"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Caro diario, inizia un nuovo anno, il 2015. Come ho già scritto altrove, non si presenta nel migliore dei modi. E qui potrebbe iniziare un elenco di fatti più o meno tragici per descrivere i segnali di quel che questo pianeta e i suoi abitanti stanno diventando. Ve lo risparmio. Ma c'è una cosa che mi preoccupa forse più di ogni altra e verso la quale, in genere, non si presta particolare attenzione.
Mi riferisco all'incapacità di leggere il presente e di vedere dentro ed oltre gli avvenimenti, presi come siamo dalla superficialità e dall'emotività. All'incapacità di far tesoro del passato e di imparare dalla storia, la cui manipolazione al contrario la trasforma in uno strumento di divisione, di paura e di guerra. Alla solitudine e allo smarrimento che viene dal vuoto della politica.
E allora, in queste ore, come non vedere che il tema dello “scontro fra civiltà” sta entrando nell'immaginario collettivo, fornendo una risposta semplificata alla paura di futuro che attraversa le nostre società? L'effetto è quello di chiudersi a riccio, di radicalizzare le proprie appartenenze, di viversi in sottrazione e di sentirsi in guerra. E in guerra lo stato di diritto va a farsi benedire.
La risposta allo scontro di civiltà è il riconoscimento dell'altro come parte della propria identità, non l'esibizione delle bandiere nazionali; è il farsi carico del dolore dell'altro non il dileggio o l'offesa; è la conoscenza e la cultura - nella consapevolezza che quel che siamo, i nostri pensieri come il sapere umanistico e scientifico (ma anche come ci vestiamo, quello che mangiamo...) è il prodotto dell'incontro - non il facile stereotipo. E' il fare il vuoto nei confronti del terrorismo, a cominciare dallo smettere di farci affari, non i bombardamenti. E' il farla finita con gli interventi militari per "esportare la democrazia" creando solo rancore e desiderio di vendetta, affidandosi invece alla democrazia e al diritto internazionale.
Vorrei che questo sentire animasse le manifestazioni contro il terrorismo, ma non mi pare sia così.
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