«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene

Mondo

Il paesaggio che ci riguarda
La prima di copertina del libro

Franco Farinelli

Il paesaggio che ci riguarda

Un progetto collettivo, un metodo sovversivo

Touring Club Italiano

 

Il Touring Club Italiano, in collaborazione con il Muse, Università di Trento, TSM - Scuola per il governo del territorio e del paesaggio, Italia Nostra, Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Trento, Slow Food Trentino, Nutrire Trento, promuove la presentazione dell'ultimo libro di Franco Farinelli

"Il paesaggio che ci riguarda"

A discuterne con l'autore ci sarà Michele Nardelli

Lunedì 14  aprile 2025, ore 18.00, presso la Sala del Muse, Corso del lavoro e della scienza 3 a Trento.

In allegato l'intervista in vista della serata del 14 aprile a Franco Farinelli pubblicata oggi, venerdì, sul quotidiano "Il T" a cura di Tommaso Martini.

L’Italia e la Mediazione Internazionale: il Ruolo degli Enti Locali
Srebrenica, confronto con Irvin Mujcic

 

Tavola rotonda

L’Italia e la Mediazione Internazionale: il Ruolo degli Enti Locali

Le esperienze di dialogo promosse dalle regioni, province e comuni italiani in relazione a crisi internazionali

Firenze, Aula Magna del Rettorato, Piazza San Marco

Giovedì 10 Aprile 2025 ore 11.30-16.30

Evento in presenza

 

La tavola rotonda “L’Italia e la Mediazione Internazionale: il Ruolo degli Enti Locali” si propone di presentare e discutere le esperienze di dialogo e mediazione promosse dagli enti locali italiani su scala internazionale, evidenziandone punti di forza e le criticità, così da delineare prospettive future per la valorizzazione e sistematizzazione a livello nazionale dei medesimi sforzi.

Il mondo e tutto ciò che contiene
la prima di copertina del libro

Aleksandar Hemon

Il mondo e tutto ciò che contiene

Crocetti, 2023



Bejturan se uz ruzu savija,

vilu ljubi Derzelez Alija,

vilu ljubi svu noc na konaku,

po mjesecu i muntu oblaku *


Spesso parlo del Novecento come di un secolo non ancora elaborato. Non significa che non si siano spese parole, tutt'altro. E anche molte pagine straordinarie per comprenderne il messaggio, complesso e contraddittorio, che “il secolo dell'ambivalenza” ci ha consegnato. A che cosa mi riferisco, allora?

Penso alle pagine che ancora rimangono sospese sul piano dell'elaborazione collettiva, quel passato che incombe sul presente proprio per non aver scavato a fondo dentro verità ritenute sconvenienti e dolorose. Ma che il trascorrere del tempo (e ancor più la rimozione), infettano.

Non penso solo alle due guerre che devastano l'Europa e il Mediterraneo, entrambe esito di questa incapacità di fare i conti con la storia e del delirio nazionalistico che ancora pervade il presente.

 

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Una laurea per Ekrem Imamoglu. Per una rete globale della democrazia e della conoscenza.
Manifestazioni per la liberazione di Ekrem Imamoglu

di Federico Zappini

(27 marzo 20225) Le ultime settimane sono state in larga parte dedicate a discutere dello stato di salute dell’Unione Europea, delle sue priorità di fronte a un Mondo in fibrillazione e di alcuni dei contenuti del Manifesto di Ventotene.

In particolare l’attenzione si è concentrata sull’ipotesi di superamento degli Stati nazionali – in chiave federalista e antinazionalista – e sul pilastro sociale a essa collegato, in nome della solidarietà e dell’uguaglianza tra i popoli e in opposizione ad ogni ipotesi di dominio militare, politico o economico dei pochi (o pochissimi, visto il vento che tira) sui molti.

Ce ne siamo occupati anche scendendo in piazza, in quanto abitanti dello spazio urbano e insieme del Mondo intero. Lo abbiamo fatto perché preoccupati della torsione illiberale di cui siamo testimoni e vittime a diverse latitudini (dal sud America al sud-est asiatico, dalla Russia di Putin agli Stati Uniti di Trump, mai come oggi accomunati da interessi e stile, quasi alleati) ma anche perché convinti che esista una specificità europea nell’offrire garanzie allo stato di diritto, nel riconoscimento per tutti e tutte di diritti sociali e civili, nella propensione a modelli di governo democratici, plurali e nonviolenti.

 

Una Paideia per il tempo della complessità
Complessità

A scuola di complessità ibridando i saperi del nuovo umanesimo

di Mauro Ceruti *

Non c’è alcun dubbio che la scuola viva una crisi profonda. «La scuola prepara i ragazzi a vivere in un mondo che non esiste», ebbe a dire a suo tempo Albert Camus, e questo vale a maggior ragione oggi, sebbene in forme molto diverse.

Sono proprio le nuove generazioni «iperconnesse» a percepire e segnalare, con le loro inquietudini e i loro disagi, la “sconnessione” del sistema scolastico con la realtà dei problemi sociali e vitali del nostro tempo. Un malessere che fagocita gli studenti e, per osmosi, anche gli insegnanti, ostacolati sempre più nei loro compiti di ascolto educativo da una pletora insensata di adempimenti burocratici.

La diffusione straordinaria di nuovi veicoli di comunicazione e di informazione, sempre più versatili e veloci, tende ad annullare ogni mediazione fra il locale e il globale e mette ogni persona a contatto immediato con numerosissime informazioni, diversi linguaggi e molteplici culture. Ma ciò accade per lo più in modo frammentario, senza alcun filtro interpretativo e senza alcuna prospettiva educativa in grado di interconnettere le molteplici esperienze e il percorso formativo complessivo di ogni singola persona.

 

La democrazia e i crimini voluti dal «popolo»
da Avvenire

di Giorgio Cavallo

(27 gennaio 2025) Sta rapidamente scemando l’interesse della pubblica opinione per il caso del generale libico ricercato dalla Corte Penale internazionale e riportato in patria dal governo italiano con un volo dedicato.

In uno stato di diritto come riteniamo sia l’Italia, ma anche in altre democrazie come ad es. Israele, siamo ormai abituati, quando serve qualcosa di particolare in termini di interpretazione di comportamenti “disumani”, a produrre normative che lo permettano. Sarà poi il sistema giudiziario e la verifica costituzionale a impedirne l’applicazione qualora si superino determinati limiti. In Italia il continuo tira e molla della legislazione (e della stessa regolamentazione) in materia di immigrazione ne è un esempio palese. Nessuno può mettere in dubbio che trasportare migranti in un porto lontano dall’area di ritrovamento è un atto “criminale” poiché diminuisce la quantità di ulteriori salvataggi di emergenza, ma fintanto che la norma non è contestata da una qualche magistratura abilitata, un dipendente pubblico pare costretto ad applicarla. E nessuno dubita che la norma esista (e probabilmente sia “valida”) perché c’è un popolo che democraticamente la sostiene in un quadro dove la “lotta alla immigrazione”, formalmente a quella clandestina ma di fatto in tutti i possibili campi di applicazione, è un elemento “identitario” della maggioranza eletta che governa l’Italia.

Il 2024 è stato l'anno più caldo mai registrato: «L’umanità ha il potere di decidere il proprio destino»
Fonte: Copernicus Climate Change

di Sofia Farina *

 

(10 gennaio 2025) Il 2024 è stato ufficialmente l’anno più caldo mai registrato a livello globale, con una temperatura media che ha superato per la prima volta i 1,5°C sopra i livelli pre-industriali.Questo dato, confermato dal Copernicus Climate Change Service (C3S), non è solo un record storico, ma anche un campanello d’allarme per gli effetti a cascata che il riscaldamento globale ha su diversi sistemi terrestri, dagli oceani alle montagne.

Uno degli aspetti più significativi del 2024 è stato il record della temperatura superficiale del mare (SST) nei bacini extra-polari, con una media annuale di 20,87°C, ossia 0,51°C sopra la media 1991-2020. I primi sei mesi dell’anno hanno visto livelli record per questo parametro, mentre i mesi successivi, pur leggermente meno estremi, si sono confermati tra i più caldi mai registrati.

Il riscaldamento degli oceani ha implicazioni profonde per le dinamiche atmosferiche globali. Il calore immagazzinato nelle acque marine alimenta fenomeni climatici estremi, come cicloni più intensi, ondate di calore marine e alterazioni nei regimi di precipitazione. Samantha Burgess, Strategic Lead for Climate presso ECMWF, ha sottolineato come questi dati riflettano una tendenza consolidata: «Gli ultimi dieci anni sono stati i più caldi mai registrati e la media degli ultimi due anni supera stabilmente la soglia di 1,5°C».

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