L'editoriale apparso oggi sul quotidiano "Trentino" di Mauro Cereghini, da poco eletto presidente del Centro per la formazione alla solidarietà internazionale
di Mauro Cereghini *
(27 gennaio 2015) Interdipendenza è una parola che suona difficile, più adatta forse a un convegno che a una pagina di giornale. Eppure tutti noi siamo immersi nel tempo dell'interdipendenza. Basta guardarsi attorno per coglierne i segni: produrre e vendere qualsiasi bene, che siano frigoriferi, vino o cubetti di porfido, dipende ormai dai mercati globali. Le regole della finanza vincono su quelle dell’economia, e i luoghi delle decisioni si spostano in piazze azionarie distanti migliaia di chilometri. La comunicazione digitale permette a un turista giapponese di adottare una mucca sul Lagorai, come a un contadino ugandese di vendere i propri prodotti a chilometri di distanza senza dover camminare per ore. Perfino i cambiamenti climatici legano gli abitanti della terra ad un destino comune, con il riscaldamento globale che provoca tifoni e inondazioni in alcune aree mentre ne desertifica altre.
Intorno alla condanna di Mladic e al suicidio di Praljak
(questa riflessione è stata pubblicata contemporaneamente anche su www.balcanicaucaso.org)
di Michele Nardelli
(5 dicembre 2017) Spenti i riflettori sulla condanna all'ergastolo di Ratko Mladic tutto sembrava riprendere a scorrere nella “normale” indifferenza con cui si guarda a questa parte d'Europa che ci ostiniamo a non considerare tale. E a non capire, alternando reazioni all'emergenza e superficialità.
Non è stato infatti diverso nemmeno in larga parte dei commenti sulla condanna di quello che un tempo era il capo militare dei serbo-bosniaci, immortalato sul banco degli imputati all'Aja nei panni di un vecchio livido di rancore che – giustamente – finirà i suoi anni dietro le sbarre. Commenti in genere improntati a descriverlo come l'incarnazione del male, il malvagio della carezza al bambino di Srebrenica prima della mattanza o, per altri versi, ad indicarlo come il primo combattente contro lo stato islamico in Europa. Commenti che hanno sottolineato che prima o poi i responsabili sono chiamati a pagare per i loro crimini, in virtù del fatto che la storia la scrivono i vincitori. Ma se non fosse così?
Il dubbio si insinua dopo la vicenda che all'Aja ha visto per protagonista Slobodan Praljak. Quest'ultimo era meno noto del suo collega di mattanze con il quale – pur su un altro fronte – aveva in comune il delirio nazionalistico (in questo caso la “grande Croazia”), l'odio verso i bosgnacchi musulmani (partì da lui l'ordine della distruzione del “vecchio”, il ponte di Mostar) e le pratiche esoteriche e i riti cavallereschi come fu la fedeltà nibelungica per il Terzo Reich (in fondo il richiamo ai popoli celesti o le apparizioni di Medjugorje non sono poi tanto diversi). Il suo gesto di fronte alla condanna1 è l'epilogo di un rituale che lo vorrebbe consacrare come martire ed eroe.
Resta però difficile pensare a Mladic o Praljak nella parte dei vincitori. Proviamo allora a seguire un racconto diverso, fuori dal coro. Partendo da una semplice domanda: chi ha vinto nella “guerra dei dieci anni”? Se guardassimo con un po' di attenzione quel che è accaduto in quegli anni e nel dopoguerra, tanto in Bosnia come altrove (nei Balcani e non solo), la risposta appare piuttosto chiara. Hanno vinto loro, i criminali.
sabato, 17 gennaio 2015 ore 09:30
Il tema vero dell’integrazione non è una ipotetica distanza culturale da ridurre tra grandi culture, ma un tessuto di cittadinanza e appartenenza da ricostruire in chiave inclusiva, coinvolgendo alla pari italiani e stranieri, migranti europei, migranti locali e migranti internazionali, generazioni e generi diversi di cittadini che, indifferentemente dalle diverse provenienze, non si riconoscono più in una identica cultura di appartenenza, semplicemente perché non ci sono più relazioni in grado di generare senso di appartenenza.
Questo nuovo contesto di realtà chiede alle istituzioni, agli operatori e ai cittadini tutti un cambiamento di rotta rispetto a visioni, prospettive, logiche, strategie e approcci coi quali fino ad ora si è gestito il proprio lavorare nel sociale.
Trento - Sala Conferenze della Fondazione Caritro – Via Garibaldi 33
sabato, 20 dicembre 2014 ore 09:00
Sabato 20 dicembre 2014 dalle 9.00 alle 12.30 un incontro nell'ambito delle manifestazioni per il venticinquennale di ATAS. Intervengono Fabrizio Gerola, Assessore ai Servizi alla persona e politiche familiari del Comune di Rovereto, Roberto Calzà, Direttore della Caritas diocesana Trento, Daniele D'Alto, Direttore dell'Emporio Centoperuno onlus di Parma, Andrea Grosselli, Segretario confederale CGIL del Trentino. Conduce Federico Zappini, Consigliere di ATAS onlus.
Rovereto, Sala Fondazione Caritro, Piazza Rosmini 5
mercoledì, 17 dicembre 2014 ore 18:00
Nell'ambito della Scuola di formazione politica Danilo Dolci di Roma, mercoledì 17 Dicembre 2014 dalle 18.00 alle 20.00, una sessione dedicata al tema della pace in un contesto di forte crisi della politica e dello stesso pacifismo.
"Fare pace"
Con il commento visivo delle fotografie di Mario Boccia, che verranno commentate da Michele Nardelli, Giulio Marcon e Chiara Ingrao
Le foto di Mario Boccia, specializzato in reportage sociali e di attualità internazionale, commentate dal vivo, per discutere delle guerre e del pacifismo messo alla prova nei principali luoghi di conflitto, dalla ex Jugoslavia (l’assedio a Sarajevo del 1992) al Medio Oriente, dall’Iraq al Kurdistan.
E' un occasione per rivederci prima delle feste con un invito esteso anche agli appassionati di fotografia.
Roma, Libreria Arion Monti, via Cavour 255
(10 dicembre 2014) Proprio alla vigilia della giornata che le Nazioni Unite hanno dedicato ai diritti umani il Senato degli Stati Uniti ha reso pubblico il rapporto sull'uso della tortura da parte della CIA. Il rapporto afferma che la CIA ha torturato persone sospettate di appartenere ad al Qaeda con metodi illegali, abusi che non sono serviti "a nulla", "inefficaci" e "più brutali" di quanto l'Agenzia stessa abbia ammesso.
Tra i prigionieri, uno su cinque era tenuto in stato di detenzione per sbaglio, "per un errore di identità o a causa di cattive informazioni di intelligence". Lo stesso presidente Barack Obama ha dichiarato "I duri metodi utilizzati dalla Cia sono contrari e incompatibili con i valori del nostro Paese". L'Agenzia ha "danneggiato significativamente l'immagine dell'America e la sua posizione nel mondo e hanno reso più difficile perseguire i nostri interessi con alleati e partner". "Continuerò" ad usare la mia autorità di presidente per assicurare che non faremo mai più ricorso a questi metodi".
di Estanislao Zuleta
Estanislao Zuleta (nato nel 1935 a Medellín - morto nel 1990 a Cali) è stato un filosofo , scrittore e professore combiano. Più che per i suoi scritti, Zuleta è ricordato dai suoi convegni che sono stati accuratamente registrati dai suoi colleghi e allievi e pubblicati più volte durante la sua vita e dopo la sua morte.
Pienso que lo más urgente cuando se trata de combatir la guerra es no hacerse ilusiones sobre el carácter y las posibilidades de este combate. Sobre todo no oponerle a la guerra, como han hecho hasta ahora casi todas las tendencias pacifistas, un reino del amor y la abundancia, de la igualdad y la homogeneidad, una entropía social. En realidad la idealización del conjunto social a nombre de Dios, de la razón o de cualquier cosa conduce siempre al terror; y como decía Dostoievski, su fórmula completa es “Liberté, egalité, fraternité. .. de la mort”. Para combatir la guerra con una posibilidad remota, pero real de éxito, es necesario comenzar por reconocer que el conflicto y la hostilidad son fenómenos tan constitutivos del vínculo social, como la interdependencia misma, y que la noción de una sociedad armónica es una contradicción en los términos. La erradicación de los conflictos y su disolución en una cálida convivencia no es una meta alcanzable, ni deseable, ni en la vida personal - en el amor y la amistad - ni en la vida colectiva. Es preciso, por el contrario, construir un espacio social y legal en el cual los conflictos puedan manifestarse y desarrollarse, sin que la oposición al otro conduzca a la supresión del otro, matándolo, reduciéndolo a la impotencia o silenciándolo.
giovedì, 4 dicembre 2014 ore 18:00
Non è ancora un film compiuto, manca infatti il terzo episdio, ma "Afghanistan 2014" ha già ricevuto due importanti riconoscimenti internazionali nel Festival cinematografico di Venezia e in quello di Kazan.
Il 4 dicembre al Cinema Astra di Trento, oltre alla proiezione dei primi due episodi ci sarà anche un momento di festa per Razi e Soheila Mohebi, non solo registi ma anima del progetto che, è bene ricordarlo, è stato volut e sostenuto dal Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani e dalla Filmwork.
Trento, Cinema Astra
mercoledì, 26 novembre 2014 ore 21:00
FIGLIE DELL’EPOCA
storie di (alcune) donne nella grande guerra
Siamo figli dell’epoca, l’epoca è politica. (…)
Che ti piaccia o no, i tuoi geni hanno un passato politico
la tua pelle una sfumatura politica, i tuoi occhi un aspetto politico.
Ciò di cui parli ha una risonanza, ciò di cui taci ha una valenza (…)
Wislawa Szymborska
un progetto di e con Roberta Biagiarelli.
Dramaturg Simona Gonella. Advisor storico Gemma Bigi. Assistente Erica Girolimetti. Realizzazione elementi di scena Dubalcain snc. Produzione La Corte Ospitale – Rubiera (RE) con il sostegno di Babelia&C-progetti culturali, Echidnacultura Associazione Culturale, Mirano (VE), in collaborazione con Istoreco- Reggio Emilia.
Grazie a Bruna Bianchi, Raffaella Podreider, Maria Grazia Suriano, Stefania Azzolina, Paolo Rumiz, Andrea Rossini, Alessandro Scillitani, Elda Guerra
Bolzano, Auditorium Liceo Torricelli
martedì, 25 novembre 2014 ore 20:30
Presentazione del libro "Il conflitto generativo". La responsabilità del dialogo contro la globalizzazione dell’indifferenza. Insieme all’autore Ugo Morelli intervengono Mauro Gilmozzi, Serena Giordani e Michele Nardelli. Conduce la serata Enrico Franco
Villa Lagarina, Palazzo Libera
Inaugurata ieri a Trieste la mostra di opere che narra la tragedia della prima guerra del Novecento vista dalla parte delle vittime. Sarà a Trento dal 28 marzo al 25 luglio 2015.
(30 novembre 2014) Ieri pomeriggio a Trieste è stata inaugurata la mostra "L’Europa in guerra. Tracce del secolo breve" curata da Piero Del Giudice e promossa da una rete di importanti realtà istituzionali e museali (Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Provincia di Trieste, Provincia Autonoma di Trento, Fondazione Museo storico del Trentino, Umjetnička Galerija Bosnie i Hercegovine - Galleria Nazionale d’Arte, Sarajevo, Kinoteka Bosnie i Hercegovine - Cineteca Nazionale di Sarajevo).
Questa mostra nasce da un'idea di triangolazione fra Trento, Trieste e Sarajevo per raccontare un Novecento attraverso le espressioni artistiche sulla prima guerra mondiale e sull'assedio della città bosniaca. Come presidente del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani mi ero fatto portavoce di questa proposta come un diverso modo di celebrare il centenario sia presso la PAT che presso la Regione Friuli Venezia Giulia, trovando ascolto ma anche silenzi a dir poco imbarazzanti.
sabato, 22 novembre 2014 ore 18:00
Nell'ambito dell'itinerario di incontri "Tra le pagine del conflitto" promosso dalla Comunità della Vallagarina, Antonio Carioti, giornalista del Corriere della Sera dialoga con Michele Nardelli, già presidente del Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani.
Rovereto, via Tartarotti 15. Ex scuole D.Chiesa
giovedì, 31 luglio 2014 ore 17:30
Il Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani e l'Associazione Pace per Gerusalemme onlus propongono
Da Gaza a Baghdad via Damasco: cosa succede in Medio Oriente?
Gaza, Bagdhad, Mossul, Damasco, Homs, ma anche Tripoli e Bengasi: sono alcune delle città in cui solo le bombe, la violenza, la morte parlano. Città accomunate da una vicinanza geografica e da sanguinosi conflitti in corso, seppure con ragioni, cause, responsabilità diverse. Quelle stesse città e regioni ci danno però anche qualche ragione per sperare in un futuro diverso.
L'appuntamento è un'occasione per andare oltre la cronaca, per approfondire quanto sta accadendo, per cercare possibili strade verso trasformazioni positive. Uno spazio aperto ad ogni contributo, superando stereotipi o pregiudizi alla ricerca di una nuova consapevolezza su queste realtà.
Intervengono: Albukheir Breigheche, Safa Dhaher, Adel Jabbar, Ugo Morelli, Michele Nardelli e tutti coloro che vogliono portare il proprio contributo.
Modera Massimiliano Pilati
Sarà inoltre proiettato un intervento video di Andrea Bernardi, corrispondente dalla Striscia di Gaza per Unimondo
Trento, Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale, vicolo San Marco 1
giovedì, 5 giugno 2014 ore 17:30
1914 - 2014. Inchiesta sulla pace nel secolo degli assassini
Nell'ambito del suo percorso annuale quest'anno dedicato al Novecento, il Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani, in collaborazione con la Biblioteca comunale di Trento, presenta
Un secolo che balza alla gola. Identità che dividono - Diversità che uniscono tra negazione e dialogo nel XX e XXI secolo
Ugo Morelli dialogherà con Michele Nardelli sul libro "Il conflitto generativo. Se vuoi la pace educa a gestire bene il conflitto".
Trento, Sala degli Affreschi, Biblioteca Comunale
martedì, 3 giugno 2014 ore 18:00
L'assemblea dell'associazione "Afghanistan 2014" si svolgerà a Trento, presso il Café de la Paix (passaggio Teatro Osele) martedì 3 giugno, alle ore 18.00.
L'incontro ha lo scopo di fare il punto sulle iniziative realizzate negli ultimi mesi, confrontarsi sulle linee del progetto di cooperazione da presentare in autunno alla PAT, programmare le uscite pubbliche e nelle scuole del secondo episodio del film "Afghanistan 2014" nonché la realizzazione della terza parte che verrà girata in Afghanistan.
Tutti gli interessati sono invitati a partecipare.
Trento, Cafè de la Paix