"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Le parole

La copertina del libro

Vercors

Le parole

Il Melangolo, 1995

Una delle opere più folgoranti sulla "banalità del male".


1944, una colonna di soldati tedeschi occupa Oradour sur Glane, piccolo paese della Francia nei pressi di Limoges. Nascosto nella legnaia della sua casa in collina, Luc osserva l’ufficiale tedesco che, affidato il comando ad un subalterno, dipinge lo splendido paesaggio della campagna. Il quadro è terminato, l’eccidio della popolazione inerme consumato, e il protagonista, pur sconvolto dagli avvenimenti, riconosce le inconfondibili stigmate dell’arte nell’opera dell’ufficiale tedesco. È dunque possibile generare il bello sovrintendendo distrattamente a un massacro?

 

«Rudolf, mio camerata - disse il tenente con esaltazione ... - sono felice, meravigliosamente felice, più felice di quanto non lo sia stato da tempo. Aspettare... aspettare una bellezza segreta, furtiva, misteriosa ... ah! è la sola gioia.
Disse con voce meditativa: “Il dovere che non ci piace”. Esitò e disse: - Non è forse quel che cantava Péguy? No, certo a me non piace. Questa sola - disse mostrando la tela - val la pensa d’essere amata, non è vero? Questa sola.
- Sì, questa soltanto, - ripetè il sargente con dolcezza (si sarebbe detto con malinconia) ...
- Gottesmord, scusatemi, - disse come confuso. - È vero, Rudolf, le ho lasciato per intero le sporche necessità. Ah, ho orrore di quelle cose. Così tutto è in ordine?
- Tutto - rispose il sergente. - Abbiamo rispettato le consegne alla lettera. Il villaggio è raso al suo, distrutti uomini e cose. Escluso questa casa - disse indicando l’abitazione di Luc.
- Non è all’interno dell’area, - disse l’ufficiale - gli ordini sono precisi: un raggio di ottocento metri. Gli uomini sono soddisfatti?
- Oh, - disse il  sergente con voce cupa - queste cose piacciono ai soldati, lo sappiamo bene.
- Sì, bisognava sostenerli. Si annoiavano, e la noia è il peggior nemico di una truppa che va a combattere. Ma, pace. Tutto ciò è sordido. Non mischiamo l’arte con la guerra. Rudolf, caro Rudolf, oggi ho anch’io dei meriti tra gli uomini. Ho arricchito l’umanità con un nuovo capolavoro.
Sorrise e aggiunse: - Il resto è silenzio.»

 

0 commenti all'articolo - torna indietro

il tuo nick name*
url la tua email (non verrà pubblicata)*