Edgar Morin
Pro e contro Marx.
Ritrovarlo sotto le macerie dei marxismi
Erickson edizioni, 2010
«La concezione antropologica di Marx era unidimensionale: né l'immaginario né il mito facevano parte della realtà umana profonda, l'essere umano era un homo faber, senza interiorità, senza complessità, un produttore prometeico votato a rovesciare gli dei e padroneggiare l'universo. Sappiamo invece, come hanno mostrato Montaigne, Pascal, Shakespeare, Dostoevskij, che homo è sapiens-demens - un essere complesso, multiplo, che porta in sé un cosmo di sogni e di fantasmi».
Giorgio Agamben
La comunità che viene Bollati Boringhieri, 2001
«Se dovessimo ancora una volta pensare le sorti dell'umanità in termini di classe, allora oggi dovremmo dire che non ci sono più classi sociali, ma solo una piccola borghesia planetaria, in cui le vecchie classi si sono dissolte: la piccola borghesia ha ereditato il mondo, essa è la forma in cui l'umanità è sopravvissuta al nichilismo».
jjj
di Alberto Tomasi
Antefatto: una recente sentenza del TAR del Lazio ha stabilito che i docenti incaricati dell'insegnamento della religione cattolica (IRC d'ora in avanti) non possono concorrere pienamente agli scrutini e che la partecipazione all'ora di IRC non può essere presa in considerazione per l'attribuzione di crediti, sulla base del principio che "un insegnamento di carattere etico e religioso strettamente attinente alla fede individuale non può assolutamente essere oggetto di una valutazione sul piano del profitto scolastico per il rischio di valutazioni di valore proporzionalmente ancorate alla misura della fede...".
Jacek Kuron è stato uno dei padri della democrazia polacca. Fra i fondatori di Solidarnosc, ministro del lavoro nel primo governo post comunista, era noto in occidente fin dalla metà degli anni sessanta. In quel periodo, ancora marxista, scrisse assieme a Karol Modzelewski una lettera aperta al partito che gli valse tre anni di carcere.
In questo libro autobiografico, vera e propria "storia intima della Polonia", Kuron ripercorre le tappe della sua avventura intellettuale e personale. Jacek Kuron ha lasciato questa terra il 17 giugno 2004.
Robert Musil
La valle incantata
Con un saggio di Alessandro Fontanari e Masimo Libardi
Reverdito Editore
(si trova solo nelle Biblioteche)
«C'è nella vita un tempo in cui essa rallenta vistosamentecome se esitasse a proseguire o velesse mutar direzione...»
Come la sinistra ci può salvare da un lento declino.
Nei primi anni del 2000 molti economisti e intellettuali di sinistra, tra cui lo stesso Rampini, hanno abbracciato un innovativo modello di sviluppo e sposato alcune idee storicamente appartenute alla destra: il mercato come sinonimo di progresso e il liberismo come via principe di sviluppo. Ma la crisi del 2008 ha spazzato via in pochi mesi tale corrente di pensiero: la bolla finanziaria si è abbattuta quasi solo sulle fasce medio-basse della popolazione, facendo crollare così il sogno da molti cullato di un liberismo progressista.
Secondo Federico Rampini ora il mondo occidentale deve ritornare a un ideale di sinistra più tradizionale, appoggiando una società con un welfare forte, ponendo attenzione all'ambiente e ai temi dell'energia. Un modello - come quello seguito dal Brasile di Lula e, in parte, dall'America di Obama - in cui la crescita economica si accompagni all'integrazione sociale, a un consumo sostenibile e a forti investimenti dello Stato in ricerca e sviluppo.
Rampini ci spiega perché lui stesso, dopo la "sbornia" degli anni 2000, è ritornato "di sinistra", cosa gli ha fatto cambiare idea, e qual è la strada da seguire per una società più giusta e più sana, evitando così un lento declino. Ma oltre Keynes proprio non si va.
Riportiamo in allegato l'intervento di un giovane studioso trentino, Alessandro Rippa, che ha introdotto l'incontro di mercoledì scorso con Rebiya Kadeer.
Guido Crainz
Il dolore e l’esilio
L’Istria e le memorie divise d’Europa
Donzelli, 2005
Nel prevalere di un uso pubblico e distorto della storia e della memoria, “Il dolore e l’esilio” di Guido Crainz rappresenta una testimonianza di pacatezza, quasi di leggerezza, tanto difficile quanto rara nell’affrontare pagine così laceranti e controverse relative alle vicende che hanno segnato il confine orientale del nostro paese.
«Questo piccolo libro si propone di accostrasi a quel dramma, a lungo rimosso, con le voci della letteratura, della storia e della memoria:per cogliere il dolore, le speranze e le paure delle diverse vittime - italiane, slovene, croate - che hanno vissuto in quell’intricato crocevia; per inserire quella lacerazione nel più ampio e tragico scenario del Novecento europeo».
Franco Ferrarotti
Un imprenditore di idee.
Una testimonianza di Adriano Olivetti
Edizioni di Comunità, 2002Cinquant'anni fa moriva Adriano Olivetti, uno dei pensieri più fervidi del secondo dopoguerra italiano. La sua idea di un nuovo ordine politico basato sulle dinamiche della persona e delle comunità nelle quali si svolge la vita degli uomini, sull'incontro fra le ragioni dell'impresa e quelle della cultura, fanno di Olivetti uno dei grandi e controversi protagonisti del Novecento.
In questo giorno, gli dedichiamo la presentazione di Franco Ferrarotti di qualche anno fa e simbolicamente la presentazione del Disegno di Legge provinciale sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese.
Marc Augé
Rovine e macerie
Il senso del tempo
Bollati Boringhieri 2004
Ritrovare il tempo per credere alla storia
«L'esperienza che Camus fa delle rovine e del tempo è esemplare. Sappiamo perché la storia futura lo spaventa: essa sarà segnata dallo scontro fra coloro che ama e si concluderà con la perdita dei paesaggi della sua infanzia. Egli non è capace - né vuole esserlo - di prendere coscienza politicamente, cioè storicamente, della sua situazione. Il ritorno a Tipasa (possiamo immaginare che lo abbia rivissuto più volte nel pensiero) è dunque per lui una fuga al di fuori della storia verso la coscienza del tempo. Siamo posti oggi dinanzi alla necessità opposta: quella di reimparare a sentire il tempo per riprendere coscienza della storia. Mentre tutto concorre a farci credere che la storia sia finita e che il mondo sia uno spettacolo nel quale quella fine viene rappresentata, abbiamo bisogno di ritrovare il tempo per credere alla storia. Questa potrebbe essere oggi la vocazione pedagogica delle rovine».
Mohammad Khatami
Religione, libertà e democrazia
Laterza, 1999
Dall'ex Presidente della Repubblica Islamica dell’Iran un documento storico di grande rilievo sull’Islam contemporaneo e le sue spinte riformatrici
di Claudio Giunta *
Stil novo. La rivoluzione della bellezza da Dante a Twitter è un libro così complesso e sfaccettato che si fa fatica a credere che Matteo Renzi abbia potuto scriverlo tutto da solo, senza neanche un aiuto, qualcuno da ringraziare. Eppure è così: persino la scherzosa cronologia fiorentina che chiude il libro, dal 59 a.C. (nascita di Firenze) al 2012 (cinquecentenario della morte di Vespucci), sembra essere farina del suo sacco.
(...)
Renzi è un politico, non un uomo di pensiero. Perciò, tutta l'intelligenza degli uomini del passato si presenta ai suoi occhi sottoforma di cose: la cupola di Santa Maria del Fiore, la flotta di Vespucci, il David di Michelangelo. E lo stupore, l'ammirazione che è giusto nutrire di fronte a queste cose si traduce non - per ipotesi - nell'esortazione a coltivare silenziosamente lo studio che ha prodotto quelle opere, bensì in un impulso ad agire. Il pensiero va bene, ma quella che conta davvero è l'azione.
Paolo Rumiz
La leggenda dei monti naviganti
Feltrinelli, 2007
«Ero partito per fuggire dal mondo e invece ho finito per trovare un mondo: a sorpresa, il viaggio è diventato epifania di un’Italia vitale e segreta. Ne ho scritto con rabbia e meraviglia. Meraviglia per la fiabesca bellezza del paesaggio umano e naturale; rabbia per il potere che lo ignora».
Astrid Mazzola
Kosovo tutto ok
Attraverso un paese stanco di guerra
Editrice il Margine, 2010"A metà strada tra il diario di viaggio e la raccolta di testimonianze in presa diretta, il libro offre le chiavi di lettura per capire il Kosovo di ieri e di oggi, e anche come si muovono le organizzazioni internazionali e la diplomazia popolare."