"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
di Simone Casalini *
La pace è diventata un pensiero debole nelle nostre coscienze e una pratica che si è sempre di più astratta dalla vita quotidiana. Esiste, quando resiste, nella formula retorica e moralistica, ma la sua cultura è stata gradualmente smontata.
La pace non è solo contrasto e ripudio delle guerre, «prevenzione politica e culturale» (Alex Langer), ma deve essere uno stile di vita. Ci sono conflitti invisibili collocati nelle dimensioni più minute o evidenti della nostra esistenza (il lavoro, il contesto sociale, il condominio, lo sport, le relazioni, il potere) che disattendono molti dei nostri valori e principi. Che rendono accettabile la discriminazione, il sopruso, la violenza, l’equivoco.
La pace – nelle sue molteplici declinazioni: confronto, immedesimazione, costruzione, composizione – ci riguarda e ci chiama a scelte in ogni fase della giornata anche quando crediamo di averla rimossa.
Nell'ambito della settimana dell'accoglienza, l'ANPI del Trentino – con l'adesione di ARCI, SOSAT e Movimento Nonviolento – invita alla presentazione del Docufilm
“IL CONFINE DI BRINA – EROI SILENZIOSI”
di Gabriele Donati
Narra la storia di Ettore Castiglioni, Adamello Collini, Bruno Pilat e Pietro Cortiula, uomini che hanno messo a repentaglio la loro vita per salvare quella degli altri.
La proiezione si terrà
sabato 28 settembre, alle ore 20.30
presso la Fondazione Caritro, in via Calepina a Trento
Nella serata parleremo anche delle Resistenze di oggi e, in particolare, della Partigiana per la pace Olga Karach. L'attivista bielorussa per i diritti umani rifugiata in Lituania, si trova in grave pericolo, colpevole di accogliere e dare sostegno legale a obiettori di coscienza e disertori di tutti i fronti (russo, uraino, bielorusso). Candidata al Premio Nobel per la pace, ha ricevuto nel 2023 il premio Alexander Langer. Massimiliano Pilati illustrerà la petizione del Movimento Nonviolento per chiedere al Consiglio europeo la protezione di Olga Karach.
di Mauro Ceruti
(7 giugno 2024) L'inanellarsi delle crisi, dal 2008 in poi (crisi finanziaria, Brexit, pandemia, guerra alle porte dell’Ue), ci dice drammaticamente che l’Europa è a un bivio: o diventa un’Unione sempre più politica, a partire dall’eurozona, o muore. E questo proprio nel momento in cui si rafforzano le correnti sovraniste e nazionalpopuliste che intendono bloccare il progetto di un’Unione politica.
Attenzione: questa volta non si tratta solo di euroscetticismo. Questi movimenti cercano di riabilitare un concetto “romantico” di nazione intesa come entità naturalistica, fondata sulla discendenza da un presunto stesso ceppo etnico. Questo pericolo di regressione ci deve rammentare che uno dei meriti storici del progetto dell’Unione europea è stato di voler superare non le patrie o gli Stati nazionali di cui si trattava di limitare i poteri, ma le due malattie che avevano portato l’Europa al rischio dell’autodistruzione: la purificazione etnica e la sacralizzazione dei confini.
Il progetto dell’Ue ha messo in campo una politica nuova dei confini: da fronti di contesa, i confini sono diventati poli di attrazione per cooperazioni economiche, ecologiche, turistiche, politiche, culturali.
PER IL CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO E PERMANENTE
IN PALESTINA E IN TUTTE LE ZONE DI GUERRA
PER IL DISARMO E IL RIPRISTINO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE
Sabato 1 giugno 2024 ore 17.00 – piazza Dante, Trento
Venti di guerra soffiano più forte che mai, in Europa, nel Mediterraneo e in tutto il mondo: non solo i tanti conflitti attivi, ma pure i nazionalismi, la retorica della sicurezza e della deterrenza che alimenta la corsa agli armamenti, il disprezzo della diplomazia e del Diritto Internazionale.
A dispetto del coraggio di alcuni/e giornalisti/e e intellettuali, i mezzi di informazione hanno volentieri indossato l’elmetto d’ordinanza, ripetendo a ciclo continuo la complice ipocrisia dei governi e delle istituzioni internazionali.
Anche quest'anno Trento commemora la Giornata Internazionale delle fasce bianche per ricordare quanto avvenuto in Bosnia Erzegovina negli anni '90. L'appuntamento presso il Cortile interno di Palazzo Thun si tiene in parallelo alla commemorazione a Prijedor e in altre città d'Europa.
Il 31 maggio 1992 le autorità serbo-bosniache di Prijedor imposero ai cittadini non-serbi di portare al braccio una fascia bianca. In migliaia vennero poi rinchiusi nei lager. Più di 3 mila vennero uccisi, di cui 102 bambini.
Dal 2013, ogni 31 maggio si tiene a Prijedor e in altre città europee, la "Giornata internazionale delle fasce bianche", sotto al cappello “Jer me se tie” (Perché mi riguarda!). Quest'anno, la manifestazione a Prijedor inizierà alle 11.00 nella via Ahmeta Babi, nel luogo dove dovrebbe sorgere il monumento in memoria dei 102 bambini di Prijedor uccisi. Alle 12.00 si proseguirà nella piazza centrale della città, in cui i partecipanti con la fascia bianca al braccio leggeranno i nomi e cognomi di tutti questi bambini. Quest'anno si aggiunge anche l'installazione dedicata ai 102 bambini di Anita Karabaši “Nema Nikog Da Ga Bere” (Non c'è nessuno che lo raccolga).
Sabato 18 maggio 2024, papa Francesco sarà a Verona e prenderà parte all’Arena di Pace 2024, dove incontrerà e dialogherà con varie realtà della società civile, dell’associazionismo e dei movimenti popolari presenti in Italia.
ARENA DI PACE 2024 non è un evento isolato, ma un percorso iniziato a giugno 2023, promosso da Diocesi di Verona e alcune riviste cattoliche italiane (Nigrizia, Missione oggi, Mosaico di pace, Aggiornamenti sociali e Avvenire).
Questo progetto, che riprende l’esperienza delle Arene di Pace degli anni Ottanta e Novanta, nasce dalla presa d’atto che lo scenario mondiale di una terza guerra mondiale a pezzi di cui ha parlato più volte papa Francesco è concreto e drammatico nelle sue conseguenze, toccando da vicino anche l’Italia, visto che vi sono conflitti in Europa e nel bacino del Mediterraneo.
Da qui l’urgenza di interrogarsi in modo serio su come può essere intesa la pace nel contesto odierno e su quali processi si possono intraprendere per costruirla. https://www.arenadipace.it/com
Cessate il fuoco!
Nella striscia di Gaza si sta consumando uno sterminio della popolazione civile che non ha precedenti nella storia recente e che è destinato ad ampliarsi coinvolgendo tutto il vicino Oriente e le maggiori potenze mondiali.
È necessario mobilitarsi per fermare il massacro, dare una prospettiva di pace per la Palestina e il suo popolo e costruire le ragioni di una politica di ampio respiro, in grado di intervenire nei teatri di guerra con gli strumenti del negoziato, fuori dalla spirale della violenza e della corsa agli armamenti.
VENERDÌ 10 MAGGIO, ORE 18.00-20:00
Sala conferenze Fondazione CARITRO, Trento, via Calepina, 1
Intervengono
Bice Parodi, Vicepresidente associazione per i diritti umani Senza Paura
Giuditta Brattini, Cooperante Volontaria Associazione Gazzella
Introduce e modera
Alessia Ansaloni, Cantiere di Pace
Organizzano: ACLI Trentine, Cantiere di Pace, ANPI, Centro Pace, Ecologia, Diritti umani – Rovereto, Giovani delle ACLI