
Giulio Marcon
Le ambiguità degli aiuti umanitari
Indagine critica sul terzo settore
Feltrinelli, 2002
Forse il primo coraggioso atto d’accusa verso un umanitario senza idee.

Ermanno Rea
L’ultima lezione
La solitudine di Federico Caffé scomparso e mai più ritrovato
Einaudi, 1992
Il 15 aprile 1987 Federico Caffé esce di casa all’alba. Di lui non si saprà più nulla, nonostante le minuziose ricerche di parenti, allievi e amici. Suicidio o ritiro in convento...?
Ma innanzitutto: chi era Caffé? Economista disubbidiente al lavoro prima presso la Banca d’Italia e poi all’Università di Roma; teorico scontroso e problematico di un welfare state all’italiana, senza cedimenti a compromessi e clientele, collaboratore scomodo del quotidiano “il manifesto”, “seduttore intellettuale tutto dedito all’insegnamento e alla formazione dei propri allievi... Ma il 15 aprile 1987 Federico Caffé era soprattutto, o si sentiva, un uomo solo, ormai “pensionato” dall’Università e dalla politica che lo avevano considerato per anni un estremista, un’intelligenza provocatoria che aveva sempre rifiutato i suoi consigli al Principe...

Alberto Magnaghi
Il progetto locale
Bollati Boringhieri, 2000
«…Dietro alla parola sostenibilità si celano molte insidie: essa rischia sovente di coprire le cause strutturali del degrado ambientale e sociale attraverso azioni di sostegno al modello di sviluppo dato che non mettono in discussione le regole generatrici del degrado stesso. A partire dalla settorialità e strumentalità con cui viene affrontata la questione ambientale, questi approcci non riescono a superare la dicotomia dei due paradigmi: lo sviluppo e la sostenibilità. …
Lo sviluppo è dettato dalle leggi dell’economia che decidono cosa produrre, dove, come, con quali tecniche, realizzando sistemi insediativi astratti dai caratteri peculiari dei luoghi e dalla loro storia: occorre tuttavia “posare” queste attività in modo “più leggero” che nel passato per non distruggere il supporto del sistema insediativo artificiale. Vale la metafora della bestia da soma: non essendo un soggetto con il quale avere interazione culturale, il territorio non deve essere caricato oltre le sue capacità di resistenza; l’asino non deve essere sfruttato oltre i limiti superati i quali muore, diventando così indisponibile a utilizzazioni successive. La sostenibilità si identifica con i limiti ammissibili di consumo di risorse, di sfruttamento di un territorio, di inquinamento dell’ambiente.

Tonino Perna
Aspromonte
I parchi nazionali nello sviluppo locale
Bollati Boringhieri, 2002
Il tema è quello del parco naturale, concepito originariamente nei grandi spazi del Nordamerica, riprodotto in Australia, Canada ed Europa settentrionale, e giunto negli anni novanta anche nel bacino del Mediterraneo, dove assume connotati profondamente diversi.
In ambienti caratterizzati dall’antica e densa presenza dell’uomo, il parco naturale diventa – o meglio può diventare – un vero e proprio laboratorio dello sviluppo locale autosostenibile, il luogo di una ricerca sul campo di un nuovo e più avanzato equilibrio tra natura, società ed economia.
Con le complicazioni rappresentate in Italia dalla diversa situazione dei parchi al Nord, dove soffrono della pressione dello sviluppo senza limiti, e al Sud, dove dello sviluppo si mimano gli aspetti esteriori in un quadro di gravi difficoltà economiche e sociali.
Come dimostra l’esperienza del Parco nazionale dell’Aspromonte, la mobilitazione delle forze locali – amministrazioni, associazioni, imprese e singoli cittadini – intorno a un progetto di tutela e valorizzazione del territorio può avere immediati effetti benefici sia sulla società sia sull’ambiente.

Zygmunt Bauman
Homo consumens
Edizioni Erickson, 2007
Risentimento, è il tema trattato da Zygmunt Bauman in un denso capitolo del suo ultimo saggio “Homo consumens”

Neri Pollastri
Consulente filosofico cercasi
Apogeo, 2007
Con l'amico Neri un sentire a distanza, dopo esserci conosciuti lungo le derive della politica italiana.

Edward W. Said
Sempre nel posto sbagliato
Autobiografia
Feltrinelli, 1999
Una rara forma di leucemia induce l’autore a raccontarsi in questo libro, a dire cosa significa sentirsi “sempre nel posto sbagliato”, in un’autobiografia avvincente che contiene l’avventura degli incontri e delle idee ma anche la drammaticità della lotta e dell’esclusione.

Ivo Andric
Romanzi e racconti
Arnoldo Mondadori Editore - I meridiani
«È il libro di un uomo saggio che, nella misura in cui ha coscienza del passato, vive e sente il presente».

Claudio Magris
Lei dunque capirà
Garzanti
Un testo breve, un monologo al femminile struggente e impietoso, disperato e spietato, intenso e profondo. Magris rivisita il mito di Orfeo ed Euridice in chiave moderna, muovendosi tra esperienza personale e modello universale, con uno stile semplice, colloquiale, ma mai banale.

Paul Nizan
Antoine Bloyé
La borghesia, i suoi miti, i suoi fantasmi
Bertani, 1972
Il ritratto di un’epoca, fra le due guerre mondiali. Un romanzo di grande efficacia descrittiva di un intellettuale comunista e libero che finirà nell’oblio grazie allo stalinismo.

Libri Scheiwiller, 2005

Paolo Rumiz
Maschere per un massacro
Editori Riuniti, 1996
Quello che non abbiamo voluto sapere della guerra in Jugoslavia.

AAVV
I Balcani e la cittadinanza fra nazionalismo e cosmopolitismo
Infinito edizioni, 2005
Saggi di Francesco Russo, Matteo Apuzzo, Michele Nardelli, Melita Richter, Elettra Stamboulis, Caterina Fiorentini, Camillo Boano, Alessandra Marin, Silvia Trogu, Davide Berruti, Dario Terzic, Gianfranco Martini, Predrag Matvejevic

Francesco Strazzari
Notte balcanica
Il Mulino, 2008
Il rapporto tra guerre, criminalità, interessi politici e affarismo nel sud est Europa. Francesco Strazzari pubblica un saggio che è anche un racconto.
I libri, si sa, li scrivono gli autori, ma i titoli li fanno gli editori. Nel caso del lavoro di Francesco Strazzari “Notte balcanica. Guerre, crimini, stati falliti alle soglie d’Europa” l’editore ha messo del suo anche nella copertina. E forse ha esagerato. C’è una pistola puntata sul lettore, che sembra richiamare gli stereotipi truculenti dei Balcani sanguinari. Dentro invece c'è un prezioso saggio sul rapporto, per nulla tribale, tra economie illegali, criminalità e costruzione dello stato nelle periferie dell’Europa unita.

Miodrag Lekic
La mia guerra alla guerra
Guerini e ssociati, 2006
Ripercorrere oggi i drammatici giorni della primavera 1999, quei lunghissimi 78 giorni di bombardamenti Nato nel cuore dell’Europa, è un utile esercizio per meglio mettere a fuoco i nodi di una questione niente affatto risolta, proprio nel momento in cui la comunità internazionale cerca a fatica di trovare una soluzione diplomatica inerente lo status del Kosovo.