
La verità è spesso dolorosa e stamane, nel materializzarsi di quel che già nei giorni scorsi immaginavo sarebbe accaduto nelle elezioni presidenziali degli Stati Uniti d'America, non ci resta che prendere atto di come sta andando questo mondo sempre più appannato e aggressivo, dove prevalgono gli umori e il rancore, il pensiero è deriso e la dialettica politica sembra ridotta fra poteri finanziari e barbarie.
Ci sarà tempo, per chi vorrà, di rifletterci. “Vetri appannati d'America” è un canto straziante di Vinicio Capossela che racconta del “grande silenzio americano”, del suo sogno trasformato in un grande magazzino che tutto mercifica e dove ai poveri non resta che mangiare “pollo in cartone” e votare per i ricchi. Il che ci parla anche di noi.
Vetri appannati d'America (2008)
Vetri appannati d'America
e tutti se ne sono già andati
restano i bar vuoti, i cani e le strade
gli sgabelli, le corse e le puntate
lontano, lontano, lontano
vi scrivo da molto lontano
tra carni cadenti, stelle cadute e stellette
del cielo in terra e per terra
nel silenzio d'America

sia il posto dove tutto è possibile,
che ancora si chiede se il sogno dei nostri Padri sia vivo oggi,
che ancora si interroga sul potere della nostra democrazia,
stasera ecco la risposta. …
È la risposta data da giovani e vecchi, ricchi e poveri,
Democratici e Repubblicani, neri, bianchi, ispanici, asiatici, nativi americani,
gay, etero, disabili e non disabili...?»