Europa e Mediterraneo Balcani

Srebrenica senza difesa
Potocari, Srebrenica
di Piero Del Giudice

Nel primo anniversario della strage celebrato con Karadžić e Mladić finalmente all'Aja, un commento che ripropone le scomode domande sul comportamento dei difensori dell'enclave e sulle responsabilità per la sua caduta. Le pagine di Emir Suljagić, il ruolo di Naser Orić e di Alija Iztbegović, il giudizio di Abdulah Sidran. 

da www.balcanicaucaso.org

(11 luglio 2011) Dall'11 al 18 luglio 1995, nell'enclave protetta di Srebrenica, furono sterminati da 8 a 10.000 maschi inermi bosniaco-musulmani dai 16 ai 60 anni dalle forze armate serbo-bosniache agli ordini del generale Ratko (guerriero) Mladić. L'anniversario del genocidio prende quest'anno movenze di particolare drammaticità. Mladić, il responsabile militare di questa e altre stragi, è stato arrestato, dopo Radovan Karadžić, e viene adesso giudicato dal Tribunale Penale Internazionale dell'Aja. 

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Fioriscono i tigli
fiore di tiglio

di Azra Nuhefendić   www.balcanicaucaso.org

E' il luogo dei ritrovi, il luogo delle amicizie, il luogo degli amori. E' il viale Vilsonovo, a Sarajevo, ombreggiato da quattro file di tigli secolari sopravvissuti anche alla guerra degli anni Novanta. Quando i tigli fioriscono, è ora di tornarci

(1 luglio 2011) Fioriscono i tigli, è ora di tornare a Sarajevo. In giugno il loro profumo si espande e, in due-tre giorni, avvolge tutta la città. I tigli in fiore provocano su di noi l'effetto di una droga leggera. Ci addolciscono, ci scuotono l'anima; diventiamo sentimentali, sul viso ci appare quel mezzo sorriso, un'espressione di chi contempla, di chi si ricorda un segreto, qualcosa di bello, di intimo. Ci ridà la voglia di goderci la vita, di darci da fare, di star bene, di trovare gli amici.

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Il mostro si annida nella normalità
La neve sul cimitero di Potocari, Srebrenica

Questo articolo è stato pubblicato nell'ultimo numero della rivista UCT in questi giorni in edicola

di Michele Nardelli 

(13 luglio 2011) Le immagini di quella brutale carezza che precede la mattanza rimarranno nella coscienza e nel dolore del ‘900. Sul set di Potočari, zona industriale di Srebrenica, il protagonista era lui, il generale Ratko Mladić. Lo sguardo fiero di chi ha in pugno la situazione, la sicurezza del gesto, il cameratismo, l'immancabile rakija, tutto secondo copione. Anche le comparse, perfette. Uomini smunti da mesi di assedio caricati sui camion con i loro zaini, donne con lo sguardo perso di chi ha un cattivo presentimento, i bambini per mano. E poi i caschi blu, ragazzini olandesi finiti più o meno per caso in quel buco del mondo di cui non sapevano nemmeno pronunciare il nome, alla mercé di guerrieri carichi di adrenalina e di alcol. Ma non era un film...

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venerdì, 24 giugno 2011 ore 20:45

L'89 europeo ed il 2011 arabo a confronto
manifesto euromediterranea, particolare

Analogie e differenze tra le attuali rivolte in molti Paesi del mondo arabo e il 1989 nell'Est Europa. Un'occasione per ripensare al Mediterraneo che abbiamo in comune.

DAVIDE SIGHELE, giornalista di OBC, dialoga con: FARID ADLY, giornalista libico; MIHAI MIRCEA BUTCOVAN, scrittore e giornalista romeno; JOVAN TEOKAREVIC, politologo serbo e direttore del Belgrade Centre for European Integration

Serata promossa da OBC nell'ambito dell'inizitiva "Sentiero di Pace"   Vai al programma


 

Rovereto, Piazza Rosmini 5

giovedì, 23 giugno 2011 ore 20:45

Vent'anni dopo. Donne per la riconciliazione nei Balcani
il telefono antiviolenza di Kraljevo

Attraverso uno sguardo al femminile, una riflessione critica sul tema della rielaborazione del passato a vent'anni dall'inizio delle guerre di dissoluzione della Jugoslavia. Tre storie esemplari, esperienze concrete di impegno contro la guerra e per la riconciliazione.

LUKA ZANONI, direttore testata di OBC, dialoga con: RADA ZARKOVIC, direttrice della cooperativa "Insieme-Zajedno" di Bratunac (BiH);
MAJA MICIC, direttrice della Youth Initiative for Human Rights di Belgrado; LUISA MORGANTINI, già vicepresidente del Parlamento Europeo.

Incontro promosso da Osservatorio Balcani Caucaso nell'ambito dell'iniziativa Sentiero di pace Vai al programma

Rovereto, Piazza Rosmini 5

Mladic, noi festeggiamo così
L\'antica moschea di Kozarac

di Emiliano Bertoldi, Maurizio Camin, Ezio Pilati 

(10 giugno 2011) Pochi giorni fa è stato arrestato Ratko Mladic, uno degli ultimi grandi criminali delle guerre in ex Yugoslavia ancora in libertà. E' un fatto importante per le migliaia di vittime e per i loro familiari. Alcuni li abbiamo incontrati personalmente nel nostro impegno come associazioni di solidarietà trentine nei Balcani.

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giovedì, 26 maggio 2011 ore 17:30

Storia e pensiero di Ibrahim Rugova
Ibrahim Rugova

Kosovo senza violenza. Storia e pensiero di Ibrahim Rigova

Incontro con Anna di Lellio, docente di relazioni internazionali alla New School e New York University

Interventi e saluti di Fabrizio Rasera, Mauro Cereghini e Michele Nardelli

Modera: Luisa Chiodi

L'iniziativa è nell'ambito del percorso di "Cittadinanza Euromediterranea" ed è promossa dal Tavolo trentino con i Balcani in collaborazione con l'Accademia degli Agiati, Osservatorio Balcani e Caucaso, Fondazione Cassa di Risparmio.

Rovereto, Palazzo della Fondazione Cassa di Risparmio, piazza Rosmini 5

Per una discussione pubblica sul passato
la balkanska krcma, la locanda balcanica
Ora che Ratko Mladić è stato arrestato ed estradato all'Aja si tratta di fare i conti col passato. Che la Serbia non ha ancora avuto il coraggio d'affrontare. Un'intervista a Nataša Kandić, direttrice del Centro per il diritto umanitario di Belgrado (da www.balcanicaucaso.org)

(1 giugno 2011) "È l'avvenimento storico-politico più importante dalla fine della guerra", così Nataša Kandić, direttrice del "Centro per il diritto umanitario" di Belgrado accoglie la notizia della cattura del generale serbo bosniaco Ratko Mladić ricercato da oltre 16 anni da quando il Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia (TPI), dopo gli eventi di Srebrenica, emise un mandato di cattura contro di lui. La Kandić è un'attivista per i diritti umani di lungo corso e non è donna amata nel proprio Paese, per il suo ruolo nella denuncia di crimini di guerra dell'esercito serbo, vedi il video che le fu consegnato degli Scorpioni un'unità speciale di "liquidatori" di Srebrenica, e per le sue opinioni fuori dal coro in merito al Kosovo. Negli anni Novanta, assieme ad altre attiviste per i diritti umani, era una delle "streghe di Belgrado". OBC l'ha incontrata dopo l'arresto di Mladić.

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Una buona notizia, arrestato Mladić
Sarajevo, un cimitero

(26 maggio 2011) "In nome della Repubblica di Serbia, vi annuncio che oggi è stato arrestato Ratko Mladić". Il presidente serbo Boris Tadić ha confermato l'arresto del superlatitante poco dopo le ore 13.00. "Con l'arresto di Mladić chiudiamo una delle pagine più difficili della nostra storia recente", ha detto Tadić, ribadendo che quanto avvenuto oggi è un passo importantissimo verso la "piena riconciliazione" nell'area ex-jugoslava.

da http://www.balcanicaucaso.org/

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Bosnia: segnali di (fine?) tempesta
il ponte di Mostar

di Christophe Solioz e Wolfgang Petritsch 

L'ennesima crisi a quindici anni da Dayton. I nazionalismi destabilizzano lo Stato, mentre la comunità internazionale sembra impotente e confusa. La Bosnia cerca la propria via per entrare nell'UE tra tante difficoltà e ferite ancora aperte. Un interessante commento dal sito http://www.balcanicaucaso.org/

(18 maggio 2011) Una quindicina d'anni dopo la firma degli Accordi di Dayton, il 14 dicembre 1995 a Parigi, la Bosnia resta invischiata in quel che rimane di una transizione post-bellica interminabile. Le crisi hanno il gusto amaro del "già visto", scandiscono il ritmo della vita quotidiana dei suoi cittadini (dis)illusi. Ogni volta si prevede il peggio, il sollievo che segue è dunque grande quanto illusorio.

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martedì, 29 marzo 2011 ore 15:00

Incontro formativo su Europa e Balcani
Incontro formativo con Michele Nardelli per alcune classi di studenti che partecipano ad un viaggio di studio nella regione balcanica

Conegliano Veneto

sabato, 26 marzo 2011 ore 16:00

Italia solidale. Dalla Giovine Europa alla mobilitazione per i Balcani
meeting Belgrado

Sabato 26 Marzo 2011, dalle ore 16.00 alle 18.00, nella Corte di Palazzo Adami, P.zza S.Marco 7, Rovereto

Caffè-dibattito

L'Italia solidale.
Dalla Giovine Europa alla mobilitazione per i Balcani


intervengono:
Luisa Chiodi, Direttrice di Osservatorio Balcani e Caucaso/Fondazione Opera Campana dei Caduti
Francesco Privitera, storico, Università degli Studi di Bologna
Fabrizio Bettini, Progetto Colomba, Associazione Papa Giovanni XXIII
Michele Nardelli, presidente del Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani

Rovereto, Palazzo Adami

Jovan Divjak, un uomo in bilico
Sarajevo, il monumento alla carne per cani
(13 marzo 2011) Dopo l'arresto di Jovan Divjak, avvenuto in Austria giovedì 3 marzo, si sono moltiplicate le reazioni e le manifestazioni di sostegno all'ex generale bosniaco. Due le petizioni per la sua liberazione, in Italia e in Bosnia Erzegovina. Riprendiamo il commento di Paolo Rumiz scritto per il Piccolo di Trieste e, in allegato, l'articolo di Andrea Rossini per Osservatorio Balcani Caucaso

di Paolo Rumiz

Lo conobbi, pensate, a testa in giù. Jovan Divjak era in posizione yoga, dritto come un palo sulla scrivania. Lontano si sentivano colpi di mortaio. Era il settembre 1992, a Sarajevo, nel quartier generale delle truppe di difesa, le milizie che lui stava mettendo assieme dal nulla. Mi disse "Si accomodi" in francese, spiegò che non dormiva da un mese e quello era il solo modo di ricuperare. Cominciammo guardandoci al contrario, come i fanti della stessa carta di tressette. Poi mi spiegò la situazione sul fronte. (...)

L\'articolo di Rossini

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domenica, 20 febbraio 2011 ore 11:00

Verso dove? La Bosnia, l'Associazione, il Futuro
Travnik, Bosnia (disegno)
Una conferenza, un incontro, per interrogarsi sulla relazione costruita fra Adottando e Tuzlanska Amika. Partecipano Franco Di Mare, Irfanka Pasagic, Michele Nardelli, Gianluca Borghi, Luca Leone, Gianni Sofri

Bologna, La Scuderia, piazza Verdi 2

la brochure

Qualcuno dovrà pure chiedere scusa...
Peja-Pec, capanni bombardati nel centro cittadino

di Michele Nardelli

(15 agosto 2011) Se si esaminano le aree interessate ai bombardamenti della Nato del 1999 sul Kosovo quella di Peja - Peć è sicuramente una delle più colpite. Nella distruzione generale, i segni dei bombardamenti erano visibili ad occhio nudo perché interessavano gli insediamenti industriali, i depositi, le caserme, le linee di comunicazione.

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