di Michele Nardelli
(26 luglio 2010) In quel pasticcio internazionale che la questione dello status giuridico del Kosovo rappresenta, il parere "tecnico" della Corte di Giustizia de L'Aja sulla legittimità della proclamazione dell'indipendenza della regione lascia irrisolto il problema vero, che nei fatti viene demandato all'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il nodo cruciale sta nel fatto che una soluzione non negoziale e unilaterale, attorno ad una questione tanto delicata nel cuore dell'Europa, lascia dietro di sé una scia di instabilità, di rivendicazioni analoghe in questa e in altre aree geografiche, di odio e di rancore. (...)
(22 marzo 2010) Una "Dichiarazione europea sull'alimentazione: per una politica agricola e alimentare comune sana, sostenibile, giusta e solidale". La propone un ampio schieramento di organizzazioni di agricoltori, consumatori, ambientalisti e di Ong impegnate sui temi della salute pubblica e dello sviluppo per dare "una chiara impronta al futuro del cibo e dell'agricoltura in Europa": i promotori invitano a sottoscrivere la petizione online rilanciata in Italia da diverse associazioni tra cui EuropAfrica-Terre contadine. (...)
Il progetto politico europeo è in crisi. Lo è nel sentire dei suoi cittadini che disertano in massa le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo o votano per partiti euroscettici, lo è nel crescente rifiuto da parte degli stati membri dell'Unione di cedere quote di sovranità alle istituzioni europee, lo è nell'immaginario collettivo che continua a pensare l'Europa come una sua parte (quella occidentale), che teme la contaminazione con altre culture, che tende a chiudersi nella propria fortezza di fronte ai fenomeni migratori.
Riportiamo qui i risultati di un sondaggio post elettorale commissionato dal Parlamento Europeo dopo il voto del 2009
Il Trentino si conferma crocevia di dialogo e di sperimentazione
Neanche il tempo di concludere la Conferenza internazionale dell'Osservatorio sui Balcani (e Caucaso) che ha proposto un confronto di grande profilo sull'Europa a vent'anni dalla caduta del muro di Berlino, che un nuovo avvenimento di straordinario profilo mette in primo piano questa terra...
«Tutti gli uomini, se ne hanno l'occasione e la possibilità, sono cattivi» Boris Pahor
Boris Pahor, più volte candidato al Premio Nobel per la Letteratura, sarà ospite del Convegno internazionale di Osservatorio Balcani e Caucaso che si svolgerà a Trento nei giorni 13 e 14 novembre 2009. Il suo intervento è previsto venerdì 13 alle ore 18.30 (palazzo della Regione, Piazza Dante a Trento).
Pubblichiamo una recente intervista di Isabella Bossi Fedrigotti a Boris Pahor (dal Corriere della Sera del 30 settembre scorso)
PROSECCO PROSEK (Trieste) È un omino asciutto e ironico lo scrittore di cittadinanza italiana e lingua slovena, Boris Pahor, lucido e perfettamente memore di ogni dettaglio della sua tormentata vita nonostante gli anni siano 96.
La notizia da Berlino. L'ergastolo per la strage di Falzano di Cortona ha confermato la sentenza di la Spezia che da tempo aveva condannato Herbert Stommel, ex maggiore della Wehrmacht, e Josef Scheungraber, ex sottufficiale. La sentenza mette dunque la parola fine al massacro di Falzano, giudicando Stommel colpevole dell'omicidio, per averne ordinato l'esecuzione, di 14 civili dai 16 ai 74 anni. Oggi l'anziano vive a Ottobrunn, in Baviera, dove è stato anche consigliere comunale. E' sordo e cammina appoggiandosi a un bastone. Passerà gli ultimi anni a meditare sull'eccidio.
La cattiva notizia da Berlino. Gruppi neonazisti hanno contestato la candidatura di Zeca Schall, un angolano che milita nella CDU (Unione Democratico Cristiana) tedesca. La NPD (National Democratic Party - partito di estrema destra tedesco) ha avviato una campagna per convincere il candidato a tornarsene a casa. Il politico, sotto tutela della polizia, ha detto chiaramente che proseguirà la sua campagna elettorale per il Parlamento regionale della Turingia, anche se, non lo nasconde, "un po' di paura" ce l'ha. Il 45enne Schall, emigrato dall'Angola nel 1988, oggi ha la nazionalità tedesca. Figura sui manifesti elettorali della Cdu, il partito di Angela Merkel, a fianco del governatore del Land, Dieter Althaus, in vista delle elezioni regionali il 30 agosto. Schall è stato definito "negro in quota Cdu". La federazione regionale dei cristiano democratici ha fatto causa alla Npd per incitamento all'odio razziale.
La buona notizia dalla città ove Obama ha tenuto il discorso all'Europa. A proposito di "negri". Bolt stabilisce un record stellare. Davanti a quattro "velocisti di colore". 9.58 secondi. La gravità sembra non avere nulla a che fare con lui. Vola davanti ad una batteria di giaguari velocissimi. Passato il pericolo? Affatto! Jesse Owens nel 1936, all'indomani delle leggi razziali del 1935, nello stesso stadio ha fulminato in 10 secondi tutte le teorie sulla "superiorirà della razza". Non servì a nulla. La gioia dell'americano "negro" fu oscurata dalla TV di Stato. Da lì a poco la seconda guerra mondiale.
Sabato e domenica prossimi si vota per il rinnovo del Parlamento Europeo. Nel resto del paese si vota anche per il rinnovo dei Consigli Comunali e Provinciali e devo dire che questa "promiscuità", al di là della demagogia con la quale si è chiesto a gran voce un'unica tornata elettorale, non aiuta il dibattito politico. Tant'è vero che di Europa, in questa campagna elettorale, non si è parlato affatto. Anche perché parlarne non fa guadagnare voti, tanto è distante l'idea di un'appartenenza europea dal modo di pensare della gente.
Marco Brunazzo
Come funziona l'Unione Europea
Le istituzioni, i processi decisionali, le politiche
Laterza, 2009
di Michele Nardelli
Ma davvero noi elettori stiamo per eleggere il nuovo Parlamento Europeo? Sarà, perché di tutto si parla in questa campagna elettorale, tranne che di Europa. Il che riflette il grado di affezione verso il progetto europeo oggi ridotto ai minimi termini. In Italia come altrove. Eppure la parabola dell'Irlanda dovrebbe pur insegnarci qualcosa sul valore dell'Europa e della moneta unica. Nei salotti televisivi e nei media proprio l'Europa è la grande assente. Ecco perché vorrei porre qualche domanda sull'Europa.
L'esito del voto per il rinnovo del Parlamento Europeo porta con sé più messaggi sui quali vale la pena soffermarsi un attimo. E sbaglieremmo nel dire che il voto europeo, più in libertà di altri, va considerato con una certa relatività.
di Anna Politkovskaya, Novaya Gazeta, 21 settembre 2006
Traduzione: Paolo Ares Frigerio
Il 13 settembre, in un'ormai noto scontro tra le polizie cecena e
inguscia presso un checkpoint al confine tra i due stati, il
vicecomandante delle squadre speciali (OMON) della polizia cecena
Buvadi Dachiev fu ferito mortalmente alla testa e morì poco dopo.
Intervento di Michele Nardelli, Osservatorio sui Balcani, in occasine della Conferenza di Medlink (Roma, 12 dicembre 2007)
(12 dicembre 2007) Ho pensato di proporvi tre immagini, un contributo che mi viene da uno specifico punto di osservazione, ovvero una delle sponde – forse fra le più inquiete – del Mediterraneo. Una sponda – quella balcanica – che è presa in considerazione solo quando scorre il sangue per poi tornare nell’oblio, dimenticandoci così di un piccolo particolare: che il Novecento nasce e muore a Sarajevo. Non credo sia affatto casuale, ma – al contrario – l’esito di una dislocazione geografica che ne ha condizionato e ancora ne condiziona le vicende politiche e culturali, ovvero il rappresentare la grande faglia fra oriente ed occidente nel cuore dell’Europa.
In occasione della giornata dell'Europa, il Consiglio Provinciale si è riunito congiuntamente con il Consiglio Provinciale dei Giovani. Il tema, l'Europa. Quello che segue è l'intervento che Michele Nardelli ha svolto a nome del Gruppo consiliare del PD del Trentino.
(9 maggio 2012) «Guardavo sparire l'isola nella quale avevo raggiunto il fondo della solitudine, mi ero imbattuto nelle amicizie decisive della mia vita, avevo fatto la fame, avevo contemplato - come da un lontano loggione - la tragedia della seconda guerra mondiale, avevo tirato le somme finali di quel che andavo meditando durante sedici anni, avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili ... nessuna formazione politica esistente mi attendeva, né si prestava a farmi festa, ad accogliermi nelle sue file ... con me non avevo per ora, oltre che me stesso, che un Manifesto, alcune tesi e tre o quattro amici ...».
In queste parole, scritte da Altiero Spinelli mentre lasciava la terra d'esilio, l'isola di Ventotene, c'è l'orgoglio di un grande disegno ed insieme il senso profondo della solitudine.
attraverso conflitti tra città e campagna,
o tra poteri religiosi e poteri secolari,
attraverso la concorrenza tra fede e sapere,
la lotta tra i detentori del dominio politico e le classi antagoniste,
è stata lacerata più di tutte le altre culture,
non ha potuto fare a meno di apprendere nel dolore
come le differenze possano comunicare…»
Jacques Derida, Jürgen Habermas
L’Europa alla ricerca dell’identità perduta
Nei primi di giugno del 2003, in concomitanza con il varo della prima bozza della Costituzione Europea, sei intellettuali europei ed uno statunitense hanno dato vita ad un’originale iniziativa mediatica sui principali quotidiani europei attraverso una sorta di appello concordato affinché un ampio dibattito sul senso dell’Unione ne accompagnasse la costruzione istituzionale, affermando la necessità della crescita di una sfera pubblica, a partire dalle grandi manifestazioni con le quali i cittadini europei reagirono alla “guerra infinita” dell’amministrazione Bush e al precipitare di una frattura politica e culturale fra modello europeo continentale ed atlantico. Un grido, il timore di un’identità perduta ed insieme l’auspicio che la memoria politica e culturale della “vecchia Europa” potesse dare “le ali alla speranza kantiana in una politica interna mondiale”.