"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Cultura

Il monito della ninfea. Finalmente la presentazione a Trento
Valle di Fiemme

Era già stata programmata per il 27 febbraio. Poi la pandemia ha stravolto le nostre esistenze. Ora sabato 20 giugno alle ore 17.30 ci riproviamo, questa volta all'aperto così da garantire il distanziamento dei partecipanti ma soprattutto per riprenderci gli spazi di convivialità della città. Per questo lo faremo in strada, precisamente nell'area pedonale di via San Martino nei pressi della Libreria "due punti", che promuove l'evento. E con ancora più forti argomenti, considerato che questo libro – uscito due settimane prima dello scoppio della pandemia – si rivela nelle molte testimonianze dei lettori un'utile chiave di lettura del nostro tempo.

In dialogo con gli autori, Diego Cason e Michele Nardelli, ci saranno la vicepresidente della SAT Elena Guella, il professor Ugo Morelli e l'antropologo Annibale Salsa. E le molte altre persone che vorranno partecipare, finalmente di persona, all'incontro.

«Inverno liquido» a Fahrenheit su Radio 3
Fahrenheit

Una trasmissione di Fahrenheit (RAI, Radio 3) lo scorso venerdì 13 gennaio dedicata ai temi proposti dal libro “Inverno liquido” di Maurizio Dematteis e Michele Nardelli (DeriveApprodi, 2023).

Inverno liquido: paesaggio e cambiamento climatico

Alle 15: Susanna Marietti di Antigone commenta il rapporto Human Rights Watch | Alle 15.30: Parlare di paesaggio senza agire per il paesaggio, soprattutto in montagna. Con Ugo Morelli e Luca Martinelli | Alle 16: Melania Mazzucco racconta "Self-portrait", Einaudi | Alle 16.30: Fahre-scuola. Censimento dei giardini scolastici. Con Riccardo Morri, docente di geografia all'Università La Sapienza di Roma.

Che potete ascoltare al minuto 38 cliccando sul seguente link:

https://www.raiplaysound.it/audio/2023/01/Fahrenheit-del-13012023-33851b02-2e2a-436b-bd47-6e098f1f2ad1.html

Tornare sui propri passi, facendo proprio il monito della ninfea
La prima di copertina del libro

«Tornare sui propri passi. Boschi ridotti a una massa inestricabile di tronchi e rami, caduti spesso in luoghi inaccessibili. Comunità già fragili nelle quali emergono sentimenti di impotenza e vulnerabilità. La tempesta Vaia, l’evento di maggiore impatto sugli ecosistemi forestali mai avvenuto in Italia, è come il “Monito della Ninfea” – titolo del bel libro di Diego Cason e Michele Nardelli – che rischia di non essere capito, perché i valori soglia hanno questo difetto: il giorno prima di una catastrofe il pericolo non viene percepito, il giorno successivo è già tardi».

Sulla sua pagina facebook così scrive oggi l'amico Silvano Falocco a proposito del nostro libro "Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite" (Bertelli Editori, 2020). Vale per la tempesta Vaia o per gli eventi estremi che ormai sono diventati normalità, per l'invasione delle locuste come per il Coronavirus. E noi, forti della nostra signoria sulla natura, a rincorrere gli avvenimenti che a quel punto diventano emergenze.

Massimo Campanini, islamista controcorrente
Massimo Campanini

Si è spento lo storico e arabista. Un bel ricordo di Simone Casalini

di Simone Casalini *

Basterebbe citare «L’Islam, religione dell’Occidente» (Mimesis), tra i titoli della sua prolifica produzione, per raccontare Massimo Campanini, raffinato islamista, arabista, storico e filosofo. Le intersezioni, gli intrecci erano (e sono) uno dei piani di lavoro frequentati per smontare il sedizioso progetto di alimentazione di una cultura islamofoba che si ciba spesso di spazzatura editoriale.

Non si capacitava, Massimo, dello spazio che viene assegnato sui grandi media a studi, libri o voci prive di autorevolezza. E allora sbullonava queste impalcature ideologiche — di facile impatto per un opinione pubblica che poco sa di islamistica — con i suoi testi che da un lato ci rammentano le profonde connessioni tra «noi» e «loro» in un tentativo di accorciare le distanze e di farci scoprire che quel noi e loro spesso non esistono o hanno contorni indecifrabili; dall’altro accompagnandoci nella profondità del pensiero islamico e della sua struttura sociale, sconfessando i luoghi comuni più resistenti. Come l’associazione tra l’Islam e i regimi teocratici, in cui aveva vita facile a ricordare che «l’Islam non possiede né una Chiesa né un clero a differenza del cristianesimo. Semmai è un cesaropapismo perché l’elemento politico ha strumentalizzato quello religioso, e quasi mai viceversa». E contestava l’identità Islam-terrorismo perché «cela una rappresentazione volutamente monocorde per costruire un nemico».

Beirut
copertina
Samir Kassir

Beirut

Storia di una città

Einaudi, 2009
 

Di fronte alle tragiche imamgini di queste ore, un piccolo omaggio alla città di Beirut raccontata magistralmente da Samir Kassir, uno degli intellettuali più prestigiosi del mondo arabo che della sua primavera fu protagonista e vittima.

«Da sempre Beirut, tra i bagliori di una città aperta - al tempo stesso orientale e occidentalizzata, cristiana e musulmana, moderna ma profondamente radicata in una storia che ha visto passare Pompeo, Saladino, i Pascià Jazzar e Ibrahim - e gli incubi di un luogo esposto di continuo alla guerra, con i suoi abitanti di svariata provenienza, i suoi scrittori e artisti, i suoi contrasti ed eccessi, continua ad alimentare limmaginario piú variegato.

Restituendo alla città i mille volti della sua storia, Samir Kassir ci racconta le grandi contraddizioni della prima metropoli del mondo arabo. Spesso idealizzata in passato per lo scenario felice e la natura lussureggiante, nella seconda metà del Novecento Beirut vive la sua età delloro, ponendosi al centro di interessi economici che superano i confini della piccola Repubblica Libanese.

Oltre il Novecento
il vecchio libro di Revelli

Marco Revelli

Oltre il Novecento

La politica, le ideologie e le insidie del lavoro

Einaudi, 2001
 

Secolo della democrazia e dei totalitarismi, della violenza dispiegata in misura mai prima conosciuta e della decolonizzazione su scala globale, della società opulenta e della fame del mondo: il Novecento appare, da qualunque prospettiva lo si guardi, come “il secolo dell’ambivalenza”. Un grande libro.

Uno sguardo sul Ramadan
da www.corriere.it

Un'agenda di liberazione su cui musulmani e musulmane dovrebbero impegnarsi.

Conversazione con il sociologo Adel Jabbar, a cura di Giovanni Sarubbi

Qualche giorno fa ho ospitato su questo blog una prima conferenza dell'amico Adel Jabbar dal titolo "L'infinita notte araba. Dispotismi, conflitti e disordine", nella quale veniva analizzato il contesto geopolitico del vicino Oriente a partire dalla conclusione della prima guerra mondiale ad oggi. Una storia di colonialismo, sfruttamento, istanze di liberazione e di regimi fantoccio e dispotici. Guerre in nome dello scontro di civiltà e primavere soffocate.

Ora un nuovo appuntamento online su un tema culturale e religioso, molto spesso oggetto di banalizzazione. Un tema, il Ramadam, affrontato sotto sguardi diversi in una serie di conversazioni rivolto non solo al mondo arabo che vive in Italia ma più in generale al confronto interreligioso. Fra questi lo sguardo di Adel Jabbar, per un'analisi storica, culturale ma anche sociale dell'Islam contemporaneo. Il mese di Ramadan come spazio di conoscenza e riflessione.

Con una specifica attenzione al tema delle guerre contemporanee che trova nel mondo arabo, in particolare dalla seconda metà del Novecento fino ai giorni nostri, uno dei principali teatri.

Un stimolo davvero molto interessante, che potete trovare qui https://youtu.be/uU4fEk1V6JI