venerdì, 18 ottobre 2024 ore 18:00
I Piani Giovani di Zona dell'Alta e Bassa Val di Sole propongono un'esperienza alla scoperta dei Balcani.
L'iniziativa comincerà con 3 incontri preparatori prima di partire per un viaggio di 5 giorni alla scoperta di una parte d’Europa ai più sconosciuta, per scoprirne la sua storia recente e più remota.
Il primo incontro preparatorio si svolge a Croviana, presso la Sala Comunale, venerdì 18 ottobre 2024 con inizio alle ore 18.00 ed ha come obiettivo un inquadramento storico e geografico della regione balcanica. Relatore sarà Michele Nardelli. Il secondo avrà come focus il tema dell'allargamento dell'Unione Europea e vedrà come relatore Jens Woelk. Il terzo appuntamento verterà infine attorno alla questione della Rotta Balcanica che sarà curato da OBC-Transeuropa e dal Centro Astalli.
Croviana, Sala Comunale
mercoledì, 4 settembre 2024 ore 14:30
Il CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza) ha previsto un incontro che si svolgerà online il 4 settembre 2024 alle ore 14.30, in preparazione dell'ormai prossimo viaggio di una delegazione del Consiglio Nazionale CNCA in Bosnia Erzegovina.
Per questo si è immaginato un momento formativo sulla regione balcanica a venticinque anni dalla fine della guerra che ha concluso il secolo scorso, con Daniele Bombardi di Caritas Italiana e Michele Nardelli, fra i fondatori di Osservatorio Balcani Caucaso.
Da remoto
Le ACLI trentine in collaborazione con Italia Nostra propongono
MONTAGNA, AUTONOMIA, COMUNITÀ
Un percorso di conoscenza, consapevolezza e proposta sul valore dell’autogoverno delle terre alte
Montagna, Autonomia e Comunità rappresentano i tre lati di un unico triangolo al centro del quale c’è il futuro del Trentino. In questi ultimi anni abbiamo assistito alla fine di un ciclo lungo di sviluppo che aveva accompagnato la costruzione dell’edificio autonomistico e a cui era seguito l’avvio di una fase di tendenziale miglioramento delle condizioni relative allo sviluppo economico, sociale e culturale della nostra provincia. Questa fase espansiva si è conclusa con la parabola discendente della globalizzazione dei mercati, dell’emergere della cosiddetta economia di guerra e del declino dell’Occidente.
Emergono oggi nuovi problemi legati alla caduta di competitività della montagna che si accompagnano ai rischi dell’abbandono e dello spopolamento, ma anche dell’omologazione legata alla progressiva cancellazione dei segni identitari, all’inquinamento, alla cementificazione e allo spaesamento delle comunità originarie. Emergono inoltre le nuove sfide che riguardano le modificazioni climatiche che, dopo Vaia e la propagazione del bostrico, indicano la necessità di una riconciliazione del modello
di sviluppo con gli equilibri della natura.
Sostenibilità, riconversione ecologica dell’economia e un radicale cambiamento dei livelli di consumo delle risorse rappresentano le nuove sfide ed insieme le nuove opportunità per i territori di montagna. Sfide che potranno essere affrontate solo se accompagnate da un grande progetto di “ricostruzione” delle comunità locali, dal rilancio della cultura dell’autogoverno e del livello di responsabilità rispetto al futuro delle nuove generazioni. È in questo quadro e in questa prospettiva che è possibile è doveroso ragionare sul futuro dell’Autonomia trentina, questione che non può essere delegata ad una mera operazione di difesa istituzionale e finanziaria, ma che deve essere rilanciata con consapevolezza attraverso una nuova stagione di impegno partecipativo.
venerdì, 21 ottobre 2022 ore 16:00
Temi e metodi di pace per l'innovazione didattica
Corso di formazione rivolto ai docenti della Provincia autonoma di Trento
Liceo da Vinci, Trento
ottobre - novembre 2022
Lo scoppio della guerra russo-ucraina è venuto ad interpellare le coscienze democratiche in più forme e maniere: dalla maturazione della consapevolezza che occorre ripensare e ridiscutere i temi della guerra e della pace guardando alle mutate fattezze dello scenario contemporaneo, attraversato da tensioni geopolitiche in parte inedite, al rinnovato richiamo di responsabilità dal quale si sono trovate investite le istituzioni democratiche, sollecitate a contribuire ad un’effettiva educazione alla pace. Tali appelli raggiungono anche il mondo scolastico, configurandosi ad un tempo come sfida didattica: innovare le forme dell’insegnamento per attivare apprendimenti capaci di formare futuri cittadini del mondo, consapevolmente e responsabilmente promotori di pace. Una sfida che non viene solo a riguardare il recentemente introdotto insegnamento trasversale di educazione civica e alla cittadinanza, configurandosi come ad esso previa e più fondamentale, interessando la scuola nel suo complesso e tutti gli insegnamenti disciplinari a livello curricolare.
Trento, Liceo Da Vinci
mercoledì, 14 settembre 2022 ore 10:00
Ritornano i "mercoledì" del "Salotto in città" promossi dall'Associazione Trentina Sclerosi Multipla.
Mercoledì 14 settembre 2022, alle ore 10.00, nel cortile di Passaggio Teatro Osele (nei pressi del Café de la Paix)
un nuovo incontro con Michele Nardelli dal titolo:
"Leggere i segni del tempo".
Trento, Cortile di Passaggio Teatro Osele
venerdì, 18 settembre 2020 ore 09:30
9.45 - Introduzione – Hassan Bassi - CNCA
Coordina - Carlo De Angelis - CNCA
10,00 - Michele Nardelli - attivista e ricercatore politico e sociale
10,30 - Federica Giardini - Filosofa (Università Roma Tre)
11,00 - Silvano Falocco - Economista (Fondazione Ecosistemi)
Domande e interlocuzioni
12,45 - Conclusioni - Caterina Pozzi - Vicepresidente CNCA
Seminario online
mercoledì, 18 settembre 2019 ore 07:00
Dal 18 settembre al 23 settembre 2019 si svolge un nuovo viaggio di formazione in Bosnia Erzegovina rivolto agli insegnanti dell'Emilia Romagna. Il cuore del percorso formativo è dedicato a quanto accaduto nella regione balcanica alla fine del Novecento e a quel che quegli avvenimenti avrebbero potuto insegnarci.
ll percorso formativo è promosso dall'Istituto storico di Modena in collaborazione con la Rete dei Musei storici dell'Emilia Romagna e dall'Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna. Ad accompagnare il viaggio Michele Nardelli.
Bosnia Erzegovina
«L'attenzione alla condizione umana ma anche all'inumano che ci circonda. “Comprendere” è forse la parola chiave per descrivere la vocazione filosofica di Hannah Arendt. Ed è anche una chiave per andare oltre il Novecento, cercando un senso a questo passaggio di tempo, fra il non più e il non ancora. Nella speranza che effettivamente in questi intervalli possiamo trovare il momento della verità».
Si conclude con queste parole la riflessione che ho proposto ai partecipanti del nuovo percorso annuale della Scuola di formazione Danilo Dolci che si è svolto mercoledì scorso a Roma. Il titolo proposto "Tra passato e futuro. Nel passaggio di tempo fra il non più e il non ancora. Riflessione sul nostro presente a partire dal pensiero di Hannah Arendt" pone un obiettivo ambizioso, quello di osservare il nostro tempo cercando di farci aiutare da uno dei pensieri più originali e fervidi del secolo scorso.
In allegato il testo della mia riflessione.
domenica, 14 aprile 2019 ore 18:30
È stato bello riprendere possesso della strada. È stato meraviglioso farlo in tanti, sotto un cielo azzurro e un sole caldo. Sabato 23 marzo Marco Revelli è stato il primo docente della nascente scuola degli spiazzi, introducendo il complesso e affascinante tema della Politica. (Qui l'audio del suo intervento, raccolto da Sanbaradio). Adesso non possiamo – e non vogliamo – fermarci.
E allora rilanciamo con il secondo incontro, che vuole rendere ancora più evidente l'obiettivo progettuale e inclusivo di questo esperimento formativo che si muove dal basso, dal quartiere di San Martino verso la città intera.
Trento, Via San Martino 78
domenica, 14 aprile 2019 ore 18:30
È stato bello riprendere possesso della strada. È stato meraviglioso farlo in tanti, sotto un cielo azzurro e un sole caldo. Sabato 23 marzo Marco Revelli è stato il primo docente della nascente scuola degli spiazzi, introducendo il complesso e affascinante tema della Politica. (Qui l'audio del suo intervento, raccolto da Sanbaradio). Adesso non possiamo – e non vogliamo – fermarci.
E allora rilanciamo con il secondo incontro, che vuole rendere ancora più evidente l'obiettivo progettuale e inclusivo di questo esperimento formativo che si muove dal basso, dal quartiere di San Martino verso la città intera.
Trento, Via San Martino 78
domenica, 31 marzo 2019 ore 16:00
Nell'ambito delciclo di conferenze "Tra Danubio e Balcani: l'Europa si incontra" promosso dal Comune di Asola (Mantova), domenica 31 marzo 2019, alle ore 16.00 presso il Museo Civico Goffredo Bellini di Asola (MN) si svolgerà una conferenza dal titolo "I Balcani, il cuore inascoltato dell’Europa". Relatore sarà Michele Nardelli, cofondatore dell’Osservatorio Balcani Caucaso - Transeuropa
Nonostante il nuovo secolo sia ormai inoltrato, siamo ancora nell'incubo del Novecento. L'Europa è di nuovo attraversata dal vento del nazionalismo, nelle sue forme più tradizionali del predominio etnico/religioso come in quello più subdolo dello scontro di civiltà.
Asola, Museo Civico Goffredo Bellini
(19 marzo 2019) Esperienze di formazione politica ne abbiamo conosciute molte. Da quelle tradizionali di cui si dotavano i corpi intermedi (partiti in primis) per formare la propria classe dirigente, a quelle più moderne ed estemporanee, funzionali a coprire il vuoto di amministratori da parte di soggetti sempre più liquidi e rarefatti.
Eppure quella che prende il via sabato prossimo 23 marzo (ore 11.00) a Trento nel quartire di San Martino non rientra certamente nel "già visto". In primo luogo perché non si tratta di una scuola riconducibile ad un soggetto politico organizzato (peraltro, chi può dire oggi di avere una visione del mondo?), perché prova a mettere a confronto approcci e visioni diverse nello spirito della ricerca aperta, perché non è rivolta alla formazione di una elite selezionata, perché nel tempo della "politica senza politica" la formazione assume i contorni dell'azione politica per eccellenza. Perché, infine, prova a rompere lo schema di un mondo a parte facendo propria la sfida di abitare i luoghi di vita quotidiani in maniera esigente, laddove le forme attraverso le quali ci si orienta (politicamente e non solo) sono delegate ai talk show ed una rete che pulsa con gli umori (e con gli algoritmi) di chi cerca consenso e potere.
E non si tratta "semplicemente" di trasmettere conoscenza: di fronte a processi di trasformazione sempre più veloci e non facili da decifrare, dovremmo indagare gli strumenti interpretativi e definire nuovi paradigmi attraverso i quali immaginare il futuro. In assenza dei quali il presente rischia il cortocircuito fra il "non più" che ancora incombe e un "non ancora" che fatica ad emergere.
(19 marzo 2019) Esperienze di formazione politica ne abbiamo conosciute molte. Da quelle tradizionali di cui si dotavano i corpi intermedi (partiti in primis) per formare la propria classe dirigente, a quelle più moderne ed estemporanee, funzionali a coprire il vuoto di amministratori da parte di soggetti sempre più liquidi e rarefatti.
Eppure quella che prende il via sabato prossimo 23 marzo (ore 11.00) a Trento nel quartire di San Martino non rientra certamente nel "già visto". In primo luogo perché non si tratta di una scuola riconducibile ad un soggetto politico organizzato (peraltro, chi può dire oggi di avere una visione del mondo?), perché prova a mettere a confronto approcci e visioni diverse nello spirito della ricerca aperta, perché non è rivolta alla formazione di una elite selezionata, perché nel tempo della "politica senza politica" la formazione assume i contorni dell'azione politica per eccellenza. Perché, infine, prova a rompere lo schema di un mondo a parte facendo propria la sfida di abitare i luoghi di vita quotidiani in maniera esigente, laddove le forme attraverso le quali ci si orienta (politicamente e non solo) sono delegate ai talk show ed una rete che pulsa con gli umori (e con gli algoritmi) di chi cerca consenso e potere.
E non si tratta "semplicemente" di trasmettere conoscenza: di fronte a processi di trasformazione sempre più veloci e non facili da decifrare, dovremmo indagare gli strumenti interpretativi e definire nuovi paradigmi attraverso i quali immaginare il futuro. In assenza dei quali il presente rischia il cortocircuito fra il "non più" che ancora incombe e un "non ancora" che fatica ad emergere.
di Federico Zappini
Questa è l’introduzione che – minimamente editata – ho tenuto prima dell’incontro della Scuola degli spiazzi del 23 marzo scorso con Marco Revelli. Serve da deposito di quella prima mattinata passata in strada.
E’ impossibile iniziare questa conversazione senza fare riferimento a ciò che è accaduto lo scorso venerdì 22 marzo fuori e dentro il Palazzo della Provincia Autonoma di Trento, a margine del convegno promosso dagli Assessori Bisesti e Segnana. Preoccupano i contenuti del convegno stesso, poi ripetuti all’ennesima potenza nel Congresso della Famiglia di Verona. Preoccupa l’uso della forza pubblica all’interno di una sede istituzionale, piegata a uso privatistico e propagandistico. Preoccupa notare che la cifra del nuovo governo provinciale tenda a un significativo restringimento da un lato e radicale polarizzazione dall’altro del campo della discussione politica, con l’obiettivo neppure troppo nascosto di ridurlo al rapporto binario e verticale tra chi agisce il governo e chi ne deve subire – senza poter reagire – gli effetti.
Si tratta di una distorsione della convivenza democratica. La transizione verso le democrazie illiberali cui si rifà Victor Orban è pericolosa perché mina alle fondamenta i modelli democratici (fatti di parlamenti e bilanciamento di poteri, di confronto tra diversi punti di vista e libertà di espressione) per come fino a oggi li abbiamo conosciuti e praticati. Ecco che allora risulta necessario, urgente, decisivo – oltre che segnalare questa deriva – interrogarsi sul ruolo della Politica in questo nostro mondo, nervoso e confuso.
di Federico Zappini
Questa è l’introduzione che – minimamente editata – ho tenuto prima dell’incontro della Scuola degli spiazzi del 23 marzo scorso con Marco Revelli. Serve da deposito di quella prima mattinata passata in strada.
E’ impossibile iniziare questa conversazione senza fare riferimento a ciò che è accaduto lo scorso venerdì 22 marzo fuori e dentro il Palazzo della Provincia Autonoma di Trento, a margine del convegno promosso dagli Assessori Bisesti e Segnana. Preoccupano i contenuti del convegno stesso, poi ripetuti all’ennesima potenza nel Congresso della Famiglia di Verona. Preoccupa l’uso della forza pubblica all’interno di una sede istituzionale, piegata a uso privatistico e propagandistico. Preoccupa notare che la cifra del nuovo governo provinciale tenda a un significativo restringimento da un lato e radicale polarizzazione dall’altro del campo della discussione politica, con l’obiettivo neppure troppo nascosto di ridurlo al rapporto binario e verticale tra chi agisce il governo e chi ne deve subire – senza poter reagire – gli effetti.
Si tratta di una distorsione della convivenza democratica. La transizione verso le democrazie illiberali cui si rifà Victor Orban è pericolosa perché mina alle fondamenta i modelli democratici (fatti di parlamenti e bilanciamento di poteri, di confronto tra diversi punti di vista e libertà di espressione) per come fino a oggi li abbiamo conosciuti e praticati. Ecco che allora risulta necessario, urgente, decisivo – oltre che segnalare questa deriva – interrogarsi sul ruolo della Politica in questo nostro mondo, nervoso e confuso.