Il 18 novembre di vent'anni fa la città di Vukovar cadeva, dopo mesi di assedio da parte dell'esercito federale e delle milizie serbe. Poco dopo, a Ovčara, avvenne la strage di quanti avevano trovato rifugio nell'ospedale cittadino
di Andrea Rossini (www.balcanicaucaso.org)
(18 novembre 2011) L'hangar dove sono state rinchiuse le persone prese all'ospedale di Vukovar, la notte prima della loro esecuzione, ha oggi le porte murate. "Così non potranno mai più essere chiuse", mi spiega il custode di quello che è oggi uno dei più importanti memoriali della Croazia. Il luogo si trova in aperta campagna, a pochi chilometri da Vukovar. È una domenica mattina, ci sono molti visitatori che arrivano in macchina o in pullman. Ascoltano in silenzio le parole della guida, prendono il depliant, alcuni comprano dei gadget, poi ripartono.
Silvy edizioni, 2012
Bucarest,1999. Stefana viene caricata su un'auto e rinchiusa in un ripostiglio. Nessuno ha visto, nessuno ha sentito, nessuno è intervenuto, "in omaggio a un cinismo metropolitano nato e cresciuto a Ovest e subito assimilato anche a Est, probabilmente". Stefana ha dodici anni ed è orfana di un giornalista di guerra americano e di una sociologa rumena impegnata nell'industria del volontariato internazionale.
Inizia così, con un colpo di scena, il romanzo-thriller di Vittorio Borelli, giornalista e scrittore con una ricca esperienza professionale che lo ha visto - tra l'altro - condirettore del Mondo e fondatore e direttore della rivista di geopolitica east. Proprio in questo ultimo lavoro si riverbera tutta la sua sensibilità di giornalista impegnato che ha visto e vissuto in prima persona i grandi cambiamenti a cavallo tra il Ventesimo e il Ventunesimo secolo. Borelli, con il linguaggio crudo, ironico e a tratti spigoloso che gli appartiene, mescola con abilità generi letterari, situazioni ed emozioni. Tra flash back, rimandi e salti temporali, si dipana la trama di questo romanzo dove non esistono certezze, dove "tutto è possibile". È il mondo post ideologico, post comunista, dell'Europa centro-orientale alla fine del secondo millennio, un mondo emotivo, smarrito in se stesso e insieme assetato di nuovi valori; un mondo contraddittorio, inquieto, dove convivono lecito e illecito, paure esistenziali e aneliti di sicurezza...
venerdì, 16 settembre 2011 ore 00:00
Dal 16 settembre al 30 ottobre 2011 si terrà a Rovereto la mostra fotografica di Livio Senigalliesi "Balcani, vent'anni dopo 1991-2011". La mostra è promossa da Osservatorio Balcani e Caucaso, nell'ambito di RoveretoImmagini 2011, in collaborazione con Museo Storico Italiano della Guerra, Associazione Paspartù e Associazione ADL Zavidovići e con il sostegno della Regione Trentino-Südtirol.
Balcani, vent'anni dopo. Mostra fotografica di Livio Senigalliesi
Ingresso alla mostra incluso nel biglietto per il Museo. Orario di apertura: 10.00 - 18.00
Rovereto, Museo Storico Italiano della Guerra, Via Castelbarco 7
martedì, 6 settembre 2011 ore 17:00
Nell'ambito della sezione linguaggi di Oriente Occidente, conferenza con MARJOLA RUKAJ, corrispondente di Osservatorio Balcani Caucaso
Rovereto, Sala della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto
venerdì, 16 settembre 2011 ore 15:00
Inaugurazione della mostra e dibattito
partecipano LIVIO SENIGALLIESI, autore, FRANCESCO MARTINO, Osservatorio Balcani e Caucaso e DANIELE PROTTI, L'Europeo
Rovereto, Museo storico italiano della Guerra
Intervista a cura di Nicole Corritore (da www.balcanicaucaso.org)
(26 agosto 2011) Nella notte tra il 25 e il 26 agosto 1992 iniziò il bombardamento della biblioteca di Sarajevo. La Viječnica fu distrutta dalle granate incendiarie dell'esercito serbo bosniaco, e migliaia di libri bruciarono nel rogo. Kanita Fočak, architetto sarajevese, testimone di quegli eventi, ricorda la vita, gli amori, la storia di uno dei simboli della città.
Prima
E' importante separare la storia dell'edificio dalla storia della biblioteca stessa. L'edificio della Viječnica (Rathaus, palazzo comunale) è stato costruito negli ultimi anni dell'800 secondo la volontà delle autorità austroungariche. Dopo quasi cinque secoli di dominio ottomano, la popolazione non era molto contenta di avere un altro padrone. Le autorità austroungariche decisero allora di costruire l'edificio per dimostrare la loro potenza e per rendersi amici i musulmani locali scegliendo, secondo la loro opinione, uno stile orientale.
venerdì, 5 agosto 2011 ore 18:00
Nell'ambito della manifestazione CastelFolk 2011 Osservatorio Balcani e Caucaso è lieto di invitarvi all'incontro
Generazione '89: giovani europei dopo la caduta del muro. Proiezione del video-reportage "Generazione '89" e dibattito
Del comunismo e di Ceauşescu non hanno ricordi diretti. Erano troppo piccoli, o non erano ancora nati. Sono la Generazione '89, guardano al futuro e vogliono cambiare la Romania. Questi i giovani intervistati nel videoreportage di Francesco Martino e Davide Sighele prodotto da Osservatorio Balcani e Caucaso.
Villalagarina, Castellano, Parco delle Leggende
Sarajevo, il libro dell'assedio ADV, 2012
Libro che racconta la più lunga e tragica "blokada" della Storia, a 20 anni dall'inizio delle cronache cruente (4, 5, 6 aprile 1992), nel ventesimo degli annali di sangue.
Il taglio dell'acqua e dell'energia elettrica, la penuria di tutto, il freddo, la fame, la morte e le amputazioni per i colpi di granata, la ricerca del cibo e il tiro dei cecchini, le miserie umane e le nobiltà, i sommersi e i salvati nella grande città inerme al tiro dei mortai e dei cecchini distesa nelle valli della Bosna e Miljacka. ... tutto è scritto nelle poesie dell'assedio di Abdulah Sidran dal funebre titolo La bara di Sarajevo, nella sfinita quotidianità dei versi di Izet Sarajli, nei diari dell'assedio di Marko Vešovi, nelle tragiche prose di Devad Karahasan, nei frammenti abbaglianti di Tvrtko Kulenovi, nelle short stories di dolore e disperazione nella città assediata di Miljenko Jergovi. Insieme, il drammatico racconto per immagini del fotografo Danilo Krstanovi.
Apre a Sarajevo, dopo una lunga serie di tentativi, il primo McDonald's della Bosnia Erzegovina. Le dichiarazioni dell'ambasciatore americano, le reazioni dei sarajevesi e l'accoglienza della catena di ćevapčići "Mrkva"
di Massimo Moratti www.balcanicaucaso.it
(22 luglio 2011) Martedì 19 luglio, il primo McDonald's ha aperto a Sarajevo. Piaccia o no, la Bosnia Erzegovina cessa di essere una "No Macs' land", dopo un negoziato durato almeno 10 anni. L'inaugurazione del primo McDonald's è stato un evento di primo piano. A tagliare il nastro sono stati niente di meno che il presidente in carica della Presidenza tripartita, Željko Komšić, e l'ambasciatore degli Stati Uniti Patrick Moon. Assieme a loro altri 300 VIP, tra cui Zlatko Lagumdžija, leader del partito socialdemocratico (SDP), per una serata d'eccezione al McDonald's.
Nel primo anniversario della strage celebrato con Karadžić e Mladić finalmente all'Aja, un commento che ripropone le scomode domande sul comportamento dei difensori dell'enclave e sulle responsabilità per la sua caduta. Le pagine di Emir Suljagić, il ruolo di Naser Orić e di Alija Iztbegović, il giudizio di Abdulah Sidran.
(11 luglio 2011) Dall'11 al 18 luglio 1995, nell'enclave protetta di Srebrenica, furono sterminati da 8 a 10.000 maschi inermi bosniaco-musulmani dai 16 ai 60 anni dalle forze armate serbo-bosniache agli ordini del generale Ratko (guerriero) Mladić. L'anniversario del genocidio prende quest'anno movenze di particolare drammaticità. Mladić, il responsabile militare di questa e altre stragi, è stato arrestato, dopo Radovan Karadžić, e viene adesso giudicato dal Tribunale Penale Internazionale dell'Aja.
di Azra Nuhefendić www.balcanicaucaso.org
E' il luogo dei ritrovi, il luogo delle amicizie, il luogo degli amori. E' il viale Vilsonovo, a Sarajevo, ombreggiato da quattro file di tigli secolari sopravvissuti anche alla guerra degli anni Novanta. Quando i tigli fioriscono, è ora di tornarci
(1 luglio 2011) Fioriscono i tigli, è ora di tornare a Sarajevo. In giugno il loro profumo si espande e, in due-tre giorni, avvolge tutta la città. I tigli in fiore provocano su di noi l'effetto di una droga leggera. Ci addolciscono, ci scuotono l'anima; diventiamo sentimentali, sul viso ci appare quel mezzo sorriso, un'espressione di chi contempla, di chi si ricorda un segreto, qualcosa di bello, di intimo. Ci ridà la voglia di goderci la vita, di darci da fare, di star bene, di trovare gli amici.
Questo articolo è stato pubblicato nell'ultimo numero della rivista UCT in questi giorni in edicola
di Michele Nardelli
(13 luglio 2011) Le immagini di quella brutale carezza che precede la mattanza rimarranno nella coscienza e nel dolore del ‘900. Sul set di Potočari, zona industriale di Srebrenica, il protagonista era lui, il generale Ratko Mladić. Lo sguardo fiero di chi ha in pugno la situazione, la sicurezza del gesto, il cameratismo, l'immancabile rakija, tutto secondo copione. Anche le comparse, perfette. Uomini smunti da mesi di assedio caricati sui camion con i loro zaini, donne con lo sguardo perso di chi ha un cattivo presentimento, i bambini per mano. E poi i caschi blu, ragazzini olandesi finiti più o meno per caso in quel buco del mondo di cui non sapevano nemmeno pronunciare il nome, alla mercé di guerrieri carichi di adrenalina e di alcol. Ma non era un film...
venerdì, 24 giugno 2011 ore 20:45
Analogie e differenze tra le attuali rivolte in molti Paesi del mondo arabo e il 1989 nell'Est Europa. Un'occasione per ripensare al Mediterraneo che abbiamo in comune.
DAVIDE SIGHELE, giornalista di OBC, dialoga con: FARID ADLY, giornalista libico; MIHAI MIRCEA BUTCOVAN, scrittore e giornalista romeno; JOVAN TEOKAREVIC, politologo serbo e direttore del Belgrade Centre for European Integration
Serata promossa da OBC nell'ambito dell'inizitiva "Sentiero di Pace" Vai al programma
Rovereto, Piazza Rosmini 5
giovedì, 23 giugno 2011 ore 20:45
Attraverso uno sguardo al femminile, una riflessione critica sul tema della rielaborazione del passato a vent'anni dall'inizio delle guerre di dissoluzione della Jugoslavia. Tre storie esemplari, esperienze concrete di impegno contro la guerra e per la riconciliazione.
LUKA ZANONI, direttore testata di OBC, dialoga con: RADA ZARKOVIC, direttrice della cooperativa "Insieme-Zajedno" di Bratunac (BiH);
MAJA MICIC, direttrice della Youth Initiative for Human Rights di Belgrado; LUISA MORGANTINI, già vicepresidente del Parlamento Europeo.
Incontro promosso da Osservatorio Balcani Caucaso nell'ambito dell'iniziativa Sentiero di pace Vai al programma
Rovereto, Piazza Rosmini 5
di Emiliano Bertoldi, Maurizio Camin, Ezio Pilati
(10 giugno 2011) Pochi giorni fa è stato arrestato Ratko Mladic, uno degli ultimi grandi criminali delle guerre in ex Yugoslavia ancora in libertà. E' un fatto importante per le migliaia di vittime e per i loro familiari. Alcuni li abbiamo incontrati personalmente nel nostro impegno come associazioni di solidarietà trentine nei Balcani.