Cultura

Dal diario di Elsa Morante
Elsa Morante

"Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto. Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano. Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare."

 

testo 1945

AestOvest
dvd multimediale

Nel Giorno del ricordo. "AestOvest. Storia, memoria e attualità di una terra di confine" 

Grazie a testi, audio, video il DVD AestOvest permette di scoprire un confine europeo, la sua storia ed il suo presente

E' un prodotto OBC (Osservatorio Balcani e Caucaso) 

L'uomo solo
Cesare Pavese, ritratto

 

Una splendida poesia di Cesare Pavese nell'interpretazione di Leo Ferrè.

 

 

«Non è possibile sapere se Léo Ferré e Cesare Pavese si siano mai effettivamente incontrati; ma un "incontro" è qualcosa che va ben al di là della semplice conoscenza personale. In questo senso, il fatto che Léo Ferré abbia deciso di mettere in musica e di cantare, nella lingua originale italiana, questa impressionante poesia di Cesare Pavese è un autentico incontro, e dei più fecondi.

La poesia dell'uomo solo, uscito dal carcere, e che nel carcere aveva lungamente sognato sensazioni, sapori (il pezzo di pane che sa di lepre, l'odore del vino nell'osteria)...in una parola, la vita perduta, quella che gli era stata preclusa dal potere che lo aveva rinchiuso in una cella. Una volta uscito, il recupero di queste sensazioni si rivela semplicemente impossibile: tutte le sensazioni di una volta se le sono prese gli altri. A lui non resta più niente. La prigione, fisica e forse anche dell'anima, s'è presa tutto quanto. Il pane non solo non sa di lepre, ma non sa più neanche di pane. Il vino sa di nebbia. Solo alla fine, assieme alla sua cagna su un argine, ritrova un barlume quando compare la lepre; ma è una lepre viva, che corre, che gli rammenta la vita...». (Riccardo Venturi)

 

https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=3Sy1HQP8uJ8

 

 

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Paradiso e libertà
Paradiso e libertà
Raniero La Valle
 
Paradiso e libertà
L'uomo, quel Dio peccatore
 
Ponte alle Grazie, 2010
 

«La tradizione della fede, una fede che "prevale sulle dottrine che la rappresentano", è una tradizione vivente. Per questo l'esperienza religiosa e la stessa indagine teologica non sono mai fini a se stesse, perché raggiungendo Dio raggiungiamo anche l'uomo e la sua storia...»

La Shoah e la stupidità del male
L'intervento di Claudio Magris in occasione della Giornata della memoria dello scorso anno (pubblicato il 28 gennaio 2009 dal Corriere della Sera)

intervento Magris

Il paese delle prugne verdi
copertina

Herta Müller

Il paese delle prugne verdi

Keller, 2008

 

Difficile da leggere, bello da scoprire

di Mauro Cereghini

Dalla premio Nobel per la letteratura 2009 il racconto di quattro giovani della minoranza tedesca nella Romania anni Ottanta. Un romanzo sull'angheria ottusa del regime, in un paese che oggi è parte della costruzione europea.

E' difficile entrare nel mondo di Herta Müller. Un mondo di paure e gesti rarefatti, di personaggi silenziosi che hanno appreso a sopravvivere sotto uno dei regimi comunisti più permeanti e paranoici. "Il paese delle prugne verdi" è la Romania degli anni Ottanta, un sistema in dissoluzione eppure fieramente aggrappato al proprio potere. I personaggi sono quattro giovani della minoranza tedesca, controllati e angariati dalla Securitate proprio per il loro essere diversi. E per la storia dei loro nonni, molti arruolati nelle SS naziste. "Un sorriso svevo era come il padre che non mi potevo scegliere. Come la madre, che non volevo avere" (pag. 87-88).

 

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Politica è responsabilità
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Care e cari,

il progetto che abbiamo denominato "Politica è responsabilità" (e di cui vi abbiamo parlato nelle scorse settimane) dovrebbe prendere il via - nelle nostre intenzioni - nei primi giorni di febbraio.

documento

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Folgorati
Darsi il tempo
Gentili Mauro Cereghini e Michele Nardelli, mi chiamo Adriano Ferroni e sono un operatore sociale che sviluppa progetti educativi, culturali e di comunicazione sociale per alcune associazioni non profit.  Tempo fa con alcuni amici della mia città, Roseto degli Abruzzi in provincia di Teramo, abbiamo iniziato un confronto serrato sulle questioni riguardanti l'uomo, spaziando dalla politica alla pedagogia, dalla giustizia alla pace, dall'urbanistica alla vita dei bambini nelle città. Si discuteva dell'importanza del dialogo ecumenico e dell'incontro con le culture. Organizzavamo incontri con teologi, filosofi, scrittori, giornalisti e soprattutto meditavamo testi e approfondivamo esperienze e percorsi diversi: don Milani e Bonhoeffer, Tonino Bello e Sorella Maria di Campello, Turoldo e Capitini, Levinas e Simone Weil, La Pira e Langer. Da questa ricerca continua è nata l'idea di creare una organizzazione non governativa, che mette al centro del proprio operare l'incontro con l'Altro non astratto ma concreto, nei suoi contesti culturali, sociali, politici, spirituali ed economici attraverso progetti di cooperazione allo sviluppo, con un'attenzione particolare al mondo dei bambini e dei ragazzi.  Mentre cercavamo modelli e contatti con cui confrontarci e dialogare abbiamo trovato "casualmente" il vostro libro Darsi il tempo che ci ha a dir poco folgorati. L'idea di cooperazione che volevamo mettere in opera si materializzava. Le aspirazioni e le pratiche di cui parlate ci hanno subito coinvolto ed entusiasmato fornendoci una direzione. Siamo agli inizi e quando si comincia a camminare si ha sempre bisogno di consigli esperti e volevamo chiedervi se vi andava di fare un tratto di strada insieme e discutere alcune idee che sono scaturite dalla lettura del libro. Ringraziandovi per il bellissimo lavoro svolto auguro buone giornate. Adriano

Arbeit macht frei
auschwitz
"Arbeit macht frei". Quel pezzo di ferro, tragico simbolo del novecento che campeggiava sulla porta d'ingresso dell'inferno di Auschwitz, è stato rubato. Il "secolo degli assassini", come lo ebbe a definire Arthur Rimbaud, non è ancora alle spalle.

Mattinata d'ebbrezza

Oh mio Bene! Oh mio Bello! Fanfara atroce su cui non vacillo! Cavalletto fatale! Urrà per l'opera inaudita e per il corpo meraviglioso, per la prima volta! Ebbe inizio fra le risate dei bimbi, finirà grazie a loro. Questo veleno resterà in tutte le nostre vene anche quando, voltasi altrove la fanfara, verremo restituiti all'antica disarmonia. Oh in questo momento, noi così degni di queste torture! raduniamo con fervore la sovrumana promessa, questa demenza! L'eleganza, la scienza, la violenza! Ci hanno promesso di sotterrare nell'ombra l'albero del bene e del male, di deportare le onestà tiranniche, affinché rechiamo il nostro tanto puro amore. Ebbe inizio con qualche nausea e finì, non potevamo impadronirci subito di quell'eternità, finì con uno scompiglio di profumi.
Risate dei bimbi, discrezione degli schiavi, austerità delle vergini, orrore degli aspetti e degli oggetti di qui, vi consacri il ricordo di questa vigilia. Iniziata nella rustichezza, ecco ha termine fra angeli di fiamma e di gelo.
Piccola vigilia d'ebbrezza, santa! non foss'altro, per la maschera di cui ci gratificasti. Metodo, noi ti affermiamo! Noi non dimentichiamo che ieri hai glorificato ciascuna delle nostre età. Noi abbiamo fede nel veleno. noi sappiamo donare ogni giorno la nostra vita intera.
Questo è il tempo degli Assassini.  

Arthur Rimbaud

La storia dell'altro
copertina
Peace Research Institute in the Middle East
 
La storia dell'altro.
Israeliani e palestinesi
 
Una città, 2003

La magnifica intrapresa
Copertina
Paolo Domenico Malvinni
 
La magnifica intrapresa
Galeas per montes conducendo
 
Narrazione per voce brillante
 
Curcu & Genovese
 

E' una storia di ieri ma racconta di oggi. Racconta anche di voi che ogni giorno costruite, andate, fate. Come idioti, o come saggi eroi del quotidiano. Racconta di quando non sappiamo più se fare o stare a contemplare, agire o ascoltare, lasciare andare il mondo o mettersi di nuovo all'opera... Magnifica.

Boris Pahor a Trento
Boris Pahor

«Tutti gli uomini, se ne hanno l'occasione e la possibilità, sono cattivi» Boris Pahor

Boris Pahor, più volte candidato al Premio Nobel per la Letteratura, sarà ospite del Convegno internazionale di Osservatorio Balcani e Caucaso che si svolgerà a Trento nei giorni 13 e 14 novembre 2009. Il suo intervento è previsto venerdì 13 alle ore 18.30 (palazzo della Regione, Piazza Dante a Trento). 

Pubblichiamo una recente intervista di Isabella Bossi Fedrigotti a Boris Pahor (dal Corriere della Sera del 30 settembre scorso)

PROSECCO PROSEK (Trieste) È un omino asciutto e ironico lo scrittore di cittadinanza italiana e lingua slovena, Boris Pahor, lucido e perfettamente memore di ogni dettaglio della sua tormentata vita nonostante gli anni siano 96.

 

intervista

Il sogno dei diritti umani
la copertina
Antonio Cassese
 
Il sogno dei diritti umani
 
Feltrinelli, 2008

 

Una mappa preziosa delle principali questioni del nostro tempo. E una domanda angosciosa: perché tanta malvagità nel mondo?

Il Veneto che amiamo
copertina
Fernando Bandini, Luigi Meneghello, Mario Rigoni Stern, Andrea Zanzotto
 
Il Veneto che amiamo
 
Prefazione di Goffredo Fofi
 
Edizioni dell'asino (2009)
 

La mutazione che ha cambiato l'Italia ha avuto tappe ed effetti forse più violenti, quantomeno più vistosi, in Veneto. Il Veneto non è più quello che hanno visto e ci raccontano, in un assiduo confronto tra ieri e oggi, quattro grandi scrittori e poeti.

 

S'intitola “Il Veneto che amiamo”. È un omaggio al Veneto, al Veneto dei suoi grandi vecchi inascoltati ma anche ad un territorio che più di altri interpreta la postmodernità; alla laboriosità del suo miracolo economico e alla perdita di identità di una regione sofferente; alla “mitezza dei suoi contadini” e alla delicatezza dei suoi paesaggi quando fra i suoi borghi c’era soluzione di continuità ; alla terra d’emigrazione e a quella che mal sopporta i migranti di cui non può fare a meno; alla cultura dei suoi poeti e alla curiosità di chi ha continuato descriverci come quella terra lentamente si andava trasformando.

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Organizzare l'altruismo
copertina

Mauro Ceruti - Tiziano Treu

Organizzare l'altruismo

Globalizzazione e welfare

Laterza, 2010
 
 

di Ugo Morelli
 
Tra le tante conseguenze del modo di pensare dualistico che separa la qualità della vita civile e la società dall'economia, ritenendo quest'ultima qualcosa che viene prima di tutto, vi è la scissione tra interesse e solidarietà. L'interesse viene di solito associato alla razionalità e l'altruismo solidale alla morale e alla buona volontà.

Il retaggio della carità, una volta soddisfatto l'egoismo auto interessato, ci accompagna ancora oggi. Eppure i tempi sono cambiati, nonostante le politiche dominanti nel nostro paese mostrino di non tenerne conto. "Se il mondo in cui viviamo sta cambiando, deve cambiare anche lo sguardo con cui immaginare le possibilità della nostra convivenza", sostengono Mauro Ceruti e Tiziano Treu nel loro studio sulla ridefinizione del welfare e del sistema di democrazia sociale e sussidiarietà.

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