentali sono rispettati ogni popolo e ogni persona dovrebbe cantare con la sua voce, non imitare quella altrui.
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