Cultura

Una riflessione politica sulla sicurezza
Charles Clyde Ebbets. Pausa pranzo, New York

Una nuova recensione di "Sicurezza" viene da Firenze, città dove prossimamente il libro sarà presentato. A proporla oggi sul suo blog (https://filosopolis.wordpress.com) è Neri Pollastri, consulente filosofico ed esponente di una scuola di pensiero che va sotto il nome di Pratica filosofica.

 

di Neri Pollastri

Che la sicurezza, a torto o a ragione, sia oggi un tema centrale della politica ce lo mostra quotidianamente l’attuale Ministro degli Interni, ma è evidente da mille altri segnali, per esempio dal libro dell’ex Ministro ed esponente del PD Carlo Calenda, Orizzonti selvaggi: capire la paura e ritrovare il coraggio, nel quale essa gioca fin dal titolo un ruolo anche troppo importante. Ma quello della sicurezza è un tema complesso e scivoloso, non foss’altro perché, com’è noto, mentre la percezione di insicurezza cresce, i reati diminuiscono costantemente. Fenomeno, quest’ultimo, in prima approssimazione sorprendente e che richiederebbe una lettura più attenta per essere compreso nel suo significato reale, ma che invece viene liquidato o dando valore alla sola percezione, in modo da cavalcarla politicamente, oppure considerandola mero segno di ignoranza, lasciandosi così sfuggire le ragioni di chi comunque la prova.

In realtà, ridurre la sicurezza all’ordine pubblico è un’imperdonabile semplificazione: si può essere insicuri perché crescentemente minacciati dalla criminalità, ma anche perché si teme la perdita del lavoro, di ricevere una pensione da fame quando non si potrà più lavorare, di ammalarsi e perdersi nei meandri di un sistema sanitario pubblico sempre meno affidabile, oppure perché il legame sociale si allenta sempre più e ci fa sentire soli, o ancora perché – come ricordato nei giorni scorsi da chi manifestava per il clima – l’ambiente si degrada sempre più e mette a rischio il nostro futuro. Questi e altri fattori, ben diversi dalla criminalità e dalla presenza di “stranieri” sentiti come minacce, entrano a produrre quella percezione di insicurezza che, non analizzata, stricto sensu non corrisponde alla realtà. Ed è proprio la complessa interazione di questi fattori che Michele Nardelli e Mauro Cereghini, nel loro breve ma denso libro Sicurezza (Edizioni Messaggero, Padova 2018, 102 pagine, 10 euro), prendono in esame per affrontare tale tema, ma anche e soprattutto quello più generale della politica e delle sue prospettive future.

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Il fiore di Jovan (6)
Srebrenica, luglio 2017 (© ToskanaINC/shutterstock)

 

di Michele Nardelli

 

«Noi ci domanderemo se il perdono

non cominci laddove esso sembra finire,

laddove esso sembra im-possibile …

il perdono, se ce n'è,

deve e può perdonare solo l'imperdonabile...»

Jacques Derrida



C'è un incubo in cui sono finiti i popoli di quel paese che un tempo si chiamava Jugoslava dal quale è necessario uscire. Ne ho parlato in un mio precedente racconto. La “guerra dei dieci anni” si è conclusa da più di un quarto di secolo ma è proprio quell'incubo a covare sotto la cenere e a paralizzarne il futuro. E nel quale, paradossalmente, ci si può accomodare. L'adrenalina e il rancore possono fornire ragioni di vita. Un incubo che ciascuno si coltiva chiuso dentro la propria narrazione, il dolore, il rancore, il silenzio. O, semmai, dentro la propria nostalgia verso un passato mitizzato che quasi mai viene associato a ciò che è avvenuto in seguito.

No. Non credo ci sarà alcun processo significativo di elaborazione di quanto accaduto nell'ultimo decennio del secolo scorso nel cuore balcanico dell'Europa. E temo che questo non avverrà nemmeno quando il tempo avrà creato una certa distanza da quei tragici avvenimenti.

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Rileggere il presente
L'ultimo numero de La nuova ecologia

Il numero di marzo de "La nuova ecologia", rivista mensile di Legambiente che quest'anno celebra il suo quarantesimo compleanno eessendo nata nell'ormai lontano 1979, dedica una pagina alla recensione del libro "Sicurezza". Fabio Dessì inizia così la sua presentazione titolata "Rileggere il presente":

«Cominciamo con due notizie: una buona, l’altra cattiva. Quella “cattiva” è che per leggere il libro oggetto di queste righe serve essere motivati. Non lo troverete nella vostra libreria di fiducia né sugli scaffali di qualche Feltrinelli o Mondadori. Bisogna ordinarlo. La notizia buona è che vale davvero la pena leggerselo. E magari partecipare a una delle serate di presentazione, un’occasione autentica di confronto fra lettori e autori...»

A Fabio Dessì e alla redazione tutta, un forte ringraziamento e ... buon compleanno.

 

La recensione di Fabio Dessì

lunedì, 4 marzo 2019 ore 18:00

Parole allo specchio. «Sicurezza» a Bolzano
Copertina

«... ci siamo risvegliati dall'illusione del progresso e delle sue magnifiche sorti, scoprendoci aridi di pensiero e privi di futuro. In un presente pieno di insidie, l’incertezza si tramuta in paura, e la paura in aggressività. Per dare una nuova possibilità all’umanesimo occorre fare i conti con le grandi tragedie del Novecento. E nell’elaborazione del passato trovare le ragioni di un cambio di paradigma, capace di far propria la cultura del limite e la forza della nonviolenza. Occorre trasformare l’idea di sicurezza: non difesa dagli altri, ma cura dello stare assieme».

Una nuova presentazione del libro "Sicurezza" avrà luogo a Bolzano, presso il Centro Trevi (Via dei Cappuccini 28) lunedì 4 marzo alle ore 18.00. Con gli autori Mauro Cereghini e Michele Nardelli dialogherà il sociologo Adel Jabbar.

Il libro, edito dalle Edizioni Messaggero, fa parte della collana "Parole allo specchio". In pochi mesi ha già ottenuto una prima ristampa.

Bolzano, Centro Trevi, via Cappuccini 28

La locandina di Bolzano

La Banda del Matese
La prima di copertina del libro

Bruno Tomasiello

La Banda del Matese

1876 - 1878

I documenti, le testimonianze, la stampa dell'epoca

Galzerano Editore, 2009

 

«Spinto dagli ideali internazionalisti e fiducioso della "propaganda del fatto", il piccolo gruppo di rivoluzionari, dopo uno scontro a fuoco con i carabinieri a San Lupo, domenica 8 aprile 1877, a Letino e Gallo, sulle montagne del Matese, occupò il Municipio, bruciò gli archivi comunali, distrusse i contatori dei mulini e, in nome della Rivoluzione Sociale, dichiarò decaduto il re Vittorio Emanuele II».

A distanza di 130 anni la ricerca di Bruno Tomasiello fa riemergere dall'oblio episodi e testimonianze archivistiche e giornalistiche, opere e documenti interessantissimi, rendendoli vivi e comprensibili , contribuendo ad una maggiore conoscenza di questo episodio storico, troppo spesso dimenticato dalla storiografia ufficiale, che ha proiettato i piccoli comuni di San Lupo, Letino e Gallo nella storia dell'anarchia e del socialismo italiano e internazionale.

venerdì, 1 marzo 2019 ore 17:30

Dislocare altrove l'incertezza sul futuro
Incertezza

Presentazione incrociata di due libri che affrontano da angolature diverse l'inquietudine del nostro tempo: "Nel labirinto delle paure" di Aldo Bonomi e Pierfrancesco Majorino (Bollati Boringhieri), "Sicurezza" di Mauro Cereghini e Michele Nardelli (Edizioni Messaggero). L'incontro si svolge a Trento, presso la Libreria Due Punti, in via San Martino 78. Saranno presenti gli autori.

Trento, Libreria due punti, Via San Martino 78

Federalismo e Libertà
Silvio Trentin
Silvio Trentin
 
Federalismo e Libertà
Scritti teorici 1935 - 1943
 
Marsilio editore, 1987
 

L'opera di uno dei padri del federalismo italiano ed europeo, un testo chiave nel mio percorso personale, riletto a distanza di molti anni, che mantiene intatta la forza del suo messaggio mentre sta fallendo inesorabilmente l'Europa degli Stati.   

Soprattutto il vento
Sicilia

di Francesco Picciotto *

Questo racconto nasce veramente da innumerevoli sollecitazioni: la lettura dell'ultimo libro dal titolo "Sicurezza" del mio amico Michele Nardelli, uno dei personaggi de "L'estate Incantata" di Ray Bradbury che o più amato, il racconto "Walter" di Michele Serra. C'è anche dentro un po' del Piccolo Principe e tanto della mia vita, naturalmente.

Lo dedico a tutti quelli che avranno voglia e pazienza per leggerlo ma soprattutto ai miei Piccoli e a Veronica nella speranza che presto torneremo a insieme al Passo del Vento. Lo dedico inoltre al mio amico Giovanni al quale a quel passo ho dato, fra trent'anni (anzi adesso 29), un appuntamento, e al mio amico Giancarlo chiedendogli di venirmi a strappare dal "contenitore" se domani dovesse avere la sensazione che io non sia più capace di farlo da solo.

"Lo chiamavano così: il vecchio del centro commerciale. Impiegati del centro, clienti, semplici visitatori, lui era per tutti "il Vecchio del centro commerciale". E d'altra parte nessuno si era mai preoccupato di conoscere quale fosse il suo vero nome. Era una figura nota a tutti per il semplice fatto che dal momento in cui il centro apriva la mattina fino a quando l'ultimo cliente non era andato via la sera, egli si aggirava all'interno della gigantesca struttura con il suo trabiccolo a quattro ruote. Il vecchio non parlava con nessuno e nessuno parlava con il vecchio. Tutti pensavano semplicemente che il vecchio fosse stato sempre li, forse ancora prima che il centro commerciale esistesse. E questo in fondo era l'unica piccola verità di questa storia.

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I mercanti di stampe proibite
La prima di copertina del libro

Paolo Malaguti

I mercanti di stampe proibite

Editrice Santi Quaranta, 2013

 

Un grande affresco di un tempo quando dalle valli trentine si partiva per il mondo diventandone cittadini.

«I protagonisti di questa storia affascinante, che si svolge negli anni sessanta e settanta del Settecento, sono i piccoli mercanti girovaghi che commerciavano le stampe popolari dei Remondini di Bassano del Grappa. Partivano soprattutto dal Tesino, una terra di montagna fra Trentino e Veneto sovrastante la Valsugana, e attraversando tutta l'Europa giungendo perfino in America Latina, con in spalla la cassela di legno contenente le loro mercanzie. Erano chiamati anche perteganti perché si appoggiavano nei loro lunghi viaggi a un pertego, ovvero a un bastone. Essi sono, in questo straordinario romanzo, Sebastiano Gecele, il figlio Antonio e il Grimo, ormai anziano: vendono in particolare i cosiddetti straloci, stampe che raffigurano la Vergine e i Santi in modo spesso imperfetto così da far risultare l'espressione degli occhi strabica; però, talvolta, accolgono nelle loro cassele stampe proibite o satiriche contro i regnanti dell'epoca».

Sicurezza. Un libro che si rivela uno spazio di pensiero.
La sala di Cognola gremita di pubblico

(1 febbraio 2019) Era previsto l'arrivo di una forte nevicata per la sera di giovedì e questo non poteva certo favorire l'afflusso di pubblico nel sobborgo di Cognola a Trento dove nella sala Polifunzionale delle Marnighe era prevista la presentazione del libro “Sicurezza”. Peraltro non si trattava nemmeno della prima presentazione che si svolgeva in città del nuovo libro di Mauro Cereghini e Michele Nardelli.

E invece l'incontro con gli autori, moderato dalla giornalista Rai Elisa Dossi ha visto la partecipazione di un folto pubblico che ha seguito fino a tarda sera gli argomenti cruciali per il nostro tempo che questo volume pone.

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mercoledì, 9 gennaio 2019 ore 18:30

Parole allo specchio. «Sicurezza» a Torino
La copertina di Sicurezza

La prossima presentazione del libro "Sicurezza" (Edizioni Messaggero) sarà a Torino l'ormai prossimo 9 gennaio 2019 con inizio alle ore 18.30.

Si svolgerà nella prestigiosa Sala della Biblioteca del Circolo dei lettori, a Palazzo Graneri della Roccia, in Via Bogino 9.

A discuterne con uno degli autori, Michele Nardelli, sarà il professor Marco Revelli, docente all'Università del Piemonte Orientale e presidente della Fondazione Nuto Revelli.

A moderare l'incontro sarà Stefano Garzaro, giornalista e scrittore.

Per vedere la locandina dell'incontro clicca commenta.

Torino, Circolo dei lettori

La locandina dell'evento

Essere visionari, questo dovremmo. Un piccolo omaggio al grande Fabrizio
Foto di Carlo Nardelli

(11 gennaio 2019) Nel cercare di descrivere quanto accade intorno a noi, mi viene spesso di usare l'espressione della filosofa Jeanne Hersch sulla necessità di «essere presenti al proprio tempo». Perché non è affatto scontata la presenza al proprio tempo, quand'anche ciascuno di noi ci viva. Anzi, vedo nel rincorrere la quotidianità e nella riduzione di ogni problematica ad emergenza, proprio l'incapacità di mettere a fuoco il proprio tempo. Che invece richiederebbe di alzare lo sguardo e di scorgere anche in avvenimenti apparentemente banali i suoi segni.

Essere visionari, questo dovremmo. Ma oggi questa parola – nel delirio del fare – ha assunto un'accezione negativa e così tutto ciò che è pensiero, lavoro intellettuale, politica viene generalmente guardato con disprezzo, quasi non ci fosse più niente da capire e non avessimo più bisogno di vedere lontano. Né per terra, né per mare. Eppure senza bussole – ovvero chiavi interpretative – non si va da nessuna parte e così siamo caduti nel paradosso che in un tempo ricco di informazioni, mai siamo stati così ignoranti.

Vedere nelle cose di ogni giorno la profondità, per questo nasce la poesia. Così avverto la mancanza di Fabrizio De Andrè e del suo sguardo. E per quanto le sue creature ancora ci aiutino ad osservare il dolore e la bellezza del mondo, mi manca la sua genialità nell'osservare le moderne spoon river di questo nostro tempo. La sua dolcezza nel raccontarci la maternità di Maria come il fascino dell'incontro di civiltà che ci hanno portato i naviganti e le città mediterranee, il bisogno di interrogarci sul potere a fronte del nostro accomodarci sul presente come il non saper riconoscere il dono di Dio in chi sa leggere il libro del mondo. Così ogni volta Fabrizio sapeva stupirci.

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Cura di sé e cura del mondo
Murales

di Lea Melandri*

(29 dicembre 2018) L’odio e i veleni che l’Occidente ha sparso nel mondo, i suoi stessi “valori” – denaro, competizione – gli ritornano indietro ingigantiti e lo mostrano per quello che realmente è: già contaminato da quella “barbarie” che ha contribuito a far crescere respingendola fuori di sé, fingendosi un’innocenza mai conosciuta. Per una specie di “contrappasso”, la parte del mondo che si è pensata dispensatrice di “progresso” e di civiltà, si trova oggi costretta a contare sul proprio territorio le piaghe che ha inflitto ad altri, con le sue industrie, le sue bombe, i suoi consumi illimitati.

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Via San Nicolò 30
La copertina del libro

Roberto Curci

Via San Nicolò 30

Traditori e traditi nella Trieste nazista

Il Mulino, 2015

 

 

Un libro tragico e avvolgente attraverso i personaggi dell'occupazione tedesca di Trieste e di una città che più di ogni altra vive nella propria falsa coscienza.

 

«... I delitti della Risiera restano impuniti, le ceneri dei “giustiziati” si sono sparse nelle acque del Vallone di Muggia dove, metodicamente e tranquillamente, venivano scaricate a carrettate, sotto gli occhi di diversi testimoni.

A qualcuno dei criminali dell'Abteilung R penserà – a tempo debito – la giustizia tedesca, ai tanti collaborazionisti indigeni non penserà nessuno. Il Governo militare alleato, l'abbiamo visto, ha provveduto a cancellare qualsiasi documentazione “compromettente”, Mauro Grini è scomparso nel nulla, dei circa 700 ebrei triestini deportati sono tornati appena una ventina. E preferiscono, quasi tutti, tacere.

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lunedì, 3 dicembre 2018 ore 20:30

Parole allo specchio. «Sicurezza».
Una presentazione del libro. Formigine. Foto Luigi Ottani

 

Serata di presentazione del libro di Mauro Cereghini e Michele Nardelli "Sicurezza" (edizioni Messaggero Padova)

Si svolgerà lunedì 3 dicembre, alle ore 20.30, presso la Biblioteca comunale di Villa Lagarina la presentazione del libro "Sicurezza". Nella serata, promossa da Social Catena, la giornalista Elisa Dossi sarà in dialogo con uno degli autori, Michele Nardelli.

Villa Lagarina, Biblioteca comunale

La locandina della serata