«Tempi interessanti» (30)
... Quale sia il Trentino del futuro che s'immaginano l'attuale giunta e il suo presidente dalla relazione alla Finanziaria non si evince. La “crescita” necessaria al Trentino dovrebbe riguardare la qualità, o meglio la riqualificazione tanto della sua economia come del suo welfare e delle forme di coesione sociale. Questo richiederebbe però una disamina attenta dei motivi di criticità che stanno emergendo ormai da tempo (e che dunque non sono riconducibili unicamente a questo esecutivo) nell'agricoltura come nell'industria, nel sistema sanitario come nella mobilità, nel credito come nel tessuto sociale e associativo. Ma di tale disamina non c'è traccia. Laddove ci fosse, questa rimane chiusa a chiave...
di Michele Nardelli
(5 luglio 2015) In una duplice intervista pubblicata oggi sul Corriere del Trentino, Alessandro Olivi e Franco Panizza parlano delle ipotesi di sviluppo per il Trentino dove la questione del completamento della Valdastico rappresenta una delle questioni – non solo sotto il profilo simbolico – più rilevanti. Stando al vicepresidente Olivi "in Giunta non se ne sarebbe parlato" e secondo il segretario del Patt io sarei "schiavo di antichi tabù", visto che la proposta sarebbe quella di togliere traffico dalla Valsugana. Allora, chi dei due dice la verità? Se non se ne è parlato, da dove salta fuori l'ipotesi di un nuovo tracciato dell'autostrada che uscirebbe a Trento sud?
Tanto le dichiarazioni di qualche giorno fa del presidente Rossi, come le parole di Panizza nell'intervista di ieri, riconoscono che invece l'ipotesi è sul tappeto e che da parte della Provincia Autonoma c'è un cambio di approccio rispetto alle posizioni sin qui assunte dalle precedenti amministrazioni. L'idea dello scambio con la Valsugana non è peraltro un'ipotesi nuova ma fin qui scartata per il semplice fatto che non c'è alcun legame fra le due opere, perché il Trentino negli ultimi anni ha fatto la scelta strategica della rotaia, perché le nostre competenze autonomistiche ci danno gli strumenti per disincentivare l'uso di quell'arteria qualora la superstrada (privata) della Valsugana andasse in porto e infine per il semplice fatto che il traffico sul tratto Trentino della Valsugana è oggi in larga misura generato in loco.
«Tempi interessanti» (37)
... alla buona notizia corrisponde una subordinata chiamata «corridoio d'interconnessione infrastrutturale fra la valle dell'Astico, la Valsugana e la Valle dell'Adige». Una formula che lascia aperta la possibilità di «un corridoio di collegamento viario» tra queste valli e di una «ottimizzazione dei collegamenti tra la statale 47 della Valsugana e la statale 12 del Brennero in prossimità di Mattarello».
Se l'esito della discussione nella Commissione istituita presso il ministero delle infrastrutture fosse che l'Autostrada della Valdastico diventa da Piovene Rocchetta verso il Trentino una superstrada a quattro corsie non credo che ci sarebbe di che cantare vittoria. E' pur vero che di questa proposta non c'è nemmeno il progetto, ma la mia sensazione è che la partita non sia affatto finita qui...
(... e purtroppo le dichiarazioni di questi giorni sia di parte governativa che da parte veneta mi stanno dando ragione!)
Le dimissioni di Cristiana Collu nell'editoriale di Ugo Morelli sul Corriere del Trentino del 18 novembre scorso.
di Ugo Morelli
(18 novembre 2014) “Non c’è da vergognarsi ad essere pazzi, semmai c’è da vergognarsi a fingere che vada tutto bene”. Così Sara Benincasa qualche giorno fa su Internazionale. L’annuncio delle dimissioni di Cristiana Collu da Direttrice del Mart è solo l’ultimo evento di un progressivo e costante degrado che prosegue in Trentino.
In pochi mesi si sta verificando un vero e proprio processo di decomposizione di un intero modello di governo e del disegno che lo aveva concepito e sostenuto. Parlando con le persone si avverte che i più sensibili e responsabili mostrano una forte preoccupazione. Vi è poi chi cerca di vedere se per caso qualcosa non cambi nella capacità di visione e di governo.
(4 settembre 2013) I senatori SVP Karl Zeller e Hans Berger hanno presentato nei mesi scorsi un Disegno di legge costituzionale che si proone di modificare lo Statuto speciale per il Trentino Alto Adige - Südtirol nella direzione dell'attribuzione dell'autonomia integrale alle Province Autonome di Trento e di Bolzano.
In aula in Consiglio Provinciale arriva la richiesta di parere di modificazione dello Statuto, parere che viene espresso in forma negativa da gran parte dell'Assemblea. Un voto contrario almeno per una parte cospicua dei consiglieri non per il merito della proposta (anche se il taglio dato dai due senatori è poco europeista), bensì per il metodo unilaterale usato nel presentare come SVP una proposta di intervento tanto delicata. Per quanto mi riguarda il mio voto è stato di astensione motivato con l'intervento che riporto di seguito.
"Intervengo volentieri dopo il consigliere Morandini, perché lo considero sempre molto attento alle questioni della Regione e anche perché nel suo intervento ha chiamato in causa la presunta incoerenza del centrosinistra autonomista ed in particolare del PD in relazione all'istituzione regionale.
Certamente avremo modo di parlarne in maniera più approfondita anche la prossima settimana in Consiglio regionale e certamente doverlo fare in una "zona Cesarini" della legislatura ci dice che è più un esercizio di confronto che non l'occasione vera e propria per mettere mano allo Statuto di autonomia. E' peraltro vero che il tema dell'autonomia integrale non è affatto nuovo, ne abbiamo parlato attorno all'accordo di Milano e credo pertanto che sia arrivato il tempo di affrontare in maniera serie la questione che fa da sfondo al nostro assetto autonomistico, ovvero il terzo statuto di autonomia.
di Michele Nardelli
(2 agosto 2013) C'è stata una felice concomitanza fra l'approdo in Consiglio Provinciale della Legge Finanziaria 2014 e la festosa e per nulla manieristica inaugurazione del Muse nel capoluogo trentino. I due avvenimenti non sono affatto estranei fra loro perché la scelta di investire nella conoscenza ha rappresentato uno dei tratti strategici di tutte le leggi finanziarie assunte nel corso degli ultimi anni. Uno sguardo lungo che ci racconta di come, nonostante l'esplodere di una crisi di natura strutturale, la Provincia Autonoma di Trento abbia voluto considerare gli investimenti sulla conoscenza come parte integrante delle politiche di risposta alla crisi o, meglio, al nuovo contesto economico e finanziario che si ripercuote anche su questa nostra terra.
Una scelta che viene osservata con attenzione e stima anche da chi ci guarda da fuori, a testimonianza di come la nostra autonomia rappresenti un esempio virtuoso di autogoverno delle proprie risorse. Il Trentino ha saputo infatti mettere in campo in questi anni iniziative importanti che hanno attenuato, nei numeri come nella vita reale delle persone, gli effetti della crisi, cercando di attrezzare l'economia locale ad un processo di riqualificazione virtuosa verso le vocazioni territoriali, di garantire attraverso il fondo strategico regionale un accesso al credito agevolato e il sostegno ad interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio, attuando politiche concrete per salvaguardare il reddito di chi in questo momento si trova in condizioni di difficoltà. E fra queste politiche, gli investimenti nella ricerca, nell'innovazione e nella conoscenza (e la cultura fra questi) sono stati tratti caratterizzanti e originali.
di Bruno Dorigatti, Michele Nardelli, Andrea Rudari *
(13 maggio 2013) Non crediamo si possano definire fisiologiche le fibrillazioni che in questi giorni stanno caratterizzando il centrosinistra autonomista trentino. Ovviamente ci sta che su singole scelte amministrative possano esserci valutazioni diverse, corrispondenti ad altrettante sensibilità, ma ci sono questioni di rilevanza sociale e finanziaria sulle quali non sono ammissibili ombre nel giudizio, né riteniamo accettabili modalità polemiche che rischiano di minare la reciproca fiducia all'interno della coalizione.
Ma ancora più gravi sono a nostro avviso le ripetute uscite di questi giorni che hanno teso ad accreditare l'idea secondo la quale la rinuncia del presidente Alberto Pacher a candidare come leader della coalizione nelle elezioni di ottobre sarebbe il frutto di pesanti eredità lasciate nella gestione della PAT da parte di Lorenzo Dellai.
Considerazioni e proposte intorno all'intervento sulla Finanziaria di Michele Nardelli
di Giuliano Gabrielli
Settant'anni.
Per settant'anni ho visto l'acqua scorrere sotto il ponte di San Lorenzo, sempre da monte verso valle. Capirai che avrei tanti esempi da presentarti a commento e sostegno della tua relazione sulla Finanziaria 2013. Esempi, non contrapposizioni, perché nel leggere mi sono accorto di condividere ciò che hai detto.
Perché scriverti allora? Per l'assenso, per offrire degli esempi? Hai già tutto. Desidero invece offrirti un piccolo contributo, certamente non esaustivo, che muove da un diverso punto di vista e guarda già all'accelerazione: un'ottica ‘ingegneristica' e un invito all'urgenza e alla necessità di efficacia delle prossime scelte e delle attività.
Rompere il silenzio.
Il tempo sembra essersi fermato negli ultimi giorni. Mantenerci in un infinito presente è il potere della politica di questi anni. Una politica in larghissima parte brutta, sciatta e senza fantasia. Dicono bene quelli che descrivono queste ultime ore come una copia - sfuocata e per questo ancora più impresentabile - della primavera del 1994 e di tanti altri momenti tristi degli ultimi due decenni. Una catena, di cui Berlusconi è solo l'ultimo e più resistente anello e di certo non l'unico colpevole, sembra impedirci di compiere un passo deciso verso un avvenire diverso, forse migliore. La negazione del tempo futuro è un peso che toglie il respiro, che impedisce di alzare lo sguardo, che mette il bavaglio alle parole. Che regala spazio al rancore.
Nel corso del mese di maggio diventa operativo il Fondo strategico per lo sviluppo locale. Per questa ragione riprendo questo testo che ne ricorda la genesi.
di Michele Nardelli
Esattamente un anno fa, in occasione del dibattito sulle Legge Finanziaria 2012, ho presentato in Consiglio Provinciale un ordine del giorno con il quale fra l'altro si impegnava la Giunta "a coordinare l'azione dei soggetti finanziari del Trentino nell'obiettivo di raggiungere un'intesa affinché venissero messe a sistema le risorse finanziarie mobilitabili da tali soggetti nell'obiettivo di rafforzare l'economia locale legata alle filiere e alle vocazioni del territorio" nonché "ad attivare un fondo ad hoc attraverso le società di sistema della Provincia Autonoma di Trento con l'obiettivo di reperire risorse private per sostenere le aziende trentine che intendono sviluppare ricerca, innovazione e valorizzazione delle risorse locali". Seguiva un'analoga iniziativa da me presentata in Consiglio regionale e relativa al coinvolgimento di PensPlan nel sostegno all'economia del territorio.
di Michele Nardelli
(4 febbraio 2012) Nei giorni scorsi il Consiglio Provinciale ha discusso (e respinto) il Disegno di Legge del consigliere Borga (PDL) sul tema della gestione dei servizi idrici.
La proposta, dall'evidente carattere provocatorio, presentata all'indomani dell'esito referendario, si proponeva di rovesciare la situazione precedente al referendum, passando dall'obbligo alla privatizzazione ad un altro obbligo, quello della pubblicizzazione. Un dibattito surreale, a parti rovesciate.
La relazione in aula di Michele Nardelli sulla LP "Norme per la promozione della società dell'informazione e dell'amministrazione digitale, per la diffusione del software libero e dei formati di dati aperti". In allegato l'Ordine del giorno sul Comitato permanente per l'evoluzione del Sinet.
Quando si parla di amministrazione digitale, di software libero, di dati aperti, di diritti digitali dei cittadini si pensa di avere a che fare con cose per addetti ai lavori. Ed in effetti, non è sempre facile muoversi con cognizione di causa in questo mondo, tanto è consistente il divario digitale. E però nell'affrontare questi argomenti dobbiamo essere consapevoli di aver a che fare con il nostro tempo e che stiamo trattando di questioni sempre più decisive per la democrazia, la partecipazione, i processi che governano la società dell'informazione.
Quella che Orson Walles descriveva in "Quarto potere", il celebre film uscito negli Stati
Uniti il 1 maggio 1941 che iniziava e si chiudeva con la stessa inquadratura, un cartello su una recinzione con la scritta "Vietato l'ingresso". Erano i confini della libertà, che ci accompagneranno lungo tutto il Novecento.
Quello che segue è il testo dell'intervento di Michele Nardelli in occasione della seduta del Consiglio Provinciale che affrontava il DDL sul tema della prevenzione all'infiltrazione della criminalità economica organizzata in Trentino.
di Michele Nardelli
(4 dicembre 2011) In primo luogo vorrei ringraziare il consigliere Filippin per aver posto l'attenzione con questa proposta di legge su un argomento importante come quello relativo della prevenzione culturale e della conoscenza del fenomeno dell'economia criminale. Tutti gli esperti in questo campo ricordano come la lotta alla criminalità organizzata passi in primo luogo attraverso una capillare azione culturale e di educazione alla legalità.
L'intervento del consigliere provinciale Michele Nardelli nel dibattito sulla Legge Finanziaria 2013
(13 dicembre 2012) Il dibattito sulla legge finanziaria dovrebbe rappresentare il momento più alto nel confronto in quest'aula, tanto nel dialogo fra maggioranza e opposizione, come in quello fra le diverse sensibilità nella stessa maggioranza. Così è stato in passato e lo dovrebbe essere ancor più oggi nel volgere a conclusione di questa legislatura. Anzi, di un'intera fase politica, considerando che, con l'annuncio del Presidente Dellai, si conclude un percorso durato quattordici anni. Ho avvertito invece toni apocalittici che non aiutano affatto il dialogo. Il confronto può essere anche aspro, ma non può seguire la logica dell'esasperazione o del "tanto peggio, tanto meglio". Tanto che, nell'ascoltare taluni interventi, mi sono chiesto se vivo in un altro mondo...
Signori Consiglieri,
ricorre oggi l'anniversario della tragedia che il 19 luglio di 26 anni fa in pochi attimi provocò la morte di 268 vite e cancellò la Valle di Stava.
Quella data rappresenta quindi, per tutta la comunità, un giorno consegnato alla tristezza, ma anche un discrimine nel modo di intendere il territorio e l'utilizzo delle risorse ambientali.