"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
di Alberto Tomasi
Nel film "I guerrieri della palude silenziosa" (1981), Walter Hill racconta la storia di una pattuglia impegnata in un'esercitazione; apparentemente si tratta di un piano studiato a puntino, ma in realtà (la suspense è un ingrediente ben speso) le cose prendono una brutta piega, fra improvvisazione e presunzioni, e il manipolo di soldati finisce pericolosamente nelle paludi della Louisiana, sotto il tiro dei diffidenti abitanti del posto, i cajun. Il film - arbitrariamente tolto dal suo contesto - rappresenta una efficace metafora di quello che sta succedendo al progetto di riforma della scuola trentina.
Partito con le migliori intenzioni, avendo giustamente preso le distanze dalle asfittiche scelte nazionali e con un ardito sguardo gettato oltre le Alpi, con il viatico della Legge provinciale sulla scuola e il conforto delle proposte della commissione coordinata dal prof. Pellerey, il mondo della scuola trentino sembrava destinato a confermare, una volta di più, la capacità di anticipare opzioni e di sapere stare al passo coi tempi.
Invece, il quadro che oggi abbiamo di fronte illustra tutt'altro destino e, specialmente per quanto riguarda la scuola secondaria superiore, deve fare i conti con reazioni e resistenze non inaspettate, ma certamente di forza superiore alle previsioni. E' difficile, leggendo le pagine dei quotidiani, trovare voci a difesa delle scelte che Giunta provinciale e Dipartimento Istruzione stanno faticosamente portando avanti.
Proviamo allora a spiegarci le ragioni di questa situazione che rischia di rappresentare l'ennesima occasione perduta dal mondo della scuola di rinnovarsi; e di disperdere, almeno in parte, un progetto che poteva dare nuova linfa al sistema scolastico della nostra provincia. Andando per punti:
Siamo ancora in tempo per rimediare al pericolo di dissolvere colpevolmente le intenzioni di cambiare con saggezza l'attuale architettura della scuola trentina? Non lo so, forse siamo già su una china difficile da risalire. Però si potrebbe provare a fare alcuni passi. Intanto Giunta provinciale e Assessorato all'istruzione dovrebbero ritornare alle ambizioni originali e quindi non accettare una riforma a qualunque costo. Sarebbe necessario uno stop oppure, se proprio non fosse possibile un rinvio, una più che cauta delibera, che prefiguri - in modo più chiaro rispetto al discutibile provvedimento dello scorso settembre - le linee guida della futura offerta formativa in Trentino. Penso all'investimento sul biennio, alla definizione meno confusa del tempo scuola complessivo, alla soluzione dei nodi più controversi (ad esempio, la questione dell'insegnamento delle lingue straniere; il ruolo del latino, preso tra due fuochi: semplice simbolo o volano di tutti gli apprendimenti; e così via), all'indispensabile trasparenza nel definire le risorse disponibili nel prossimo futuro (finanziamenti e organici del personale, offerta formativa sul territorio e parametri di formazione delle classi).
Le scuole dovrebbero impegnarsi a pensare collegialmente e a fare proposte che non guardino solo al proprio interno, ma sappiano apprezzare l'intero contesto provinciale e imparino a leggere il presente e i possibili futuri più di quanto ora non facciano. Rivendicare autonomia ed esercizio critico, prima che un diritto, è un dovere per ogni scuola: quindi questo spazio va speso bene, per dare contributi e per salvaguardare, avendone buoni motivi, le esperienze migliori perché rifluiscano in un nuovo impianto e non vengano fatte cadere inopinatamente.
Non si tratta di discutere di riforme calate dall'alto piuttosto che di riforme nate dal basso. E' questa una posizione senza senso e sterile, perché nessuna delle parti è autosufficiente, né si possono confondere competenze e ruoli. Una pausa (non inerzia!), di fronte alle nostre e altrui confusioni, non guasterebbe.
Alberto Tomasi
preside Liceo Da Vinci Trento
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