sabato, 30 agosto 2025 ore 10:30

Care e cari,
come sapete nell'ambito del Collettivo di scrittura nato attorno al libro “Inverno liquido” da qualche tempo sto lavorando insieme ad alcuni di voi ad una nuova pubblicazione che ha come oggetto le “Nuove geografie ecosistemiche”.
Abbiamo fatto un paio di incontri da remoto, ne abbiamo discusso lo scorso anno nell'incontro in presenza del Collettivo a Puy de Champanesio, abbiamo realizzato un anno fa l'incontro a Dosoledo (BL) sulla “Regione che non c'è” ovvero sulla Regione Dolomiti per descrivere come il tema possa avere implicazioni territoriali molto significative, nel mese di aprile ho avuto il piacere di esporre il tema nell'ambito della Scuola di formazione politica Danilo Dolci di Roma, sempre in aprile abbiamo promosso con Slow Food del Trentino Alto Adige/Südtirol al Muse di Trento la presentazione del libro di Franco Farinelli “Il paesaggio che ci riguarda” dove ho potuto dialogare con l'autore proprio attorno ai temi delle nuove geografie. Grazie a Massimo De Marchi, il 30 giugno scorso abbiamo realizzato la visita al Museo di Geografia dell'Università di Padova e sempre Massimo ci ha fornito i materiali dell'ultimo congresso di geografia tenutosi recentemente a Torino nonché l'interessante catalogo della collana dedicata alle geografie della casa editrice Franco Angeli (vedi in fondo alla pagina il link di accesso).
Laste di Rocca Pietore (BL)

di Rita Salvatore *
Nel riflettere sulle dinamiche socio-relazionali attualmente presenti in molti luoghi delle nostre montagne risuonano con particolare enfasi le parole che James Clifford scrisse alcuni decenni fa in un testo divenuto ormai un classico delle scienze sociali contemporanee, con riferimento alla categoria di cultura identitaria.
Le culture non sono mai né pure né statiche: sono costantemente in relazione, attraversate da scambi, conflitti, prestiti, traduzioni […] ogni cultura è frutto di viaggi, migrazioni, transiti. I frutti puri impazziscono. Le identità più forti, quando isolate, marciscono. Le culture non si conservano, si vivono – in relazione, in tensione, in traduzione […] l’ibridazione è la condizione stessa della modernità.
Dunque, se è vero – come è vero – che ogni realtà sociale è in continuo movimento, senza confini netti tra centro e periferia, tra città e campagna, tra pianura e montagna, allora questa verità ci appare ancora più evidente oggi, soprattutto quando ci immergiamo nei paesi delle terre alte. Qui ci sono anche quei luoghi che il Rapporto Montagne Italia 2025 dell’UNCEM racconta come segnati da una “stagione del risveglio”: un’espressione che dice molto. Perché qui, dove per anni si è solo parlato di spopolamento e di declino, oggi si intravede qualcosa di nuovo. Per la prima volta dopo molto tempo, tra il 2019 e il 2023, più persone sono salite in montagna per andarci a vivere di quante se ne siano andate via: quasi 100.000 in più. Ma la vera sorpresa è che oltre 64.000 di queste sono italiane. Giovani, spesso ben formati, con idee, progetti, voglia di fare. Non una fuga verso luoghi lontani e isolati, ma una scelta consapevole. Si tratta certo solo di un segnale, ma carico di significato. Un segnale che invita a riflettere, perché – al di là delle previsioni più fosche e della condanna implicita contenuta nel nuovo Piano strategico per le aree interne emanato dal governo, che sembra decretare l’irreversibilità dello spopolamento in alcune zone – la vita continua comunque a pulsare. Sotto la superficie, qualcosa si muove. Forse un nuovo inizio. Forse un altro modo di abitare la montagna, trainato da nuovi abitanti e da nuove pratiche di vita, ma che evidentemente ha bisogno di essere consolidato e sostenuto attraverso un’altrettanto nuova stagione politica, per potersi imporre come un cambiamento strutturale e non solo congiunturale.

di Riccardo Laterza *
(21 luglio 2025) Commentare una sentenza è già di per sé discutibile e complicato, figurarsi commentare quello che è soltanto l’avvio di un’inchiesta, della quale traspaiono di giorno in giorno elementi parziali sui giornali. Tuttavia, c’è un dato extragiudiziario evidente legato alle indagini sull’urbanistica milanese: queste hanno, intenzionalmente o meno, messo al centro dell’attenzione un dato politico che, al netto dei risvolti penali, era già ben noto a tutti: il modello di sviluppo milanese, quello che da alcuni è definito il “grande successo” del capoluogo lombardo, è non solo trainato, ma nei fatti interamente governato dalla speculazione immobiliare e dalle sue dinamiche, in larghissima parte slegate dall’andamento dell’economia reale e dalla ricerca di una risposta ai bisogni della maggioranza sociale di chi abita, o vorrebbe abitare, la città, a partire dal bisogno di avere un tetto sopra la testa.
Quella dell’“urbanistica facile” è, d’altronde, una vera e propria ideologia, che si è fatta largo nel senso comune dando per scontata una lettura della realtà tanto semplice e lineare, quanto falsa: la prosperità di un contesto urbano è determinata dalla facilità, da parte degli operatori privati, di realizzare sempre e comunque i propri investimenti; la realizzazione degli interessi di chi possiede i capitali coincide con l’interesse della città; è necessario attrarre gli investimenti, semplificare le procedure, agevolare le operazioni edilizie; qualsiasi regola, limite, obbligo, che si interpone tra l’interesse astratto dell’operatore privato e la sua realizzazione concreta, è perciò un ostacolo burocratico che va rimosso.

Per il Piano governativo senza investimenti l’area interna appenninica. Al posto di servizi per il futuro (la scuola) più welfare per gli anziani: è la logica dell'estinzione dei superstiti
di Filippo Barbera, Domenico Cersosimo, Antonio De Rossi, Carmine Donzelli *
Irrimediabile, irreversibile, inevitabile sono parole che non dovrebbero comparire nel vocabolario della politica. Anche per questo sono comprensibili le critiche di queste settimane da parte di giornalisti, sindaci, movimenti e associazioni nei confronti del presunto “irreversibile” declino demografico di una moltitudine di paesi dell’interno italiano contenuta nel Piano strategico nazionale delle aree interne (Psnai) della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Coesione Territoriale (marzo 2025).
Come è ormai è noto, il Psnai prevede che “un numero non trascurabile” di comunità interne con “una struttura demografica compromessa non possono porsi alcun obiettivo di inversione di tendenza ma non possono nemmeno essere abbandonate a se stesse. Hanno bisogno di un piano mirato che le possa assistere in un percorso di cronicizzato declino e invecchiamento in modo da renderlo socialmente dignitoso per chi ancora vi abita” (Psnai, pp. 45-6).

di Giorgio Cavallo *
È’ iniziato il percorso di discesa per le modifiche costituzionali allo Statuto di autonomia del Friuli-Venezia Giulia. Mancano due passaggi parlamentari che non sembrano avere ostacoli se permane la stabilità politica attuale.
Per la verità il nodo della identificazione delle “aree vaste” elettive, nelle loro dimensioni (vecchie Province?), accanto a quello delle competenze e della legge elettorale non sarà un passaggio semplice nella sua evidente connessione con la fine incerta dell’era Fedriga. Quello che era stato pensato come una furbata decisiva per la stabilizzazione di un quadro politico indiscutibile può risolversi proprio nel suo inverso.
Pur con fatica, si cominciano ad intravvedere dei segnali che invitano a riflettere non solo sulla riorganizzazione degli enti locali ma proprio sull’adeguatezza della struttura regionale nell’affrontare le varie tempeste che l’attualità ci propone. Dalla geo politica alla stagnazione economica per arrivare alla crisi ambientale ed al crollo demografico. In termini di consenso, per un po’ continueranno a dominare le paure verso le immigrazioni ed i vari crimini, ma le carte possono rimescolarsi. Ed allora la domanda “a cosa serve la regione autonoma” potrà anche essere dilaniante.
venerdì, 23 maggio 2025 ore 15:00

Nell'ambito della seconda edizione della Summer School del Climate Justice University che si svolgerà a Luminasio (Bologna), dal 23 al 25 maggio 2025, nel pomeriggio di venerdì 23 maggio a partire dalle ore 15.00 un incontro con Michele Nardelli sul tema "La crisi climatica e le terre alte".
§§§
Nel 2024 abbiamo organizzato la prima edizione della Climate Justice University. “Se vogliamo guardare alla crisi climatica come allo spazio di opportunità per ‘ribaltare i rapporti di forza’ – scrivevamo un anno fa – dobbiamo indagare nuove prospettive e (de)costruire nuovi concetti”. Un anno dopo, tanta acqua – e non è una metafora – è passata sotto i ponti. I nostri territori sono stati più volte travolti dalle conseguenze della crisi climatica, con colate di fango che hanno devastato l’Appennino e inondato le pianure. La crisi climatica è qui e ora, dispiega i suoi effetti, rafforza le diseguaglianze e ne crea di nuove.
Luminasio (BO)
venerdì, 28 marzo 2025 ore 21:00
.jpg)
La Comunità di Mantova Giovanni Ferrari, il Club Alpino Italiano, il Circolo Laudato sì di Gonzaga, il Comitato Laudato sì - Oglio Po
promuovo la serata di presentazione del libro di Maurizio Dematteis e Michele Nardelli
INVERNO LIQUIDO
La crisi climatica, le terre alte e la fine della stagione dello sci di massa.
(Derive Approdi, 2023)
Introducono
Laura Galassi e Raffaella Molinari
Interviene
Michele Nardelli
Venerdì 28 marzo 2025, ore 21.00
Mantova, Piazza Bazzani 1 – Salone di S.Barnaba
L'evento avviene nell'ambito della rassegna Mincio Bene Comune in collaborazione con il Tavolo del Mincio
Mantova, Salone S.Barnaba, Piazza Bazzani 1
domenica, 17 novembre 2024 ore 15:30
.jpg)
Si svolgerà domenica 17 novembre 2024, alle ore 15.30
a Carate Brianza, Gite in Lombardia (Via Giuseppe Mascherpa 3)
la centotrentesima presentazione del libro di Maurizio Dematteis e Michele Nardelli
“Inverno liquido. La crisi climatica, le terre alte e la fine della stagione dello sci di massa”
(Derive Approdi, 2023)
In dialogo con Maurizio Dematteis
ci saranno Marco Villa, fondatore di Gite in Lombardia, e Filippo Urbano, attore e cantautore.
Carate Brianza, Via Giuseppe Mascherpa 3

Si è svolta sabato scorso 5 ottobre a Lamon, al confine fra il Trentino e la provincia di Belluno, un'importante e partecipata manifestazione per dar voce ai comitati locali, ai Comuni, alle associazioni, ai partiti e alle singole persone che da mesi sono impegnate nell'opposizione alla realizzazione della Diga del Vanoi.
Qui la cronaca che ne ha fatto TeleBelluno: https://youtu.be/hpE2kQ-Nhu4
A seguire gli interventi di Luigi Casanova per conto di Mountain Wilderness e di Manuela Baldracchi e Giovanna Ceiner, rispettivamente presidenti di Italia Nostra del Trentino e di Belluno.
sabato, 14 settembre 2024 ore 16:30

Il 14 settembre 2024 si svolgerà la presentazione del progetto ideato dalla Cooperativa Lassù nell'ambito delle "Olimpiadi dei borghi - un ecosistema culturale delle Dolomiti"
Vorremmo invitarvi a partecipare al dialogo che si terrà dalle 16.30 alle 18.30 sul Palco Lassù, Bosco Fontana del Sasso, Tai di Cadore
sul tema
Crescendo. Spazi ostinati per l’espressione e l’evoluzione del Cadore. Un racconto polifonico.
Una regione storica progetta il suo futuro endogeno, aprendosi all’inatteso. Un giacimento di tesori paesaggistici culturali sociali immagina nuovi strumenti per produrre valore senza estrarlo.
Verso le Olimpiadi, verso la riprogettazione del modello turistico, è urgente discutere di come vogliamo immaginare un modello di vita in Cadore in grado di adattarsi alle sfide ambientali.
Usando il bostrico come pretesto e come occasione per proiettarci in avanti, insieme alle future generazioni. Una giornata in cui convogliare le energie sul Palco Lassù, punto di convergenza armonica degli accordi tra spartiti.
Tai di Cadore (BL), Bosco Fontana del Sasso, Palco Lassù

Rimbalza sui social l'opera realizzata dal canale di divulgazione culturale NovaLectio, che con una serie di interviste descrive le allarmanti condizioni sociali in un territorio alpino inascoltato, sofferente per lo spopolamento e la crisi dei servizi pubblici. Una provincia che per anni aveva tentato un dialogo (inascoltato) con il Trentino
di Zenone Sovilla*
Delle battaglie autonomistiche ultra decennali della vicina provincia dolomitica di Belluno l'Adige si è occupato spesso, fin dal primo referendum cosiddetto secessionista. Era il 2005 quando il Comune di Lamon, nell'area sudoccidentale del Bellunese, al confine con le aree trentine del Vanoi e del Tesino, fu l'apripista di una serie di votazioni, su base costituzionale, animate in particolare dal movimento Bard (Belluno autonoma Regione Dolomiti), allo scopo di portare finalmente al centro dell'attenzione del legislatore nazionale la questione di questo fazzoletto alpino pesantemente svuotato di strumenti istituzionali
Dopo Lamon seguirono decine di territori confinanti, specie con il Trentino, ma anche con l'Alto Adige, cioè dell'area bellunese impropriamente denominata "ladina storica", quasi a nobilitarla rispetto ai municipi vicini e appartenente alla medesima minoranza linguistica ma non già all'Impero asburgico.
Nella gran parte dei casi vinsero i sì all'addio alla matrigna Regione Veneto colonizzatrice; ma per ragioni alquanto oscure, l'unico via libera parlamentare fu ottenuto da Sappada, comune germanofono bellunese di nordest che nel 2017 passò al Friuli Venezia Giulia. Una regione, quest'ultima, che peraltro in materia di politiche per la montagna non si distingue gran che dal Veneto, entrambe prevalentemente di mare e di pianura.
Ci fu anche un comune, quello di San Pietro di Cadore, dove in municipio si fece presente l'impossibilità di indire il referendum, perché l'unico confine non bellunese è con l'Austria...
mercoledì, 17 luglio 2024 ore 18:00

Marcoledì 17 luglio 2024, alle ore 18.00
Centro Visite Fanes - Senes - Braies di San Vigilio di Marebbe (BZ)
Presentazione del libro di Maurizio Dematteis e Michele Nardelli
"Inverno liquido. La crisi climatica, le terre alte e la fine della stagione dello sci di massa"
(DeriveApprodi, 2023)
In questa serata uno dei due autori Michele Nardelli in prima persona racconta dell’opera realizzata insieme al collega Maurizio Dematteis. "Inverno liquido" attraverso le voci dei protagonisti del settore, prova a raccontare il complicato rapporto tra lo sci in quanto sport di massa e le crisi economica e ambientale che hanno caratterizzato gli ultimi anni. Può esistere una soluzione in grado di conciliare questi due fattori?
San Vigilio di Marebbe (BZ), via Catarina Lanz 96
venerdì, 12 luglio 2024 ore 18:30
.jpg)
Al Palco Lassù, presso il Bosco Fontana del Sasso, Tai di Cadore nel Comune di Pieve di Cadore (BL),
venerdì 12 luglio, ore 18.30,
nell'ambito dell'incontro "Boschi di carta"
presentazione del libro di Maurizio Dematteis e Michele Nardelli
"Inverno liquido. La crisi climatica, le terre alte e la fine della stagione dello sci di massa"
(Derive Approdi)
con la partecipazione di uno degli autori
Michele Nardelli
saggista e scrittore, impegnato sui temi ecosistemici
§§§
Inaugurazione del Palco Lassù a Tai di Cadore e Presentazione del Libro "Inverno Liquido"
Tai di Cadore, 12 luglio 2024, ore 18.30 – il 12 luglio, a Tai di Cadore, si terrà il primo evento sul Palco Lassù, nel Bosco Fontana del Sasso, nell'ambito di Boschi di Carta. Il palco, nato come simbolo di rinascita dopo la devastante tempesta Vaia di ormai sei anni fa, è un esempio di come le comunità montane possano rispondere ai cambiamenti climatici con creatività e resilienza, rinasce oggi mobile e realizzato con legno da bostrico. A partire dalle 18.30, nell'ambito dell'incontro "Boschi di carta" a cura del Comune di Pieve, su terreno della Regola di Tai, presso il Palco si terrà la presentazione del libro "Inverno Liquido" di Maurizio Dematteis e Michele Nardelli.
Pieve di Cadore (BL), Bosco Fontana del Sasso, Tai di Cadore
lunedì, 24 giugno 2024 ore 20:30

Dal ciclone extratropicale Vaia all’attacco del Bostrico: come trasformare una sciagura in un’occasione per una gestione sostenibile del bosco?
Facciamo filiera: le nostre foreste per la montagna di oggi e di domani.
Lunedì 24 giugno 2024, alle oe 20.30
a Pomaretto (TO) , presso il Padiglione Impianti Sportivi
Incontro con lo scrittore e attivista trentino Michele Nardelli, autore con Diego Cason de "Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite"
in dialogo con Marco Bussone, presidente dell’UNCEM.
Modera Maurizio Dematteis
La notte del 29 ottobre 2018 sulle Dolomiti è l’apocalisse. La forza dei venti arriva fino ai 190 chilometri orari tra Trentino-Alto Adige, Veneto, Lombardia e Friuli. Le raffiche radono al suolo 42.000 ettari di bosco e milioni di alberi.
Pomaretto (TO), Padiglione Impianti Sportivi

La grande sete della Sicilia e la nostra normalità
di Francesco Picciotto
In questo tempo assurdo ed inquietante molti di noi cominciano a porsi, come fossero mantra, come fossero auspici, interrogativi inquietanti ed assurdi: “ma una cosa esclude l’altra?”, “ho ancora un ruolo su questo pianeta oppure è meglio ritirarmi in pace da qualche parte?”, “devo proprio trovare l’indirizzo da apporre alla mia personalissima busta?”, e infine “quale è il minore dei mali?”. ...
... Credo che il male maggiore stia nella “normalità” che mi circonda, in una umanità che abita questa isola e che si prepara a vivere in perfetta inconsapevolezza l’ennesima estate vacanziera. Credo che il male maggiore stia in un incredibile meccanismo di rimozione che riguarda la maggior parte delle persone di questo posto e che le porta a dire: “si troverà una soluzione...forse pioverà...ma figurati se non superiamo anche questa crisi...se non troviamo una soluzione anche a questo problema”...