"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Un barlume di civiltà

voto in libertà

«La maledizione di vivere tempi interessanti» (47)

di Michele Nardelli

Domenica 19 giugno in 126 Comuni italiani, fra i quali sei capoluoghi di Regione, si andrà al ballottaggio per decidere chi saranno i sindaci e il segno politico delle future amministrazioni.

Si può anche sostenere il contrario, ma l'esito di questo voto avrà ripercussioni significative non solo sui governi delle città ma anche sul quadro politico nazionale.

Perché Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna e Trieste non sono città qualsiasi, bensì alcune delle più importanti aree metropolitane di questo paese. Perché gli indirizzi politico culturali che assumeranno investono la qualità del vivere di oltre dieci milioni di persone, ben al di là delle buche o della gestione dei rifiuti. Perché questa tornata elettorale completa l'esito del voto di quindici giorni fa che ha già rappresentato un test significativo (il primo dopo le elezioni europee di due anni fa che legittimò la nascita del Governo Renzi) nell'indicare il livello più alto di disaffezione dalla politica mai raggiunto in Italia e – mi permetto di dire – nel descrivere l'inadeguatezza delle principali espressioni partitiche nell'interpretare la complessità.

E il voto di quindici giorni fa qualcosa ha pur detto, nessuno ha vinto. Non il PD che immaginava di beneficiare della cosiddetta stagione delle riforme e così non è stato (perché non erano tali o perché qualcuno remava contro?); non la Lega malgrado abbia cercato di cavalcare e sfruttare la paura; non il M5S che al di là del risultato di Roma (dove il fallimento dei tradizionali schieramenti è stato palese) non riesce nel suo intento di proporsi come risposta antisistema; non Forza Italia ridotta al lumicino e che pure a Milano e Napoli riesce ancora a coagulare intorno a sé l'anima di destra di questo paese; non la sinistra radicale ridotta com'è a testimonianza, incapace di fare i conti con la propria inessenzialità. E nessuno complessivamente, perché le percentuali ottenute sul piano del consenso reale andrebbero divise per due e davvero fa specie che questo non divenga terreno di riflessione, quasi a mettere in conto che nella società postmoderna l'espressione elettorale sia dimezzata.

Un voto che misura in pieno il grado di spaesamento, laddove la condizione sociale non è più in grado di esprimere valori e orientamento politico culturale. Tanto è vero che il centro-sinistra viene premiato nei quartieri ricchi e il centro-destra nelle aree urbane più periferiche e degradate. Un mondo al rovescio che viene interpretato più dal populismo che da ciò che rimane delle grandi forze politiche.

Nei ballottaggi di domenica la differenza la faranno probabilmente poche migliaia di voti, un po' come è avvenuto in Austria poche settimane fa (voto archiviato forse troppo velocemente). Nella ancor più scarsa affluenza che avremo domani può accadere di tutto, conferme o rovesciamenti. E quel che accadrà, lo ripeto, non sarà ininfluente.

Sento dire nelle conversazioni private che una lezione al PD non farebbe male, probabilmente non molto difforme da quel che Massimo D'Alema sembra aver detto, quand'anche oggetto di smentita.

Al di là del giudizio anche molto severo che possiamo avere verso l'attuale leadership del PD, a me sembra che se al governo delle grandi città (come nei capoluoghi di provincia o nei piccoli Comuni, sia chiaro) vi sia un barlume di civiltà, che le persone abbiano il diritto di esistere al di là della loro carta d'identità e che i bambini non siano cacciati dalle mense scolastiche perché le loro famiglie non riescono a pagare i pasti dei figli, tanto per fare degli esempi, possa fare la differenza. So però che se non ci si dispone ad imparare anche le lezioni più dure non servono granché.

Non vi propongo di turarvi il naso e penso che sia necessario lavorare per costruire, nelle idee prima ancora che sul piano della progettualità politica, un pensiero e una proposta diverse.

Ciò nonostante – lo dico per quelle centinaia di persone che leggono questo blog a Roma, Milano e nelle altre città interessate al voto di domani, devo dirvi che personalmente non avrei particolari dubbi.

 

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