"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
(30 luglio 2012) Chi ritiene che il governo Monti costituisca l'ultima spiaggia per avviare in Italia una stagione costituente, dovrebbe, invece di ripetere "rancio ottimo e abbondante", chiedersi: emergenza e "logica di sistema" debbono necessariamente contraddirsi? Bisogna solo abbrancare risorse dove si può? Esperienza storica e logica avrebbero voluto che si decidessero l'abolizione della Provincia e il passaggio delle sue competenze a città metropolitane e a Regioni.
Non ha alcun senso decretarne la fine in base a criteri essenzialmente quantitativi perché motivi ambientali, territoriali, storici possono rendere una Provincia di 100 mila abitanti meno inutile di una di un milione. E immaginiamoci i mercati che si scateneranno in sede di conversione del decreto! E la sanità? Ma non si trattava di materia di esclusiva competenza delle Regioni? O, almeno, non sarebbe loro sacrosanta responsabilità la definizione delle priorità e l'articolazione della spesa? E prima di giungere a ulteriori e indiscriminati tagli non sarebbe stato logico riferire al pubblico a che punto stava l'applicazione degli standard per le diverse prestazioni, unica cosa sensata dei provvedimenti sul federalismo fiscale?
Giovedi 2 agosto ore 18 si che terra' il terzo incontro promosso dall'Associazione Comunità responsabile. Titolo della serata, che verrà introdotto da Mauro Marcantoni e Claudio Martinelli, è "Spending review. Una scelta autonoma. E' possibile tagliare la spesa pubblica senza farsi male?"
Giuseppe Ferrandi, Presidente dell'Associazione Comunità responsabile
(14 luglio 2012) Nel tardo pomeriggio di venerdì ci incontriamo per uno scambio di idee sullo stato di attuazione della LP n.13/2009 sulle filiere corte e l'educazione alimentare. Sono presenti, oltre al sottoscritto, Edoardo Arnoldi, Paolo Calovi, Ciro Devigili, Enzo Mescalchin, Flavio Pezzi, Giuliano Pezzini, Massimiliano Pilati, Massimo Tomasi. Con noi anche Marta Dalmaso che, nella sua veste di assessore all'istruzione, è chiamata a concorrere nell'attività di implementazione della legge in questione.
La legge 13, pur essendo stata approvata nel novembre 2009 ha subito un forte ritardo. C'è voluto un anno di negoziazione con l'Europa per trovare una formulazione che non andasse contro le normative sulla concorrenza, l'approvazione degli emendamenti nella Legge Fnanziaria 2011 (dicembre 2010), l'assunzione delle Linee guida da parte della Giunta Provinciale (settembre 2011) per l'elaborazione del Programma triennale previsto dall'articolo 4 delle legge.
di Francesco Prezzi
La sagra dell'economia
(25 luglio 2012) In questi giorni stiamo assistendo alla Sagra dell'economia, si parla di crisi, di mercati e si coniano neologismi, si usano termini presi dall'inglese sempre per rendere più comprensibili i messaggi da trasmettere. Si moltiplicano i buffoni, i bardi, i cantastorie o i contastorie, più in funzione di depistaggio, che per comunicare. In particolare colpisce il fatto che si parla di effetto domino per descrivere la crisi del debito sovrano greco, spagnolo e italiano. Ci si dimentica però che l'effetto domino non si ha quando si gioca davvero al Gioco del Domino, nel quale le regole e il contenuto scientifico non prevedono un dilagare di effetti a caduta. Il cosiddetto effetto domino si ha solo quando si gioca a ben altro, magari mettendo in fila le tessere come se fossero soldatini. Accade cioè quando si verifica una violazione delle regole specifiche del gioco, negandone la portata. Se si sviluppa il paragone con la questione economica, si può affermare che vengono violate le regole del mercato perché ci si dimentica di cos'è il mercato.
Vanno puntualizzati alcuni aspetti: si parla di lavoro e non si analizza cos'è il lavoro in tutte le sue sfaccettature, sottovalutando il fatto che non tutti lavori sono uguali; non tutti i lavori producono ricchezza. Il lavoro può essere produttivo o improduttivo, ma nel calcolo del Pil tutto viene mescolato e non si registra la differenza col lavoro che produce merci, scambiabili fra loro o ottenendo in cambio un valore equivalente in denaro.
Al Festival dell'economia, il filosofo francese Serge Latouche spiega le sue teorie sulla decrescita serena e sull'abbondanza frugale
(3 giugno 2012) Serge Latouche, economista, filosofo e scrittore francese, non ha certo deluso le attese dei molti che lo attendevano al Festival e di certo non ha avuto peli sulla lingua nei confronti degli economisti tradizionali. "Se la domanda, parafrasando il titolo di un bel film francese, è "I nostri figli ci accuseranno?", la risposta è chiarissima: "di certo non ci ringrazieranno!"
La società della crescita infinita, del benessere che aumenta senza soluzione per arrivare chissà dove, è una società che non conosce alcun tipo di limite. Poiché però non vedo le prospettive di un effettivo cambiamento, penso che il nostro futuro sarà più vicino all'idea di un suicidio collettivo!
Siamo tutti responsabili, ma alcuni lo sono di sicuro più degli altri: le élite politiche ed economiche che sono più disponibili a salvare il destino delle banche, invece che quello della banchisa polare; che sono più sensibili al loro tenore di vita che a quello degli oceani; i cui comportamenti avranno come conseguenza che i nostri figli, un giorno giunti all'età matura, non avranno più alluminio, non avranno più petrolio, non avranno più giacimenti di uranio per far funzionare centrali nucleari a quel punto del tutto inutili...
di Francesco Prezzi
(25 maggio 2012) Nella trasmissione di Rai 3 Linea Notte di venerdì 23 maggio, ho avuto il modo di ascoltare le tue riflessioni sulla fase economica che stiamo attraversando e sul ruolo del Parlamento Europeo. Hai affermato che non solo la Sinistra è favorevole agli Eurobonds, ma anche il Partito Popolare Europeo. Subito mi è venuto in mente un vecchio libro di Gaetano Salvemini 1788/La rivoluzione francese.