Cultura

Il paese delle prugne verdi
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Herta Müller

Il paese delle prugne verdi

Keller, 2008

 

Difficile da leggere, bello da scoprire

di Mauro Cereghini

Dalla premio Nobel per la letteratura 2009 il racconto di quattro giovani della minoranza tedesca nella Romania anni Ottanta. Un romanzo sull'angheria ottusa del regime, in un paese che oggi è parte della costruzione europea.

E' difficile entrare nel mondo di Herta Müller. Un mondo di paure e gesti rarefatti, di personaggi silenziosi che hanno appreso a sopravvivere sotto uno dei regimi comunisti più permeanti e paranoici. "Il paese delle prugne verdi" è la Romania degli anni Ottanta, un sistema in dissoluzione eppure fieramente aggrappato al proprio potere. I personaggi sono quattro giovani della minoranza tedesca, controllati e angariati dalla Securitate proprio per il loro essere diversi. E per la storia dei loro nonni, molti arruolati nelle SS naziste. "Un sorriso svevo era come il padre che non mi potevo scegliere. Come la madre, che non volevo avere" (pag. 87-88).

 

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Politica è responsabilità
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Care e cari,

il progetto che abbiamo denominato "Politica è responsabilità" (e di cui vi abbiamo parlato nelle scorse settimane) dovrebbe prendere il via - nelle nostre intenzioni - nei primi giorni di febbraio.

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Folgorati
Darsi il tempo
Gentili Mauro Cereghini e Michele Nardelli, mi chiamo Adriano Ferroni e sono un operatore sociale che sviluppa progetti educativi, culturali e di comunicazione sociale per alcune associazioni non profit.  Tempo fa con alcuni amici della mia città, Roseto degli Abruzzi in provincia di Teramo, abbiamo iniziato un confronto serrato sulle questioni riguardanti l'uomo, spaziando dalla politica alla pedagogia, dalla giustizia alla pace, dall'urbanistica alla vita dei bambini nelle città. Si discuteva dell'importanza del dialogo ecumenico e dell'incontro con le culture. Organizzavamo incontri con teologi, filosofi, scrittori, giornalisti e soprattutto meditavamo testi e approfondivamo esperienze e percorsi diversi: don Milani e Bonhoeffer, Tonino Bello e Sorella Maria di Campello, Turoldo e Capitini, Levinas e Simone Weil, La Pira e Langer. Da questa ricerca continua è nata l'idea di creare una organizzazione non governativa, che mette al centro del proprio operare l'incontro con l'Altro non astratto ma concreto, nei suoi contesti culturali, sociali, politici, spirituali ed economici attraverso progetti di cooperazione allo sviluppo, con un'attenzione particolare al mondo dei bambini e dei ragazzi.  Mentre cercavamo modelli e contatti con cui confrontarci e dialogare abbiamo trovato "casualmente" il vostro libro Darsi il tempo che ci ha a dir poco folgorati. L'idea di cooperazione che volevamo mettere in opera si materializzava. Le aspirazioni e le pratiche di cui parlate ci hanno subito coinvolto ed entusiasmato fornendoci una direzione. Siamo agli inizi e quando si comincia a camminare si ha sempre bisogno di consigli esperti e volevamo chiedervi se vi andava di fare un tratto di strada insieme e discutere alcune idee che sono scaturite dalla lettura del libro. Ringraziandovi per il bellissimo lavoro svolto auguro buone giornate. Adriano

Arbeit macht frei
auschwitz
"Arbeit macht frei". Quel pezzo di ferro, tragico simbolo del novecento che campeggiava sulla porta d'ingresso dell'inferno di Auschwitz, è stato rubato. Il "secolo degli assassini", come lo ebbe a definire Arthur Rimbaud, non è ancora alle spalle.

Mattinata d'ebbrezza

Oh mio Bene! Oh mio Bello! Fanfara atroce su cui non vacillo! Cavalletto fatale! Urrà per l'opera inaudita e per il corpo meraviglioso, per la prima volta! Ebbe inizio fra le risate dei bimbi, finirà grazie a loro. Questo veleno resterà in tutte le nostre vene anche quando, voltasi altrove la fanfara, verremo restituiti all'antica disarmonia. Oh in questo momento, noi così degni di queste torture! raduniamo con fervore la sovrumana promessa, questa demenza! L'eleganza, la scienza, la violenza! Ci hanno promesso di sotterrare nell'ombra l'albero del bene e del male, di deportare le onestà tiranniche, affinché rechiamo il nostro tanto puro amore. Ebbe inizio con qualche nausea e finì, non potevamo impadronirci subito di quell'eternità, finì con uno scompiglio di profumi.
Risate dei bimbi, discrezione degli schiavi, austerità delle vergini, orrore degli aspetti e degli oggetti di qui, vi consacri il ricordo di questa vigilia. Iniziata nella rustichezza, ecco ha termine fra angeli di fiamma e di gelo.
Piccola vigilia d'ebbrezza, santa! non foss'altro, per la maschera di cui ci gratificasti. Metodo, noi ti affermiamo! Noi non dimentichiamo che ieri hai glorificato ciascuna delle nostre età. Noi abbiamo fede nel veleno. noi sappiamo donare ogni giorno la nostra vita intera.
Questo è il tempo degli Assassini.  

Arthur Rimbaud

La storia dell'altro
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Peace Research Institute in the Middle East
 
La storia dell'altro.
Israeliani e palestinesi
 
Una città, 2003

La magnifica intrapresa
Copertina
Paolo Domenico Malvinni
 
La magnifica intrapresa
Galeas per montes conducendo
 
Narrazione per voce brillante
 
Curcu & Genovese
 

E' una storia di ieri ma racconta di oggi. Racconta anche di voi che ogni giorno costruite, andate, fate. Come idioti, o come saggi eroi del quotidiano. Racconta di quando non sappiamo più se fare o stare a contemplare, agire o ascoltare, lasciare andare il mondo o mettersi di nuovo all'opera... Magnifica.

Boris Pahor a Trento
Boris Pahor

«Tutti gli uomini, se ne hanno l'occasione e la possibilità, sono cattivi» Boris Pahor

Boris Pahor, più volte candidato al Premio Nobel per la Letteratura, sarà ospite del Convegno internazionale di Osservatorio Balcani e Caucaso che si svolgerà a Trento nei giorni 13 e 14 novembre 2009. Il suo intervento è previsto venerdì 13 alle ore 18.30 (palazzo della Regione, Piazza Dante a Trento). 

Pubblichiamo una recente intervista di Isabella Bossi Fedrigotti a Boris Pahor (dal Corriere della Sera del 30 settembre scorso)

PROSECCO PROSEK (Trieste) È un omino asciutto e ironico lo scrittore di cittadinanza italiana e lingua slovena, Boris Pahor, lucido e perfettamente memore di ogni dettaglio della sua tormentata vita nonostante gli anni siano 96.

 

intervista

Il sogno dei diritti umani
la copertina
Antonio Cassese
 
Il sogno dei diritti umani
 
Feltrinelli, 2008

 

Una mappa preziosa delle principali questioni del nostro tempo. E una domanda angosciosa: perché tanta malvagità nel mondo?

Il Veneto che amiamo
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Fernando Bandini, Luigi Meneghello, Mario Rigoni Stern, Andrea Zanzotto
 
Il Veneto che amiamo
 
Prefazione di Goffredo Fofi
 
Edizioni dell'asino (2009)
 

La mutazione che ha cambiato l'Italia ha avuto tappe ed effetti forse più violenti, quantomeno più vistosi, in Veneto. Il Veneto non è più quello che hanno visto e ci raccontano, in un assiduo confronto tra ieri e oggi, quattro grandi scrittori e poeti.

 

S'intitola “Il Veneto che amiamo”. È un omaggio al Veneto, al Veneto dei suoi grandi vecchi inascoltati ma anche ad un territorio che più di altri interpreta la postmodernità; alla laboriosità del suo miracolo economico e alla perdita di identità di una regione sofferente; alla “mitezza dei suoi contadini” e alla delicatezza dei suoi paesaggi quando fra i suoi borghi c’era soluzione di continuità ; alla terra d’emigrazione e a quella che mal sopporta i migranti di cui non può fare a meno; alla cultura dei suoi poeti e alla curiosità di chi ha continuato descriverci come quella terra lentamente si andava trasformando.

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Organizzare l'altruismo
copertina

Mauro Ceruti - Tiziano Treu

Organizzare l'altruismo

Globalizzazione e welfare

Laterza, 2010
 
 

di Ugo Morelli
 
Tra le tante conseguenze del modo di pensare dualistico che separa la qualità della vita civile e la società dall'economia, ritenendo quest'ultima qualcosa che viene prima di tutto, vi è la scissione tra interesse e solidarietà. L'interesse viene di solito associato alla razionalità e l'altruismo solidale alla morale e alla buona volontà.

Il retaggio della carità, una volta soddisfatto l'egoismo auto interessato, ci accompagna ancora oggi. Eppure i tempi sono cambiati, nonostante le politiche dominanti nel nostro paese mostrino di non tenerne conto. "Se il mondo in cui viviamo sta cambiando, deve cambiare anche lo sguardo con cui immaginare le possibilità della nostra convivenza", sostengono Mauro Ceruti e Tiziano Treu nel loro studio sulla ridefinizione del welfare e del sistema di democrazia sociale e sussidiarietà.

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Pro e contro Marx
Pro e contro marx

Edgar Morin

Pro e contro Marx.

Ritrovarlo sotto le macerie dei marxismi

Erickson edizioni, 2010

 

«La concezione antropologica di Marx era unidimensionale: né l'immaginario né il mito facevano parte della realtà umana profonda, l'essere umano era un homo faber, senza interiorità, senza complessità, un produttore prometeico votato a rovesciare gli dei e padroneggiare l'universo. Sappiamo invece, come hanno mostrato Montaigne, Pascal, Shakespeare, Dostoevskij, che homo è sapiens-demens - un essere complesso, multiplo, che porta in sé un cosmo di sogni e di fantasmi».

La comunità che viene
La comunità che viene

Giorgio Agamben

La comunità che viene
 
Bollati Boringhieri, 2001

 

 

«Se dovessimo ancora una volta pensare le sorti dell'umanità in termini di classe, allora oggi dovremmo dire che non ci sono più classi sociali, ma solo una piccola borghesia planetaria, in cui le vecchie classi si sono dissolte: la piccola borghesia ha ereditato il mondo, essa è la forma in cui l'umanità è sopravvissuta al nichilismo».

 

jjj

La religione a scuola
scuola

di Alberto Tomasi

Antefatto: una recente sentenza del TAR del Lazio ha stabilito che i docenti incaricati dell'insegnamento della  religione cattolica (IRC d'ora in avanti) non possono concorrere pienamente agli scrutini e che la partecipazione all'ora di IRC non può essere presa in considerazione per l'attribuzione di crediti, sulla base del principio che "un insegnamento di carattere etico e religioso strettamente attinente alla fede individuale non può assolutamente essere oggetto di una valutazione sul piano del profitto scolastico per il rischio di valutazioni di valore proporzionalmente ancorate alla misura della fede...".

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Romanzo Balcanico
Copertina
Abdulah Sidran
 
Romanzo Balcanico
Il cinema, il teatro, la poesia, la Storia
 
Progetto e cura Piero Del Giudice
 
Aliberti Editore (2009)

 

La mia Polonia
La mia Polonia
Jacek Kuron
 
La mia Polonia
 
Ponte alle grazie, 1990
 
 
 

Jacek Kuron è stato uno dei padri della democrazia polacca. Fra i fondatori di Solidarnosc, ministro del lavoro nel primo governo post comunista, era noto in occidente fin dalla metà degli anni sessanta. In quel periodo, ancora marxista, scrisse assieme a Karol Modzelewski una lettera aperta al partito che gli valse tre anni di carcere.

In questo libro autobiografico, vera e propria "storia intima della Polonia", Kuron ripercorre le tappe della sua avventura intellettuale e personale. Jacek Kuron ha lasciato questa terra il 17 giugno 2004.  

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