Pace e diritti umani

mercoledì, 1 luglio 2015 ore 14:00

Ricordando Alex Langer e Srebrenica
Alex Langer

 

Il 3 luglio 1995 moriva Alex Langer. L'11 luglio dello stesso anno avveniva il massacro di Srebrenica in cui furono uccise oltre 8.000 persone (cifre ufficiose parlano di 10.000). Per ricordare le disastrose e disumane conseguenze della divisione e l'uomo che invece ha scritto il Tentativo di decalogo per la convivenza inter-etnica, il Forum trentino per la pace e i diritti umani, il Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale e la Fondazione Alex Langer in collaborazione con Osservatorio Balcani e Caucaso, Associazione Trentino con i Balcani, Associazione Progetto Prijedor, Associazione Museo Storico in Trento onlus e Scuola di formazione politico culturale Alexander Langer, il 1° luglio propongono una giornata di incontri presso il CFSI (Vicolo San Marco 1, Trento).

Trento, Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale, vicolo San Marco 1

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venerdì, 19 giugno 2015 ore 20:00

Cena tibetana per il Nepal
Nepal

 

Cibo tibetano, musica, immagini, parole

L’associazione di volontariato TRENTINO FOR TIBET organizza, con la collaborazione degli amici tibetani residenti in provincia una Cena tibetana per il Nepal.

Contributo minimo richiesto: 20 Euro – 10 Euro (bambini). Il ricavato dell’iniziativa andrà a favore della TASHI BOARDING SCHOOL di KATHMANDU fondata da Lama Tashi

sito: www.trentinofortibet.it

per prenotare: trentinofortibet@gmail.com – sms 3397494340

Trento, sede Alpini, Vicolo Benassuti, 1 (vicino a Piazza Duomo)

mercoledì, 17 giugno 2015 ore 14:15

La politica europea di vicinato in crisi? Il caso Ucraina e il futuro delle relazioni con la Russia
Kiev

Osservatorio Balcani e Caucaso è lieto di invitarvi alla conferenza "La politica europea di vicinato in crisi? Il caso Ucraina e il futuro delle relazioni con la Russia".

I relatori saranno: ALFREDO CONTE, Servizio Europeo per l’Azione Esterna - Bruxelles; SERENA GIUSTI, Scuola Superiore Sant’Anna - Pisa; NONA MIKHELIDZE, Istituto Affari Internazionali – Roma; JENS WOELK, Università degli Studi di Trento.

Moderatore sarà EMILIO DALMONTE, Vice Direttore e Capo Settore Politico della Rappresentanza in Italia della Commissione europea.

Trento Aula Magna, Fondazione Bruno Kessler, Via S. Croce 77

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La guerra non è mai finita
Un\'immagine della prima guerra mondiale

 

24 maggio 1915 - 24 maggio 2015

 

 

Nei cinquemilaseicento anni di storia scritta sono registrate quattordicimilaseicento guerre.

 

 

«La guerra non è mai finita» scriveva James Hillman «non finisce quando la signora ben pasciuta festeggia con inni patriottici il giorno della vittoria». (J.Hillman, Un terribile amore per la guerra. Adelphi, 2005)

Richiede, invece, elaborazione, capacità di indagare i conflitti che l'hanno generata, riconoscimento del dolore dell'altro, scavare nella guerra come presenza archetipica e fare i conti con ciò che è difficile ammettere ovvero "la felicità della guerra".

Questo dovrebbe essere il compito di chi ama la pace, non «la pace dell'ingenuità, dell'ignoranza travestita da innocenza».

Export di armi: è ora di tornare alle buone prassi di Andreotti
Mostra mercato armamenti

 

di Giorgio Beretta *

Il 30 marzo scorso, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Graziano Delrio ha inviato alle competenti Commissioni di Camera e Senato la “Relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento” riferita all'anno 2014. Il documento, che non è ancora disponibile sui siti delle Camere (quando lo sarà, lo si troverà in queste sezioni del Senato e della Camera), è rilevante non solo per i suoi contenuti ma soprattutto perché è la prima Relazione di cui il Governo Renzi ha piena e totale competenza e titolarità.

La precedente Relazione inviata alle Camere lo scorso giugno, pur essendo stata firmata dal Sottosegretario Delrio, riportava infatti le operazioni autorizzate e svolte nel 2013, cioè le operazioni di cui erano stati titolari i governi Monti (in carica dal 16 novembre 2011 al 27 aprile 2013) e Letta (in carica dal 28 aprile 2013 al 21 febbraio 2014). Delrio inviò alle Camere quella Relazione relativa all’anno 2013, con un certo ritardo (fu consegnata a giugno del 2014) e nel periodo intercorso il governo Renzi avrebbe potuto apportare delle modifiche al testo: ma alla luce dei fatti – la principale relazione del Ministero degli Esteri riporta la firma del precedente Ministro degli Esteri, Emma Bonino – si può chiaramente dedurre che le modifiche siano state marginali.

 

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mercoledì, 13 maggio 2015 ore 17:30

Come si costruisce il nemico. Lo scontro di civiltà
L\'urlo di Munch

Si svolgerà presso la sala “Valter Maccato” della Camera del Lavoro di Padova in via Longhin 117 alle ore 17.30, l'incontro di riflessione dal titolo: “Come si costruisce il nemico”. Il relatore dell'incontro sarà Michele Nardelli che affronterà il tema a partire dal concetto così frequentemente evocato dello scontro di civiltà.

Padova, sala “Valter Maccato” della Camera del Lavoro, via Longhin 117

A Padova, in un tardo pomeriggio di primavera...
Padova, un\'immagine dell\'incontro

(14 maggio 2015) “Desiderio di buona politica”: potrei definire così l'incontro che si svolge alla Camera del Lavoro di Padova nel tardo pomeriggio di mercoledì scorso. Una sala di attivisti sindacali, di rappresentanti di associazioni per la pace e di giovani che mi ascoltano con attenzione nella trattazione di un tema di grande attualità: "Come si costruisce il nemico". Un tema che potrebbe essere declinato in tanti modi e che provo a sviluppare attorno alla questione cruciale dello "scontro di civiltà".

Gli amici di Padova che mi hanno invitato stanno realizzando un percorso sul centenario della prima guerra mondiale, incontri, libri, viaggi di studio... del quale questo incontro è parte integrante. Siamo a Padova, un sindaco leghista dopo dieci anni di amministrazione di centrosinistra... siamo nella sede della Cgil dove il tema del lavoro s'incontra ogni giorno con la solitudine dei lavoratori e con il propagarsi del “prima gli italiani”.

Il volantino dell\'iniziativa

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sabato, 25 aprile 2015 ore 24:00

Veglia in suffragio civile delle 900 vittime del naufragio nel canale di Sicilia nella notte fra il 18 e il 19 aprile
Cimitero dei barconi

L'inabissamento nelle acque del Mediterraneo, al largo del Canale di Sicilia di una barca con a bordo tra i 900 e i 1000 migranti nella notte compresa tra sabato 18 e domenica 19 dicembre, costituisce finora il più terrificante tributo di vite umane provocato dalla miopia delle politiche europee che (non) regolano i flussi migratori. In suffragio civile delle vittime del naufragio, tra la mezzanotte di sabato 25 aprile e l'una di notte di domenica 26 aprile, avrà luogo una veglia silenziosa. 

Un momento per fare Memoria, esattamente una settimana dopo questo tragico naufragio, che colleghi i valori di solidarietà e pace che dovrebbero guidare i legislatori europei nel ridefinire le norme che regolano i flussi migratori ai medesimi valori di chi versò il suo sangue per liberare l'Italia nel 1945.

Questa veglia avrà luogo a Trento, presso l'incrocio di via Roma con via delle Orfane di fronte “All'Ombra del Baobab”, negozio aperto da due giovani africani, anche loro giunti in Italia con una delle tante "carrette del mare" che attraversano il Mediterraneo, grazie ad un bando comunitario.

Trento, Via Roma 26 (presso L'Ombra del Baobab)

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Dal municipio si vede il mondo
Alzare lo sguardo

di Mauro Cereghini* e Massimiliano Pilati**

(24 aprile 2015) Ci stiamo dirigendo verso un importante momento di dibattito e impegno civico, le elezioni amministrative nella maggior parte dei Comuni trentini. E' un'occasione preziosa di confronto politico e culturale sulla vita delle nostre comunità, e sul ruolo che le istituzioni locali hanno nel leggerne i cambiamenti e darvi risposte adeguate. Ci permettiamo di entrare in questo confronto senza alcuna intenzione di parte, ma per richiamare tutti – elettori, candidati e futuri eletti, quale che sia il loro schieramento – a sforzarsi di cogliere gli intrecci ineludibili fra la dimensione locale dei nostri Municipi e quella più vasta degli scenari planetari.

Basta guardare a come sono composte le classi di scuole e asili, a chi frequenta i parchi pubblici, a chi si cura dei nostri anziani, a quale sia la clientela extra-lusso negli alberghi del Garda o delle Dolomiti, alle nuove insegne di molti bar e ristoranti e così via con molti esempi possibili. Perché con la globalizzazione il mondo è entrato nelle nostre comunità. E altrettanto noi siamo sempre più intrecciati col mondo, se pensiamo ad esempio all’importanza dei mercati stranieri per i nostri prodotti, a quanti giovani trentini compiono un soggiorno di studio all’estero, o alla virtualità planetaria a cui ci tiene connessi in permanenza internet.

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La sparatoria al Tribunale di Milano e le lobby delle armi
Esposizione di armi

Dal sito www.unimondo.org un'interessante analisi di Giorgio Beretta

 

di Giorgio Beretta

 

(10 aprile 2015) Ieri al Palazzo di Giustizia di Milano, Claudio Giardiello ha ucciso tre persone e ne ha ferite gravemente altre due. Per farlo ha usato una Beretta, modello 98, calibro 9x21 (inizialmente era stato detto una Beretta calibro  7.65) alimentata da un caricatore da 15 colpi: di fatto – secondo le prime ricostruzioni – Giardiello avrebbe inizialmente sparato 13 colpi con la stessa arma, legalmente posseduta con tanto di porto d’armi (nonostante il parere - non vincolante - negativo dei Carabinieri), e al momento dell’arresto aveva ancora con sé alcuni caricatori. «Volevo vendicarmi di chi mi ha rovinato» avrebbe detto Giardiello subito dopo essere stato catturato.

 

Il caricatore non è un dettaglio di poco conto. Come riporta ancora il Corriere della Sera, Giardiello avrebbe sparato “nove colpi contro suo nipote, Davide Limongelli, 40 anni e due figli, ferendolo gravemente”. Quindi avrebbe “rivolto l’arma contro l’avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani, 37 anni, uccidendolo con un colpo all’altezza del cuore”. Il tutto in pochi secondi. Giardiello è stato descritto come “un paranoide ingestibile” dall’avvocato Valerio Maraniello che lo aveva difeso per imputazioni di bancarotta fraudolenta e che proprio per le difficoltà a gestire il suo cliente ha poi deciso di rimettere il mandato. Ma uno dei suoi amici più stretti non ha esitato, anche dopo la sparatoria, a definire Giardiello una persona "di buon carattere", e come “una persona molto buona”. 

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sabato, 21 marzo 2015 ore 18:00

Nowruz, festa di Primavera
La locandina

In occasione del Capodanno persiano si rinnova per il secondo anno a Trento la festa del Nowruz.

 

Per iniziativa di KVLT (associazione che divulga tradizioni e forme artistiche provenienti da culture diverse) e di Afghanistan 2014, con l'adesione del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani, il Gioco degli specchi e Fondazione Poggianella, sabato 21 marzo si svolgerà a Trento, presso il Caffè Bookique (via Torre d'Augisto), una serata di festa, immagini, musica e sapori. Tutta la cittadinanza è invitata.

 

 

Trento, Caffé Bookique, via Torre d'Augusto

Il comunicato dell\'evento

venerdì, 27 febbraio 2015 ore 19:00

Assemblea Afghanistan 2014
Il logo dell\'associazione
 
Il cantiere “Afghanstan 2014” si riunisce venerdì 27 febbraio 2015, alle ore 19.00 al Caffè de la Paix, Passaggio Teatro Osele - Trento


Care amiche e cari amici, quando aprimmo il cantiere “Afghanistan 2014” era l'ottobre di quattro anni fa (2011). Il 2014 era considerato l'anno fatidico del ritiro dei contingenti militari internazionali ma anche della messa alla prova, dopo quarant'anni di occupazione, di un paese lacerato e ancora “sotto tutela”.

Il nostro intento era quello di provare a definire un'agenda di lavoro che sfuggisse alla logica dell'emergenza, indicando terreni di studio, di scambio e di cooperazione in grado di coinvolgere non solo il Trentino ma una più vasta rete europea in un approcc...io diverso: quello di guardare all'Afghanistan come un paese ricco di risorse umane e materiali che avrebbe dovuto prendere nelle proprie mani il suo destino.

Trento, Café de la Paix

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Solidarietà internazionale: risorsa per l'autonomia
Melograno

L'editoriale apparso oggi sul quotidiano "Trentino" di Mauro Cereghini, da poco eletto presidente del Centro per la formazione alla solidarietà internazionale

 

di Mauro Cereghini *

 

(27 gennaio 2015) Interdipendenza è una parola che suona difficile, più adatta forse a un convegno che a una pagina di giornale. Eppure tutti noi siamo immersi nel tempo dell'interdipendenza. Basta guardarsi attorno per coglierne i segni: produrre e vendere qualsiasi bene, che siano frigoriferi, vino o cubetti di porfido, dipende ormai dai mercati globali. Le regole della finanza vincono su quelle dell’economia, e i luoghi delle decisioni si spostano in piazze azionarie distanti migliaia di chilometri. La comunicazione digitale permette a un turista giapponese di adottare una mucca sul Lagorai, come a un contadino ugandese di vendere i propri prodotti a chilometri di distanza senza dover camminare per ore. Perfino i cambiamenti climatici legano gli abitanti della terra ad un destino comune, con il riscaldamento globale che provoca tifoni e inondazioni in alcune aree mentre ne desertifica altre.

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La storia la scrivono i vincitori... Ma chi ha vinto nella guerra dei dieci anni?
Sarajevo, uno dei tanti cimiteri

Intorno alla condanna di Mladic e al suicidio di Praljak

(questa riflessione è stata pubblicata contemporaneamente anche su www.balcanicaucaso.org)

 

di Michele Nardelli

(5 dicembre 2017) Spenti i riflettori sulla condanna all'ergastolo di Ratko Mladic tutto sembrava riprendere a scorrere nella “normale” indifferenza con cui si guarda a questa parte d'Europa che ci ostiniamo a non considerare tale. E a non capire, alternando reazioni all'emergenza e superficialità.

Non è stato infatti diverso nemmeno in larga parte dei commenti sulla condanna di quello che un tempo era il capo militare dei serbo-bosniaci, immortalato sul banco degli imputati all'Aja nei panni di un vecchio livido di rancore che – giustamente – finirà i suoi anni dietro le sbarre. Commenti in genere improntati a descriverlo come l'incarnazione del male, il malvagio della carezza al bambino di Srebrenica prima della mattanza o, per altri versi, ad indicarlo come il primo combattente contro lo stato islamico in Europa. Commenti che hanno sottolineato che prima o poi i responsabili sono chiamati a pagare per i loro crimini, in virtù del fatto che la storia la scrivono i vincitori. Ma se non fosse così?

Il dubbio si insinua dopo la vicenda che all'Aja ha visto per protagonista Slobodan Praljak. Quest'ultimo era meno noto del suo collega di mattanze con il quale – pur su un altro fronte – aveva in comune il delirio nazionalistico (in questo caso la “grande Croazia”), l'odio verso i bosgnacchi musulmani (partì da lui l'ordine della distruzione del “vecchio”, il ponte di Mostar) e le pratiche esoteriche e i riti cavallereschi come fu la fedeltà nibelungica per il Terzo Reich (in fondo il richiamo ai popoli celesti o le apparizioni di Medjugorje non sono poi tanto diversi). Il suo gesto di fronte alla condanna1 è l'epilogo di un rituale che lo vorrebbe consacrare come martire ed eroe.

Resta però difficile pensare a Mladic o Praljak nella parte dei vincitori. Proviamo allora a seguire un racconto diverso, fuori dal coro. Partendo da una semplice domanda: chi ha vinto nella “guerra dei dieci anni”? Se guardassimo con un po' di attenzione quel che è accaduto in quegli anni e nel dopoguerra, tanto in Bosnia come altrove (nei Balcani e non solo), la risposta appare piuttosto chiara. Hanno vinto loro, i criminali. 

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sabato, 17 gennaio 2015 ore 09:30

Convivenza e integrazione guardando alla comunità
migrante

Il tema vero dell’integrazione non è una ipotetica distanza culturale da ridurre tra grandi culture, ma un tessuto di cittadinanza e appartenenza da ricostruire in chiave inclusiva, coinvolgendo alla pari italiani e stranieri, migranti europei, migranti locali e migranti internazionali, generazioni e generi diversi di cittadini che, indifferentemente dalle diverse provenienze, non si riconoscono più in una identica cultura di appartenenza, semplicemente perché non ci sono più relazioni in grado di generare senso di appartenenza.

Questo nuovo contesto di realtà chiede alle istituzioni, agli operatori e ai cittadini tutti un cambiamento di rotta rispetto a visioni, prospettive, logiche, strategie e approcci coi quali fino ad ora si è gestito il proprio lavorare nel sociale.

 

Trento - Sala Conferenze della Fondazione Caritro – Via Garibaldi 33

La locandina dell\'evento

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