"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

L'altro 'Gigante dello Stretto'

Acquarello di Gianfranco Neri

(17 novembre 2020) Se riconosciamo questo tempo come cupo e interessante, non possono che accadere cose così, cupe e interessanti. Di quelle cupe (ahimè prevalenti) ne parliamo – più o meno a dovere – in ogni momento.

Oggi vi voglio parlare di una bella storia che mi riempie di gioia e che mi dice che malgrado le avversità ne vale la pena, che quel che si fa sul piano dell'impegno insieme esigente e disinteressato, così estraneo alle cose di questo mondo, può essere riconosciuto. Anche là dove forse meno te lo aspetti, considerato che si è sempre un po' stranieri in patria e che il rapporto fra società civile, politica e istituzioni è spesso segnato da condizionamenti di potere.

Il fatto è che la realtà talvolta ci sorprende, nella sua complessità e nella ricchezza di sfaccettature. E così può accadere che a Reggio Calabria vinca le elezioni comunali la coalizione guidata da Giuseppe Falcomatà e che nella formazione della Giunta comunale venga chiamato come vicesindaco una persona come il professor Tonino Perna, un amico con il quale ho condiviso idee, valori e una parte importante del nostro sguardo sul mondo.

Un'amicizia strana, la nostra. Perché in realtà non c'è quasi mai stata una comunione di scelte o di appartenenze, né una frequentazione regolare. Come ci fosse un sintonizzarci nel tempo, esito della curiosità che ci accomuna.

Che ha a che fare con un aspetto particolare che mi ha sempre fatto sentire vicino questo amico lontano: la bellezza dell'immaginare, il piacere del rendere concrete le cose che sembrano impossibili. Penso, nel caso di Tonino, alla nascita del Fair Trade – l'intuizione del Commercio equo e solidale – o alla cooperazione sud–sud, penso all'accoglienza per ripopolare i borghi abbandonati e ridare in questo modo vita alle “case del vento” (dal quale è nata l'esperienza di Riace) o alla nascita della moneta dell'Aspromonte (l'Eco-Aspromonte) per valorizzare le risorse di quel territorio. Ed altro ancora.

Con Tonino ci incontrammo incrociando i nostri sguardi sull'“Europa di mezzo”, intuendo come la deflagrazione dei Balcani occidentali ci riguardasse non solo sul piano della solidarietà verso le vittime di quella tragedia ma su quello dell'intravvedere in quel particolare caleidoscopio il carattere postmoderno della guerra dei dieci anni e dell'interminabile transizione che ha consegnato quella regione al turbocapitalismo. Ne nacque l'Osservatorio sui Balcani (poi Osservatorio Balcani Caucaso), il più importante centro di informazione e ricerca sull'Europa che non sappiamo vedere.

Dopo di che la nostra fratellanza si è nutrita nel ritrovarci in occasione di convegni e manifestazioni che intrecciavano l'Europa e lo spazio mediterraneo, nell'attenzione verso il territorio (Tonino Perna è stato presidente del Parco Nazionale dell'Aspromonte) e i beni comuni, nelle forme della cooperazione di comunità (sua la prefazione di “Darsi il tempo” – EMI, 2008) al di là delle vecchie geografie e della crisi profonda della cooperazione internazionale.

Con Tonino è un po' che non ci vediamo. L'ultima volta è stata nel 2015 quando il professor Perna – allora assessore alla cultura del Comune di Messina – mi invitò come relatore in occasione del sessantesimo anniversario della Conferenza di Messina che gettò le basi per la nascita dell'Europa politica (http://www.michelenardelli.it/diario.php?anno=2015&mese=06). Aveva da poco subito un infarto, ma Tonino era lì, in quella tre giorni che aveva voluto con ogni sua forza residua.

Poco dopo il suo cuore malandato lo costrinse a gettare la spugna. Ci sentimmo qualche mese più tardi, era ancora debole ma di buon umore. Così, grazie al suo temperamento e ad un cuore di seconda mano, quest'uomo mai domo è tornato ad essere lui l'altro Gigante dello Stretto.

«... Io vivo in un posto fantastico,

dove la natura è sfuggita al controllo dell'uomo,

dove niente si ripete e tutto è flusso, divenire.

Io vivo in un paese maledetto, imbrattato di sangue,

dove la vita umana vale meno di una cartuccia,

dove tutto è sempre fuori posto, dove la Storia passa di rado,

ma è meglio che non passi.

Io vivo in un posto unico al mondo

dove abita un Gigante maestoso

che qualche volta si arrabbia e sputa sangue caliente

che brucia la pelle della terra e dei suoi abitanti.

Io vivo in questa terra da più di sessant'anni e non sono riuscito a scappare,

non sono riuscito a fuggire dagli occhi profondi dello Stromboli,

delle spine profumate dell'Aspermonte, dalla zagara e dal gelsomino,

dall'odore penetrante del bergamotto che scompare,

dalla Fata Morgana che compare all'alba

nelle acque morbide dello Stretto.

Io vivo così, come tanti, tra speranze e rimpianti

in questa terra dove la Storia è passata di rado

ed ha lasciato piaghe infette,

perché da queste parti la Storia ha l'alito puzzolente

degli dèi degli Abissi »1.


Avrei dovuto essere a Reggio Calabria nella scorsa primavera, per la presentazione de “Il monito della ninfea”, ma la pandemia ha fatto saltare i nostri programmi. A questo punto immagino ci vedremo nella prossima di primavera, forse il tempo più bello per passeggiare di nuovo insieme avendo negli occhi quell'emozionante tratto di mare fra Scilla e Cariddi. Ora che, da vicesindaco, l'immaginazione e la fantasia sono (si fa per dire, ma insomma...) al potere.

Un grande abbraccio.

Michele

1Tratto da “Visioni dello stretto”. Acquarelli di Gianfranco Neri, testi di Tonino Perna - Rubettino, 2017

 

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