Pace e diritti umani

giovedì, 5 novembre 2020 ore 18:00

Natura & Pace
La locandina dell'evento

Nell'ambito del progetto "Pillole di saggezza" promosso dall'associazione Tremembè in collaborazione con il Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani e il Collettivo Akoma, si svolgerà online il primo di quattro incontri, in questo caso dedicato al tema "Natura & Pace".

I giornalisti junior Giulia Zanicchini e Lorenzo Baduino dialogheranno in diretta con Laura Masciocchi e Michele Nardelli.

Per seguire la conversazione: https://www.tremembe.it/cittadinanza-attiva/incontri/pilloledisaggezza

Online

La 'ndrangheta in Trentino
Il manifesto della winter school

«Tempi interessanti» (109)

Nei primi giorni di marzo del 2013 come Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani organizzammo una Winter school dal titolo “Mafie senza confini”. Fu una tre giorni di particolare intensità e valore alla quale si iscrissero un centinaio di studenti provenienti da diverse università italiane. Vi parteciparono come relatori magistrati, ricercatori, investigatori, scrittori, giornalisti ed amministratori locali di particolare valore ... Una delle domande cruciali della Winter school si sviluppò attorno al quesito di come una realtà apparentemente estranea a fenomeni mafiosi (come il Trentino) fosse attrezzata o si attrezzasse per contrastare la penetrazione della criminalità organizzata sul proprio territorio...

... Da allora sono trascorsi sette anni, ma quel promemoria di azioni su cui ci eravamo confrontati ... è rimasto colpevolmente lettera morta...

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L'avversità verso la conoscenza e la cultura della pace
Sarajevo, 6 aprile 2002. A dieci anni dall'inizio della guerra, il concerto dell'Orchestra Haidn e dell'Orchestra Filarmonica di Sarajevo

«Tempi interessanti» (106)

Sono anni ormai che periodicamente viene montata una polemica contro il Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani e l'Osservatorio Balcani Caucaso – Transeuropa. C'è da chiedersi la ragione di tanta avversità verso istituzioni e organismi riconosciuti internazionalmente per il valore e la serietà del loro operato e che hanno fatto di questo nostra terra un luogo di primo piano nell'impegno per la pace e la mondialità...

... Si tratta di realtà che hanno contribuito all'immagine del Trentino ben oltre i propri confini e di cui la comunità trentina dovrebbe essere fiera. Perché, in un caso come nell'altro, l'azione di questi organismi ha fatto sì che il Trentino fosse connesso con questo nostro tempo glocale, che migliaia di persone si formassero alla mondialità e alla gestione nonviolenta dei conflitti, che una parte dell'Europa potesse trovare qui un punto di riferimento sul piano della costruzioni di relazioni virtuose e della solidarietà...

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La nonviolenza nell'Islam
L'incontro con Wajeeh Nuseibeh nella biblioteca dei frati Capuccini a Trento

Una video conferenza di Adel Jabbar

Nel 2010, inaugurando come Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani il percorso annuale dedicato alla "cittadinanza euromediterranea", ragionammo con Adel Jabbar sulla necessità di far conoscere ad un pubblico più vasto le figure storiche della nonviolenza nel pensiero islamico: il Gandhi musulmano Badshan Khan, quello sudanese Mahmoud Mohamed Taha, il riformista egiziano Muhammad 'Abduh. Con Ali Rashid e lo stesso Adel Jabbar invitammo a Trento una figura di particolare interesse che incarna la storia millenaria della famiglia araba e musulmana che svolge il ruolo di garante dello "status quo" nel luogo più importante della cristianità, ovvero della regola del Santo Sepolcro a Gerusalemme, Wajeeh Nuseibeh. Ancora, ed in più occasioni, abbiamo avuto con noi Sami Adwan, uno degli intellettuali palestinesi più prestigiosi, studioso della nonviolenza ed artefice di uno straordinario lavoro fra i ragazzi palestinesi e israeliani attorno al tema della "storia dell'altro".

Un lavoro di ricerca e conoscenza che nel corso di questi dieci anni non si è mai interrotto, nel lavoro del Forum, nelle attività dell'associazione "Pace per Gerusalemme", nella rassegna cinematografica Religion Today.

Ecco perché credo sia di particolare interesse la conferenza sulla nonviolenza nell'Islam che ci presenta Adel Jabbar in questo video: https://youtu.be/resoeopZ5RA che vi invito a seguire.

E allora le foibe?
La prima di copertina del libro

Eric Gobetti

E allora le foibe?

Edizioni Laterza, 2020



Per anni ho cercato di affrontare la tragedia che si è consumata nel corso del Novecento in quell'incrocio particolare di storie, culture, popolazioni che è – a seconda degli sguardi – il confine nord orientale, oppure quello nord occidentale, l'Alto Adriatico, la soglia dei Balcani o il limes fra latinità, slavismo e mondo tedesco, rifuggendo da letture manichee e nazionaliste.

E bene fa Eric Gobetti nel suo “E allora le foibe” uscito nelle scorse settimane a proporre come incipit del suo lavoro la necessità di rivedere i concetti che sin qui sono prevalsi nella lettura di quegli avvenimenti (e più in generale nella vecchia geografia politica), a cominciare da quello di “stato-nazione” rivelatosi tanto perverso da segnare tragicamente il secolo che così disinvoltamente quanto sbrigativamente ci siamo messi alle spalle.

Soprattutto per chi ha avuto in sorte di nascere lungo quel limes, è difficile prescindere da quell'intreccio (o meglio sarebbe dire da quell'ingorgo) identitario, fra improbabili radici nazionali, anagrafi storpiate, toponomastiche piegate al volere del potere di turno, appartenenze e narrazioni ossessive.

Nella mia terzietà, ho cercato di non eludere il conflitto, parlandone senza cadere nella vulgata spesso retorica delle parti, gettando ponti quasi sempre non voluti e poco apprezzati, iscrivendo gli avvenimenti nel contesto storico e geopolitico in cui si è consumata questa complessa vicenda, dando credito per quanto possibile alla verità dei fatti e riconoscendo il dolore di ciascuno. Avvalendomi del prezioso lavoro di chi, con analogo approccio e ben maggiore capacità di ricostruzione storica, ha dedicato alla vicenda di cui stiamo parlando una parte significativa del proprio impegno.

 

 

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L'industria bellica non si ferma
Missili autoregolamentati...

Emergenza coronavirus: il Governo concede all’industria delle armi di “auto-regolamentarsi” mentre stringe le maglie di economia e spostamenti personali

***

(26 marzo 2020) Nonostante gli accordi presi con le parti sociali la sera del 25 marzo, e le dichiarazioni successive agli incontri con i sindacati in cui veniva sottolineato come il Ministro della Difesa si fosse “impegnato a diminuire la produzione nel settore militare, salvaguardando solo le attività indispensabili” oggi scopriamo invece che il Governo continua a concedere uno status privilegiato all’industria della difesa e delle produzioni militari. Infatti mentre comprensibilmente, vista l’emergenza, vengono rafforzate le decisioni di limitazione agli spostamenti personali e vengono ulteriormente ridotte le categorie economiche e produttive che possono rimanere attive, il Governo concede ai produttori di armamenti di decidere autonomamente quali produzioni tenere aperte e quali no. Lo si legge nella comunicazione inviata alla “Federazione delle Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza” (AIAD) a firma del Ministro della Difesa On. Lorenzo Guerini e del Ministro dello Sviluppo Economico On. Stefano Patuanelli.

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Un ricordo di padre Giorgio Butterini
13 novembre 2010

(26 marzo 2020) Vi propongo un piccolo racconto a partire da questa immagine, in ricordo di padre Giorgio Butterini che poche ore fa ci ha lasciati, anche lui vittima di un virus che ci parla della nostra insostenibile normalità.

Una foto scattata dieci anni fa nell'area archeologica del Sass a Trento, dove si riconoscono Ali Rashid, Padre Giorgio Butterini, Aboulkheir Breigheche e Wajeeh Nuseibeh.

Il 12 e 13 novembre 2010 come Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani invitammo a Trento il custode della Basilica del Santo Sepolcro Wajeeh Nuseibeh. Ultimo di una famiglia palestinese (e musulmana) che dal XIII secolo gestisce l'apertura e, con lo statu quo, la vita del luogo più sacro della cristianità ma insieme anche il più conteso dalle componenti religiose che vi si riconoscono.

Nell'ambito del percorso annuale dedicato al tema della “Cittadinanza Euromediterranea”, quell'invito assumeva un forte significato simbolico, l'incontro di civiltà che sono tali proprio perché in continuo dialogo e uno straordinario esempio di terzietà nella gestione nonviolenta dei conflitti.

 

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Chiudere subito lo stabilimento degli F-35 e tutti gli impianti delle produzioni militari
F35 orgoglio italiano

Lo chiedono Sbilanciamoci!, Rete della Pace e Rete Italiana per il Disarmo all'indomani del Decreto che ha ulteriormente ridotto le attività produttive in Italia a causa del coronavirus

Il DPCM del governo entrato in vigore il 23 marzo esclude dal blocco delle attività produttive le fabbriche che realizzano sistemi d'arma e tra questi lo stabilimento di Cameri dove vengono assemblati i cacciabombardieri F-35. Il settore industriale “aerospazio e della difesa” è stato infatti incluso tra le categorie delle attività strategiche e dei servizi essenziali.

La Campagna Sbilanciamoci!, la Rete della Pace e la Rete Italiana per il Disarmo chiedono l'immediato blocco in tutte le fabbriche che producono sistemi d'arma.

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Per farsi rieleggere Trump ha dichiarato guerra all'Iran
da Famiglia Cristiana

di Fulvio Scaglione *

Per il presidente degli Stati Uniti eliminare un generale iraniano è un ottimo sistema per trasformare il tentativo di impeachment in un atto antipatriottico. Ora chi lo accusa passerà per traditore dell'America. E intanto in Libia si muove dietro le quinte Erdogan. Il Medio Oriente è ormai una polveriera

A quanto pare, nemmeno la terribile “lezione” del massacro siriano riesce a far rinsavire i potenti. Altre guerre per procura si annunciano, altre stragi di civili si preparano per un 2020 che comincia esattamente da dove era crudelmente finito il 2019. I droni americani hanno ucciso, a Baghdad, il generale iraniano Qassem Suleimani, 62 anni, che era il comandante dei Guardiani della rivoluzione ma, soprattutto, l’uomo di fiducia dell’ayatollah Alì Khamenei, la guida suprema dell’Iran, in tutte le situazioni di crisi in cui la Repubblica islamica avesse messo mano: Iraq, Siria, Libano, Yemen. Un colpo durissimo per l’Iran, perché Suleimani che aveva combattuto giovanissimo nella guerra contro l’Iraq di Saddam Hussein, aveva un’esperienza che lo rendeva quasi insostituibile.

 

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sabato, 9 novembre 2019 ore 18:00

1989-2019: il Muro di ieri, i muri di oggi
La locandina

Nell'ambito della rassegna “1989-2019. Il Muro di ieri, i muri di oggi” sabato 9 novembre 2019, alle ore 18.00, presso Sala Falconetto di Palazzo Geremia a Trento il Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani promuove l’incontro con Andrea Purgatori, uno dei più amati sceneggiatori e giornalisti investigativi italiani, appartenente a una generazione nata e cresciuta nella guerra fredda, che presenterà il suo primo romanzo Quattro piccole ostriche (HarperCollins, 2019): dopo tanti articoli, scoop, sceneggiature e trasmissioni tv, il suo esordio nella narrativa rilegge le forme del grande thriller spionistico tornando proprio ai giorni della caduta, quando il mondo assisteva commosso al passaggio del fiume umano in fuga da Berlino Est.

L’intervento, in dialogo con il direttore della Fondazione Museo storico del Trentino Giuseppe Ferrandi, con il saluto dell’Assessore alla Cultura del Comune di Trento Corrado Bungaro e il coordinamento della giornalista Fausta Slanzi, sarà anche l’occasione per gettare uno sguardo di prospettiva sui muri fisici e immateriali del nostro presente.

 

Trento, Palazzo Geremia, Via Belenzani

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venerdì, 18 ottobre 2019 ore 20:00

Nazra torna in Trentino, uno sguardo sulla Palestina
Gaza

Per il secondo anno approda in Trentino il Festival internazionale di cortometraggi palestinesi “Nazra”. Tre appuntamenti pubblici sul territorio tra il 18 e il 20 ottobre.

Nazra, festival itinerante nato per dare spazio di espressione a registi palestinesi e non sulla realtà quotidiana in Palestina, torna di nuovo in Trentino. Nazra in arabo significa "sguardo" e sono molti i punti di vista - diversi per origine, stile e temi proposti - che si incroceranno durante il festival.

Attraverso questa rassegna sarà possibile conoscere l’altro, ma anche sollevare domande e fare breccia nel silenzio o nella disinformazione che permeano il conflitto israelo-palestinese: verranno affrontate non solo le difficoltà della vita in territori occupati militarmente, ma anche la volontà di emersione delle donne e dei giovani in situazioni di conflitto e di violazione dei diritti umani.

Pergine, Trento, Rovereto

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Una nuova guerra e l'onda lunga del Novecento
Aleppo, la storia bombardata

di Ali Rashid

E' dal 2011 che la guerra dilania la Siria. Oltre seicentomila morti, lo sfollamento di più della metà della popolazione all’interno del suo territorio e oltre confine, la distruzione di un patrimonio storico e culturale di tutta l’umanità e lo smembramento di un tessuto sociale esito di migliaia di anni di convivenza. Una storia simile a quella avvenuta in Iraq e che continua fino ai nostri giorni, con la differenza che nel caso iracheno era stata una coalizione internazionale a guida nordamericana, fuori dalla legalità internazionale, ad assumere la responsabilità dell’invasione di quel paese con motivazioni risultate in seguito prive di ogni fondamento.

Quanto accaduto in Siria negli ultimi otto anni ha avuto un'origine almeno in parte diversa, laddove le istanze di democrazia che una primavera nonviolenta contro il regime di Assad avevano coinvolto milioni di persone sono state brutalmente represse e lasciate sole da un'opinione pubblica distratta e da cancellerie che si muovono solo a partire dai propri interessi. A partire dai quali hanno invece foraggiato la guerra in un paese chiave della regione, compreso il dilagare dello Stato Islamico, usato per giustificare tale intervento.

 

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Sicurezza. Il nuovo libro di Mauro Cereghini e Michele Nardelli
La copertina del libro

Mauro Cereghini – Michele Nardelli

Sicurezza

Edizioni Messaggero Padova, 2018

Il 12 luglio sarà presentato a Bolzano, il 13 luglio a Trento.

 

«Il Novecento è stato il secolo di Auschwitz e della violenza. Le guerre hanno contato milioni di morti, e l’umanità si è attrezzata per distruggere il pianeta che la ospita. Eppure nel secolo scorso la sicurezza non era quell’ossessione che oggi offusca lo sguardo. Ci siamo risvegliati dall’illusione del progresso e delle sue magnifiche sorti, scoprendoci aridi di pensiero e privi di futuro. Così l’incertezza si è tramutata in paura, e la paura in aggressività.

Per dare una nuova possibilità all’umanesimo occorre fare i conti con le grandi tragedie del Novecento. Elaborare il passato per promuovere un cambio di paradigma, capace di far propria la cultura del limite e la forza della nonviolenza. Occorre trasformare l’idea di sicurezza: non difesa dagli altri, ma cura dello stare assieme».

Esce in questi giorni un nuovo lavoro editoriale, come il precedente1 scritto a quattro mani da Mauro Cereghini e Michele Nardelli, su un tema che sembra avere effetti devastanti nella coscienza come nei comportamenti collettivi, la sicurezza.

 

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venerdì, 25 gennaio 2019 ore 09:30

Domus Terra. Quali competenze per la società globale?
Matteo Boato, Terra. 2009

«La più grande illusione è credere di conoscere il presente perché ci siamo»

Edgar Morin

 

 

Una giornata di studio a dieci anni dalla nascita del Centro per la Cooperazione Internazionale si terrà venerdì 25 gennaio 2019 dalle ore 10.00 alle ore 16.45 presso il Centro per la Cooperazione Internazionale in Vicolo San Marco, 1 a Trento.

Un invito a quanti hanno attraversato e attraversano il Centro, una giornata per ripensare le esperienze raccolte in dieci anni di attività, per rimettere in discussione le ipotesi principali, per mettere in condivisione le risposte e per aprire a nuovi stimoli, idee ed energie. Proveremo insieme a rispondere alle domande che girano intorno alla questione di quali siano le competenze che servono in una società globale e cosmopolita. Lo faremo alternando stimoli di esperti, laboratori in parallelo e una sessione plenaria di co-costruzione di una mappa delle competenze per la società globale.

Le domande guida saranno le seguenti: Quali sono le competenze utili o necessarie per la società globale? Come essere attrezzati ad affrontare il presente e a contribuirvi? Quali sono le competenze che servono per abitare quest’epoca con consapevolezza - come cittadini, come lavoratori, come amministratori pubblici e decisori - utili a favorire una “agencyqualificata da parte dei singoli e delle organizzazioni al fine di un miglioramento della società? Cosa significa acquisire competenze “globali” o “cosmopolite”? Che ruolo ha la formazione nello sviluppo di tali competenze? Quale formazione è efficace: su quali contenuti, con quali metodi, in riferimento a quali valori, verso quale fine o visione? La “solidarietà internazionale” resta un paradigma utile ed efficace per tale scopo?

Trento, vicolo San Marco 1, Centro per la Cooperazione internazionale

Il programma

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Costruire ponti di cooperazione internazionale e sindacale nel tempo dei muri, del risentimento e dell’iperconessione
Perù

Considerazioni a margine dell’incontro Anolf-Iscos Toscana, Firenze 22 ottobre 2018


(23 ottobre 2018) Si è tenuta ieri a Firenze una conferenza sulla cooperazione internazionale a partire dall'esperienza di co-sviluppo realizzata fra la Toscana e il Perù nel progetto Alpaca. Riporto qui le interessanti riflessioni di Francesco Lauria, responsabile formazione e progettazione europea della Cisl. A seguire, nei prossimi giorni, qualche mia considerazione sul convegno e lo stato dela cooperazione internazionale. (m.n.)

 

di Francesco Lauria *

1. L’illusione umanitaria. 2. “Darsi il tempo”. 3. Globali e solidali? 4. Cooperazione sindacale internazionale e sindacalismo glo-cale

L’illusione umanitaria

C’è una bella frase di Albert Camus che recita: “Il male che c’è nel mondo deriva sempre dall’ignoranza, e le buone intenzioni possono fare altrettanto danno della malevolenza, se mancano di discernimento.”. A queste parole si possono affiancare quelle di Saint Just: “Nulla somiglia tanto alla virtù quanto un grande delitto”. Entrambe queste citazioni sono contenute in un libro collettivo che è stato molto importante e per un’intera generazione di attivisti, cooperanti, ricercatori impegnati nel sociale. Si tratta del libro: “L’illusione umanitaria”, curato da Marco Deriu, opera collettiva di un gruppo denominato “AlfazetaObserver”, edito all’inizio del 2001 dalla EMI, l’Editrice Missionaria Italiana di Bologna.

Gennaio 2001 rappresenta, nei tempi super turbo veloci di oggi, un’era geologica lontana: dovevano ancora accadere Genova e l’attentato alle Torri Gemelle, le guerre “umanitarie” in Afghanistan e in Iraq, mentre eravamo appena usciti dagli interventi Nato nei Balcani, successivi al disastro europeo e globale del 1992-1995 nella ex Jugoslavia. La cooperazione internazionale aveva vissuto la crisi negli anni novanta dovuta alle inchieste giudiziarie e alla riduzione delle risorse pubbliche e il conseguente allargamento del campo dell’attività delle organizzazioni non governative. 

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