Cultura

Petrolkimico
copertina

Gianfranco Bettin

Petrolkimico

Le voci e le storie di un crimine di pace

Baldini & Castoldi, 1998

 

All'inizio della storia ricostruita in Petrolkimico c'è un operaio, Gabriele Bortolozzo. Lavora in uno dei reparti dello stabilimento di porto Marghera e la sua battaglia perché venga detta la verità sui gravissimi rischi che pesano sulla salute di chi lavora in quella fabbrica, parte da una drammatica considerazione: moltissimi suoi compagni di lavoro, addetti alla produzione o alla movimentazione del cvm, sono morti o si sono ammalati di cancro. Per anni Bortolozzo predica quasi inascoltato, insieme a pochi in fabbrica, nel sindacato, in città. Poi, mentre alcune vite conoscono il calvario della malattia mortale e si spengono, mentre lo stesso Bortolozzo muore vittima di un incidente stradale, lentamente qualcosa comincia a muoversi, anche a livello giudiziario.

E se Fuad avesse avuto la dinamite?
Libro Mujcic

Elvira Mujcic

E se Fuad avesse avuto la dinamite?

Infinito edizioni, 2009

 

 

Un giovane bosniaco vive da tempo in Italia. Torna a trovare i genitori e la vecchia nonna a Višegrad. E torna così sulle tracce del suo passato, e di quello del suo paese. "E se Fuad avesse avuto la dinamite?", il secongo libro di Elvira Mujcic. Una recensione di Mauro Cereghini.

 

recensione

Come funziona l'Unione Europea
Brunazzo

Marco Brunazzo

Come funziona l'Unione Europea

Le istituzioni, i processi decisionali, le politiche

Laterza, 2009

La questione tibetana
La questione tibetana
Eva Pföstl
 
La questione tibetana
 
Prefazione del Dalai Lama
 
Marsilio
 

Autonomia non indipendenza: una proposta realistica

Eva Pföstl, collaborando con il governo tibetano in esilio, ha maturato l'idea che la migliore prospettiva realistica per progredire nella tutela delle minoranze consista in un rafforzamento dell'autogoverno nell'ambito dell'autonomia territoriale. Tra gli esempi "positivi" in questo senso spicca quello dell'Alto Adige/Südtirol. Lo stesso Dalai Lama, in visita a Bolzano nel 1997 per conoscerne meglio il modello di autonomia, rimase favorevolmente colpito dalla salvaguardia della cultura locale e della co-gestione del potere fra i vari gruppi linguistici presenti sul territorio.

 

Una fiaba civile
Filippo De Carli in un\'immagine del film

(7 dicembre 2015) Ieri sono andato al cinema, non mi capita spesso. Ma, in qualche modo, lo dovevo a Filippo che ci teneva al mio giudizio sul suo primo film “La felicità è un sistema complesso”.

Fra i panni che ho in casa, quelli del critico cinematografico proprio non ci sono e quindi la mia opinione vale per quello che vale. Anche i legami familiari non hanno mai avuto una grandissima cittadinanza da queste parti e dunque non credo di esserne condizionato più di tanto.

Questo per dire che “La felicità è un sistema complesso” non è un film, ma qualcosa di più e di diverso, che s'incontra di rado: una fiaba civile.

Una fiaba che prova a raccontare di un mondo possibile, estraneo a quello reale che piano piano fagocita anche le persone migliori, nel tritacarne di una modernità che ha smarrito l'importanza di dare significato alle cose, nel quale le relazioni profonde, gli sguardi, la tenerezza, la poesia e persino le idee vengono guardate con sospetto o giudicate naïf.

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Immaginando i Balcani

Maria Todorova

Immaginando i Balcani

ARGO, 2002

 

Una recensione di Claudio Bazzocchi ad un libro di Maria Todorova che indaga nell'immaginario occidentale sui Balcani

 

recensione

Il tempo delle capre

Luan Starova

Il tempo delle capre

Pironti editore, 2005



Il tempo delle capre evoca il periodo immeditatamente successivo alla seconda guerra mondiale, quando il nuovo regime, volendo creare una nuova classe di proletari, impone ai pastori di lasciare le loro montagne e andare ad abitare in città. Così la piazza grande di Skopje (Macedonia) diventa tutta bianca. Un racconto di grande forza che parla della vanità delle ideologie che aspirano a creare un “uomo nuovo”.

Terra – Patria

Edgar Morin

Terra – Patria

Raffaello Cortina Editore, 1994



La presa di coscienza di una comunanza terrestre.

I racconti di Kolima
Varlam Šalamov
 
I racconti di Kolima
 
Sellerio editore, 1992



Più di una voce è giunta dell’inferno dei lager, staliniani o hitleriani. Ma quel che rende “I racconti di Kolima” alquanto differenti è che l’autore coltivò, con tenacia e disperazione, la sua voce fin da dentro il gulag, la protesse dalla morte e la follia che l’attendeva, cosciente dell’obbligo del poeta di rendere testimonianza.

La ragazza della Mura
Murisa

Feri Lainscek

La ragazza della Mura

Beit Edizioni, 2009

Il pianeta dei naufraghi

Serge Latouche

Il pianeta dei naufraghi

Bolltati Boringhieri, 1993



Il naufragio della nave dello sviluppo descritto da uno dei principali interpreti del nostro tempo.

Monocolture della mente

Vandana Shiva

Monocolture della mente

Biodiversità, biotecnologia e agricoltura “scientifica”

Bollati Boringhieri, 1995
 

Uno dei testi più importanti della filosofa indiana autrice di “Sopravvivere allo sviluppo”.

La seconda rivoluzione

Adam Michnik

La seconda rivoluzione

L’Europa dell’est e la costruzione della democrazia

Sperling & Kupfer, 1993



«All’epoca della lotta tutto era chiaro. Noi e loro, il bene e il male, gli scioperi e le cariche della polizia, la scelta tra l’angelo e il diavolo. L’angelo perseguitato, il diavolo che esercitava potere. Oggi il potere è esercitato dall’angelo e si deve vivere senza il diavolo. Come vivere senza il diavolo del comunismo?»

Ascesa e caduta del compagno Zylo

Dritëro Agolli

Ascesa e caduta del compagno Zylo

ARGO, 1993

 

"In questo capolavoro d'ironia... tutto è malizioso, abilmente dosato, alato. La dinamite si nasconde sotto un fiore" (Le Figaro)

Al di là del caos
copertina del libro di Elvira Mujcic

Elvira Mujcic

Al di là del caos

Infinito edizioni, 2007

 

«Tutto ciò per cui avevo provato nostalgia negli ultimi dodici anni mi si rivelava nella sua bruttezza…».

Le diverse trame dell'esilio. In allegato una ''non recensione'' al libro di Elvira Mujcic “Al di là del caos”.

recensione

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