"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Cultura

«Il monito della ninfea» a Mantova
Effetti di Vaia

«È un libro singolare e necessario, questo: un'analisi esatta e puntigliosa di cause ed effetti di quelle ore di tregenda … il libro è anche un affascinante quadro delle culture che si scontrano sulla scena del mondo attuale, la dissipativa, estrattiva, arrogante e incurante che è all'origine della crisi ambientale e climatica e del dissesto degli ecosistemi, e la ricca, complessa, articolata stratificata e decentrata cultura fatta di saperi radicati nei luoghi, di pratiche sviluppate per tentativi e osservazioni lungo millenni, che dell'equilibrio con la “casa” comune ... ha fatto sempre il proprio centro (il proprio cuore e il proprio cervello)». Gianfranco Bettin

 

«Il monito della ninfea» approda a Mantova per iniziativa dell'Istituto mantovano di Storia contemporanea. Il volume di Diego Cason e Michele Nardelli sarà presentato giovedì 17 settembre 2020, con inizio alle ore 17.30 in Corso Garibaldi 88. In dialogo con Michlee Nardelli sarà Daniela Ferrari, presidene dell'Istituto.

Senza limiti
La copertina

 

Diego Cason, Michele Nardelli,

“Il monito della ninfea”

Al limite - Bertelli Editori

 

di Enrico Camanni *

 

Bambini rispondete all’indovinello: se una pianta, mettiamo una ninfea, raddoppiasse ogni giorno di dimensioni, quanto lago coprirebbe il giorno prima di riempirlo del tutto? Metà lago, è ovvio, cioè una superficie accettabile, quasi rassicurante. Un bel giorno c’è ancora tanta acqua per nuotare e il giorno dopo niente. Il lago è soffocato.

Anche un bambino capisce la metafora, ma noi no, sedicenti adulti progrediti e ipertecnologicizzati, che abbiamo già consumato le ricchezze terrestri ben oltre i bisogni. Non capiamo un concetto così elementare perché abbiamo perso il senso del limite, che è l’unica certezza della vita umana e di ogni vita.

Osservando le devastazioni della tempesta Vaia che ha scorticato le Alpi orientali, ne scrivono Cason e Nardelli in un libro utile e denso di pensieri, che andrebbe adottato nelle scuole se gli adulti ci andassero ancora. Ma non ci vanno neanche i bambini, speriamo presto.

 

* Alpinista, scrittore, giornalista

 

 

Il monito della ninfea. La presentazione a Costalta di Cadore
Claude Monet, Ninfee

«Tornare sui propri passi. Boschi ridotti a una massa inestricabile di tronchi e rami, caduti spesso in luoghi inaccessibili. Comunità già fragili nelle quali emergono sentimenti di impotenza e vulnerabilità. La tempesta Vaia, l’evento di maggiore impatto sugli ecosistemi forestali mai avvenuto in Italia, è come “Il monito della ninfea” – titolo del bel libro di Diego Cason e Michele Nardelli – che rischia di non essere capito, perché i valori soglia hanno questo difetto: il giorno prima di una catastrofe il pericolo non viene percepito, il giorno successivo è già tardi. Vale per la tempesta Vaia o per gli eventi estremi che ormai sono diventati normalità, per l'invasione delle locuste come per il Coronavirus. E noi, forti della nostra signoria sulla natura, a rincorrere gli avvenimenti che a quel punto diventano emergenze. E’ un libro avvincente, che passa dalla descrizione ragionata dei giorni precedenti e successivi alla tempesta, al dialogo con alcuni dei protagonisti stretti tra dolore e silenzio, fino a ripercorrere – passo dopo passo – i confini planetari che andiamo superando. Gli autori non cercano colpevoli, perché sarebbe superfluo come guardarsi allo specchio, ma le ragioni. Innanzitutto la perdita di un rapporto spirituale con il bosco e la montagna, oggi guardate con gli occhi del turista inconsapevole, come se fossero merci. Siamo convinti che l’economia possa fare a meno della natura, violando le leggi che la regolano. Ma è irrealistico, utopistico. Un paradigma che nessuno sembra voler abbandonare e che non prevede concetti chiave quali entropia, irreversibilità, cultura del limite, incertezza, complessità. Tornare sui nostri passi sarà indispensabile, le ragioni per farlo sono tutte in questo libro prezioso». (Silvano Falocco)

 

Nell'ambito della manifestazione "Eventi a Costalta. Agosto 2020", martedì 18 agosto 2020, alle ore 20.45, presso la "Stua Cultural" nell'albergo diffuso di Costalta, ci sarà la presentazione del libro "Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite" (Bertelli Editori, 2020).

Il pubblico sarà in dialogo con gli autori, Diego Cason e Michele Nardelli.

 

Si raccomanda di portarsi la mascherina.

«Il monito della ninfea» a Ala
Dolomiti, gli effetti di Vaia

 

«Da Vaia al riscaldamento climatico, dall'invasione delle locuste alla pandemia mondiale, crisi scambiate per emergenze. Michele Nardelli e Diego Cason provano a darci un punto di vista più ampio, che comprenda tutte queste catastrofi in una sola visione e che ci induca alla necessità di ripensare il nostro modo di rapportarci con gli altri e con il pianeta».

 

§§§

 

Per iniziativa dell'Associazione Tutela Territorio di Ala, mercoledì 12 agosto 2020, alle ore 20.30, nel Cortile della Biblioteca Civica di Ala (Via Roma) viene presentato il libro di Diego Cason e Michele Nardelli "Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite" (Bertelli Editori, 2020). 

A parlarne con gli autori sarà il giornalista Walter Nicoletti.

Si raccomanda di portarsi la mascherina.

 

 

Il monito della ninfea ad Agordo
Val Visdende

Presentazione del libro

"Il monito della ninfea". Vaia, la montagna, il limite"

Una riflessione sugli effetti sociali di Vaia, sul suo impatto e significato sui diversi versanti delle Dolomiti, sulle responsabilità nella cura dell'unica Terra che abbiamo.

 

Mercoledì 19 agosto 2020, ore 20.30

Agordo, Sala Don Tamis

 

Saranno presenti gli autori, Diego Cason, sociologo, e Michele Nardelli, ricercatore e saggista.

Interverrà il prof. Cesare Lasen, naturalista.

Presenta e modera Gianni Santomaso, giornalista

Il monito della ninfea. La presentazione a Modena.

Diego Cason, Michele Nardelli

"Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite"

Prefazione di Gianfranco Bettin

Bertelli Editori, 2020



Il libro viene presentato a Modena mercoledì prossimo 29 luglio, alle ore 21.30, presso il Loving Amendola (Parco Amendola), in via Mantegna 215. La presentazione è promossa dal Circolo della Ciambella, Legambiente e Slow Food di Modena. Sarà presente uno degli autori, Michele Nardelli. Il giorno successivo, giovedì 30 luglio, "Il monito della ninfea" viene presentato a Castelvetro di Modena, presso il Cortile della Biblioteca (ore 21.00)


«Tornare sui propri passi. Boschi ridotti a una massa inestricabile di tronchi e rami, caduti spesso in luoghi inaccessibili. Comunità già fragili nelle quali emergono sentimenti di impotenza e vulnerabilità. La tempesta Vaia, l’evento di maggiore impatto sugli ecosistemi forestali mai avvenuto in Italia, è come “Il monito della ninfea” – titolo del bel libro di Diego Cason e Michele Nardelli – che rischia di non essere capito, perché i valori soglia hanno questo difetto: il giorno prima di una catastrofe il pericolo non viene percepito, il giorno successivo è già tardi. Vale per la tempesta Vaia o per gli eventi estremi che ormai sono diventati normalità, per l'invasione delle locuste come per il Coronavirus. E noi, forti della nostra signoria sulla natura, a rincorrere gli avvenimenti che a quel punto diventano emergenze.

E’ un libro avvincente, che passa dalla descrizione ragionata dei giorni precedenti e successivi alla tempesta, al dialogo con alcuni dei protagonisti stretti tra dolore e silenzio, fino a ripercorrere – passo dopo passo – i confini planetari che andiamo superando.

 

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Maglaj, guerra e pace
La locandina del film

Il documentario “Maglaj – guerra e pace” parla di tre ex soldati di Maglaj – un serbo, un croato e un bosgnacco – che nella guerra del 1992-95 avevano combattuto l’uno contro l’altro, e oggi di nuovo vivono nella stessa città e lavorano insieme per costruire un futuro migliore

di Bozidar Stanisic *

Alla fine di maggio di quest’anno ho ricevuto un invito, a dire il vero inaspettato, dal Centro per la costruzione della pace “Karuna” di Sarajevo per partecipare alla proiezione di un film documentario intitolato “Maglaj – rat i mir” [Maglaj – guerra e pace]. Una proiezione online naturalmente, cioè “a distanza”, a causa del coronavirus. Non sapevo che il film fosse stato realizzato già nel 2018, ma non è mai troppo tardi per le buone notizie. E un’altra buona notizia è che in Bosnia Erzegovina questo documentario già da qualche tempo è qualcosa di più di una semplice testimonianza della guerra combattuta tra il 1992 e il 1995 in un paese che ancora oggi è lontano dal raggiungere una riconciliazione e dall’elaborare un progetto concreto per il futuro.

Tre ex comandanti, un unico messaggio

"Mi chiamo Marko Zeli, sono un ex membro del Consiglio di difesa croato".

"Mi chiamo Rizo Salki, mi chiamano Italiano. Sono un ex membro dell’Armija della Bosnia Erzegovina".

"Mi chiamo Boro Jevti, sono un ex membro dell’Esercito della Republika Srpska".

Prima della guerra Marko, Rizo e Boro erano amici, lavoravano nella stessa fabbrica. Nella nostra guerra fratricida divennero nemici. Poi una volta finita la guerra, tornarono ad essere amici. E con questo documentario, il cui titolo allude al titolo dell’immortale romanzo di Tolstoj, mandano un chiaro messaggio a tutti i cittadini della Bosnia Erzegovina (compresi quelli della diaspora) che il futuro del loro paese passa attraverso la costruzione della convivenza e della pace. Prima di loro nessun partecipante diretto alle guerre in ex Jugoslavia ha mai compiuto un gesto simile.

Il film “Maglaj – guerra e pace” lancia un messaggio e un monito anche all’intera regione, soprattutto alle giovani generazioni, sull’assurdità dei disastri provocati dalle guerre e distruzioni, ma anche sull’importanza della convivenza e del dialogo.