"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

«Per imparare bastava osservarlo». Cinque anni fa se ne andava Alberto Tridente

Alberto Tridente

Da cinque anni l'amico Alberto Tridente non è più di questo mondo. In molti ne sentiamo la mancanza ma forse, nella caducità di ognuno, il “buttafuori del sole” (o il “destino” o quel che volete voi) gli ha fatto un regalo. Quello di fargli risparmiare l'amarezza di vedere andare a pezzi molto di quello in cui Alberto aveva creduto. Una cosa su tutte, il Brasile di Lula, di cui era amico fraterno.

Prima di andarsene, invece, Alberto un dono l'aveva fatto a noi. Un libro dal titolo “Dalla parte dei diritti” (Rosenberg & Sellier, 2011), la sua autobiografia, il racconto del suo Novecento. La vicenda umana e politica di un uomo che dalle presse di una piccola fabbrica del torinese dove inizia a lavorare a tredici anni arriva al Parlamento Europeo.

Se a leggerlo fosse un ventenne di oggi gli potrebbe apparire come una vicenda d'altri tempi e forse un po' è così, anche se il racconto di Alberto si conclude il 24 luglio 2012, praticamente ieri. Ed Alberto ne era consapevole, considerato che il presagio di un tempo ormai concluso percorre in realtà le ultime pagine del romanzo della sua vita.

Della quale andava fiero, lui maestro di vita per qualche generazione di giovani ai quali – come ricorda Gian Giacomo Migone nella prefazione alla autobiografia di Alberto – «per imparare, bastava osservarlo».

Non credo che noi «siamo quelli che hanno sempre avuto storicamente ragione, prima che altri se ne accorgessero» – è sempre Gian Giacomo che scrive – ma certo si può dire che di quel pensiero laterale ed eretico, insieme radicale e ragionevole che cercava di coniugare anticapitalismo e libertà, Alberto Tridente è stato uno dei protagonisti. Forse destinati a perdere, ma anche a lasciare il segno.

Ancora grazie Alberto.

 

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