"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Massimo Gorla: un gentiluomo comunista. Cinquant'anni della nostra storia

A cura di Roberto Biorcio, Ida Farè, Joan Haim, Maria Grazia Longoni

Massimo Gorla, un gentiluomo comunista

Sinnos editrice, 2005

«Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri. Perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo. Perché sentiva la necessità di una morale diversa. Perché era solo una forza, un sogno, un volo, era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.

Sì, qualcuno era comunista perché, con accanto quello slancio, ognuno era... come più di se stesso. Era come due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana e, dall'altra, il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo e cambiare veramente la vita.

No, niente rimpianti. Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare... come dei gabbiani ipotetici».

Qualcuno era comunista, Giorgio Gaber

Se n’è andato giusto un anno fa Massimo Gorla. In punta di piedi, così come aveva vissuto il suo ultimo passaggio di tempo, per non far rumore di fronte a tanto gridare, come se la vita non avesse più nulla da dargli e lui nulla da offrirle. Eppure il destino gli aveva riservato una vita buona, di quelle speciali quando i tuoi interessi, i tuoi valori, le tue passioni riempiono la tua esistenza, sono fonte di relazioni straordinarie in ogni parte del mondo e diventano il tuo stesso impegno professionale.

Marxista eretico nel buio degli anni ’50, protagonista del ’68 a Milano (la sua città) e a Parigi, intellettuale militante nel cuore del protagonismo operaio nei primi anni ’70, dirigente politico e parlamentare della Repubblica di una nuova sinistra che seppe rifiutare le derive violentiste cercando nella politica strade originali di trasformazione sociale, anche quando – nel pieno degli anni del riflusso – la politica abdica a se stessa nella spettacolarizzazione, aprendo le porte alla deriva plebiscitaria. E poi gli acciacchi di una vita spesa senza risparmi che non annebbiano però il suo sguardo profondo sul mondo. Infine gli anni del silenzio e della solitudine. Con tanti amici, ma politicamente solo.

Una parabola che racconta la storia di una persona ma anche quella di una generazione. Per questo i suoi amici hanno inteso ricordarne la figura dedicandogli un libro, che parla di Massimo ma che insieme parla di una vicenda comune a tante persone e che, nel far questo, propone una narrazione di una storia non scritta oppure banalizzata.

Edito dalla Sinnos di Roma uscirà così a breve “Massimo Gorla. Un gentiluomo comunista. Cinquant’anni della nostra storia”. Oltre ad alcuni scritti di Massimo, il libro raccoglie testimonianze e riflessioni di Vittorio Bellavite, Franco Calamida, Silverio Corvisieri, Ida Farè, Giorgio Galli, Joan Haim, Lella Longoni, Livio Maitan, Attilio Mangano, Emilio Molinari, Michele Nardelli, Della Passarelli, Guido Pollice, Ali Rashid, Vittorio Rieser, Basilio Rizzo, Giovanni Russo Spena, Claudia Sorlini, Umberto Tartari, Luigi Vinci ed altri.

Lo si può sin d’ora prenotare versando 13 euro sul conto corrente Bancoposta 58384009 ABI 07601 CAB 03200 indicando come causale: Massimo Gorla, ed inviando fotocopia del bollettino via fax alla Casa editrice Sinnos al numero 06 44119098 oppure 06 44240603.

 

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