"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Arrivederci.

Immagine tratta dal sito Ponti di Vista

 

 

di Federico Zappini

Testo scritto durante l’ultimo giorno di lavoro presso il Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani.

“Esercita il dubbio e stai a vedere cosa ti offre il caso”. E’ significativo che Ugo Morelli concludendo la presentazione del suo ultimo libro – lo scorso 5 giugno – abbia usato queste parole di Giovanni Pellicciari, uno dei suoi maestri. E’ altrettanto significativo che l’ultima iniziativa da me organizzata per il Forum trentino per la Pace e i diritti umani sia stata proprio la presentazione di un libro che affronta il tema del conflitto e prova a descriverne la dimensione generativa. Un libro complesso, così come lo è la decisione di abitare i conflitti, di metterci dentro entrambi i piedi, accettando di viverne a pieno le contraddizioni, finanche venendo in contatto (dopo la scelta fondamentale e necessaria di riconoscerle) con le differenze che l’incontro con l’Altro porta con sé.

Ricordo il primo giorno in cui sono entrato negli uffici del Forum per iniziare il mio anno in Servizio Civile e oggi – nel giorno in cui libero la mia scrivania – posso dire di tenere a memoria con piacere praticamente ogni momento degli ultimi tre anni e mezzo, il tempo che ho dedicato a un lavoro interessante, che mi ha permesso (mi ha imposto…) di esercitare il dubbio e di attendere – con curiosità – di capire cosa mi avrebbe riservato il caso. Ho conosciuto persone splendide e associazioni estremamente vitali, ho condiviso momenti davvero emozionanti e vissuto – un po’ più in solitudine – qualche spiacevole situazione. Ho imparato moltissimo e ho contribuito, spero, a costruire qualcosa di bello e di significativo per la comunità in cui vivo. Ho fatto parte di un gruppo di lavoro importante, con il quale ho coltivato un rapporto non solo di buona collaborazione ma anche di crescita comune, oltre che di significativa e sincera amicizia. Ho trovato sempre qualcuno disponibile ad ascoltarmi; mi auguro di aver saputo fare lo stesso anche io, almeno qualche volta. Ho conosciuto meglio me stesso: capacità, dubbi, limiti.

Quando un’esperienza si chiude – anche se tra me e il Forum sarà certamente solo un arrivederci – l’esercizio più naturale è quello di produrne un bilancio, seppur sommario. Guardando indietro, per quanto mi riguarda, la cosa più facile è quella di mettere in fila le tre questioni che lascio non del tutto risolte e sulle quali, potendo, mi piacerebbe spendere un po’ delle mie energie. Le elenco brevemente: a) La riconoscibilità del Forum come strumento (come Istituzione!) fondamentale nella promozione e nella realizzazione della cultura della Pace, nelle molteplici declinazioni che oggi questa parola sottende; b) La riqualificazione dei linguaggi (e degli stessi comportamenti) del mondo della Pace, spesso non all’altezza di narrazioni ambiziosi e condivise; c) La valorizzazione dell’esperienza del Cafè de la Paix, che oggi non è ancora quel luogo moltiplicatore delle buone pratiche cittadine, rispetto ai temi della Pace ma non solo, che avevamo immaginato. Tre azioni precise, sulle quali cercherò di mantenere – anche se da fuori – la mia attenzione, così come tenterò di custodire tutte le relazioni che in questi anni ho visto nascere grazie al mio lavoro dentro il Forum.

Arrivederci.

 

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