Un commento a margine dell'accordo tra governo e Provincia
di Roberto Pinter
Non entro nel merito di un accordo le cui premesse erano note. Il Presidente conosce senz'altro le simulazioni per sapere se le nuove norme, oltre a tutelare questa legislatura con gli arretrati, garantiscono sufficienti risorse all'autonomia.

... con una contrapposizione che non lascia certo ben sperare per la tornata elettorale di primavera. A Cles la candidata sindaco Maria Pia Flaim, sostenuta dal PD del Trentino e da due liste civiche locali, va al ballottaggio il 13 dicembre con Giorgio Osele, sindaco uscente ed espressione dell'UpT e del PATT. Tra i due solo 44 voti di scarto a favore della Flaim. Un risultato positivo e forse non previsto che si aggiunge a quello del PD che prende nel centro anaune il 18% dei suffragi. Diverso ma con qualche tratto comune il risultato di Nago Torbole, dove Luca Civettini (sostenuto da una lista di centro sinistra) ha prevalso per soli 9 voti su Eraldo Tonelli (anch'egli espressone di una lista di centrosinistra). Qui, essendo il Comune sotto i tremila abitanti, il maggioritario è secco e Civettini è sindaco. Un messaggio, quello che esce da questo piccolo test, che va colto, per evitare che nelle elezioni comunali (che riguarderanno la maggior parte dei Comuni trentini) l'idea delle mani libere, ovvero l'assenza di alcun vincolo fra i partiti che compongono la coalizione di governo provinciale, non diventi prassi generalizzata. E, dunque, di farsi del male.
di Alberto Tomasi
Nel film "I guerrieri della palude silenziosa" (1981), Walter Hill racconta la storia di una pattuglia impegnata in un'esercitazione; apparentemente si tratta di un piano studiato a puntino, ma in realtà (la suspense è un ingrediente ben speso) le cose prendono una brutta piega, fra improvvisazione e presunzioni, e il manipolo di soldati finisce pericolosamente nelle paludi della Louisiana, sotto il tiro dei diffidenti abitanti del posto, i cajun. Il film - arbitrariamente tolto dal suo contesto - rappresenta una efficace metafora di quello che sta succedendo al progetto di riforma della scuola trentina.

di Tonio Dell'Olio
(da Mosaico dei giorni)
Senza minareti, la Svizzera non avrà qualcosa in più ma semplicemente qualcosa in meno. Le mani e le voci islamiche che si tendono verso il cielo e riportano all'orecchio degli umani il richiamo dell'Unico alla preghiera. Non avrebbero deturpato il paesaggio ma lo avrebbero arricchito. Per la verità a quelli già esistenti in Svizzera è fatto divieto di creare "inquinamento acustico" e pertanto costituiscono soltanto arredo di architettura urbana.

Lo stupro come arma di guerra, strumento specifico di terrore nei conflitti degli anni '90 in Europa. In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, pubblichiamo un contributo sul caso della Bosnia Erzegovina. La situazione di vittime e carnefici oggi
di Azra Nuhefendić (da Osservatorio Balcani e Caucaso - www.osservatoriobalcani.org)
Nella foto l'Hotel Kozara, nei pressi di Prijedor (BiH), utilizzato durante la guerra come luogo di stupro

di Roberto Pinter
Le difficoltà emerse nella nascita delle comunità di valle e soprattutto la vecchia ritualità con la quale si scelgono gli amministratori delle stesse sono un campanello d'allarme che è bene ascoltare...
Il Trentino si conferma crocevia di dialogo e di sperimentazione
Neanche il tempo di concludere la Conferenza internazionale dell'Osservatorio sui Balcani (e Caucaso) che ha proposto un confronto di grande profilo sull'Europa a vent'anni dalla caduta del muro di Berlino, che un nuovo avvenimento di straordinario profilo mette in primo piano questa terra...
di Paul Stubbs e Christoph Solioz
Gli ultimi dodici mesi non sono stati semplici dal punto di vista delle politiche dell'Unione Europea sulla regione dei Balcani occidentali.

Una legge che potrebbe fare scuola sul piano nazionale... Ed in effetti si tratta di un provvedimento guardato con attenzione in altre regioni, tanto che il quotidiano "Sole 24ore" nel suo inserto sul nord/est ha dato un significativo rilievo alla nuova legge trentina sulle filiere corte e di prossimità e all'educazione al consumo consapevole.
Nell'allegato l'articolo in questione.
La musica, l'incontro, le parole sono ciò che di meglio possiamo e talvolta sappiamo fare, affinché il ricordo di una persona continui a trasmettere le cose in cui insieme abbiamo creduto. E le immagini, che il tempo cercano di catturare.
Sono mesi che sulla mia scrivania di casa, fra libri e documenti, fanno capolino quattro fotografie realizzate in Bosnia Erzegovina nel 1997 durante un viaggio che aveva portato per la prima volta Rino Zandonai a Stivor, luogo dell'emigrazione trentina di fine ‘800 in terra di Bosnia, allora periferia dell'impero. Le tengo lì, non so nemmeno io perché. Non ho mai amato il fotografare. Le fotografie sono un po' come le rovine ("il tempo puro" lo definisce Marc Augé), preferendo - come diceva Camus - "il tempo impuro della storia".
Eppure quelle immagini mi trasmettono una serenità che credo abbia a che vedere con la relatività del fare. Un caffè a Prijedor, insieme a Rino ci sono Emilio Molinari, Andrea Vezzoli, Annalisa Tomasi e la sorella di Rino Anna Maria. La visita ad una famiglia, la chiesa del borgo, l'incontro con il vecchio partigiano Montibeller.
Non ho potuto partecipare allo spettacolo, così vorrei contribuire a tener vivo il ricordo di un amico.
La mutazione che ha cambiato l'Italia ha avuto tappe ed effetti forse più violenti, quantomeno più vistosi, in Veneto. Il Veneto non è più quello che hanno visto e ci raccontano, in un assiduo confronto tra ieri e oggi, quattro grandi scrittori e poeti.
S'intitola “Il Veneto che amiamo”. È un omaggio al Veneto, al Veneto dei suoi grandi vecchi inascoltati ma anche ad un territorio che più di altri interpreta la postmodernità; alla laboriosità del suo miracolo economico e alla perdita di identità di una regione sofferente; alla “mitezza dei suoi contadini” e alla delicatezza dei suoi paesaggi quando fra i suoi borghi c’era soluzione di continuità ; alla terra d’emigrazione e a quella che mal sopporta i migranti di cui non può fare a meno; alla cultura dei suoi poeti e alla curiosità di chi ha continuato descriverci come quella terra lentamente si andava trasformando.
Da tempo si discute dei temi legati alla pluralità di credenze e fedi, che ormai fanno parte del panorama sociale e culturale dell'Italia e ne modificano il profilo. Tale trasformazione avviene in un contesto che per lunghi secoli è stato caratterizzato dalla predominante, radicata e profonda appartenenza alla chiesa cattolica. Questo fatto per alcuni versi rappresenta non solo una sfida ma anche una "benevola" provocazione.
di Flavio Ceol
L'insegnamento della religione nella scuola è stato un argomento molto discusso in queste ultime settimane. Dapprima la sentenza del Tar del Lazio che metteva in discussione la possibilità di utilizzare la valutazione dell'insegnamento della religione cattolica per i crediti scolastici basando la sua decisione su quanto scritto nel testo del Concordato dove si afferma che gli studenti esercitano il diritto di avvalersi o non avvalersi dell'insegnamento di religione cattolica senza che la loro scelta possa dar luogo ad alcuna forma di discriminazione.
di Roberto Pinter
E' stata una grande sorpresa la partecipazione alle primarie del Partito Democratico. Lo è stata in tutta l'Italia perché ha dimostrato che c'è un popolo democratico che crede ancora nella politica e nel PD, lo è stata in Trentino dove la spinta del nazionale si è unita a quella mossa dalle centinaia di candidati che hanno partecipato alla elezione del nuovo gruppo dirigente del PD trentino. ...
Sono passati vent'anni. Ricordo quel 9 novembre 1989 come se fosse ieri. Le prime notizie arrivarono nella notte che precedeva l'inizio del nostro congresso straordinario con il quale avremmo sciolto DP del Trentino e dato vita a Solidarietà. Era come se gli avvenimenti ci venissero in aiuto di fronte alle difficili e dolorose scelte maturate in quei mesi e che ora arrivavano a compimento. Fu come un fiume in piena. E noi, di quel fiume, ci sentivamo parte, eravamo parte.
Dal "Diario di bordo" del 9 novembre 2009