"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Temi e metodi di pace per l'innovazione didattica
Corso di formazione rivolto ai docenti della Provincia autonoma di Trento
Liceo da Vinci, Trento
ottobre - novembre 2022
Lo scoppio della guerra russo-ucraina è venuto ad interpellare le coscienze democratiche in più forme e maniere: dalla maturazione della consapevolezza che occorre ripensare e ridiscutere i temi della guerra e della pace guardando alle mutate fattezze dello scenario contemporaneo, attraversato da tensioni geopolitiche in parte inedite, al rinnovato richiamo di responsabilità dal quale si sono trovate investite le istituzioni democratiche, sollecitate a contribuire ad un’effettiva educazione alla pace. Tali appelli raggiungono anche il mondo scolastico, configurandosi ad un tempo come sfida didattica: innovare le forme dell’insegnamento per attivare apprendimenti capaci di formare futuri cittadini del mondo, consapevolmente e responsabilmente promotori di pace. Una sfida che non viene solo a riguardare il recentemente introdotto insegnamento trasversale di educazione civica e alla cittadinanza, configurandosi come ad esso previa e più fondamentale, interessando la scuola nel suo complesso e tutti gli insegnamenti disciplinari a livello curricolare.
World Social Agenda 2021-22
Next generation Agenda 2030
Formazione docenti
Il percorso formativo World Social Agenda 2021-22 rientra nel progetto "Next generation Agenda 2030" finanziato dalla Regione Veneto nell'ambito dell'iniziativa "Interventi per l’ampliamento dell’offerta formativa negli Istituti scolastici statali e paritari di ogni ordine e grado e nelle scuole di formazione professionale del Veneto"(DGR 734 del 08/06/2021), ideato e realizzato in collaborazione con l'associazione Amici dei Popoli Padova.
Il percorso è dedicato al tema della pace (obiettivo 16 dell'Agenda 2030 "Pace, rientra nell'ambito giustizia e istituzioni solide")
Il terzo appuntamento formativo sarà lunedì 25 ottobre 2021, alle ore 16.30, avrà come titolo "Futuro presente. Nuovi sguardi e relazioni per abitare il proprio tempo" e vedrà come formatore Michele Nardelli.
Una proposta di Ugo Morelli e Federico Zappini
Dici che non ci sono parole per descrivere questo tempo, dici che non esiste.
Ma ricordati. Fai uno sforzo per ricordare. O altrimenti inventa.
Monique Wittig
Di fronte allo spaesamento, alla paura e alla città deserta e silenziosa, forse possiamo cogliere un’inedita opportunità di pensare e agire. Di fronte a quello che si propone come un salto di schema di portata epocale tale possibilità si trasforma in obbligo, in impegno collettivo necessario e non rimandabile.
Non basta più imparare dagli eventi, a posteriori. Useremmo — come ci risulta più semplice, all’apparenza più lineare — le conoscenze disponibili e ripeteremmo le esperienze, attendendo solo di tornare ad agire come prima. Ricostruiremmo le nostre città terremotate dov’erano, com’erano. Sbagliando.
Imparare ad imparare vuol dire imparare a riflettere su come usiamo la conoscenza; su perché siamo orientati alla passività e all’indifferenza; su perché il confronto ci trova pigri e passivi; sul recupero del piacere e la bellezza di essere vivi tra vivi in una società che sceglie e crea se stessa. Una rivoluzione di approccio che può condurci in salvo, non per ridare forma a ciò che abbiamo vissuto ma a un presente e a un futuro dalle caratteristiche inedite e generative.
Il Dipartimento Culture e Società dell'Università di Palermo pruomuove nei giorni 11 e 12 dicembre 2019 una due giorni di incontri dal titolo "Le professioni della cultura" rivolto ai corsi di laurea triennali in Servizio sociale, Laurea magistrale in Servizio sociale e politiche sociali, Laurea magistrale in Cooperazione, sviluppo e migrazioni.
Programma
11 dicembre 2019 h 15.30-18.30
Università di Palermo, Dipartimento Culture e Società
Viale delle Scienze, Edificio 15, Gipsoteca, 8° piano
Tavola Rotonda
Ricucire gli strappi: la relazione come cura e progetto.
Orizzonti per una didattica inclusiva
Modera: Roberta T. Di Rosa
Introducono: Serena Marcenò, Maria Chiara Monti, Michele Nardelli, Rita Affatigato, Francesco Picciotto.
Invitati a partecipare:
Amnesty International, ASPROC, ASSF, APA ONG, BAYTY BAYTIK, Centro Astalli, Centro Diaconale Valdese,Centro Penc, CESIE, CISS, Cooperativa Arcolaio, Cooperativa Libera…mente, CLEDU, COPE, COSPE, CSC Danilo Dolci, ENGIM, Emergency, ESIS, Fondazione Assistenti Sociali, Friday For Future, II Pellegrino della Terra, Kala Onlus, Laici Comboniani, Legambiente, Molti Volti, Ordine Assistenti Sociali Sicilia, Osservatorio sulle Migrazioni Centro Arrupe, People Help The People, Sartoria Sociale, Send, Tulime ...
Sempre sulla questione degli Schützen a scuola, riprendo questo editoriale di Franco Rella apparso oggi sul Corriere del Trentino e che condivido in pieno.
di Franco Rella
(14 aprile 2018) Il caso degli Schützen a scuola mi ha messo in uno stato di profondo scoramento.
Pur condividendo le opinioni espresse dal preside Alberto Tomasi, da Quinto Antonelli e da Simone Casalini in un fondo esemplare, non ho grandi timori.
Immagino che i bambini delle scuole elementari, quando si vedranno in classe quei signori così bardati, con buffi cappelli con un curioso e indefinito piccolo pennacchio, penseranno a un prolungamento del carnevale, o a uno spettacolo in costume. Il che non dovrebbe portare loro molto danno.
A darmi profondo scoramento è stata invece la reazione scomposta del capo del governo provinciale, Ugo Rossi, che evidentemente quando si sente messo alle strette o criticato manifesta interamente se stesso, senza pudori.
Riprendo dal Corriere del Trentino l'intervento di Alberto Tomasi che nei giorni scorsi ha dato il là ad un intenso confronto attorno all'opportunità o meno che le compagnie degli Schützen entrino nelle scuole interagendo con l'attività formativa. Nel quale è intervenuto proprio oggi anche il presidente della PAT (nonché assessore all'Istruzione) Ugo Rossi che ha tacciato da par suo come "censure da intellettualoidi" le obiezioni sollevate. Ma il tema - come scrive nel suo editoriale il caporedattore Simone Casalini - è tutt'altro che banale. Scrive Casalini: «L'ingresso degli Schützen nelle aule scolastiche ha subito innescato una polemica tra attori politico istituzionali, sociali e del sapere. La Storia è il grande discrimine della vicenda: chi ha il diritto di scriverla e tramandarla? È una frontiera labile. Spesso i vincitori sono i detentori della verità storica. O chi ha il monopolio geopolitico di questa. La storia dell’Occidente ha ridotto a epifenomeni gli altri fasci di storie che ora riemergono nelle nostre vite sotto diversa forma per chiedere cittadinanza. Nel caso degli Schützen è difficile parlare di una storia emarginata. Sono rimasti come testimonianza di un tempo arrestato e estinto, portatori di una nostalgia che il popolo trentino non conosce. Che la loro memoria sia divisiva lo dimostra anche l’ultimo caso: due classi su quattro della scuola elementare «Regina Elena» hanno scelto di non aderire perché non li hanno ritenuti latori di un messaggio condiviso. Le agenzie educative, come la scuola, devono poi poter attingere da istituzioni culturali riconosciute, da specialisti del sapere. I quali possono anche divergere su alcuni dettagli, ma motivandoli sul piano storiografico e non su quello ideologico. Si alimenta, altrimenti, il circuito della conoscenza fai da te. Se poi l’intento non era un approccio storico agli ultimi cento anni del Trentino, ma spiegare gli arcani del vestito da Schützen, allora viene da dire che forse non è quello il compito della scuola».
di Alberto Tomasi
L’antefatto è questo: in una scuola del Trentino è arrivata l’offerta di una compagnia Schützen per incontrare gli alunni. Lo scopo sarebbe quello di fornire un contributo alla conoscenza della storia locale, forse legando l’intervento alle coincidenze con l’anniversario della Prima guerra mondiale (e, si può supporre, facendo da contraltare, alla lettura e alle celebrazioni che probabilmente accompagneranno la prossima adunata nazionale degli alpini a Trento).
La richiesta degli Schützen è perlomeno curiosa e si potrebbe intendere come ulteriore prova di un’affettuosa, magari un poco cameratesca e paternalista, presenza folklorica: un po’ di nostalgia asburgica, della buona amministrazione d’antan, “stavamo meglio una volta”, riprendiamoci la nostra terra, difendiamo le nostre radici. Quindi che male possono fare se entrano in una classe, raccontano di sé, ricordano il passato e propongono una prospettiva che può avere suggestioni che possono colpire l’immaginario dei bambini, rendendo interessante il possibile incontro?
Mercoledì prossimo 16 agosto, alle ore 17.00, nell'ambito della manifestazione "Agosto degasperiano", lo scrittore Eraldo Affinati parlerà dell'esperienza della scuola Penny Wirton, un'attività ormai decennale di relazione formativa individuale fra i volontari e gli immigrati fondata da Affinati insieme alla moglie Anna Luce Lenzi. L'incontro si svolgerà a Malga Costa, nella cornice di Arte Sella (in Val Sella).