Solidarietà
Diccì spa
Le banche, gli intrecci societari, gli uomini e le famiglie del potere democristiano in Trentino
Solidarietà, settembre 1993
La storia di un intreccio antico fra politica e potere, dal dopoguerra alla scomparsa delle lucciole e dalla scomparsa delle lucciole agli anni di Tangentopoli. Con i Dossier su "Magnete - Trento Nord" e su "Fondi Fio".
Copertina e illustrazioni di Rudi Patauner.
lunedì, 3 luglio 2017 ore 18:00
Lunedì 3 luglio 2017, alle ore 18.00, presso l'Hotel America a Trento avrà luogo la presentazione del volume di Enrico Borghi "Piccole Italie. Le aree interne e la questione territoriale" (Donzelli editore, 2017).
Intervengono: Ugo Rossi, Lorenzo Dellai, Michele Nicoletti, Enrico Borghi (deputato e presidente Uncem)
Modera: Simone Casalini, giornalista
Trento, Hotel America, via Torre Verde 50
martedì, 9 maggio 2017 ore 18:00
Martedì 9 maggio 2017, alle ore 18.00, presso la sala degli Affreschi nella Biblioteca comunale di Trento (Via Roma) ne discutono Massimo Campanini e Margherita Picchi a partire dai loro ultimi lavori editoriali.
Introduce Simone Casalini
La parola Islam è entrata nel discorso pubblico con un'accezione sostanzialmente negativa. L'Islam è il nemico, il radicalismo politico, il terrorismo. Una cultura estranea ai valori occidentali. Questa narrazione, superficiale e insidiosa, ha finito con il comprimere la complessità di un'esperienza religiosa e politica. L'intento dei volumi di Massimo Campanini e Margherita Picchi è quello di ricollocare l'Islam in una dimensione di verità ricostruendo i profili di una religione e di una civiltà che sono parte integrante dell'Occidente.
Trento, Biblioteca Comunale, Sala degli Affreschi
Solidarietà
Affari & Politica
Viaggio attraverso gli intrecci politico finanziari del Trentino
Solidarietà, 1991
Proseguendo il lavoro di inchiesta sul potere che era stato di Democrazia Proletaria del Trentino, nel 1991 esce - per iniziativa del movimento politico Solidarietà - "Affari & Politica". L'inchiesta Mani Pulite e la stagione di Tangentopoli ancora non c'erano e questo libro anticipò di qualche mese lo sconquasso politico e giudiziario che prese il là a Milano e poi in tutto il paese grazie soprattutto alle inchieste della magistratura. In realtà eravamo al canto del cigno della prima repubblica e le inchieste giudiziarie non fecero altro che scorperchiare una realtà che un'attenta analisi politica e sociale avrebbe già dovuto far emergere. Fu questo quel che facemmo, pur in una condizione di isolamento e per certi versi di intimidazione.
Disegni e copertina di Rudi Patauner.
martedì, 18 aprile 2017 ore 16:00
Un prologo all'itinerario dolomitico del "Viaggio nella solitudine della politica" avrà luogo oggi a Merano nella conversazione con Sepp Mall a partire dal suo romanzo "Ai margini della ferita". Un esempio raffinato di elaborazione del conflitto attraverso l'umanizzazione dei suoi protagonisti che generalmente non fanno storia.
Romanzo che un paio d’anni fa ha inaugurato il progetto “Confini” dell’editore Keller, racconta di due coppie di giovani fratelli, in un’anonima città non molto diversa dalla Merano in cui vive l’autore, negli anni Sessanta del secolo scorso, all’epoca della seconda ondata di attentati che fece impennare la tensione sociale in Alto Adige minando il percorso che avrebbe portato al secondo statuto di autonomia. Mall intreccia la grande storia politica e le piccole storie private dei suoi personaggi adolescenti in una narrazione poetica e toccante, capace di illustrare il passaggio alla vita adulta in un contesto di tensione etnica e turbamenti familiari.
Merano, Caffè Darling, Passeggiata d'inverno 9
giovedì, 2 marzo 2017 ore 18:00
Cultura in trasformazione Il volume raccoglie otto voci: autorevoli di giornalisti, scrittori, filosofi, economisti che offrono un momento di riflessione culturale su quanto si sta facendo, dando testimonianza delle analisi in corso e fornendo uno strumento agile ma esaustivo per comprendere i cambiamenti in atto e le opportunità future.
Trento, Impact Hub, via Sanseverino 95
Christopher R. Browning
Uomini comuni
La polizia tedesca e "soluzione finale" in Polonia
Einaudi, 1995
«Gente comune, uomini di mezza età, operai e artigiani che non sono mai stati nazisti sono arruolati nella riserva della polizia e mandati in Polonia. Alla loro prima operazione lasciano sul terreno 1.500 cadaveri di donne, vecchi e bambini. Alla fine del conflitto avranno contribuito alla soppressione di 83.000 persone. Come è stato possibile?»
Nel clima di questi giorni, un libro per comprendere la banalità del male.
Egidio Ivetic
Un confine nel Mediterraneo
L'Adritico orientale tra Italia e Slavia (1300-1900)
Viella libreria editrice, 2014
«Sullo sfondo di una riflessione storiografica transnazionale e con lo sguardo non circoscritto alle periodizzazioni tradizionali, il libro ripercorre le convivenze e le divisioni tra popolazioni, decostruisce l'idea stessa di confine, andando oltre i canoni delle storiografie coinvolte e le separazioni cultrali ancora vive in queste terre mediterranee».
Giuseppe De Rita
Dappertutto e rasoterra
Cinquant'anni di storia della società italiana
Mondadori, 2017
L'Italia di De Rita dal boom allo storytelling
di Aldo Bonomi
Giuseppe De Rita, fondatore e animatore del Censis, ci invita a un ricordare il futuro oltre il presentismo. Ha pubblicato un ponderoso tomo “Dappertutto e rasoterra” cinquant'anni di storia della società italiana (Mondadori). Un affresco, una icona, per dirla con il Cacciari del “Pensare per immagini” a cui De Rita ci ha abituati con il suo denominare il divenire sociale con metafore interroganti. Mi evoca il quadro di Carlo Levi che dopo il suo “Cristo si è fermato a Eboli” dipinse anche la storia sociale della Basilicata, per Italia '61 che celebrava i suoi cento anni rappresentando il secondo popolo, sempre raccontato dal primo. Il dipinto oggi sta lì a Matera nel museo che si affaccia sui Sassi, icona allora degli invisibili da includere e oggi ipermoderna immagine di un'incerta cultura europea alla ricerca di radici e storia.
Donatella Di Cesare
Stranieri residenti
Bollati Boringhieri, 2017
L’approccio alle migrazioni di Donatella Di Cesare alla prova dell’Italia del rancore
(12 febbraio 2018) Parlare di immigrazione a pochi giorni dall’attacco di matrice razzista di Macerata rischia di far prendere a ogni considerazione una deriva retorica che allontana dalla piena comprensione di ciò che sta accadendo. Ecco perché, iniziando a raccontare la conversazione con Donatella Di Cesare a proposito del suo ultimo libro “Stranieri residenti” (2017, Bollati Boringhieri), faccio riferimento ad alcune riflessioni che – rovistando nel marasma non proprio edificante dell’informazione e nel profondo degli abissi del web – aiutano a orientarsi dentro il tempo che stiamo vivendo e ci impongono un punto di vista più articolato rispetto a temi e fenomeni che non toccano incidentalmente le nostre vite ma ne fanno parte – non da ieri, non in forma emergenziale – e ne faranno parte ancora per lungo tempo, mettendoci alla prova. Questioni decisive – la relazione con l’altro, la giustizia sociale, il rapporto ambiguo con l’identità e la debolezza dello Stato Nazione – perché potenzialmente fondative di un modo diverso di addentrarci nel futuro.
E' uscito in questi giorni il n.113 di “Protagonisti”, la rivista storica dell'Istituto Storico Bellunese della Resistenza e dell’Età Contemporanea. Questo numero monografico è dedicato al rapporto fra centri e periferie.
Come potete vedere nel sommario che segue, si tratta di un numero della rivista particolarmente ricco di spunti di riflessione attorno alla grande questione del futuro delle autonomie e della Regione Dolomitica. Fra i contributi anche una mia riflessione sulla questione “Interdipendenza e autogoverno” che verrà proposta nei prossimi giorni su questo blog.
venerdì, 16 dicembre 2016 ore 18:00
Per cercare le chiavi del presente, e per capirlo, bisogna uscire dal rumore:
andare in fondo alla notte o in fondo al nulla."
Sebastiano Vassalli
Inchiesta sul Novecento | 3
Vassalli e il Sudtirolo difficile
Venerdì 16 dicembre 2016, ore 18.00
Cafè de la Paix, Passaggio Teatro Osele
Ne parlano
Giancarlo Riccio, autore del libro
Enrico Franco, direttore del Corriere del Trentino e dell'Alto Adige
Francesco Palermo, senatore eletto nel collegio uninominale Bolzano-Bassa Atesina
Conduce la conversazione
Stefano Fait
Organizza associazione territoriali#europei
Trento, Café de la Paix, Passaggio Teatro Osele
(17 dicembre 2016) La presentazione del libro di Giancarlo Riccio “Vassalli, il Sudtirolo difficile” è stata davvero una gradevole conversazione non soltanto sull'opera dello scrittore piemontese dedicata a questa terra (Sangue e suolo, 1985 – Il confine, 2015) recentemente scomparso, ma anche sulla necessità di raccontare la storia di una regione andando oltre le due narrazioni “dominanti” che la politica vuole tenere separate, sui muri culturali e sociali che ancora incombono in Alto Adige/Südtirol e infine sui luoghi comuni con i quali si guarda dall'Italia a questa regione di confine.
A parlarne nell'incontro promosso dall'associazione “territoriali#europei” presso il Cafè de la Paix a Trento, insieme all'autore, il senatore Francesco Palermo e il direttore delle edizioni locali del Corriere della Sera Enrico Franco intervistati da Stefano Fait (nella foto, sotto l'immagine di Alda Merini), anch'egli autore di un saggio di qualche anno fa dal titolo “Contro i miti etnici”.
Sebastiano Vassalli è stato uno scrittore certamente controverso, ma che aveva dalla sua un tratto niente affatto banale, quell'onestà intellettuale che gli ha permesso di scrivere nell'arco di trent'anni cose molto diverse – e dunque di cambiare idea – senza mai farsi arruolare da chi lo avrebbe voluto schierare in una delle parti in causa.
Laterza
Sebbene le storie sulla sua nascita divergano, in tutte l’Europa è il luogo di una civiltà trasgressiva, di un modo di vita allergico alle frontiere, di una cultura intrinsecamente espansiva. Oggi però l’Europa sembra aver perso la sicurezza in se stessa.
«Quando la principessa Europa fu rapita da Zeus trasformatosi in toro, suo padre Agenore, re di Tiro in Fenicia (la Siria di oggi), mandò i suoi tre figli maschi alla ricerca della sorella perduta: uno di essi, Cadmo, fece vela verso Rodi, sbarcò in Tracia e vagò per le terre che in seguito avrebbero preso il nome della sia sventurata sorella. Giunto a Delfi, chiese all'oracolo dove si trovasse Europa. Su quel punto la Pizia, fedele alle sue abitudini, si mostrò evasiva, ma fece il favore di regalare a Cadmo un consiglio pratico: "Non la troverai. Prendi invece una vacca: la seguirai pungolandola, ma non lasciarla mai riposare. Nel punto in cui cadrà a terra sfinita, costruisci una città". Ecco la storia dell'origine mitica di Tebe. ... "Cercare l'Europa - così Denis de Rougemont commenta la lezione di Cadmo - significa crearla! L'Europa esiste attraverso la sua ricerca dell'infinito, ed è questo che io chiamo avventura"».
Edgar Morin
7 lezioni sul pensiero globale
Raffaello Cortina Editore, 2016
«... La riflessione di Morin prende l'avvio da una constatazione. Il termine umanesimo è stato nei secoli evocato con l'enunciazione del principio universale dell'uguale dignità di ogni essere umano, indipendentemente dalla sua origine etnica, dal suo sesso, dalle sue condizioni sociali... Egli rileva tuttavia che sin dalle sue origini, e ancor più nei suoi sviluppi, c'è un'ambivalenza costitutiva in questo umanesimo moderno. Il riconoscimento della dignità di ogni essere umano si è realizzato in maniera molto limitata e astratta. A lungo le culture di molti esseri umani, anche e soprattutto nei paesi colonizzati dagli europei, sono state considerate immature e ormai superate dalla marcia inarrestabile del progresso. Ciò ha giustificato la marginalizzazione e persino il rifiuto del riconoscimento dei diritti umani ai rappresentanti di tali culture. Da questa visione sono nate prevaricazioni di ogni sorta. Ma per l'umanista planetario Morin non basta la coscienza di questi fatti, come non bastano i mea culpa delle culture occidentali rispetto alle altre culture, sottovalutate o oppresse. La critica e l'autocritica, come sempre per Morin, devono andare alla radice, che consiste nella non capacità di concepire la complessità. Le enormi carenze del principio universalistico dell'umanesimo moderno dipendono da una mancata riflessione su che cosa significhi “essere umano”...».
dalla prefazione di Mauro Ceruti