"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Economia

Prendere Parola. Il documento di area Cisl a favore della mobilitazione del 29 novembre scorso.
Il sindacato dei lavoratori. Antico manifesto

Nei giorni precedenti lo sciopero generale promosso da CGIL, UIL e Rappresentanze di base è stato dato scarso rilievo al documento promosso da un centinaio di esponenti CISL (fra i quali Sabino Pezzotta, già segretario naz.le della CISL, Gianni Italia e Adriano Serafino, già segretari nazionali della FIM, Gian Giacomo Migone, intellettuale di primo piano del movimento sindacale) di dissenso rispetto alla scelta della CISL di non promuovere con le altre sigle la mobilitazione del 29 novembre contro le politiche del governo Meloni.

Un documento che non riuscivo a trovare nella sua versione integrale fin quanto non ho aperto il blog “Sindacalmente” (www.sindacalmente.org), realizzato qualche anno fa da esponenti piemontesi della CISL (fra loro il compianto amico Alberto Tridente) e oggi coordinato da Adriano Serafino, che così si presenta:

"Il senso critico e il pluralismo sono lievito per la democrazia partecipata, per una cultura antagonista al dominio della finanza sull’economia reale, per perseguire un nuovo ordinamento economico. Per una società solidale, fondata sull’eguaglianza dei diritti mai disgiunti dai doveri, serve una democrazia partecipata a livello popolare, un sindacato che ridia “un volto e un’anima alle tessere”, una rappresentanza radicata e determinata a misurarsi con le innovazioni, una rete attiva di cittadinanza nel territorio e nelle periferie capace di dialogare e di dare risposte agli interrogativi di sguardi che già parlano, di percepire la realtà anche con gli occhi degli ultimi, dei tanti lavoratori invisibili e precari. Per essere protagonisti nelle scelte, non spettatori tifosi. Per nuove frontiere di solidarietà".

Un documento – quello firmato da 100 esponenti della CISL – che, a mio avviso e non solo, rappresenta un importante tentativo di rilancio dell'esperienza unitaria che in passato ha fatto grande il movimento sindacale e che avrebbe potuto dare un peso oltremodo signficativo alla mobilitazione del 29 novembre. Sul quale è caduta una cappa di silenzio e che, anche per questo, qui voglio riprendere integralmente. 

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A un passo dal precipizio (e dalla verità)
L'installazione iperrealistica del collettivo 'Captain Boomer' durante la conferenza sul clima. Da

di Ferdinando Cotugno *

(22 novembre 2024) Le conferenze sul clima funzionano così: due settimane di performance e un giorno o due di verità così distillata e pura da fare male agli occhi. Quella parte è cominciata nel pomeriggio. Gli affaristi sono già tornati a casa, i lobbisti hanno influenzato quello che potevano influenzare, i padiglioni sono stati smantellati, i bar iniziano a chiudere, i volontari si fanno i selfie e iniziano a pensare a cosa faranno dopo. E tutti gli altri iniziano a negoziare per salvarsi la vita.

Poche ore fa è arrivata quella che probabilmente sarà la penultima bozza del New Collective Quantified Goal di COP29. Le bozze di solito esplodono alle COP come petardi, un minuto prima sono tutti tranquilli, in attesa di qualsiasi cosa possa svegliarci, un minuto dopo suonano le notifiche a tutti, tutte insieme. Poi si reagisce a seconda della propria prospettiva, tutti cominciano a correre, cercare fonti, spunti, letture, interpretazioni, esegesi, prospettive, è il punto in cui la gente qui tende davvero a perdere il controllo, è un momento sempre strano, e bello, e assurdo, e doloroso, perché vedi che sono anche spaventati, ci sono destini ultimi di nazioni e popoli in quelle bozze, anche in quelle dei soldi per il clima, che sono forse il più estremo dei destini ultimi. L'arca di Noè era gratis, ma era prima dell'economia di mercato.

 

Inverno Domani. Evoluzione e prospettive del turismo bianco
La locandina dell'incontro

Nell'ambito della 20a edizione di "Fa' la cosa giusta", la Fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili,

che si svolgerà dal 18 al 20 ottobre presso Trento Expo, via Briamasco, 2 a Trento

sabato 19 ottobre, alle ore 11.00,

una conversazione pubblica sul tema:

 

Inverno Domani.

Evoluzione e prospettive del turismo bianco

 

alla quale partecipano

Tommaso Bonazza, Comitato Acque Trentine

Luca Albrisi, Divulgatore della cultura outdoor. Snowboarder e narratore

Michele Nardelli, scrittore e autore di "Inverno liquido"

Turismo senza limiti. Che fare?
La locandina dell'incontro

Presentazione del libro di

Selma Mahlknecht

"All intrusive. La montagna tra nostalgie e disillusioni turistiche".

Edizioni Alphabeta Verlag. Illustrazioni di Armin Barducci. Traduzione dal tedesco di Giuliano Geri

 

L'autrice Selma Mahlknecht dialoga con Simone Casciano (giornalista de Il T) e Alberto Winterle (architetto e direttore di Turris Babel)

«Il turismo è un eterno dilemma. Le sue contraddizioni, la sua natura ambivalente, la sua prepotenza rappresentano una sfida. È tanto facile maledirlo, quanto difficile rendergli giustizia. Il presente libro è un tentativo di cingerlo d’assedio.»
(Selma Mahlknecht)

Godersi le escursioni, il silenzio della natura, la salita alle vette: sarebbe bello, se non ci fossero turisti ovunque! Dopo lo choc collettivo della pandemia, il turismo di massa – vera e propria “industria” di questo primo quarto di secolo, per investimento di capitali e posti di lavoro che genera – è tornato a plasmare non solo le destinazioni classiche o esotiche, ma anche le regioni alpine e i loro delicati equilibri naturali.

Da Lamon un forte No alla Diga del Vanoi
Da La voce del nordest

Si è svolta sabato scorso 5 ottobre a Lamon, al confine fra il Trentino e la provincia di Belluno, un'importante e partecipata manifestazione per dar voce ai comitati locali, ai Comuni, alle associazioni, ai partiti e alle singole persone che da mesi sono impegnate nell'opposizione alla realizzazione della Diga del Vanoi.

Qui la cronaca che ne ha fatto TeleBelluno: https://youtu.be/hpE2kQ-Nhu4

A seguire gli interventi di Luigi Casanova per conto di Mountain Wilderness e di Manuela Baldracchi e Giovanna Ceiner, rispettivamente presidenti di Italia Nostra del Trentino e di Belluno.

 

L'impatto del cambiamento climatico sul turismo alpino e sull'industria della neve. Previsioni, effetti e nuovi modelli di sviluppo
Bacino per l'innevamento artificiale

E' questo il titolo di uno dei momenti di conversazione nell'ambito del Corso di formazione promosso dall'Ordine Regionale dei Giornalisti che si svolgerà all'inizio di febbraio a Pozza di Fassa.

Le Alpi sono destinate ad essere più colpite dai cambiamenti climatici della media delle altre aree dell'emisfero settentrionale. Gli effetti del riscaldamento globale rischiano dunque di avere un impatto sul turismo alpino più forte rispetto a quello che subiranno altre zone del mondo.

In particolare, l'innalzamento delle temperature invernali comporterà stagioni sciistiche più brevi e uno slittamento della linea della neve ad altitudini più alte. Meno neve, e soprattutto una presenza della neve sempre meno prevedibile e affidabile, rischia di portare meno sciatori e meno ricavi con un impatto economico sulle stazioni sciistiche dell'arco alpino, dove le comunità locali tendono a essere fortemente dipendenti dai ricavi legati alle attività del turismo invernale.

Da qui anche la necessità di pensare a nuovi modelli di sviluppo e di turismo per le aree di montagna. Anche il settore primario si sta adeguando introducendo colture inedite per le alte quote e utilizzando le ultime tecnologie per far fronte a nuovi scenari. La scarsità di neve, infatti, crea disagi dal momento che si riflette in una minor disponibilità di acqua per i pascoli estivi. In montagna l’attività agricola ha ancora oggi un ruolo rilevante, legato all’economia ma anche alle esternalità positive che produce a livello ambientale e sociale. Nuovi approcci sono quindi necessari per preservare un’attività preziosa e attrattiva per i turisti.

L'incontro è previsto lunedì 5 febbraio 2024, con inizio alle ore 17.30, presso la Sala del Consiglio Comunale di Pozza di Fassa, Piazza de Comun 1.

Alla conversazione partecipano

Diego Scalise, Banca d'Italia

Valeria Ghezzi, presidente Anef (Associazione degli impiantisti)

Michele Nardelli, scrittore e autore del libro "Inverno liquido. La crisi climatica, le terre alte e la fine della stagione dello sci di massa" (DeriveApprodi, 2023)

Diego Coller, presidente Confagricoltura Trentino

Daniele Dezulian, presidete SITC (Società Incremento Turistico Canazei)

Roberta Serdoz (Presidente Gis e vicedirettore Tgr Rai)

 

Ricongiungere la terra nella politica del territorio
Il fondo del Sole 24 Ore

Il Sole 24 Ore di oggi pubblica un fondo di Aldo Bonomi con un importante riferimento al libro “Inverno liquido”. Questo il testo.

di Aldo Bonomi *

(7 novembre 2023) Anche la transizione ecologica nel suo costringerci ad abbassare lo sguardo di futuro alla terra può indurre la «Retrotopia dei fondamentalismi» (Bauman).

Ad una transizione temperata ci induce il rapporto «Green Italy 2023» elaborato ogni anno da Symbola che scava nei fondamentali, altro dai fondamentalismi, dell'economia.

Raccontandoci dell'industria pesante dell'acciaio costretta alla metamorfosi ecologica passando poi al fordismo dell'automotive con i suoi balzi incerti verso l'elettrico e l'idrogeno, per poi planare nell'arcipelago del made in Italy in riconversione molecolare e diffusa. Ci dice speranzoso che sono più di mezzo milione le imprese green, con molti numeri di riconversione delle forme dei lavori in un percorso territoriale che va dal nord-ovest, culla del nostro fordismo, alla via Emilia, al nord-est e poi giù in tutto il sistema Paese.

Sotto sforzo nell'economia circolare, siamo primi in Europa nel riciclo, e nella rigenerazione urbana le imprese contaminano le multiutility in transizione tra municipalismo e mercato. Siamo ancora timidi ed arranchiamo verso le energie rinnovabili. È uno sguardo utile di numeri ed esperienze nelle terre basse dove crescono le imprese.

Alza lo sguardo alle terre alte l'inchiesta territoriale “Inverno liquido. La crisi climatica, le terre alte e la fine dello sci di massa” di Maurizio Dematteis e Michele Nardelli (DeriveApprodi 2023) appena insignito del Premio speciale Leggimontagna – Dolomiti Patrimonio Unesco. Libro che scava nei fondamentali economici del fordismo alpino: acqua e turismo.

 

 

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