"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Il futuro di Lavis

di Luciano Bocchi

Giovedì, con un sussulto bi-partisan, il mega centro commerciale alle Masere di Lavis è stato, almeno per ora, sepolto. Una buona, anzi ottima notizia. Ora, però, sarebbe un errore imperdonabile discutere di chi sia il merito di questa scelta. E' nelle cose che vi sia stata una forte opposizione tra la cittadinanza lavisana a mega centri che riportino in Lavis quel traffico che solo da poco è stato in parte deviato fuori dal contesto urbano e, da qui, si deve ripartire per una vera nuova politica commerciale e ambientale per Lavis. (...)

Il segnale forte di resistenza ad un impoverimento di quello che resta del tessuto sociale del centro storico che passava attraverso progetti spropositati per una realtà di ottomila abitanti, lascia aperto il tema di cosa si voglia nel centro storico. In questi anni, per esempio, si è parlato molto di possibile pedonalizzazione del centro con relativa riqualificazione della vita, non solo commerciale, ma non si è fatto assolutamente niente (a meno di non credere che qualche fioriera possa dirsi un segnale forte di attenzione al centro storico). Credo che questo possa e debba essere un tema su cui chi si confronterà alle prossime elezioni debba essere chiaro nella scelta da offrire al voto dei cittadini. Più in generale mi sembra incredibile che nulla sia stato fatto - da quanto è stata aperta la Trento Rocchetta - per far diventare via Brennero, che taglia a metà il paese, una strada realmente comunale, con un traffico rallentato, per ricucire due pezzi di comunità da troppo tempo "separati in casa".

E, d'altro lato, la discussione tutta incentrata sul centro commerciale stava ponendo nel nulla la discussione su quale sviluppo artigianale si voglia per Lavis. Siamo proprio sicuri che l'unico pensiero possibile della vastissima zona destinata a Lavis ad industrie, servizi e artigianato sia quella di confinare qui tutti i possibili depositi (e relative lavorazioni) di materiale potenzialmente pericoloso e inquinante della provincia? Altro che inceneritore. Quale è il pensiero su un possibile sviluppo eco compatibile dell'area industriale e artigianale?

Sono solo alcuni temi di un possibile pensiero per la Lavis del lavoro e del commercio nel prossimo quinquennio. Temi, e concludo, che debbono essere affrontati nel contesto più ampio della neonata Comunità di Valle (che, "grazie" al nostro Sindaco, dovremo abituarci a conoscere come Rotaliana-Könisberg) e non solo rifugiandoci dentro i confini del nostro paese.

 

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