«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene
Presentazione del saggio di Simone Malavolti «Nazionalismi e "pulizia etnica" in Bosnia Erzegovina (Prijedor 1990-1995)», Pacini Editore, 2024
Martedì 1 luglio 2025, ore 20.00
Mori (TN), Oratorio parrocchiale, Via G.Battisti
Un incontro dedicato alla storia e alla memoria di uno dei capitoli più drammatici della dissoluzione jugoslava. Prijedor, teatro di atrocità negli anni ‘90, diventa il centro di un’analisi che intreccia ideologia, violenza, media e geopolitica.
Prijedor, cittadina bosniaca di quella che un tempo era la Jugoslavia, sale alla ribalta della cronaca internazionale per le terrificanti immagini dei corpi emaciati dietro il filo spinato di un campo di concentramento. È solo la punta dell’iceberg di un progetto iniziato con l’occupazione militare della città da parte dei nazionalisti serbi nella notte del 30 aprile 1992.
Un’escalation di violenza di massa che provocherà la fuga e la deportazione di migliaia di cittadini, l’internamento di 5.000 persone, l’uccisione di oltre 3.000 individui, la distruzione di interi villaggi e l’imposizione di una memoria pubblica unilaterale e negazionista.
Introduce e modera
Edvard Cucek, Gruppo Bosnia Mori – Brentonico
Intervengono
Simone Malavolti, autore del libro
Edin Ramuli, ricercatore e Attivista di "Jer me se tie" (Perché mi riguarda) Prijedor (BiH)
Michele Nardelli, scrittore, già presidente del Forum Trentino per la pace e i diritti umani
In ricordo di Ali Rashid e di Franco Battiato.
Era il 4 dicembre 1992. Nel Teatro nazionale di Baghdad da poco uscita dalla prima guerra del Golfo avviene un piccolo miracolo: il Concerto di Baghdad. Per chi non ha avuto il modo di ascoltare quella musica e quelle parole, ma anche quelle immagini che a trentatré anni ancora mi emozionano, ho pensato che ricordarle avrebbe potuto aiutare a comprendere il valore del tragitto umano di un amico che un mese fa ci ha lasciati per raggiungere – con il protagonista di quel concerto a sua volta scomparso tre anni fa – la quiete che qui non poteva più trovare.
(17 giugno 2025) Un mese fa se ne andava da questo mondo Ali Rashid. Con Ali mi legava un'amicizia lunga una vita. Ci eravamo conosciuti alla fine degli anni '70, anche se non so dire in quale specifica circostanza. E poi nelle tante occasioni di impegno intorno a quella che Nelson Mandela definiva “la questione morale del nostro tempo”, la tragedia del popolo palestinese.
Tanto che quando nell'agosto 1984 venni chiamato a far parte della segreteria nazionale di Democrazia Proletaria (cosa che richiedeva di vivere a Roma una parte significativa del proprio tempo), le nostre relazioni divennero pressoché quotidiane fin quando decidemmo di convivere nella bella casa di Via Gandiglio a Monteverde nuovo. Convivenza che proseguì per più di quattro anni, fino a quando – era la primavera del 1989 – non decisi che il mio impegno in quel contesto si era esaurito e per Ali non fosse arrivato il tempo di costruirsi una famiglia tutta sua con Cristina e, di lì a poco, con la piccola Aida.
Merano, Museo delle Donne, via Mainardo 2
Mercoledì 28 maggio 2025, alle ore 19.00
SICUREZZA DREAM
Dalla pandemia alla criminalità, dalle migrazioni al lavoro precario fino ai cambiamenti climatici. Un racconto profondo ma leggero sui nostri giorni, sul tempo della rabbia e della paura. E sulla domanda crescente che genera, quasi un sogno, la "sicurezza".
Storie legate assieme dalla musica di Battiato, Elisa, Negramaro, De Andrè, Vanoni e altri.
Un itinerario narrativo che parte dal titolo di un libro – Sicurezza – e mira al cuore del nostro mondo impaurito. Per indagare le ragioni di questo malessere. E provare ad averne cura.
con
Mauro Cereghini, letture
Francesca Schir, voce e chitarra
Lucia Suchanska, violoncello
Tratto da M. Cereghini e M. Nardelli - Sicurezza, Edizioni Il Messaggero, Padova (2018)
Aleksandar Hemon
Il mondo e tutto ciò che contiene
Crocetti, 2023
Bejturan se uz ruzu savija,
vilu ljubi Derzelez Alija,
vilu ljubi svu noc na konaku,
po mjesecu i muntu oblaku *
Spesso parlo del Novecento come di un secolo non ancora elaborato. Non significa che non si siano spese parole, tutt'altro. E anche molte pagine straordinarie per comprenderne il messaggio, complesso e contraddittorio, che “il secolo dell'ambivalenza” ci ha consegnato. A che cosa mi riferisco, allora?
Penso alle pagine che ancora rimangono sospese sul piano dell'elaborazione collettiva, quel passato che incombe sul presente proprio per non aver scavato a fondo dentro verità ritenute sconvenienti e dolorose. Ma che il trascorrere del tempo (e ancor più la rimozione), infettano.
Non penso solo alle due guerre che devastano l'Europa e il Mediterraneo, entrambe esito di questa incapacità di fare i conti con la storia e del delirio nazionalistico che ancora pervade il presente.
Per la V Settimana del Patrimonio culturale, la Sezione trentina di Italia Nostra propone una riflessione sul tema della montagna. E' un'occasione per riflettere e far riflettere sul complesso processo che potrebbe rendere più efficace la salvaguardia dei siti minacciati da cambiamenti culturali e climatici, turismo di massa, migrazioni antropiche, interessi economici.
Venerdì 16 maggio 2025, ore 17.00
Trento, Sala Fondazione Caritro, via Calepina 1
Presentazione libri
Walter Nicoletti, Le Alpi per ricominciare. Una nuova alleanza fra umanità e natura (Vita Trentina editrice)
Luigi Casanova, Avere cura della Montagna. L'italia si salva dalla cima (Altreconomia)
Gli autori Walter Nicoletti e Luigi Casanova dialogano con Michele Nardelli
Luca Casarini
La cospirazione del bene
Feltrinelli
Sabato 10 maggio, ore 18.30, presso la Libreria due punti, in via San Martino a Trento
Sarà presente l'autore, in dialogo con Federico Zappini
Cosa succede se la politica specula sulla cosiddetta “emergenza immigrazione”? Se l’antica legge del mare – le vite si salvano, e poi si discute –, recepita dalle convenzioni internazionali, viene messa in discussione da leggi interne spesso ispirate a principi disumani? Succede che il mare nostrum, da luogo di comunicazione fra popoli e civiltà, diventa il cimitero di chi è scappato dalla povertà, dalle guerre, dalle torture alla ricerca di una vita migliore. E la vita, invece, l’ha persa tra le acque.
Byung-Chul Han
La salvezza del bello
Nottetempo edizioni
Dostoevskij aveva detto che solo la bellezza ci salverà. Ma oggi è il bello stesso a dover essere messo in salvo, recuperando l’integralità della sua esperienza che l’epoca digitale fa svanire di giorno in giorno. Questo è l’intento del saggio di Byung-Chul Han, che ripercorre momenti essenziali del pensiero europeo sul bello, da Platone a Nietzsche e Adorno, per mostrare con vigorosa persuasività la deriva estrema della nostra esperienza estetica. L’estetizzazione diffusa, la veloce proliferazione di immagini levigatee consegnate al consumo, dove conta solo il mero presente della più piatta percezione, conducono a una fondamentale anestetizzazione. Nulla più accade e ci riguarda nel profondo, e così l’arte diventa, come già aveva avvertito Nietzsche, solo occasione di una momentanea eccitazione. Ma l’originaria esperienza del bello è invece una scossa estaticache ci trasforma e si prolunga anche nella vita etica e politica. La bellezza non rimanda al sentimento di piacere, ma a un’esperienza di verità. “Tu devi cambiare la tua vita”: il monito che promana dal Torso arcaico di Apollonell’omonima poesia di Rilke è la parola che il bello ci rivolge attraverso questo libro.