"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Eppure una volta eravamo fratelli.

Ali Rashid, Andalusia, 2022

di Ali Rashid

(trentamila morti fa) Corre il tempo e cambiano le idee, i concetti fondamentali e i significati. Come fosse arrivato a compimento la negazione di ogni valore! Dio è morto. Viva l’eroica morte, giusto l’annientamento del “nemico”. Dilaga il nichilismo e trionfa la tecnica.

Vivo in me i racconti di mio nonno. Andava a Safad in Galilea per comprare un fulard di seta dalla comunità ebraica sfuggita all'inquisizione in Portogallo, avevano imparato la tessitura della seta dagli arabi in Spagna.

Mi ricordo di Khaiem, socio di mio nonno in una cava vicino a Gerusalemme. Khaiem non ha potuto salvare la mia famiglia dalla pulizia etnica, ma continuò a mandare alla nostra famiglia in esilio la parte del guadagno dell'impresa finché non morì.

Non ho notizie dei figli di Khaiem, ma ho seppellito mia sorella in Norvegia, un fratello negli Stati Uniti, un mio caro e stimatissimo zio una settimana fa a New York, mentre la salma di mio nonno giace in un anonimo cimitero di Amman.

Al posto delle case di pietra scolpite a mano del mio bel villaggio di Lifta, nei pressi di Gerusalemme, stanno per costruire un villaggio per ricchi turisti, mentre una volta era un rifugio sicuro per gli ebrei che fuggivano dal fascismo e dal nazismo che li discriminava e li annientava nella tragedia dell'Olocausto.

Dio è morto, con tutti i valori che ci rendono uguali. Trionfante è l’affermazione della volontà di potenza che affida alla tecnica i propri fini e diventa l’intima essenza dell’essere umano in un mondo sempre più indifferente e disincantato. Eppure una volta eravamo fratelli!

Stiamo scivolando tutti nel nulla, nella mancanza di senso. E la ragione? La pietà? La misericordia per i vivi e per i morti? La convivenza? Il rispetto? Il diritto?

Come in una discarica, a Gaza sono finiti gli abitanti della costa meridionale della Palestina, vittime della pulizia etnica. Secondo i nuovi storici israeliani, per svuotare ogni città o villaggio palestinese furono compiuti piccoli e grandi massacri. Lo stesso è avvenuto nei luoghi dove sono sorte città nelle vicinanze di Gaza, teatro degli eccidi compiuti dai noi palestinesi. Non si afferma il diritto alla vita con il terrore e la morte. Una catena di orrore che sembra inarrestabile.

Eppure una volta eravamo fratelli, provando la ricchezza e i vantaggi della convivenza e del rispetto reciproco.

Al contrario ci stiamo trasformando tutti in vittime e carnefici per la gabbia di un delirio che si chiama stato-nazione, segnato da muri e confini che discriminano in nome di razze che non esistono e appartenenze funzionali all'esercizio del potere e a piccoli vantaggi personali.

La ragione, l’umanità, la vita ci supplicano di dire no alla guerra! Nessuno ci ha condannato a farci a pezzi anche se ci rassicurano che questo avviene per il nostro futuro! Perché nella guerra – malgrado le apparenze – non ci sono più, se mai ci sono stati, vincitori e vinti. Perché la violenza segna chi la subisce come chi la fa.

Lifta, Gerusalemme

 

8 commenti all'articolo - torna indietro

  1. inviato da rossoantico il 12 ottobre 2023 14:28
    Ciao fratello Ali, tu me l'hai insegnato meglio la silenziosa solidarietà e vicinanza che le parole banali. Un disperato abbraccio Rino
  2. inviato da Raffaella il 12 ottobre 2023 08:43
    L’aspettavo, Michele
    E temevo che fosse altro
    Invece ci siamo anche noi in quella richiesta di pace in quel no addolorato alla guerra
    Un saluto e un grazie a Ali e a te
  3. inviato da Beppe il 12 ottobre 2023 08:40
    Grazie, Michele. Una riflessione molto lucida. È terribile quello che sta avvenendo e, temo, irreversibile...
  4. inviato da Micaela Bertoldi il 11 ottobre 2023 20:20
    Caro Ali, nel condividere la tua profonda amarezza, voglio inviarti un abbraccio affettuoso, sperando che possa avvertire il legame fra amici, fra persone, che si rispettano e cercano di trovare una strada per restituire senso alla vita e ai destini delle società.
    Auguri di forza d'animo e coraggio.
    In amicizia.
  5. inviato da Daniela il 11 ottobre 2023 15:43
    Scusa Michele ... ho inviato il documento che hai inviato. Ma volevo semplicemente farti avere la mia piena condivisione.
  6. inviato da Ilaria il 11 ottobre 2023 15:41
    Grazie Michele!! Questo tuo messaggio ci porta ai “fondamentali” del Cantiere: la complessità ha bisogno di profondità.
  7. inviato da Federico Di Luciano il 11 ottobre 2023 15:39
    E' commovente e triste.
    Sono davvero convinto che paradossalmente l’unica cosa che può salvare una situazione del genere è il potere della letteratura nella prossima generazione; la stessa letteratura che ha trasmesso i valori religiosi potrebbe farli evolvere e rileggere sotto una nuova chiave.
    Non comprendo e non conosco abbastanza le essenze di quella zona del mondo, posso solo analizzarle, ma comprendo e sono completamente certo del potere della letteratura. D’altronde anche questo non è che un passo letterario.
  8. inviato da Mauro il 11 ottobre 2023 14:36
    Quando ho saputo quello che stava accadendo il mio primo pensiero è stato per il mio amico, saperti lontano dall'orrore prima mi ha tranquillizzato, poi mi ha fatto vedere che l'orrore era dentro ciascuno di noi ed ora ho letto commosso le tue sagge e tristi parole.
il tuo nick name*
url la tua email (non verrà pubblicata)*