Europa e Mediterraneo Balcani

La lunga rinascita della biblioteca di Sarajevo
L’immagine simbolo della distruzione di Vijećnica è quella del violoncellista Vedran Samjlović, che sublima il momento suonando sulle macerie all\'interno della biblioteca

Intervista a cura di Nicole Corritore (da www.balcanicaucaso.org)

(26 agosto 2011) Nella notte tra il 25 e il 26 agosto 1992 iniziò il bombardamento della biblioteca di Sarajevo. La Viječnica fu distrutta dalle granate incendiarie dell'esercito serbo bosniaco, e migliaia di libri bruciarono nel rogo. Kanita Fočak, architetto sarajevese, testimone di quegli eventi, ricorda la vita, gli amori, la storia di uno dei simboli della città.

Prima

E' importante separare la storia dell'edificio dalla storia della biblioteca stessa. L'edificio della Viječnica (Rathaus, palazzo comunale) è stato costruito negli ultimi anni dell'800 secondo la volontà delle autorità austroungariche. Dopo quasi cinque secoli di dominio ottomano, la popolazione non era molto contenta di avere un altro padrone. Le autorità austroungariche decisero allora di costruire l'edificio per dimostrare la loro potenza e per rendersi amici i musulmani locali scegliendo, secondo la loro opinione, uno stile orientale.

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venerdì, 5 agosto 2011 ore 18:00

Generazione '89: giovani europei dopo la caduta del muro
generazione \'89

Nell'ambito della manifestazione CastelFolk 2011 Osservatorio Balcani e Caucaso è lieto di invitarvi all'incontro

Generazione '89: giovani europei dopo la caduta del muro. Proiezione del video-reportage "Generazione '89" e dibattito

Del comunismo e di Ceauşescu non hanno ricordi diretti. Erano troppo piccoli, o non erano ancora nati. Sono la Generazione '89, guardano al futuro e vogliono cambiare la Romania. Questi i giovani intervistati nel videoreportage di Francesco Martino e Davide Sighele prodotto da Osservatorio Balcani e Caucaso.

Villalagarina, Castellano, Parco delle Leggende

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Sarajevo, il libro dell'assedio
la copertina
Devad Karahasan, Tvrtko Kulenovi, Miljenko Jergovi, Izet Sarajli, Abdulah Sidran, Marko Vešovi

Sarajevo, il libro dell'assedio
 
ADV, 2012

 

Libro che racconta la più lunga e tragica "blokada" della Storia, a 20 anni dall'inizio delle cronache cruente (4, 5, 6 aprile 1992), nel ventesimo degli annali di sangue.

Il taglio dell'acqua e dell'energia elettrica, la penuria di tutto, il freddo, la fame, la morte e le amputazioni per i colpi di granata, la ricerca del cibo e il tiro dei cecchini, le miserie umane e le nobiltà, i sommersi e i salvati nella grande città inerme al tiro dei mortai e dei cecchini distesa nelle valli della Bosna e Miljacka. ... tutto è scritto nelle poesie dell'assedio di Abdulah Sidran dal funebre titolo La bara di Sarajevo, nella sfinita quotidianità dei versi di Izet Sarajli, nei diari dell'assedio di Marko Vešovi, nelle tragiche prose di Devad Karahasan, nei frammenti abbaglianti di Tvrtko Kulenovi, nelle short stories di dolore e disperazione nella città assediata di Miljenko Jergovi. Insieme, il drammatico racconto per immagini del fotografo Danilo Krstanovi.

Big Mac contro ćevapi
Big Mac

Apre a Sarajevo, dopo una lunga serie di tentativi, il primo McDonald's della Bosnia Erzegovina. Le dichiarazioni dell'ambasciatore americano, le reazioni dei sarajevesi e l'accoglienza della catena di ćevapčići "Mrkva"

di Massimo Moratti www.balcanicaucaso.it

(22 luglio 2011) Martedì 19 luglio, il primo McDonald's ha aperto a Sarajevo. Piaccia o no, la Bosnia Erzegovina cessa di essere una "No Macs' land", dopo un negoziato durato almeno 10 anni. L'inaugurazione del primo McDonald's è stato un evento di primo piano. A tagliare il nastro sono stati niente di meno che il presidente in carica della Presidenza tripartita, Željko Komšić, e l'ambasciatore degli Stati Uniti Patrick Moon. Assieme a loro altri 300 VIP, tra cui Zlatko Lagumdžija, leader del partito socialdemocratico (SDP), per una serata d'eccezione al McDonald's.

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Srebrenica senza difesa
Potocari, Srebrenica
di Piero Del Giudice

Nel primo anniversario della strage celebrato con Karadžić e Mladić finalmente all'Aja, un commento che ripropone le scomode domande sul comportamento dei difensori dell'enclave e sulle responsabilità per la sua caduta. Le pagine di Emir Suljagić, il ruolo di Naser Orić e di Alija Iztbegović, il giudizio di Abdulah Sidran. 

da www.balcanicaucaso.org

(11 luglio 2011) Dall'11 al 18 luglio 1995, nell'enclave protetta di Srebrenica, furono sterminati da 8 a 10.000 maschi inermi bosniaco-musulmani dai 16 ai 60 anni dalle forze armate serbo-bosniache agli ordini del generale Ratko (guerriero) Mladić. L'anniversario del genocidio prende quest'anno movenze di particolare drammaticità. Mladić, il responsabile militare di questa e altre stragi, è stato arrestato, dopo Radovan Karadžić, e viene adesso giudicato dal Tribunale Penale Internazionale dell'Aja. 

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Fioriscono i tigli
fiore di tiglio

di Azra Nuhefendić   www.balcanicaucaso.org

E' il luogo dei ritrovi, il luogo delle amicizie, il luogo degli amori. E' il viale Vilsonovo, a Sarajevo, ombreggiato da quattro file di tigli secolari sopravvissuti anche alla guerra degli anni Novanta. Quando i tigli fioriscono, è ora di tornarci

(1 luglio 2011) Fioriscono i tigli, è ora di tornare a Sarajevo. In giugno il loro profumo si espande e, in due-tre giorni, avvolge tutta la città. I tigli in fiore provocano su di noi l'effetto di una droga leggera. Ci addolciscono, ci scuotono l'anima; diventiamo sentimentali, sul viso ci appare quel mezzo sorriso, un'espressione di chi contempla, di chi si ricorda un segreto, qualcosa di bello, di intimo. Ci ridà la voglia di goderci la vita, di darci da fare, di star bene, di trovare gli amici.

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Il mostro si annida nella normalità
La neve sul cimitero di Potocari, Srebrenica

Questo articolo è stato pubblicato nell'ultimo numero della rivista UCT in questi giorni in edicola

di Michele Nardelli 

(13 luglio 2011) Le immagini di quella brutale carezza che precede la mattanza rimarranno nella coscienza e nel dolore del ‘900. Sul set di Potočari, zona industriale di Srebrenica, il protagonista era lui, il generale Ratko Mladić. Lo sguardo fiero di chi ha in pugno la situazione, la sicurezza del gesto, il cameratismo, l'immancabile rakija, tutto secondo copione. Anche le comparse, perfette. Uomini smunti da mesi di assedio caricati sui camion con i loro zaini, donne con lo sguardo perso di chi ha un cattivo presentimento, i bambini per mano. E poi i caschi blu, ragazzini olandesi finiti più o meno per caso in quel buco del mondo di cui non sapevano nemmeno pronunciare il nome, alla mercé di guerrieri carichi di adrenalina e di alcol. Ma non era un film...

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venerdì, 24 giugno 2011 ore 20:45

L'89 europeo ed il 2011 arabo a confronto
manifesto euromediterranea, particolare

Analogie e differenze tra le attuali rivolte in molti Paesi del mondo arabo e il 1989 nell'Est Europa. Un'occasione per ripensare al Mediterraneo che abbiamo in comune.

DAVIDE SIGHELE, giornalista di OBC, dialoga con: FARID ADLY, giornalista libico; MIHAI MIRCEA BUTCOVAN, scrittore e giornalista romeno; JOVAN TEOKAREVIC, politologo serbo e direttore del Belgrade Centre for European Integration

Serata promossa da OBC nell'ambito dell'inizitiva "Sentiero di Pace"   Vai al programma


 

Rovereto, Piazza Rosmini 5

giovedì, 23 giugno 2011 ore 20:45

Vent'anni dopo. Donne per la riconciliazione nei Balcani
il telefono antiviolenza di Kraljevo

Attraverso uno sguardo al femminile, una riflessione critica sul tema della rielaborazione del passato a vent'anni dall'inizio delle guerre di dissoluzione della Jugoslavia. Tre storie esemplari, esperienze concrete di impegno contro la guerra e per la riconciliazione.

LUKA ZANONI, direttore testata di OBC, dialoga con: RADA ZARKOVIC, direttrice della cooperativa "Insieme-Zajedno" di Bratunac (BiH);
MAJA MICIC, direttrice della Youth Initiative for Human Rights di Belgrado; LUISA MORGANTINI, già vicepresidente del Parlamento Europeo.

Incontro promosso da Osservatorio Balcani Caucaso nell'ambito dell'iniziativa Sentiero di pace Vai al programma

Rovereto, Piazza Rosmini 5

Mladic, noi festeggiamo così
L\'antica moschea di Kozarac

di Emiliano Bertoldi, Maurizio Camin, Ezio Pilati 

(10 giugno 2011) Pochi giorni fa è stato arrestato Ratko Mladic, uno degli ultimi grandi criminali delle guerre in ex Yugoslavia ancora in libertà. E' un fatto importante per le migliaia di vittime e per i loro familiari. Alcuni li abbiamo incontrati personalmente nel nostro impegno come associazioni di solidarietà trentine nei Balcani.

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giovedì, 26 maggio 2011 ore 17:30

Storia e pensiero di Ibrahim Rugova
Ibrahim Rugova

Kosovo senza violenza. Storia e pensiero di Ibrahim Rigova

Incontro con Anna di Lellio, docente di relazioni internazionali alla New School e New York University

Interventi e saluti di Fabrizio Rasera, Mauro Cereghini e Michele Nardelli

Modera: Luisa Chiodi

L'iniziativa è nell'ambito del percorso di "Cittadinanza Euromediterranea" ed è promossa dal Tavolo trentino con i Balcani in collaborazione con l'Accademia degli Agiati, Osservatorio Balcani e Caucaso, Fondazione Cassa di Risparmio.

Rovereto, Palazzo della Fondazione Cassa di Risparmio, piazza Rosmini 5

Per una discussione pubblica sul passato
la balkanska krcma, la locanda balcanica
Ora che Ratko Mladić è stato arrestato ed estradato all'Aja si tratta di fare i conti col passato. Che la Serbia non ha ancora avuto il coraggio d'affrontare. Un'intervista a Nataša Kandić, direttrice del Centro per il diritto umanitario di Belgrado (da www.balcanicaucaso.org)

(1 giugno 2011) "È l'avvenimento storico-politico più importante dalla fine della guerra", così Nataša Kandić, direttrice del "Centro per il diritto umanitario" di Belgrado accoglie la notizia della cattura del generale serbo bosniaco Ratko Mladić ricercato da oltre 16 anni da quando il Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia (TPI), dopo gli eventi di Srebrenica, emise un mandato di cattura contro di lui. La Kandić è un'attivista per i diritti umani di lungo corso e non è donna amata nel proprio Paese, per il suo ruolo nella denuncia di crimini di guerra dell'esercito serbo, vedi il video che le fu consegnato degli Scorpioni un'unità speciale di "liquidatori" di Srebrenica, e per le sue opinioni fuori dal coro in merito al Kosovo. Negli anni Novanta, assieme ad altre attiviste per i diritti umani, era una delle "streghe di Belgrado". OBC l'ha incontrata dopo l'arresto di Mladić.

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Una buona notizia, arrestato Mladić
Sarajevo, un cimitero

(26 maggio 2011) "In nome della Repubblica di Serbia, vi annuncio che oggi è stato arrestato Ratko Mladić". Il presidente serbo Boris Tadić ha confermato l'arresto del superlatitante poco dopo le ore 13.00. "Con l'arresto di Mladić chiudiamo una delle pagine più difficili della nostra storia recente", ha detto Tadić, ribadendo che quanto avvenuto oggi è un passo importantissimo verso la "piena riconciliazione" nell'area ex-jugoslava.

da http://www.balcanicaucaso.org/

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Bosnia: segnali di (fine?) tempesta
il ponte di Mostar

di Christophe Solioz e Wolfgang Petritsch 

L'ennesima crisi a quindici anni da Dayton. I nazionalismi destabilizzano lo Stato, mentre la comunità internazionale sembra impotente e confusa. La Bosnia cerca la propria via per entrare nell'UE tra tante difficoltà e ferite ancora aperte. Un interessante commento dal sito http://www.balcanicaucaso.org/

(18 maggio 2011) Una quindicina d'anni dopo la firma degli Accordi di Dayton, il 14 dicembre 1995 a Parigi, la Bosnia resta invischiata in quel che rimane di una transizione post-bellica interminabile. Le crisi hanno il gusto amaro del "già visto", scandiscono il ritmo della vita quotidiana dei suoi cittadini (dis)illusi. Ogni volta si prevede il peggio, il sollievo che segue è dunque grande quanto illusorio.

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martedì, 29 marzo 2011 ore 15:00

Incontro formativo su Europa e Balcani
Incontro formativo con Michele Nardelli per alcune classi di studenti che partecipano ad un viaggio di studio nella regione balcanica

Conegliano Veneto

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