Territorio trentino Trento

martedì, 4 luglio 2017 ore 18:00

Assetti fondiari collettivi
Uso civico

 

Nell'ambito della settimana "Autonomia? Parliamone. Incontri per parlare e capire il processo di riforma dello Statuto" vi segnalo l'appuntamento di martedì 4 luglio 2017, alle ore 18.00 presso la Biblioteca civica di Trento con il professor Pietro Nervi sul tema "Assetti fondiari collettivi".
 
«La nuova stagione degli “usi civici” inizia sul piano legislativo con l’approvazione della legge 431/1985 che fa emergere il sistema storico degli assetti fondiari collettivi e ne tutela le terre di collettivo godimento come beni naturalistici ed ambientali. Ma è sul piano giurisprudenziale che si avvia una nuova fase di elaborazione culturale della materia. Per tutte: le sentenze 46/1995, 310/2006, 310/2014 e 103/2017 della Corte Costituzionale.  La realtà documenta come gli assetti fondiari collettivi, la cui gestione è dominata dalla tutela e dalla conservazione al meglio del demanio collettivo, debbano essere riconosciuti come “veri costruttori di ambiente vivo e vivibile per collettività sostenibili e vitali”».

Trento, Biblioteca civica, Sala Manzoni

Divieto di sosta…
L'ex dogana prima dell'abbattimento

Riprendo dal blog (https://pontidivista.wordpress.com/) questo testo di Federico Zappini che condivido nel merito come nel metodo. Non è solo questione di solidarietà rispetto all'assurdità della richiesta di ritorsioni economiche della PAT o al procedimento giudiziario relativo all'occupazione dell'ex dogana, riguarda piuttosto un'idea di fondo che ha a che fare con i processi di cambiamento che investono una comunità rispetto ad un contesto sociale (e giuridico) palesemente ingiusto. Processi di trasformazione che avvengono molto spesso sul piano culturale prima che muti l'assetto giuridico, creando così conflitti sociali certamente generativi ma anche dolorosi.

Le occupazioni che la città di Trento ha conosciuto fra la fine degli anni '60 e la prima metà degli anni '80 erano tutte azioni illegali ma sfido chiunque a negarne il valore quali tappe importanti non solo nel disegnare l'assetto del verde urbano nei decenni successivi, anche se spesso ce ne siamo dimenticati, ma anche una diffusa cultura partecipativa che attraverso l'azione dei Comitati di Quartiere portò ad un allora inedito decentramento amministrativo.

Va considerato, inoltre, che i protagonisti di quelle azioni “illegali” erano – fra gli altri – molti di quei giovani che in seguito assunsero un ruolo di primo piano nella vita politica ed amministrativa della città e della comunità trentina.

Non è questo il contesto per ricordare le une e gli altri, ma pensare di rispondere come nel caso dell'occupazione dell'edificio dell'ex Dogana di Trento e dopo anni con atti ritorsivi è davvero avvilente, disconoscendo lo stesso riconoscimento politico che quell'occupazione ebbe da parte delle istituzioni.

Se lo si fa in nome del rispetto della legge o della cultura della legalità, basterebbe ricordare che anche forme elementari di lotta come gli scioperi o le manifestazioni sono stati illegali e che se oggi siamo in democrazia dovremmo solo ringraziare chi quelle leggi ebbe il coraggio di infrangerle. Per non parlare delle leggi razziali, delle discriminazioni di varia natura, delle guerre e del nostro parteciparvi contro il dettato costituzionale... e di tutto quello che ha a che fare con la falsa coscienza di chi non ha alzato un dito per impedire che tutto ciò accadesse.

Chi oggi decide o avvalla queste ritorsioni dovrebbe davvero interrogarsi sul concetto di responsabilità, laddove la colpa politica o quella morale non si estinguono con l'accertamento delle responsabilità criminali. Troppo comodo.

Quando venimmo assolti per aver occupato la stazione dei treni di Trento al passaggio dei mezzi corazzati destinati alla prima guerra del Golfo, tale assoluzione venne ricondotta dall'istanza giudicante all'alto valore morale di quel comportamento che certo infrangeva la legge. Non vorrei che addirittura i tribunali fossero più avanti della politica. (m.n.)

 

di Federico Zappini

(17 aprile 2017) Ogni volta che questa storia riemerge – una volta l’anno all’incirca, negli ultimi cinque – tento di sconfiggere la tristezza e lo scoramento che immediatamente mi colpiscono. La storia è quella dell’occupazione dell’Ex Dogana di Trento e del successivo tentativo di recupero crediti da parte della Provincia Autonoma di Trento, proprietaria dell’immobile. Centoventimila euro circa (da dividersi tra i sei “colpevoli”) dovute per aver ritardato la realizzazione – questo l’ambizioso “piano” provinciale – di un piccolo numero di parcheggi. Un “divieto di sosta” piuttosto costoso, che avrà un’appendice giudiziaria con l’invito a comparire in tribunale il prossimo 26 luglio. Qui e qui trovate qualche informazione in più sul caso, visto che non intendo ritornarci in questo articolo. 

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Il Festival e quell'urgente cambio di sguardo
festival economia

di Michele Nardelli

(3 giugno 2017) In questi giorni si svolge la dodicesima edizione del Festival dell'Economia di Trento, quest'anno dedicata al tema per nulla banale della “Salute diseguale”.

Ospitare un evento annuale di riflessione sulle cose del mondo ha un valore in sé, considerato che la conoscenza è il tratto che consideriamo decisivo per abitare la “metamorfosi” del nostro presente. Cosa per nulla scontata nel delirio del “fare”. Eppure l'ossessione delle ricadute non ha smesso di interrogare decisori e finanziatori sugli effetti del festival in termini di presenze e di produzione di PIL. Ma su questo piano non c'è che dire, il festival dello scoiattolo rappresenta una kermesse di successo, misurabile dalla capacità di attrazione e di pubblico presente, dall'indotto sull'economia locale, dalla qualità dei relatori provenienti da tutto il mondo e, infine, dall'aver fatto di Trento la città del Festival dell'Economia.

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martedì, 28 marzo 2017 ore 09:00

Prologo 2. Il Trentino che ci sfugge fra le mani
Trento. Piazza Duomo, inizio anni '60
Seconda puntata del prologo trentino del «Viaggio nella solitudine della politica».
 
Dopo la prima puntata che ha toccato Palù del Fersina, Castello Tesino, Rovereto e Villalagarina il 28 marzo si svolge un secondo momento di "indagine sul Trentino". Come abbiamo scritto «Il Trentino ufficiale che ha smesso di interrogarsi e quello delle ombre, dove il significato profondo dell'autonomia non trova casa. Il "Terzo Statuto" visto da dentro. Una "due giorni" di incontri e testimonianze dai luoghi di frontiera della vita quotidiana».
 
In questa occasione l'ambito di indagine sarà il capolugo trentino nella sua doppia dimensione di contesto cittadino e provinciale, attraverso il dialogo con persone che cercano nella loro attività professionale, sociale e politica di far vivere esperienze e pensieri improntati al cambiamento dei paradigmi con i quali leggiamo il nostro territorio.

Trento, luoghi vari

sabato, 18 febbraio 2017 ore 10:30

Un viaggio nella solitudine della politica
Paul Klee

Incontro di presentazione

Sarà un momento fra amici per illustrare e condividere un viaggio un po' particolare che avrà come ambito di indagine "la solitudine della politica". Che cresce in virtù dell'incapacità di dare risposte ai grandi temi del nostro tempo e della rarefazione degli ambiti collettivi di confronto e di elaborazione.

A questa parola, solitudine, non assegno un significato in sé negativo. Vorrei dire piuttosto che si tratta semmai di una condizione dalla quale partire per non farsi prendere la mano dallo sconforto o dal rincorrere l'agenda politica, per inoltrarci nella crisi della politica, laddove ancora si fa fatica a riconoscere la sconfitta che segna la fine del Novecento e cercare sul piano del pensiero prima ancora che dell'agire strade inedite. Un viaggio che ci aiuti ad essere meno soli e ad osservare da vicino le molteplici esperienze che nascono malgrado tutto nella sperimentazione sociale, culturale e politica. E che nel viaggio vorrei conoscere e raccontare.

Un viaggio che avrà inizio il primo giorno di primavera e proseguirà per il tempo necessario, attraverso una serie di itinerari lungo gli ambiti scoscesi e poco camminati di territori che la politica nazionale tende a sorvolare o di cui ci si occupa solo in prossimità di emergenze e solo fin quando i riflettori di una comunicazione tanto cinica quanto superficiale non traslocano altrove, senza interrogarsi o trarre insegnamento.

Trento, Bookique, via Torre d'Augusto

Lettera

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lunedì, 16 gennaio 2017 ore 18:00

Mens in urbe
Pianta antica della città

Buongiorno a tutti e buon inizio 2017.

Ci siamo incontrati la prima volta lo scorso 23 novembre, facendo emergere alcune impressioni su quello che sarebbe potuto essere un percorso condiviso sui temi del vivere urbano e delle trasformazioni in atto attorno alla dimensioni cittadina, di Trento ma ovviamente non solo. 

Micaela Bertoldi ha svolto in queste settimane un prezioso lavoro di sintesi e di elaborazione che ha generato un documento che trovate in allegato a questa comunicazione. Si tratta da un lato di una sintesi - per quanto possibile - degli argomenti frutto della nostra prima conversazione e dall'altro di un primo tentativo di messa a sistema di una serie di contenuti e appuntamenti utili al rilancio del percorso che abbiamo iniziato a fine 2016.

Trento, CFSI - ex Convento Agostiniani, vicolo San Marco 1

Mens in urbe

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Occupare e occuparsi di S.Chiara
Un momento dell'occupazione del 1975

Riprendo dal blog dell'amico Federico questo stimolo al confronto su un tema che sento, come persona che promosse nel 1975 l'occupazione del Santa Chiara, molto vicino e attuale, tanto sul piano della creazione e valorizzazione degli spazi di vita comunitaria nella città di Trento, quanto su quello del rapporto fra cultura della legalità e processi di cambiamento. Con l'impegno di scriverne nei prossimi giorni. (m.n.)

di Federico Zappini *

Quello che segue è da ritenersi come un documento aperto, che aspetta e ha bisogno delle modifiche e delle aggiunte di chiunque voglia partecipare alla co-progettazione degli spazi dell’ex-S.Chiara e che ritenga che il modo migliore per farlo sia quello di favorire un lavoro collettivo di raccolta ed elaborazione di idee. Rimango a disposizione (via telefono, e.mail, Facebook, Twitter e soprattutto di persona) per capire come sia meglio proseguire su questa strada. Prima scadenza il prossimo 13 gennaio, giorno in cui presentare il documento frutto dell’impegno di un gruppo il più possibile vasto.

Il 14 giugno 1975 centinaia di cittadini e cittadine decidevano di occupare il parco e le strutture dell’ex-complesso ospedaliero Santa Chiara, a Trento. Lo facevano – in un periodo certamente movimentato dal punto di vista politico e sociale – nel tentativo di impedire che il previsto riordino urbanistico della zona cancellasse spazio verde ed ex ospedale trasformando la destinazione d’uso di quello che successivamente (grazie a fondi provenienti dalla Presidenza della Repubblica) sarebbe diventato – pur in maniera mai del tutto completa – uno dei presidi culturali maggiormente utilizzati e riconosciuti dalla cittadinanza. La storia diede ragione all’azione di protesta – durata più di un mese – e certificò l’urgenza, espressa dai cittadini, di voler essere protagonisti nella definizione delle strategie per l’utilizzo e la gestione degli spazi pubblici della città.

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mercoledì, 14 dicembre 2016 ore 18:00

Il futuro (e il presente) delle città è resiliente
Antica pianta di Trento

L’incontro nasce dall’incrocio di due opportunità e da un’ambizione. Le opportunità di presentare il libro “La città resiliente” (Altraeconomia, 2016) con l’autore Piero Pellizzaro nei giorni immediatamente precedenti la Scuola della Resilienza (15/16/17 dicembre a Rovereto, presso Progetto Manifattura) e “Neighbourchange” di Elena Ostanel, progetto di ricerca triennale per studiare processi di rigenerazione urbana via innovazione sociale in quartieri ad alto tasso di immigrazione, tra l’Italia, il Canada e l’Olanda.

Trento, Impact Hub, via Sanseverino

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Tra referendum e crisi della città. «La periferia? Contemporaneità»
La brochure dell'incontro

Tra il voto del referendum e la crisi delle città (Trento, Torino, Roma) esiste un minimo comune denominatore. E va rintracciato in quelle che Ilda Curti, ex assessora all’integrazione e alla rigenerazione urbana di Torino, ha chiamato «linee di crescenza». Sono gli spazi inter-medi dove si muove una socialità molteplice, che produce nuove culture e anche conflitti negativi («Perché la periferia è contemporaneità»). È la parte di società dove la politica si è ritratta.

 

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venerdì, 9 dicembre 2016 ore 18:00

Così lontane così vicine. La crisi delle città come metafora del vuoto di immaginazione della politica.
La brochure dell'incontro
Cambi di paradigma | 3

Così lontane così vicine.
La crisi delle città come metafora del vuoto di immaginazione della politica.

Venerdì 9 dicembre 2016, ore 18.00
Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale. Ex Convento degli Agostiniani, Trento

Ne parlano
Ilda Curti, ex assessora alle Politiche Sociali del Comune di Torino
Silvano Falocco, direttore della Fondazione Ecosistemi, Roma
Federico Zappini, associazione “territoriali#europei”, Trento

Modera
Simone Casalini, caporedattore Corriere del Trentino

Trento, Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale, vicolo San Marco 1

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Cerchi magici e personalizzazione sono falliti
I relatori dell'incontro

«Così lontane, così vicine». Roma, Torino e Trento a confronto in un interessante dibattito venerdì sera a Trento.

di Erica Ferro, Corriere del Trentino

A pochi giorni dall’esito della domenica referendaria, impossibile non riflettere sullo stato dell’arte del pensiero e dell’azione politica. Quella che affonda le sue radici nella storia del Novecento, in particolare, pare aver esaurito le sue chiavi di interpretazione. «Le nuove generazioni non vedono nella politica un luogo di cambiamento delle loro condizioni o del contesto in cui vivono» osserva Ilda Curti, per dieci anni assessora alla rigenerazione urbana del Comune di Torino. «La promessa di svecchiamento e cambiamento, interpretata poi attraverso cerchi magici, personalizzazioni e poco altro, ha creato un’attesa talmente forte che il suo fallimento ha dato luogo a una risposta che solo un Paese cieco può non vedere» commenta invece Silvano Falocco, direttore della Fondazione Ecosistemi e coordinatore della scuola politica Danilo Dolci di Roma.

Sul «vuoto di immaginazione della politica» attraverso la metafora della «crisi delle città» si confronteranno entrambi oggi pomeriggio alle 18, al Centro di formazione alla solidarietà internazionale, insieme a Federico Zappini dell’associazione «territoriali#europei» (modera Simone Casalini, caporedattore del Corriere del Trentino).

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Le Albere come paradigma del presente
Trento, quaritere le Albere

«Tempi interessanti» (56)

(7 novembre 2016) Mentre leggo l'editoriale di Simone Casalini sul Corriere del Trentino di domenica, a conclusione della pregevole inchiesta che quel giornale ha realizzato attraverso i profondi cambiamenti che segnano la vita sociale e culturale delle aree urbane della città di Trento, avverto una profonda analogia con ciò che scrive Marco Revelli nel suo viaggio dentro luoghi simbolici della trasformazione post fordista di questo paese1.

L'inchiesta del Corriere (articolata in trenta puntate) si è conclusa al quartiere delle Albere, lo spazio urbano nato sulle macerie della vecchia Michelin, croce e delizia di un progetto urbanistico che ha fatto della cosiddetta edilizia contrattata il suo mantra.

L'editoriale di Casalini

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domenica, 25 settembre 2016

Un mondo condiviso. L'età della condivisione alla prova della condivisione
Condivisione

Tra i miliardi di dollari di capitalizzazione e l’aggressività su scala planetaria del modello Uber e AirBnB e il fragile - anche se costante - affermarsi di nuove esperienze mutualistiche e collaborative all’interno delle comunità urbane (e rurali), c’è un caleidoscopio di questioni che abbiamo l’obbligo di interrogare in merito al potere trasformativo che la “sharing economy” attiva nei confronti di un contesto sociale sempre più disintermediato, ma non per questo meno complesso e relazionale.

Non possiamo fare a meno di valutare le conseguenze economiche, gli effetti sulla coesione e sull’equità dei contesti urbani e sulle abitudini in mutazione di cittadini e cittadine, con la riscoperta - in parte obbligata - dei valori cooperativi. Ci dovremo interessare dei possibili impatti sui temi della governance locale e globale, delle forme organizzative, del lavoro e del welfare, della partecipazione e delle infrastrutture democratiche. Il campo è aperto.
L’età della condivisione è oggi di fronte alla più grande delle sfide, quella - appunto - della condivisione.

Trento, Piazza Cesare Battisti

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domenica, 11 settembre 2016

Regeneration competition: sfida oltre la sostenibilità
Trento, Impact Hub

Dal 10 al 15 settembre prossimi si terrà a Trento Trento Smart City Week 2016, un evento che permetterà ai cittadini e a tutti coloro che vivono Trento ogni giorno di conoscere e toccare con mano i servizi e le iniziative smart, cioè innovative, facili ed intelligenti, della città di Trento.

In occasione di questa iniziativa Macro Design Studio in collaborazione con Impact Hub Trentino e Living Building Challenge Collaborative Italy presenta domenica 11 settembre 2016 ad ore 18.30 presso Sala 2 - Smart City Pavillon - Piazza Duomo: Regeneration competition: sfida oltre la sostenibilità.

Trento, Piazza Duomo

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La politica dell’atto dovuto
spazi abbandonati

 

di Federico Zappini **

Si commetterebbe un grave errore se dell’azione legale avviata dalla Provincia Autonoma di Trento nei confronti di sei componenti del Centro Sociale Bruno – volta al recupero di un presunto credito di circa 119.000 Euro –  si prendesse in considerazione esclusivamente la dimensione giudiziaria. La si ridurrebbe – sbagliando – a una lunga e piuttosto noiosa telenovela, che conosce nel bel mezzo dell’estate 2016 l’ennesima puntata. E’ bene invece non perdere di vista l’atto scatenante (l’occupazione da parte di un gruppo di cittadini e cittadine dello stabile di Via Dogana a Trento) e l’atteggiamento che la politica trentina tiene nei confronti del necessario, e sempre più urgente, processo di recupero del patrimonio immobiliare che versa in stato di abbandono o degrado.

Anche per via di un contesto economico e culturale mutato radicalmente nell’ultimo lustro, quella attorno al riutilizzo di edifici in disuso non è più una discussione che si può ridurre nell’abusata dicotomia legalità/illegalità, laddove questa coppia semantica sia mai stata sufficiente a descrivere il nucleo filosofico/pratico capace di determinare il valore (o il disvalore) delle pratiche di occupazione e autogestione di spazi sociali. Ciò che più stupisce nella scelta della Giunta provinciale è proprio la linearità con cui affronta – dentro una pericolosa omologazione tra destra e sinistra, tra civici e autonomisti, tra democratici e leghisti – una questione che necessiterebbe invece un deciso salto di paradigma nell’interpretazione teorica prima e nell’elaborazione pratica poi.

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