"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Pace e diritti umani

Frontiere di pace. Il futuro della nonviolenza
Cosa rimane delle guerre

Il Comitato Parrocchiale e la Pro Loco di Garniga Terme promuovono un confronto pubblico dal titolo

 

Frontiere di pace.

Il futuro della nonviolenza.

 

Sabato 29 luglio 2023, ore 20.00

Garniga Terme, Chiesa Sacro Cuore di Gesù

 

A confronto saranno

Paolo Costa, filosofo, saggista e autore di "L'arte dell'essenziale" e "La ragione e i suoi eccessi"

Michele Nardelli, ricercatore e scrittore, autore di "Inverno liquido", "Sicurezza" e "Darsi il tempo"

intervistati da Michele Fedrizzi

 

 

Nella guerra non ci sono vincitori
Ucraina

... Avremmo dovuto comprendere da tempo che nella guerra non ci sono vincitori. Se non i profittatori di guerra, quelli che si arricchiscono, in divisa o in abiti civili. O quelli che le armi le producono sul piano industriale. Ma di indagare la guerra nelle sue molteplici (e talvolta inconfessabili) sfaccettature, comprese le nuove guerre dove finisce il monopolio statuale della violenza, oppure di educazione alla pace e alla nonviolenza neanche parlarne.

Chi sarebbero i vincitori? Quelle centinaia di migliaia di persone che hanno perso la vita e che i propri eserciti negano perché nella retorica della vittoria è meglio nascondere il numero delle “proprie” vittime? Quelli che in una terra avvelenata dagli idrocarburi, dall'uranio impoverito e dall'amianto1 non ci potranno più abitare se non ignari dei tumori correlati? Le generazioni a venire che si troveranno un ambiente devastato talvolta irrimediabilmente? ... O, ancora, quelli che ora vivono nelle baracche fatiscenti di campi profughi destinati a durare negli anni? O forse i reduci, nei dopoguerra segnati dalla violenza in famiglia, dal suicidio o dall'alcolismo, dal silenzio e dalla follia? ...

L’espansione della Nato comprata per 94 milioni di dollari
Presenza Nato in Europa

È quanto hanno speso le industrie delle armi USA per ottenere l’allargamento della NATO fino ai confini della Russia. Un documento dell’altra America

Questo documento è apparso il 16 maggio 2023 sul New York Times, promosso dall'Eisenhower Media Network, un’organizzazione di esperti ex militari e funzionari civili della Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti che cerca di raggiungere l’opinione pubblica americana “la quale – dicono – sempre più si accorge che la politica estera degli Stati Uniti non rende il Paese e il mondo più sicuri». Il titolo del documento reca: “Gli Stati Uniti dovrebbero essere una forza per la pace nel mondo”. Credo sia utile riportarlo per avere un quadro completo della guerra e dell'escalation in corso senza per questo nulla togliere alle responsabilità della Russia di Putin nell'aggressione verso l'Ucraina.

 

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La guerra Russia-Ucraina è stata un disastro assoluto. Centinaia di migliaia di persone sono state uccise o ferite. Milioni di persone sono sfollate. La distruzione ambientale ed economica è stata incalcolabile. La devastazione futura potrebbe essere esponenzialmente maggiore man mano che le Potenze nucleari si avvicinano sempre più alla guerra aperta. Deploriamo la violenza, i crimini di guerra, gli attacchi missilistici indiscriminati, il terrorismo e altre atrocità che fanno parte di questa guerra. La soluzione a questa violenza sconvolgente non è “più armi” o “più guerra”, che garantiscono ulteriori morti e distruzioni.

Come americani ed esperti della Sicurezza Nazionale, esortiamo il presidente Biden e il Congresso a usare la pienezza del loro potere per porre fine rapidamente alla guerra Russia-Ucraina attraverso la diplomazia, soprattutto in considerazione dei gravi pericoli di un’escalation militare che potrebbe innestare una spirale fuori controllo. 

Il mondo e il compito dell’Europa. Via dalla spirale dei massacri
Guerra in Ucraina e armi italiane

di Mauro Magatti *

Se a livello privato si osserva l’indebolimento dell’empatia, sul piano politico-istituzionale questo tempo segna il ritorno in grande stile del conflitto armato per risolvere le controversie che si moltiplicano nel mondo globalizzato. L’invasione dell’Ucraina ha fatto da evento catalizzatore di processi già avviati negli anni precedenti che adesso stanno però acquisendo natura sistemica. Sono tre le tendenze principali che si vanno rafforzando reciprocamente. Secondo l’ultimo Rapporto disponibile del Stockholm International Peace Research Institute già nel 2021 - cioè prima dell’invasione Ucraina - la spesa militare complessiva a livello mondiale aveva superato (per la prima volta dal 1949) i 2.000 miliardi di dollari annui.

Un’ascesa cominciata nel 2015 e alimentata da cinque Paesi: i due terzi delle spese militari globali sono infatti effettuati da Usa, Cina, Russia, India e Regno Unito. Gli Stati della Ue, più indietro, dopo i fatti ucraini hanno cominciato la rincorsa: la Francia ha annunciato un programma per la difesa di oltre 400 miliardi di euro nei prossimi 7 anni. La Polonia ha annunciato che porterà al 4% del Pil le proprie spese militari e la Germania le raddoppierà sino oltre i 100 miliardi annui. D’altra parte, la guerra in Ucraina proclama che, per “vincere” o almeno non perdere lo scontro bellico, servono armi sempre più sofisticate: in un mondo tecnologico anche la guerra diventa tecnica (anche se a morire sono poi uomini e donne in carne e ossa, a centinaia di migliaia).

Il secondo trend è la costruzione di muri. Anche in questo caso la tendenza è cominciata a ben prima dell’attacco all’Ucraina. Muri e recinzioni costruiti per cercare di separare ciò che in realtà è strutturalmente unito sono ormai diffusi in tutti i continenti. A oggi si contano circa 80 muri per quasi 50.000 km, l’equivalente della circonferenza dell’intero  pianeta. A fine del 2022 sui confini europei si contavano 2.048 chilometri di barriere, quando nel 2014 erano 315 e zero nel 1990. A seguito dell’invasione dell’Ucraina, anche la Finlandia ha cominciato a costruire un muro sulla lunga frontiera con la Russia. E per fronteggiare la questione migratoria qualche mese fa dodici Stati membri (Austria, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Grecia, Ungheria, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e Slovacchia) hanno chiesto alla Commissione finanziamenti per la costruzione di barriere fisiche di difesa.

 

Frontiera Ucraina
La prima di copertina del libro

«In un mondo segnato da aspiranti potenze impegnate nella competizione per l'egemonia, vale la pena tornare a interrogarci, oggi, sui meccanismi di ridefinizione violenta diconfini, sfere di interesse e influenza, gerarchie postcoloniali e retaggi imperiali»

Sabato prossimo 4 marzo 2023, alle ore 10.30, presso la Bookique, via Torre D'Augusto a Trento per iniziativa della Libreria due punti ci sarà la presentazione di un libro che, se si ha voglia di capire quel che accade nello scenario globale attorno alla guerra in Ucraina, va proprio letto.

Si tratta di "Frontiera Ucraina" di Francesco Strazzari (il Mulino, 2022).

La pace è la vittoria di cui abbiamo bisogno!
La locandina della manifestazione

Anche in Trentino varie realtà si sono attivate e hanno aderito all’appello della coalizione “Europe for Peace” che invita a promuovere mobilitazioni nelle città italiane ed europee a un anno dall’invasione dell’Ucraina per chiedere il cessate il fuoco, il dialogo e i negoziati di pace per

- costruire un’Europa sicura e pacifica per tutti

- mostrare solidarietà al popolo ucraino e alle vittime di tutte le guerre, le violenze, le repressioni e le discriminazioni nel mondo

 

La fiaccolata partirà da Piazza Duomo procedendo per le vie della città alle 17.30.

 

Promuovono l’iniziativa:
Cantiere di Pace, Forum trentino per la pace e i diritti umani, Acli, Arci, Cgil, Cisl, Uil, Anpi, Movimento Nonviolento, Centro Pace ecologia e diritti umani di Rovereto, Oikos Bios.

Il Cantiere di Pace in assemblea
Ucraina e amianto

il 24 febbraio, primo anniversario dell’inizio dell’assurdo attacco militare della Russia all’Ucraina, si avvicina. Come abbiamo scritto nella precedente email (vedi di seguito), riteniamo urgente ed essenziale ritrovarci come assemblea del Cantiere di Pace per un incontro di verifica, di scambio di valutazioni ed analisi, nonché di riorganizzazione e “aggiustamento” delle nostre azioni e proposte in modo tale da affrontare nel migliore dei modi la nuova fase del conflitto e le sue ricadute in ambito locale e nazionale.

Per questo, rinnoviamo l’invito all’assemblea che si terrà

sabato 21 gennaio, dalle 9:30 alle 12:00 circa
presso la sala circoscrizionale di via Verruca, 1 a Piedicastello di Trento.

 

"In questi lunghi mesi di guerra abbiamo cercato, nonostante le difficoltà, di tenere alta l’attenzione e l’impegno per promuovere un’altra soluzione al conflitto ucraino e per ribadire in tutti i luoghi e tutte le sedi della vita civile e politica la via della pace e del superamento nonviolento dei conflitti.

Facciamo quello che possiamo, chi sul fronte della solidarietà concreta e degli aiuti diretti alle popolazioni civili, chi nell’attivismo per la pace, chi ancora sul fronte della formazione e della comunicazione.

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