«Il problema che in primo luogo va risolto, e fallendo il quale qualsiasi altro progresso non è che apparenza, è la definitiva abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani»<br/> Manifesto di Ventotene

Pace e diritti umani

Marsam 301, una mostra di opere per la Palestina
Betlemme

Vi invitiamo all'inaugurazione della mostra allestita dal 15 al 28 febbraio presso lo Studio d'Arte Andromeda in Via Malpaga, 11 (Trento) alla presenza dei rappresentanti del collettivo MARSAM 301 che si svolgerà sabato prossimo 15 febbraio 2025 alle ore 18.00.

La mostra è il risultato di un laboratorio d'arte specializzato incentrato sull'incisione e sulla stampa come strumenti di espressione in tempi di difficoltà del Collettivo palestinese MARSAM 301, con sede a Betlemme.

In esposizione anche una selezione di opere disegnate da importanti artisti italiani: Altan, Crepax, Igort, Magnus, Manara, Pazienza, Benni, Vincino ecc. riunite nel 1988 nella cartella curata da L’Alfabeto Urbano: “KUFIA Matite italiane per la Palestina”, già esposte in quegli anni nella nostra precedente sede, questo per ricordare da quanto tempola "questione Palestinese” sia presente nelle nostre coscienze e quanto importante sia ricordare e trasmettere memoria.

Nazionalismi e 'pulizia etnica' in Bosnia Erzegovina – Prijedor (1990 – 1995)
la prima di copertina del libro

Simone Malavolti

«Nazionalismi e “pulizia etnica” in Bosnia Erzegovina – Prijedor (1990 – 1995)»

Pacini Editore, 2024

«Nazionalismi e “pulizia etnica” in Bosnia Erzegovina – Prijedor (1990 – 1995)» è un libro di grande valore. Un lavoro rigoroso e raro, per la ricerca delle fonti e per l'accuratezza della ricostruzione di un passaggio storico manipolato dalla propaganda nazionalista e da narrazioni separate.

Scavare dentro i conflitti e le guerre non è mai un compito facile, richiede di prendersi una distanza anche emotiva dagli avvenimenti e dalla logica manichea che tende ad identificarsi con una parte. Questo non significa non saper distinguere fra aggressori ed aggrediti, senza però mai dimenticare che la guerra (come la sua fine, chiamata frettolosamente pace) non è mai giusta. In questo scavare dentro i conflitti (e le parole), con Mauro Cereghini parlammo di “equiprossimità”, il riconoscere la tragedia delle vittime a prescindere dalla loro appartenenza nazionale, religiosa o etnica1. A questo compito Simone Malavolti offre un contributo significativo, uno studio di caso per raccontare come sono andate le cose in una delle aree più segnate dalla “pulizia etnica” nella guerra dei dieci anni che ha segnato l'Europa alla fine del secolo scorso.

Per chi ha vissuto quella tragedia in prima persona, questo libro rappresenta una forma di risarcimento, nel riconoscimento del dolore delle vittime ma anche verso chi – a prescindere dalla propria appartenenza – si è opposto al delirio nazionalistico. Anche per questo, richiederebbe di venir tradotto in serbo-croato-bosniaco e presentato nei territori che facevano parte della Jugoslavia. Cosa non facile, se consideriamo che ancor oggi, a distanza di trent'anni dagli avvenimenti raccontati nel libro di Malavolti, ci sono aree nelle quali le autorità locali tendono a boicottare ogni narrazione diversa da quella ufficiale, ovvero quella di chi ha “vinto” nella separazione etnica della Bosnia Erzegovina. Ne sanno qualcosa quei pochi intellettuali che coraggiosamente hanno “tradito” le loro appartenenze o presunte tali.

Nazionalismi e Pulizia Etnica in Bosnia Erzegovina - Prijedor (1990 - 1995)
la prima di copertina del libro

Incontro di presentazione del libro di Simone Malavolti

«Nazionalismi e “Pulizia Etnica” in Bosnia Erzegovina. Prijedor (1990 - 1995)»

Pacini Editore, 2024

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Martedì 21 gennaio 2025, ore 18.00

presso il Circolo ARCI – Vie Nuove

Viale Giannotti 13 - Firenze

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Un incontro dedicato alla storia e alla memoria di uno dei capitoli più drammatici della dissoluzione jugoslava. Prijedor, teatro di atrocità negli anni ‘90, diventa il centro di un’analisi che intreccia ideologia, violenza, media e geopolitica.

Intervengono

Simone Malavolti, autore e storico specializzato nei paesi jugoslavi
Luca Bravi, Dipartimento Forlilpsi, Unifi, esperto di memoria e Bosnia-Erzegovina
Michele Nardelli, scrittore e co-fondatore dell’Osservatorio Balcani e Caucaso

Partner dell’evento

Istituto Storico Toscano della Resistenza
Pacini Editore

No alla pulizia etnica!
La pagina pubblicata oggi su

Appello di oltre 200 ebree e ebrei italiani

di L3a – Laboratorio Ebraico Antirazzista e Mai Indifferenti – Voci ebraiche per la pace

 

Oltre 200 ebree ed ebrei italiani hanno firmato un appello pubblico contro la deportazione dei palestinesi proposta da Trump e contro le violenze israeliane a Gaza e in Cisgiordania, chiedendo al governo italiano di non rendersi più complice di queste azioni.

L’iniziativa riprende i temi di un analogo appello promosso da ebree ed ebrei statunitensi, che ha già raccolto migliaia di adesioni, tra cui quelle di trecentocinquanta rabbini.

Promotori dell’appello italiano sono L3a – Laboratorio Ebraico Antirazzista e Mai Indifferenti – Voci ebraiche per la pace, due reti che si battono per una giusta pace in Medio Oriente, in opposizione alle politiche di segregazione e occupazione in Palestina, e contro l’antisemitismo e ogni forma di razzismo presente all’interno delle nostre società.

Molte persone che non appartengono ai due gruppi hanno aderito condividendo lo spirito dell’iniziativa.

 

Questo il testo dell’appello, uscito oggi sui quotidiani Repubblica e Manifesto:


Trump vuole espellere i palestinesi da Gaza.

Intanto in Cisgiordania prosegue la violenza del governo e dei coloni israeliani.

Ebree ed ebrei italiani dicono:

NO alla pulizia etnica!

L’Italia non sia complice.


Ulteriori adesioni verranno raccolte tramite il sito https://nopuliziaetnica.org/ al link https://nopuliziaetnica.org/sottoscrivi/ 

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Incontri di civiltà
La principessa Europa

Venerdì 13 dicembre 2024, dalle ore 16.00 alle ore 19.00, presso l'Istituto Comprensivo del Primiero a Transacqua (TN), si svolge il terzo incontro formativo del ciclo "La pace come competenza nell'innovazione didattica" attorno al tema

"Incontri di civiltà"

con la partecipazione di Michele Nardelli, scrittore e formatore.

 

La pace come cultura e stile di vita
L'incontro promosso nel 2010 alla biblioteca dei francescani a Trento, con il custode del Santo Sepolcro Wajeeh Nuseibeh e padre Francesco Patton che poi sarebbe diventato Custode di Terra Santa

di Simone Casalini *

La pace è diventata un pensiero debole nelle nostre coscienze e una pratica che si è sempre di più astratta dalla vita quotidiana. Esiste, quando resiste, nella formula retorica e moralistica, ma la sua cultura è stata gradualmente smontata.

La pace non è solo contrasto e ripudio delle guerre, «prevenzione politica e culturale» (Alex Langer), ma deve essere uno stile di vita. Ci sono conflitti invisibili collocati nelle dimensioni più minute o evidenti della nostra esistenza (il lavoro, il contesto sociale, il condominio, lo sport, le relazioni, il potere) che disattendono molti dei nostri valori e principi. Che rendono accettabile la discriminazione, il sopruso, la violenza, l’equivoco.

La pace – nelle sue molteplici declinazioni: confronto, immedesimazione, costruzione, composizione – ci riguarda e ci chiama a scelte in ogni fase della giornata anche quando crediamo di averla rimossa.

 

Il confine di brina. Eroi silenziosi
Il manifesto dell'evento

Nell'ambito della settimana dell'accoglienza, l'ANPI del Trentino – con l'adesione di ARCI, SOSAT e Movimento Nonviolento – invita alla presentazione del Docufilm

“IL CONFINE DI BRINA – EROI SILENZIOSI”

di Gabriele Donati

Narra la storia di Ettore Castiglioni, Adamello Collini, Bruno Pilat e Pietro Cortiula, uomini che hanno messo a repentaglio la loro vita per salvare quella degli altri.

 

La proiezione si terrà

sabato 28 settembre, alle ore 20.30

presso la Fondazione Caritro, in via Calepina a Trento

 

Nella serata parleremo anche delle Resistenze di oggi e, in particolare, della Partigiana per la pace Olga Karach. L'attivista bielorussa per i diritti umani rifugiata in Lituania, si trova in grave pericolo, colpevole di accogliere e dare sostegno legale a obiettori di coscienza e disertori di tutti i fronti (russo, uraino, bielorusso). Candidata al Premio Nobel per la pace, ha ricevuto nel 2023 il premio Alexander Langer. Massimiliano Pilati illustrerà la petizione del Movimento Nonviolento per chiedere al Consiglio europeo la protezione di Olga Karach.

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