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di Federico Zappini
Cara Europa,
so che guardi anche tu con apprensione alle notizie che arrivano da Gaza, Tel Aviv e Gerusalemme. So che tendi l'orecchio e in cuor tuo speri che non siano fondate le voci di un imminente attacco di terra dell'esercito israeliano. Non servirebbe il verificarsi di questa eventualità per essere preoccupati, non servirebbe altro sangue per rendere la situazione insopportabile. Principessa Europa, stiamo parlando delle terre nelle quali la mitologia greca pone le tue origini. Territori magici, territori fertili, territori traditi che non si possono che amare. Stiamo parlando delle tua casa e di una parte importante della tua storia.

di Ali Rashid
(18 novembre 2012) Gli sviluppi militari dell'offensiva israeliana su Gaza sono imprevedibili e potrebbero sfuggire di mano. Il ministro della Difesa israeliano Barak ha espresso la sua determinazione a raggiungere tutti gli obiettivi prefissati e continua ad ammassare truppe di terra nella zona richiamando altri riservisti. A Barak bisogna ricordare che, a partire dalla guerra contro il Libano del 2006, nessuna operazione militare israeliana ha raggiunto i suoi obiettivi. Gli unici risultati raggiunti finora da questo attacco sono la morte definitiva dell'accordo di Camp David con l'Egitto, il rafforzamento di Hamas sul piano regionale a scapito dell'indebolimento di Abu Mazen e dell'Anp e, di conseguenza, della possibilità di rinascita del processo di pace.
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(28 novembre 2012) Quattro anni fa, in quei drammatici giorni che seguirono l'assedio di Gaza, lanciammo un appello dal titolo: "La questione morale del nostro tempo". Rappresentava il tentativo non solo di uscire dalla spirale della guerra ma anche dai rituali dello schierarsi con le parti in conflitto, per provare ad indicare una prospettiva diversa, capace di modificare il nostro sguardo su un conflitto che affonda le proprie radici nel cuore di tenebra dell'Europa e del suo Novecento.
Si avviò una carovana. Si nutriva di culture e di storie che la guerra intendeva cancellare, di resistenza nonviolenta a dispetto della chiamata alle armi, di relazioni fra territori e persone nell'intento di valorizzare luoghi e saperi che nell'intreccio del Mediterraneo hanno costruito straordinarie civiltà niente affatto in conflitto. Una rete fittissima di esperienze che hanno interagito con la "primavera araba" dopo la quale niente è più come prima.
Oggi la storia sembra ripetersi, quasi a voler abbattere i ponti di dialogo costruiti a fatica nel contesto dei grandi cambiamenti di questo tempo. Di nuovo assistiamo impotenti al dilagare della guerra. Le popolazioni civili vedono aggiungersi nuove sofferenze e nuove distruzioni, tanto in Palestina dove nuovi lutti si aggiungono ad una interminabile lista del dolore, quanto in Israele dove un numero pur minore di vittime non attenua lo stato di tensione e di paura. Per entrambi, l'insicurezza e l'incertezza del domani avviliscono l'esistenza ed offuscano le menti.
venerdì, 12 ottobre 2012 ore 17:00
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Nell'ambito della rassegna di Religion Today, proiezione del film Little Town of Bethlehem di j. Hanon (Usa, 2010).
Seguirà una conversazione con ospiti il teologo Paul Renner e il presidente del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani Michele Nardelli.
Trento, Teatro S.Marco
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Riprendo questo testo che condivido ampiamente e che credo rappresenti un modo diverso di immaginare il futuro nella martoriata Mezzaluna fertile del Mediterraneo.
di Awad Abdelfattah e Jeff Halper
The Electronic Intifada
Un paese, due popoli, tre religioni. È tempo che una soluzione a uno stato unico basata sulla parità di diritti diventi senso comune. Il "conflitto israelo-palestinese" è stato spesso presentato come uno dei più intrattabili nella storia del mondo moderno. Ma una ragione di ciò è proprio che è stato erroneamente analizzato come un conflitto e quindi le "soluzioni" offerte e i "processi di pace" per arrivarci sono falliti. Questo non è un conflitto. Non ci sono due parti in conflitto su alcune questioni che possono essere risolte attraverso negoziati tecnici e compromessi. Piuttosto, il sionismo era – ed è – un progetto coloniale di coloni. I coloni ebrei arrivarono in Palestina dall'Europa con l'intenzione di conquistare il paese e farlo proprio. Come tutti i movimenti dei coloni, erano dotati di una narrazione: il motivo per cui il paese apparteneva effettivamente a loro e hanno perseguito unilateralmente la loro rivendicazione di diritto. La popolazione indigena palestinese (che includeva sefarditi, mizrahi ed ebrei ultraortodossi) non aveva voce nel processo; non erano una “parte”, ma semplicemente una popolazione di cui sbarazzarsi. Ciò rimane vero fino ad oggi, poiché il progetto dei coloni sionisti ha virtualmente completato il suo compito di giudaizzare la Palestina, di trasformare un paese arabo in uno ebraico. La sua conclusione inevitabile è l'apartheid: confinare i palestinesi in enclave disconnesse e impoverite sparse per oltre il 15 per cento del loro paese.

Il Ministro del Lavoro palestinese Madjalani a colloquio con il Presidente Dellai
(12 luglio 2012) Il ministro palestinese del lavoro - e ad interim dell'agricoltura - Ahmad Madjalani ha incontrato stamani il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai. Due gli interessi prioritari al centro della visita del ministro: dare continuità d'azione al protocollo d'intesa firmato dall'Autorità palestinese con la Provincia autonoma lo scorso anno e approfondire la conoscenza di alcune peculiarità del Trentino, in particolare l'esperienza della cooperazione. Il presidente Dellai - che ha consegnato al ministro lo stemma del Trentino - ha ricordato a sua volta i rapporti di amicizia e collaborazione già avviati negli anni scorsi e ha auspicato un loro ulteriore approfondimento, a partire da settori come quello dell'agricoltura.
martedì, 29 maggio 2012 ore 20:30
Rovereto, Centro per la Pace
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di Micaela Bertoldi
(24 maggio 2012) E' proprio vero che, come scrisse Fedro, "Peras imposti Iuppiter nobis duas" e cioè che Giove impose agli uomini due bisacce: quella dei vizi degli altri tenuta bene in vista, quella dei propri tenuta invece ben nascosta dietro la schiena.
E' questa la sensazione chiara che si ha leggendo la presa di posizione di Ilda Sangalli Riedmiller (Sinistra per Israele)e di Giuseppe Franchetti (Presidente Federazione Sionistica) a proposito della replica da loro scritta ad una riflessione condotta dal Presidente del Forum per la pace e i diritti umani Michele Nardelli sulla situazione che contraddistingue i rapporti tra Palestina e Israele.
giovedì, 10 maggio 2012 ore 20:30

Palestina e Israele oggi: una riflessione, a partire dal libro "Vivere con Con-vivere" di Micaela Bertoldi
Partecipano: Alessandro Andreatta, sindaco di Trento; Micaela Bertoldi, autrice del libro; Ugo Morelli, fondatore di Polemos, Scuola di ricerca e formazione sul conflitto; Michele Nardelli Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani; Erica Mondini Associazione Pace per Gerusalemme
Associazione onlus "Pace per Gerusalemme - Il Trentino e la Palestina"
Trento, Sala Falconetto, Palazzo Geremia, via Belenzani
giovedì, 19 aprile 2012 ore 19:30
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Trento, Cinema Astra

(19 maggio 2012) Gaza, 1.645.500 abitanti in una piccola striscia di terra di 360 kmq, viene considerata la più grande prigione a cielo aperto del mondo. In questo inferno, dove la densità è di 4.587 abitanti per kmq (quella del Trentino con una superficie di 6.206 kmq è di 85 abitanti per kmq), nel gennaio 2009 si è consumato l'ennesimo capitolo di una guerra infinita, venti giorni di bombardamenti che portarono alla morte di più di mille palestinesi, molti dei quali donne e bambini.
In quei giorni Desmond Tutu e il compianto Václav Havel così scrivevano «... quello che è in gioco a Gaza è l'etica fondamentale del genere umano. ... Se vogliamo evitare che la Fertile Crescent, la "Mezzaluna fertile" del Mediterraneo del Sud divenga sterile, dobbiamo svegliarci e trovare il coraggio morale e la visione politica per un salto qualitativo in Palestina».

Monti vede Abu Mazen e Netanyahu. "Servono due Stati e i confini del '67". La Pasqua del premier italiano in Palestina e Israele. Ma intanto prosegue la politica di occupazione delle terre palestinesi. L'appello che viene da Beit Jala.
Da tempo vado dicendo che la questione palestinese potrà trovare soluzione in una diversa prospettiva regionale e mediterranea. E che la soluzione "due popoli, due stati" per quanto considerata realistica è stata continuamente calpestata dai nuovi insediamenti e dalla politica di Israele tesa ad evitare continuità territoriale nei territori gestiti dalla ANP, peraltro anch'essi contesi come nella zona C. Ciò nonostante le dichiarazioni di Monti sul riconoscimento dei confini del '67 vanno considerate un passo importante di discontinuità del governo italiano rispetto al recente passato, sempre che i comportamenti e le relazioni verso il conflitto ne siano conseguenti. Perché questo vuol dire una cosa in primo luogo: la messa in discussione di tutti gli insediamenti illegali dei coloni. Staremo a vedere. Anche perché nel frattempo Israele continua con la sua politica del fatto compiuto, come si evince dall'appello che proprio in queste ore ci viene da Beit Jala, comunità nei pressi di Betlemme e con la quale il Trentino ha avviato da tempo una relazione speciale di scambio e di cooperazione (m.n.)
(9 aprile 2012) «La questione palestinese va risolta al più presto». Sono le parole del presidente del Consiglio Mario Monti, giunto a Ramallah dove ha incontrato il presidente del'Anp, Abu Mazen. L'Italia, ha spiegato il premier, sostiene in Medio Oriente la soluzione di «due Stati», uno per Israele e palestinesi che vivano «in pace l'uno accanto all'altro», da raggiungersi attraverso «il negoziato». «L'Italia non riconosce nessuna modifica dei confini rispetto agli accordi del 1967», ha ribadito Monti sulla questione israelo-palestinese. «La posizione italiana è inequivocabile e ancorata all'Ue», ha aggiunto.
Monti ha poi incontrato in Israele il premier Netanyahu: «Il negoziato tra le parti non ha alternative per la soluzione del conflitto» israelo-palestinese, ha affermato. Monti ha auspicato «l'adozione di misure che ristabiliscano la fiducia» e aiutino a superare «lo stallo negoziale».
martedì, 13 marzo 2012 ore 18:00

Il Comune di Rovereto e l'Associazione onlus Pace per Gerusalemme - Il Trentino e la Palestina presentano
LA PALESTINA DELLA CONVIVENZA. Storia dei Palestinesi 1880 - 1948
Dal 13 al 21 marzo 2012 - Foyer Auditorium Melotti, Corso Bettini 43, Rovereto. Inaugurazione 13 marzo, ore 18.00
THIS IS MY LAND... HEBRON Film documentario di Giulia Amati & Stephen Natanson, 13 marzo 2012, ore 20,30 Sala Conferenze del MART
Rovereto, Auditorium Melotti, Corso Bettini 43
sabato, 17 dicembre 2011 ore 17:30
Natale dei Popoli 2011
Poesia, canto, musica. Incontro con la Palestina e le poesie di Mahmud Darwish
Al termine saporti arabi e trentini nella Piazza del Mart
Rovereto, Auditorium Melotti
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