"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

L'impronta ecologica del Trentino

Montagne trentine

(19 maggio 2018) Oggi pomeriggio (inizio ore 15.00) presso la distilleria Marzadro a Nogaredo (Tn) si svolge il congresso di Slow Food del Trentino Alto Adige/Sudtirol. In questa occasione parlerò della cultura del limite, con particolare riferimento all'impronta ecologica globale, nazionale e regionale, per indicare un possibile terreno di confronto con i cittadini e le istituzioni sulla sostenibilità in ciascun territorio. Ricordo che l'overshoot day globale (il giorno del superamento in cui il pianeta esaurisce le risorse che gli ecosistemi sono in grado di produrre in un anno) nel 2017 è stato il 2 agosto. Per questo vi ripropongo lo studio sull'impronta ecologica del Trentino realizzato da Agenda 21 e dal Parco Naturale Paneveggio - Pale di San Martino nel 2011.

Il documento che trovate in allegato è lo studio realizzato da Agenda 21 consulting e dal Parco Naturale Paneveggio - Pale di San Martino su input della PAT nel 2011. Misura la biocapacità e l'impronta ecologica dei territori presi in esame. Un criterio che potrebbe rappresentare la verifica annuale dell'efficacia delle nostre politiche, ma che non è stato rifinanziato negli anni successivi. Forse perché scomodo?

«... Nella strategia di Lisbona e nella strategia rinnovata per lo sviluppo sostenibile, l’Unione Europea riconosce che l'uso più efficiente delle risorse è fondamentale per lo sviluppo economico, per l'ambiente europeo, e per svolgere un ruolo autorevole nella scena internazionale. Aumentare l'efficienza nell’uso delle risorse e dell’energia permette di accelerare l'innovazione, creare posti di lavoro, accrescere la competitività e migliorare lo stato dell'ambiente. Tuttavia non ci può essere sviluppo sostenibile nei paesi membri senza ridurre la domanda a livello mondiale delle risorse naturali utilizzate in Europa.

La strategie per l’uso sostenibile delle risorse naturali ha quindi bisogno di essere misurata per garantire la produttività delle risorse da una lato e ridurre la domanda di fisica di risorse dall’altro. Tuttavia produttività e consumo di risorse non possono contare su una disponibilità di dati ed indicatori adeguati. Lo strumento al momento più sviluppato ed utilizzato per misurare il consumo di risorse è l’impronta ecologica.

Il classico approccio alla capacità di carico, il numero di piante, animali, o esseri umani che possono essere sostenuti da una determinata superficie di terra, può essere inquadrata in modo diverso. Rees e Wackernagel hanno definito la questione chiedendosi quanta superficie sia necessaria per sostenere una determinata società. L’elemento critico in questo caso non è la popolazione (numero di esseri umani), ma la società: ovvero gli esseri umani caratterizzati da un preciso modello di consumo.

Per molte società il problema della sostenibilità ecologica non riguarda solo i limiti dovuti ai beni che la natura è in grado di fornire, ma anche la capacità della natura di svolgere le funzioni di “pozzo” per le emissioni umane in suolo, aria, acqua. Le due domande di lavoro sviluppato da Wackernagel e Rees sono: quanta natura abbiamo? quanto natura utilizziamo?...»

 

La ricerca sull'impronta ecologica in Trentino

 

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