Migrazioni

mercoledì, 6 dicembre 2017 ore 18:00

Scappare la guerra
Foto di Luigi Ottani

Mercoledì 6 dicembre 2017, alle ore 18.00, presso il Centro Culturale Claudio Trevi a Bolzano (vai Cappuccini 28) si svolge l'inaugurazione della mostra fotografica di Luigi Ottani "Scappare la guerra" e la presentazione del volume "Dal libro dell'esodo" (Piemme edizioni), reportage di Roberta Biagiarelli e Luigi Ottani dal confine greco - macedone.

Con Roberta Biagiarelli e Luigi Ottani partecipa anche Michele Nardelli, autore di uno dei saggi raccolti nel volume.

Bolzano, Centro Culturale Claudio Trevi, via Cappuccini 28

La locandina dell'evento

Jus soli: questa non è più la mia coalizione
Bambini

«Tempi interessanti» (72)

Le cronache politiche ragionali ci raccontano di un ordine del giorno contro lo jus soli (temperato, nella forma in discussione in sede parlamentare) approvato nei giorni scorsi dal Consiglio Regionale del Trentino – Alto Adige / Südtirol con un voto trasversale SVP / centrodestra / M5S e con l'astensione del PATT.

Ma che maggioranza è mai quella che nemmeno su una questione di civiltà come lo jus soli “temperato” (odiosa formulazione per indicare che si tratta di un annacquamento del principio in base al quale quello in cui si nasce è il proprio paese) riesce a mostrare un po' di coesione?

L'ordine del giorno approvato nel 2011

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Vogliamo cambiare l'ordine delle cose
Foto Citoni

di Gianluca Carmosino *

(5 dicembre 2017) Se cinquecento persone, in grande maggioranza donne, provenienti da oltre cento città si incontrano per ragionare di migrazioni e per immaginare percorsi comuni nei giorni in cui il razzismo sembra inarrestabile e la campagna elettorale non smette di dettare parole d’ordine e agende, significa che sono ancora molti coloro che rifiutano le gabbie che Stato, circo mediatico e mercato hanno loro assegnato.

Nessuno conosce il futuro del “Forum nazionale Per cambiare l’ordine delle cose”, promosso a Roma domenica 3 dicembre dal regista Andrea Segre insieme ad Amnesty Italia, Medici senza frontiere Italia, Banca Etica, Naga, Medu, ZaLab e JoleFilm, e dedicato ad Alessandro Leogrande. Ma l’alta partecipazione e la ricchezza dei tre lavori di gruppo (Vie regolari e canali umanitari, Dall’accoglienza al nuovo welfare solidale, Comunicare e agire nell’era delle migrazioni) aprono possibilità inesplorate e con ogni probabilità favoriranno percorsi, tutti da inventare, che andranno ben oltre i nove punti raccolti nel Manifesto del Forum (che sarà diffuso nei prossimi giorni) e il primo appuntamento internazionale annunciato, il 31 gennaio al Parlamento Europeo.

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giovedì, 19 ottobre 2017 ore 15:00

«Aiutiamoli a casa loro?»
foto di Luigi Ottani

Dentro la retorica dell'"Aiutiamoli a casa loro", fra contraddizioni mondiali ed emergenze umanitarie

Giovedì 19 ottobre 2017, alle ore 15.00, presso il Centro Saveriano, via Piamarta 9 a Brescia si svolgerà un importante momento di riflessione a partire dallo slogan che sembra accomunare tutti quelli che dell'accoglienza non ne vogliono sapere, gli uni perché pensano che le identità siano immutabili, altri perché "prima noi", altri ancora perché la questione immigrati fa perdere consenso e voti. E che peraltro per la cooperazione affinché le comunità locali possano affrancarsi dal colonialismo prima e dal neocolonialismo (fatto per interposta persona attraverso governi asserviti alle grandi potenze) poi, non hanno stanziato che le briciole dei loro bilanci, preferendo vendere armi, controllare le materie prime, mantenere il silenzio verso le responsabilità delle multinazionali. Di tutti questi aspetti parleremo in un incontro pubblico realizzato nell'ambito del "Viaggio nella solitudine della politica" (www.zerosifr.eu).

Al convegno partecipano Michele Nardelli (ricercatore e fra i fondatori di Osservatorio Balcani Caucaso - Transeuropa), Giorgio Beretta (Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere - OPAL), Francesca Mannocchi (giornalista e reporter), Emilio Molinari (Contratto Mondiale sull'Acqua). Coordina Agostino Zanotti (Associazione ADL Zavidovici).

Brescia, Centro Saveriano, via Piamarta 9

La locandina del convegno

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Migranti ambientali e cultura del limite
Livorno, in queste ore

di Silvano Falocco

(11 settembre 2017) Non li riconosciamo, i migranti ambientali. Se da una parte sono giovani africani provenienti da zone oggi desertiche, dall’altra sono americani che si affrettano a raggiungere i bunker per salvarsi da uragani sempre più devastanti oppure haitiani, già poveri, e ora stremati. Anche i nostri morti da alluvioni, tracimazioni, smottamenti, incendi hanno la stessa origine.

Clima che diventa più estremo, tanto caldo e tanta pioggia, con fenomeni di breve durata ma eccezionale intensità. Caos climatico, degrado degli ecosistemi, dissesto idrogeologico, riduzione della biodiversità sono le cause profonde. Anche se la concentrazione della CO2 in atmosfera e l’estrazione delle risorse sono le principali di queste cause.

 

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I governi europei alimentano il business della sofferenza in Libia
Centri di detenzione

Medici Senza Frontiere ha inviato oggi una lettera aperta ai leader degli Stati membri e alle istituzioni dell’Unione Europea per denunciare le atroci sofferenze che le loro politiche sulla migrazione stanno alimentando in Libia.

Nella lettera, inviata anche al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, MSF denuncia la determinazione dell’Europa nel bloccare le persone in Libia a qualunque costo e chiede che gli inaccettabili abusi contro le persone trattenute arbitrariamente nei centri di detenzione cessino al più presto.

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Aiutiamoli a casa loro?
Miniere di Coltan

«Tempi interessanti» (68)

Le parole di Ilda Curti, assessore alle politiche sociali a Torino nella scorsa consiliatura, a proposito dell'uscita di Matteo Renzi.

Alle quali potrei aggiungere molte altre considerazioni attorno ad una cooperazione internazionale che - tranne qualche eccezione - ha fatto più disastri di quelli che si proponeva di risolvere e che, nel tempo, ha assunto caratteri di natura neocoloniale.

Mi limito alla celebre frase di Thomas Sankara, già presidente del Burkina Faso, assassinato il 15 ottobre 1987: «L'aiuto di cui abbiamo bisogno è quello che ci aiuti a fare a meno degli aiuti».

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Migranti. L'Europa alla prova del futuro.
Foto Luigi Ottani

«Tempi interessanti» (67)

Il nuovo presidente francese non vuole essere ricordato nel suo inizio di mandato per aver aperto i porti del paese alle navi cariche di immigrati, sfoderando ancora la ridicola e odiosa divisione fra richiedenti asilo e immigrati economici. Cominciamo col dire che se c'è un Stato europeo che ha grandi responsabilità, storiche e recenti, del flusso migratorio lungo la rotta del Mediterraneo centrale, questo è proprio la Francia. Non voglio scomodare il passato coloniale di Parigi, ognuno dovrebbe riflettere ed elaborare la propria vicenda, invece che crogiolarsi nella superiorità della propria identità e della propria “grandeur”. Ma se proprio vogliamo misurare la grandezza di qualcosa, allora si deve dire che chi ha la maggiore responsabilità nell'aver gettato nelle mani della criminalità organizzata un paese ricco come la Libia è proprio il paese transalpino...

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Ius soli, finalmente in Parlamento. Ma che triste spettacolo...
Esclusione

 

di Michele Nardelli

(17 giugno 2017) Era il 15 dicembre di sei anni fa quando il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento approvò su mia proposta un ordine del giorno (vedi il link al testo) per la «Promozione del diritto di cittadinanza "ius soli" ai minori nati in Trentino o in Italia da genitori stranieri, garantendo i diritti riconosciuti ai loro coetanei di cittadinanza italiana relativamente alle competenze in capo alla Provincia Autonoma di Trento ed in particolare all'accesso ai servizi che riguardano l'assistenza sociale e sanitaria e il diritto allo studio».

Anche allora la proposta si scontrò con una forte opposizione da parte della Lega e di diversi esponenti del centrodestra che si distinsero con degli interventi a dir poco farneticanti. L'argomento faceva emergere il peggio di questi individui e della loro cultura politica.

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venerdì, 26 maggio 2017 ore 18:30

Dal libro dell'esodo
Foto di Luigi Ottani

Venerdì 26 maggio 2017, alle ore 18.30, presso la Feltrinelli di Ancona (via Garibaldi 35), Roberta Biagiarelli e Michele Nardelli presentano il volume "Dal libro dell'esodo" Piemme editore.

Nato dal viaggio compiuto nell’agosto 2015 sul confine greco-macedone, il reportage realizzato da Luigi Ottani e Roberta Biagiarelli, pubblicato nel volume “Dal libro dell’esodo”, accompagna migliaia di persone sulle strade della fuga da guerre e povertà. Una testimonianza intensa ed emozionante: un cammino di sette giorni con i migranti, lungo i binari tra la Macedonia e la Grecia. Le immagini rappresentano la forza e la dignità umana di chi cammina; gli “esiliati” sono consci di esercitare un diritto primordiale: attraversare i territori. Qualcosa di antico, di atavico, ma anche di assolutamente nuovo. Il libro si arricchisce dei testi della parlamentare europea Cécile Kyenge, del giornalista e scrittore Paolo Rumiz, del ricercatore e saggista Michele Nardelli.

Interviene Roberto Frey, Associazione Festa per la libertà dei popoli.

L'iniziativa è parte integrante della manifestazione regionale "Se vuoi la pace prepara la pace" promossa dell'Università per la Pace delle Marche.

 

Ancona, Corso Garibaldi 35, Libreria Feltrinelli

La locandina dell'incontro

venerdì, 12 maggio 2017 ore 20:45

Scappare la guerra
Foto di Luigi Ottani

Nell'ambito della manifestazione "SIAMO EUROPA. Dibattiti, approfondimenti e spettacoli sull’Unione Europea" che si svolgerà a Trento in Piazza Fiera dal 12 al 14 maggio 2017 vi invitiamo alla presentazione della mostra fotografica e del volume “Dal libro dell’esodo” venerdì 12 maggio 2017, alle ore 20.45, presso il tendone di Piazza Fiera.

Partecipano:Roberta Biagiarelli - attrice, autrice, documentarista; Luigi Ottani - fotografo e reporter; Michele Nardelli - saggista

Introduce: Marika Damaggio - giornalista del “Corriere del Trentino / Alto Adige”.

https://siamoeuropa.provincia.tn.it/Programma/Scappare-la-guerra-Presentazione-della-mostra-fotografica-e-del-volume-Dal-libro-dell-Esodo

Trento, Piazza Fiera

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La verità sul naufragio dell'11 ottobre 2013
Nel mare

È il pomeriggio di venerdì 11 ottobre 2013. Per cinque ore nel mare calmo almeno 480 profughi siriani su un peschereccio che sta affondando attendono i soccorsi. La nave più vicina, il pattugliatore militare Libra, è ad appena 17 miglia, un'ora di navigazione. Ma il comando della Marina, in piena operazione di soccorso, impedisce il suo intervento. E addirittura ordina alla comandante, il tenente di vascello Catia Pellegrino, tenuta all'oscuro delle reali condizioni di pericolo, di allontanarsi e andare a nascondersi: in modo che sia una motovedetta maltese a farsi carico del recupero dei profughi, anche se l'unità di Malta è ancora a 120 miglia.

Davanti alla Camera il 17 maggio scorso, dopo la pubblicazione sul sito de L'Espresso dell'altro videoracconto "Il naufragio dei bambini", il ministro Pinotti ha invece dichiarato: «La Marina riferisce che appena informata... ha disposto di propria iniziativa che nave Libra, distante circa quindici miglia nautiche dal natante in difficoltà, si dirigesse verso il punto segnalato». Questa e altre telefonate dimostrano l'esatto contrario. Nel naufragio sono annegate 268 persone, tra cui sessanta bambini.

http://video.espresso.repubblica.it/inchieste/naufragio-dei-bambini-la-marina-ha-mentito-libra-non-deve-stare-tra-i-c/10388/10489?ref=RHPPRB-BH-I0-C4-P3-S1.4-T1

La guerra mondiale fra inclusione ed esclusione
foto Luigi Ottani

«Tempi interessanti» (60)

Bloccati dal gelo? No, mi dispiace. Come si può arrivare a mistificare in maniera così palese la realtà di migliaia di profughi costretti nel fango e nel gelo lungo la rotta balcanica, provenienti in gran parte dall'Afghanistan, dalla Siria e dall'Iraq, paesi ricchi ma impoveriti e lacerati da guerre nelle quali l'occidente non può certo – ed è un eufemismo – chiamarsi fuori.

Diciamo le cose come stanno. Migliaia di persone sono costrette a bivaccare in condizioni disumane in campi improvvisati come effetto della proliferazione di muri e filo spinato sorti nel cuore di un'Europa dove si va affermando la negazione del diritto d'asilo e di quello di circolazione come previsto dal secondo comma dell'articolo 13 della Dichiarazione Universale dei Ditti Umani.

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sabato, 28 gennaio 2017 ore 18:00

Scappare la guerra
Migrazioni

Un reportage dal confine greco macedone di Luigi Ottani e Roberta Biagiarelli

28 gennaio/25 febbraio 2017 orari di apertura: sabato dalle 16.00 alle 19.00 / domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00 - Paggeriarte Piazzale della Rosa Sassuolo 

Sabato 28 gennaio ore 18.00: inaugurazione mostra e presentazione del volume “Dal libro dell’Esodo” (Piemme edizioni)

Interverranno Luigi Ottani, Roberta Biagiarelli e Michele Nardelli (ricercatore sui temi della pace, fondatore Osservatorio Balcani Caucaso)

Venerdì 10 febbraio ore 21.00: “Immigrazione, analfabetismo, semplificazione”.

Interverranno Massimo Tesei (Fondatore di Forlì Città Aperta), Asmae Dachan (giornalista italo-siriana) e Roberta Biagiarelli.

Sassuolo (Modena), Paggeriarte, Piazzale della Rosa

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Stranieri residenti
La prima di copertina del libro

Donatella Di Cesare

Stranieri residenti

Bollati Boringhieri, 2017

 

L’approccio alle migrazioni di Donatella Di Cesare alla prova dell’Italia del rancore

(12 febbraio 2018) Parlare di immigrazione a pochi giorni dall’attacco di matrice razzista di Macerata rischia di far prendere a ogni considerazione una deriva retorica che allontana dalla piena comprensione di ciò che sta accadendo. Ecco perché, iniziando a raccontare la conversazione con Donatella Di Cesare a proposito del suo ultimo libro “Stranieri residenti” (2017, Bollati Boringhieri), faccio riferimento ad alcune riflessioni che – rovistando nel marasma non proprio edificante dell’informazione e nel profondo degli abissi del web – aiutano a orientarsi dentro il tempo che stiamo vivendo e ci impongono un punto di vista più articolato rispetto a temi e fenomeni che non toccano incidentalmente le nostre vite ma ne fanno parte – non da ieri, non in forma emergenziale – e ne faranno parte ancora per lungo tempo, mettendoci alla prova. Questioni decisive – la relazione con l’altro, la giustizia sociale, il rapporto ambiguo con l’identità e la debolezza dello Stato Nazione – perché potenzialmente fondative di un modo diverso di addentrarci nel futuro.

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