"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Non c'è neve, ma occorre parlarne...

Un momento della presentazione

(17 dicembre 2016) La presentazione del libro di Giancarlo Riccio “Vassalli, il Sudtirolo difficile” è stata davvero una gradevole conversazione non soltanto sull'opera dello scrittore piemontese dedicata a questa terra (Sangue e suolo, 1985 – Il confine, 2015) recentemente scomparso, ma anche sulla necessità di raccontare la storia di una regione andando oltre le due narrazioni “dominanti” che la politica vuole tenere separate, sui muri culturali e sociali che ancora incombono in Alto Adige/Südtirol e infine sui luoghi comuni con i quali si guarda dall'Italia a questa regione di confine.

A parlarne nell'incontro promosso dall'associazione “territoriali#europei” presso il Cafè de la Paix a Trento, insieme all'autore, il senatore Francesco Palermo e il direttore delle edizioni locali del Corriere della Sera Enrico Franco intervistati da Stefano Fait (nella foto, sotto l'immagine di Alda Merini), anch'egli autore di un saggio di qualche anno fa dal titolo “Contro i miti etnici”.

Sebastiano Vassalli è stato uno scrittore certamente controverso, ma che aveva dalla sua un tratto niente affatto banale, quell'onestà intellettuale che gli ha permesso di scrivere nell'arco di trent'anni cose molto diverse – e dunque di cambiare idea – senza mai farsi arruolare da chi lo avrebbe voluto schierare in una delle parti in causa.

Che ancora la sua opera riesca a destare interesse in Sudtirolo come in Italia, ci dice della forza narrativa e della fatica di uno sguardo che prova a fotografare lo stato dell'arte in questo angolo d'Europa dove il paradigma dello “stato-nazione” impedisce l'elaborazione di un conflitto che sotto traccia è forse più vivo che in passato. Forse anche perché era (ed è) proprio la prospettiva europea (oggi tragicamente in declino) quella che avrebbe potuto aiutare ad andare oltre. E dalla quale la stessa prospettiva di un Terzo Statuto di Autonomia non può certo prescindere.

Di questa autocoscienza, insieme altoatesina e sudtirolese, italiana ed europea, avvertiamo il bisogno, affinché i cento anni del Sudtirolo in Italia (10 settembre 2019) diventino – com'era negli auspici di Vassalli – l'occasione per scrivere una pagina di storia condivisa. Malgrado che a Roma ci si interessi di questa terra solo per sapere se c'è neve... (m.n.)

 

0 commenti all'articolo - torna indietro

il tuo nick name*
url la tua email (non verrà pubblicata)*