"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Libri

«Il monito della ninfea» a Lavarone
Effetti Vaia nei pressi di Lavarone

Nell'ambito della rassegna «Incontri d'autore 2021» promossa dalla Biblioteca Comunale di Lavarone (in collaborazione con la Comunità di Slow Food per lo sviluppo agrocolturale degli Altipiani Cimbri), giovedì 15 luglio 2021, alle ore 21.00, presso il Centro Congressi ai Gionghi di Lavarone (Tn), si svolgerà la presentazione del libro di Diego Cason e Michele Nardelli "Il monito della ninfea. Vaia. la montagna, il limite" (Bertelli editore).

A conversare con uno degli autori, Michele Nardelli, ci sarà Domenico Sartori, giornalista de "L'Adige"

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Sono trascorsi due anni e mezzo da quella notte di fine ottobre 2018 quando la furia del vento abbatté 42.500 ettari di bosco e foreste dolomitiche. Si trattò dell'evento di maggior impatto sugli ecosistemi forestali mai avvenuto in Italia, cambiando in questo modo il volto di 494 Comuni, per un territorio complessivo di due milioni e 306 mila ettari spalmati sull'arco alpino orientale.

«Il monito della ninfea» a Sassuolo
la locandina dell'evento

Per iniziativa dell'Associazione culturale Biasin, del Comune di Sassuolo e di Legambiente, martedì 6 luglio 2021, alle ore 18.30, presso Arci Caccia - Il Parco in via Padova 7, ci sarà una nuova presentazione del libro di Diego Cason e Michele Nardelli "Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite" (Bertelli editori).

In dialogo con uno degli autori, Michele Nardelli, ci sarà Corrado Toni, presidente di Legambiente Sassuolo e Comuni pedemontani modenesi.

«Il monito della ninfea» a San Michele all'Adige
Effetto Bostrico

Promossa dalla locale sezione della SAT del Trentino, venerdì 28 maggio 2021, alle ore 20.00, presso la Sala Polifunzionale di San Michele all'Adige, si svolgerà la presentazione del libro di Diego Cason e Michele Nardelli "Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite" (Bertelli Editori).

Sarà l'occasione per un aggiornamento della situazione del "dopo Vaia" a due anni e mezzo dall'uragano che ha distrutto 42.500 ettari di bosco dolomitico (https://www.michelenardelli.it/commenti.php?id=4625)

 

A conversare con gli autori ci sarà Walter Nicoletti, giornalista e vicepresidente delle Acli Trentine.

«Il monito della ninfea» a Lavis
La copertina del libro

Riprendono, finalmente in presenza, le presentazione del libro "Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite".

 

Sabato 8 maggio 2021, alle ore 18.00, nella piazzetta degli Alpini a Lavis (in caso di pioggia nell'Auditorium adiacente).

A parlare del libro (e di quel monito che va ben oltre la tragedia che in una notte di fine ottobre di due anni fa ha spazzato via 42.500 ettari di bosco dolomitico) ci saranno - insieme agli autori Diego Cason e Michele Nardelli - l'antropologo ed ex presidente del CAI Annibale Salsa e il giornalista e vicepresidente delle Acli trentine Walter Nicoletti.

 

La presentazione è promossa dalla Biblioteca di Lavis e terre d'Adige in collaborazione con la Biblioteca Civica di Mori nell'ambito della manifestazione "Il maggio dei libri".

 

 

La metafora del nostro tempo
La copertina del libro

 

Un anno fa usciva “Il monito della ninfea”. Un invito alla lettura e all'incontro.


(20 aprile 2021) Sono trascorsi quasi due anni e mezzo da quella notte di fine ottobre 2018 quando la furia del vento abbatté 42.500 ettari di bosco e foreste dolomitiche. Si trattò dell'evento di maggior impatto sugli ecosistemi forestali mai avvenuto in Italia, cambiando in questo modo il volto di 494 Comuni, per un territorio complessivo di due milioni e 306 mila ettari spalmati sull'arco alpino orientale.

In un contesto nel quale gli avvenimenti si consumano in pochi giorni, a volte in poche ore, il lasso di tempo che ci separa da quel tragico evento può sembrare sufficiente per metterlo in archivio.

Se pensiamo che in questi due anni è accaduto di tutto, non solo il susseguirsi di altri eventi estremi che hanno scosso gli ecosistemi in ogni parte del pianeta ma soprattutto una sindemia che ancora sta devastando la vita di miliardi di persone, l'uragano Vaia potrebbe oltremodo apparire come un fatto verso il quale non riservare ulteriore attenzione.

Questo mettersi le cose alle spalle senza averne colto il monito non va bene. Allo stesso modo continuiamo a guardare gli avvenimenti come se fossero compartimenti stagni quando invece tutto si tiene. «Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe» scrive Walter Benjamin nel suo scritto dedicato all'Angelus Novus. Un'esortazione che vale anche per questo nostro tempo, che ci dovrebbe aiutare a riconoscere le connessioni fra le cose che accadono e solo apparentemente estranee l'una all'altra.

 

 

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«Il monito della ninfea» a Venezia
Boschi dolomitici. Particolare.

Per chi non avesse avuto la possibilità di connettersi in diretta, ecco qui il link della registrazione: zoom_0.mp4

 

Sono trascorsi più di due anni da quella notte di fine ottobre 2018 quando il vento ha cambiato il volto di 42.500 ettari di bosco e foreste dolomitiche. L'evento di maggior impatto sugli ecosistemi forestali mai avvenuto in Italia. 

Nel frattempo è accaduto di tutto, non solo il susseguirsi di eventi estremi che hanno scosso gli ecosistemi in ogni parte del pianeta ma soprattutto una pandemia che ha devastato la vita di miliardi di persone e rispetto alla quale Vaia appare oggi come un fatto poco più che irrilevante.

Eppure, come abbiamo scritto ne "Il monito della ninfea", Vaia è stato un messaggero. In questo libro, uscito quando la pandemia ancora non era scoppiata, ovviamente non c'è alcun riferimento al Covid-19 ma è come ne parlassimo dalla prima all'ultima pagina. Perché la pandemia non nasce dal nulla, è una sindemia, ovvero il condensarsi di crisi - in primo luogo ambientale, alimentare e sanitaria - per nulla estranee alle crisi climatica, demografica, economica, sociale, migratoria ed altro ancora che attraversano un pianeta malato di un delirio che lo ha reso insostenibile. 

Di Vaia e di questo intreccio di crisi parla "Il monito della ninfea", che lo rende più ad un anno dalla sua uscita più che mai attuale. Tanto è vero che ogni momento di presentazione diviene l'occasione per riflettere sul modello di sviluppo che ci ha portati sin qui e sul dove pensiamo di andare. Anche perché nel frattempo, le crisi che hanno generato Vaia come il Covid-19 e le sue varianti non si sono risolte né sopite.

L'attualità del monito della ninfea. E un confronto che vorremmo riprendere
Vaia

Care amiche e cari amici,

neve e freddo ci dicono che la primavera sembra ancora lontana. La crisi climatica ci avrebbe dovuto insegnare che i passaggi di stagione avvengono repentinamente e che i picchi di calore hanno eroso quelle di mezzo. Ma intanto l'inverno non intende mollare la presa, siamo tutti più stanchi e nervosi e la fine del tunnel non si vede.

No, non intendo proporvi alcuna metafora politica. Mi piace solo immaginare che a primavera e con il necessario distanziamento per una sindemia con la quale dovremmo convivere ancora a lungo, sarebbe bello poter riprendere le presentazioni del nostro libro Il monito della ninfea.

Nei giorni scorsi, sfogliandone le pagine, mi sono reso conto di quanto quel lavoro – uscito esattamente un anno fa a ridosso del primo diffondersi del Covid-19 – mantenga intatto il suo valore, ben oltre l'ambito di inchiesta (la tempesta Vaia) che si proponeva. E di come quel monito risulti quanto mai attuale.