Riprendo dal blog dell'amico Federico questo stimolo al confronto su un tema che sento, come persona che promosse nel 1975 l'occupazione del Santa Chiara, molto vicino e attuale, tanto sul piano della creazione e valorizzazione degli spazi di vita comunitaria nella città di Trento, quanto su quello del rapporto fra cultura della legalità e processi di cambiamento. Con l'impegno di scriverne nei prossimi giorni. (m.n.)
di Federico Zappini *
Quello che segue è da ritenersi come un documento aperto, che aspetta e ha bisogno delle modifiche e delle aggiunte di chiunque voglia partecipare alla co-progettazione degli spazi dell’ex-S.Chiara e che ritenga che il modo migliore per farlo sia quello di favorire un lavoro collettivo di raccolta ed elaborazione di idee. Rimango a disposizione (via telefono, e.mail, Facebook, Twitter e soprattutto di persona) per capire come sia meglio proseguire su questa strada. Prima scadenza il prossimo 13 gennaio, giorno in cui presentare il documento frutto dell’impegno di un gruppo il più possibile vasto.
Il 14 giugno 1975 centinaia di cittadini e cittadine decidevano di occupare il parco e le strutture dell’ex-complesso ospedaliero Santa Chiara, a Trento. Lo facevano – in un periodo certamente movimentato dal punto di vista politico e sociale – nel tentativo di impedire che il previsto riordino urbanistico della zona cancellasse spazio verde ed ex ospedale trasformando la destinazione d’uso di quello che successivamente (grazie a fondi provenienti dalla Presidenza della Repubblica) sarebbe diventato – pur in maniera mai del tutto completa – uno dei presidi culturali maggiormente utilizzati e riconosciuti dalla cittadinanza. La storia diede ragione all’azione di protesta – durata più di un mese – e certificò l’urgenza, espressa dai cittadini, di voler essere protagonisti nella definizione delle strategie per l’utilizzo e la gestione degli spazi pubblici della città.
mercoledì, 14 dicembre 2016 ore 18:00
L’incontro nasce dall’incrocio di due opportunità e da un’ambizione. Le opportunità di presentare il libro “La città resiliente” (Altraeconomia, 2016) con l’autore Piero Pellizzaro nei giorni immediatamente precedenti la Scuola della Resilienza (15/16/17 dicembre a Rovereto, presso Progetto Manifattura) e “Neighbourchange” di Elena Ostanel, progetto di ricerca triennale per studiare processi di rigenerazione urbana via innovazione sociale in quartieri ad alto tasso di immigrazione, tra l’Italia, il Canada e l’Olanda.
Trento, Impact Hub, via Sanseverino
Tra il voto del referendum e la crisi delle città (Trento, Torino, Roma) esiste un minimo comune denominatore. E va rintracciato in quelle che Ilda Curti, ex assessora all’integrazione e alla rigenerazione urbana di Torino, ha chiamato «linee di crescenza». Sono gli spazi inter-medi dove si muove una socialità molteplice, che produce nuove culture e anche conflitti negativi («Perché la periferia è contemporaneità»). È la parte di società dove la politica si è ritratta.
venerdì, 9 dicembre 2016 ore 18:00
Così lontane così vicine.
Venerdì 9 dicembre 2016, ore 18.00
Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale. Ex Convento degli Agostiniani, Trento
Ne parlano
Ilda Curti, ex assessora alle Politiche Sociali del Comune di Torino
Silvano Falocco, direttore della Fondazione Ecosistemi, Roma
Federico Zappini, associazione “territoriali#europei”, Trento
Modera
Simone Casalini, caporedattore Corriere del Trentino
Trento, Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale, vicolo San Marco 1
«Così lontane, così vicine». Roma, Torino e Trento a confronto in un interessante dibattito venerdì sera a Trento.
di Erica Ferro, Corriere del Trentino
A pochi giorni dall’esito della domenica referendaria, impossibile non riflettere sullo stato dell’arte del pensiero e dell’azione politica. Quella che affonda le sue radici nella storia del Novecento, in particolare, pare aver esaurito le sue chiavi di interpretazione. «Le nuove generazioni non vedono nella politica un luogo di cambiamento delle loro condizioni o del contesto in cui vivono» osserva Ilda Curti, per dieci anni assessora alla rigenerazione urbana del Comune di Torino. «La promessa di svecchiamento e cambiamento, interpretata poi attraverso cerchi magici, personalizzazioni e poco altro, ha creato un’attesa talmente forte che il suo fallimento ha dato luogo a una risposta che solo un Paese cieco può non vedere» commenta invece Silvano Falocco, direttore della Fondazione Ecosistemi e coordinatore della scuola politica Danilo Dolci di Roma.
Sul «vuoto di immaginazione della politica» attraverso la metafora della «crisi delle città» si confronteranno entrambi oggi pomeriggio alle 18, al Centro di formazione alla solidarietà internazionale, insieme a Federico Zappini dell’associazione «territoriali#europei» (modera Simone Casalini, caporedattore del Corriere del Trentino).
«Tempi interessanti» (56)
(7 novembre 2016) Mentre leggo l'editoriale di Simone Casalini sul Corriere del Trentino di domenica, a conclusione della pregevole inchiesta che quel giornale ha realizzato attraverso i profondi cambiamenti che segnano la vita sociale e culturale delle aree urbane della città di Trento, avverto una profonda analogia con ciò che scrive Marco Revelli nel suo viaggio dentro luoghi simbolici della trasformazione post fordista di questo paese1.
L'inchiesta del Corriere (articolata in trenta puntate) si è conclusa al quartiere delle Albere, lo spazio urbano nato sulle macerie della vecchia Michelin, croce e delizia di un progetto urbanistico che ha fatto della cosiddetta edilizia contrattata il suo mantra.
domenica, 25 settembre 2016
Tra i miliardi di dollari di capitalizzazione e l’aggressività su scala planetaria del modello Uber e AirBnB e il fragile - anche se costante - affermarsi di nuove esperienze mutualistiche e collaborative all’interno delle comunità urbane (e rurali), c’è un caleidoscopio di questioni che abbiamo l’obbligo di interrogare in merito al potere trasformativo che la “sharing economy” attiva nei confronti di un contesto sociale sempre più disintermediato, ma non per questo meno complesso e relazionale.
Non possiamo fare a meno di valutare le conseguenze economiche, gli effetti sulla coesione e sull’equità dei contesti urbani e sulle abitudini in mutazione di cittadini e cittadine, con la riscoperta - in parte obbligata - dei valori cooperativi. Ci dovremo interessare dei possibili impatti sui temi della governance locale e globale, delle forme organizzative, del lavoro e del welfare, della partecipazione e delle infrastrutture democratiche. Il campo è aperto.
L’età della condivisione è oggi di fronte alla più grande delle sfide, quella - appunto - della condivisione.
Trento, Piazza Cesare Battisti
domenica, 11 settembre 2016
Dal 10 al 15 settembre prossimi si terrà a Trento Trento Smart City Week 2016, un evento che permetterà ai cittadini e a tutti coloro che vivono Trento ogni giorno di conoscere e toccare con mano i servizi e le iniziative smart, cioè innovative, facili ed intelligenti, della città di Trento.
Trento, Piazza Duomo
di Federico Zappini **
Si commetterebbe un grave errore se dell’azione legale avviata dalla Provincia Autonoma di Trento nei confronti di sei componenti del Centro Sociale Bruno – volta al recupero di un presunto credito di circa 119.000 Euro – si prendesse in considerazione esclusivamente la dimensione giudiziaria. La si ridurrebbe – sbagliando – a una lunga e piuttosto noiosa telenovela, che conosce nel bel mezzo dell’estate 2016 l’ennesima puntata. E’ bene invece non perdere di vista l’atto scatenante (l’occupazione da parte di un gruppo di cittadini e cittadine dello stabile di Via Dogana a Trento) e l’atteggiamento che la politica trentina tiene nei confronti del necessario, e sempre più urgente, processo di recupero del patrimonio immobiliare che versa in stato di abbandono o degrado.
Anche per via di un contesto economico e culturale mutato radicalmente nell’ultimo lustro, quella attorno al riutilizzo di edifici in disuso non è più una discussione che si può ridurre nell’abusata dicotomia legalità/illegalità, laddove questa coppia semantica sia mai stata sufficiente a descrivere il nucleo filosofico/pratico capace di determinare il valore (o il disvalore) delle pratiche di occupazione e autogestione di spazi sociali. Ciò che più stupisce nella scelta della Giunta provinciale è proprio la linearità con cui affronta – dentro una pericolosa omologazione tra destra e sinistra, tra civici e autonomisti, tra democratici e leghisti – una questione che necessiterebbe invece un deciso salto di paradigma nell’interpretazione teorica prima e nell’elaborazione pratica poi.
di Federico Zappini *
(20 luglio 2016) Sedici chilometri separano Lavis da Mattarello. Da solo il dato potrebbe apparire irrilevante, ma non si può dire altrettanto se lo si usa per comparare diversi agglomerati urbani. Sedici chilometri – metro più metro meno – è infatti la distanza che bisogna percorrere per andare dall’EUR allo Stadio Olimpico a Roma o dal sito di Expo all’Idroscalo a Milano. L’estensione longitudinale (direzione Nord-Sud) di una città di montagna – come Trento – equivale al diametro delle due principali metropoli italiane. Contesti certamente diversi che condividono la sfida organizzativa della mobilità.
«Tempi interessanti» (46)
... Come si fa di fronte all'insostenibilità di un modello di sviluppo che ha fatto della crescita il suo comandamento riproporre questo mantra come se fosse la soluzione e non invece parte rilevante del problema? Come non vedere che nel 2015 questo pianeta già a metà di agosto aveva consumato quanto gli ecosistemi erano in grado di produrre a livello globale nell'arco di un anno? Come non comprendere che il carattere limitato delle risorse (e la risposta che viene dall'asserita non negoziabilità dei propri stili di vita) è all'origine di quella terza guerra mondiale che si combatte fra inclusione ed esclusione e che invano Papa Francesco denuncia dall'inizio del suo apostolato? ...
di Federico Zappini
(11 giugno 2016) «La cultura è portatrice di valori universali e non può essere ridotta a un mero fenomeno commerciale. La cultura è per la qualità della vita e identifica al tempo stesso una società più libera dal bisogno economico e più aperta ai valori della solidarietà, della crescita dei beni comuni, dello sviluppo nella cooperazione e nella fiducia. Insomma la culturaper lo sviluppo non si appiattisce sui mercati e le loro regole egoistiche, ma ambisce allo sviluppo nell’equità e giustizia delle forme distributive». Così si esprime Walter Santagata nelle conclusioni del prezioso Il governo della cultura (Il Mulino, 2014). L’Amministrazione comunale di Trento dovrà prendere fortemente in considerazione questo richiamo alla valutazione dell’impatto sociale della cultura in relazione allo spazio urbano se vorrà rendere credibile e – auspicabilmente – vincente la propria candidatura a Capitale italiana della cultura per l’anno 2018.
Una riflessione del Café de la Paix sull'assenza della politica nel pensare la città, la sua vita culturale, i suoi spazi...
Le parole che scrivo sono frutto di una lunga riflessione alla luce di quello che sta tutt’ora accadendo nel nostro locale. Il nostro locale, proprio quello che voleva essere un locale per la Città.
Mentre scrivo queste parole mi torna in mente la storia di un uomo che si getta dal quarto piano di un palazzo ... e ripete tra sé e sé : “Quarto piano, fin qui tutto bene...”
E fin qui infatti tutto bene.. di certo non per Il locale in cui abbiamo tentato in ogni modo di produrre “bellezza” e non solo divertimento, affinché non fosse uno di quei luoghi dove vai a far casino per sfogare in due ore le frustrazioni accumulate in una settimana grigia.
Non va bene per quel locale nato dal progetto della provincia e del forum della pace ma ostacolato fin dalla sua nascita, quello dove si rendono manifeste le ipocrisie e le schizofrenie di una Città che guarda con sospetto alla letteratura e alla musica ma si propone come città della Cultura, facendo finta di ignorare il fatto che il presidio più efficace per la sicurezza è quello posto in essere dai cittadini stessi; perché in una città vuota è facile andare in giro a bucare in maniera seriale le ruote di 50 macchine e restare pressoché indisturbati.
di Zenone Sovilla (www.ladige.it)
Una persona è morta. Si è schiantata in moto mentre era seguita in auto da un’altra persona cui aveva rubato la borsetta. È successo sabato scorso a Trento. Ha perso la vita Armando Held, 52 anni, membro della locale comunità sinta. Una volta diffusasi la notizia, sui social media (e non solo) molte, troppe persone hanno ritenuto di poter liberamente vomitare di tutto. Ho letto frasi volgari, macabre, violente, naziste rivolte al defunto e alla sua comunità. Le lascio immaginare al lettore. In poche parole, una borsetta valeva più di una vita umana, se si trattava di un ladruncolo. Nessuna pietà.
Mi è capitato nella vita di subire furti: nell’intimità domestica, nell’auto, per strada. Credo dunque di sapere quanto faccia arrabbiare e provochi malessere ritrovarsi all’improvviso in queste circostanze spiacevoli. Ovviamente si auspica che i malfattori vengano assicurati alla giustizia e che il crimine venga prevenuto (però non è solo questione di manette e reclusione, le cose sono parecchio più complicate di quanto piace pensare a molti).
Ma come si fa ad augurare la morte o a compiacersi della dipartita non dico di uno stupratore assassino o di un serial killer, semplicemente di un malcapitato che per tirare a campare si arrangiava anche rubando? Quanti rubano, molto di più e sotto varie forme, nella nostra società, senza che ciò susciti reazioni di tale risma, truculente e insensate?
Qui l'evento FB del progetto "Prossima fermata, Futura Trento!"
Qui il video di presentazione.
Parallelamente alla raccolta delle interviste proverò a mappare i beni comuni (o almeno quelli che vengono percepiti come tali) presenti sul territorio della città di Trento.
Ti chiedo di aiutarmi in questa prima fase fotografando quelli che per te sono dei beni comuni. Palazzi, giardini, strade e tutto quello che meriti di essere fotografato perché parte - a tuo modo di vedere - di un patrimonio collettivo da rivalutare o semplicemente da conoscere.
Verranno immediatamente inserite su una mappa condivisa che troverà spazio sul sito www.trentobenecomune.it.
Grazie mille!