"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Persone

Un'oasi di verde al posto del viadotto Sepi. In ricordo di Paolo Fedrizzi
Paolo Fedrizzi

Posizionata una dedica in ricordo del dottor Paolo Fedrizzi presso il “laghetto del Sole”

 

di Roberto Devigili

Nei mesi scorsi era stata avviata una raccolta di firme per invitare le amministrazioni comunali di Mezzocorona e Mezzolombardo ad attivarsi per ricordare Paolo Fedrizzi presso il laghetto – lido realizzato in località Ischia di Mezzocorona, posizionando in quel luogo una cassetta per api (arnia) non abitata, donata a questo scopo dai suoi famigliari e un albero di tiglio, i cui fiori sono apprezzati dalle api, dedicati a Paolo Fedrizzi, medico, apicoltore, ambientalista.

Nel corso dell’estate, l’amministrazione comunale di Mezzocorona ha provveduto a collocare l’arnia e a piantare il tiglio all’ingresso del laghetto. Martedì 20 agosto 2024 si è svolta una piccola inaugurazione ed un breve momento di ricordo presso il laghetto stesso. Erano presenti numerose persone che hanno voluto dimostrare la loro stima per Paolo. Presenti anche il sindaco di Mezzocorona, Mattia Hauser e alcuni rappresentanti dei comuni di Mezzocorona e Mezzolombardo. Questi ultimi hanno annunciato che al termine dei lavori in corso sulla sponda destra del Noce, verrà ricordata anche in quel luogo la figura di Paolo Fedrizzi. E’ intervenuta anche Gabriella Zanini che ha avuto l’idea della dedica del piccolo laghetto a Paolo.

«Come il giardiniere, così il giardino». In ricordo di Doriano Stefani
Doriano con Claudio e Vasco a Parigi

(12 settembre 2024) Qualche giorno fa la comunità di Tezze Valsugana ha accompagnato Doriano Stefani nel suo ultimo viaggio. Tante persone, a testimonianza della gratitudine verso quanto Doriano ha donato alla sua gente insieme all'incredulità per come all'improvviso se ne è andato.

Con Doriano non ci vedevamo da chissà quanto, ma agli amici della Valsugana chiedevo spesso di lui e nelle occasioni di incontro in valle speravo di intravvederlo in un angolo remoto, schivo com'era quando lo conobbi nei primi anni '80.

Doriano era parte di quel gruppo di giovani di Tezze – un tempo passaggio di confine fra l'Impero asburgico e il Regno d'Italia, oggi ultima propaggine trentina prima di entrare in Veneto – che all'inizio del 1983 decisero di rompere l'isolamento di quel luogo così lontano dai palazzi della politica e ai limiti dell'emarginazione. Così la prima cosa da fare sarebbe stata quella di dare uno scossone anche sul piano dell'amministrazione locale.

 

Alessandro Rotta, uno di noi
Alessandro Rotta

Oggi ci siamo trovati numerosi in un luogo molto bello (Villa Venier) a Sommacampagna (VR) per ricordare Alessandro Rotta, amico che ci ha lasciati il 24 febbraio scorso a soli 51 anni.

Con Alessandro abbiamo condiviso idee, emozioni, viaggi attorno al percorso di ricerca di Osservatorio Balcani. Fu l'inizio di un tragitto umano e professionale che lo ha portato a diventare capo di gabinetto del Rappresentante Speciale dell’Unione Europea per il Sud del Caucaso.

Negli ultimi anni ci si incontrava di rado, ma Alessandro era e per sempre rimarrà uno di noi, parte di una comunità di pensiero e di impegno che proseguirà il suo cammino per le strade della pace in Europa e nel Mediterraneo.

Una proposta c'è già sul tappeto, nata dalla conversazione collettiva e condivisa in linea di massima con la famiglia, ma ancora in nuce. Ne parleremo quanto prima. 

Ma oggi i ricordi, i pensieri, i suoni e le immagini proposte ci hanno fatto sentire Alessandro fra noi. Grazie per questo regalo. 

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Primavera
Alda Merini

 

Sono nata il ventuno a primavera

 


Sono nata il ventuno a primavera

ma non sapevo che nascere folle,

aprire le zolle

potesse scatenar tempesta.

Così Proserpina lieve

vede piovere sulle erbe,

sui grossi frumenti gentili

e piange sempre la sera.

Forse è la sua preghiera.


(Alda Merini da Vuoto d’amore, 1991)

 

   

https://youtu.be/qzO7FviRWgU 

nell'interpretazione di Milva (2004)

 

Quelle carovane che fecero diversa questa terra. In ricordo di Vittorio Cristelli
Vittorio Cristelli

(26 aprile 2024) Vittorio Cristelli nei giorni scorsi ha lasciato questo mondo. Non ci vedevamo da tempo e, malgrado mi fossi riproposto di andarlo a trovare, alla fine le nostre vite di corsa hanno avuto il sopravvento, perché il limite anche se ne parliamo (ma non abbastanza) poi non lo sappiamo declinare. Ed ora un'assenza, definitiva. Che si traduce in disagio. Provo a scriverne, avvertendo un debito di riconoscenza.

Perché c'è stato un passaggio di tempo, in particolare nel decennio successivo alla caduta del muro di Berlino, in cui la frequentazione con Vittorio è divenuta parte di una comune ed intensa ricerca culturale e politica. In quegli anni di profonde trasformazioni, negli assetti globali come intorno a noi, l'impegno per la pace s'intrecciò con un profondo interrogarsi su come reimmaginare lo scenario politico, trentino ma non solo.

Certamente la pace fu il terreno del nostro incontro. Le grandi speranze di un mondo diverso da quello che aveva segnato il secondo dopoguerra, che accomunava persone anche tanto diverse come noi attorno alle parole di padre Ernesto Balducci, si erano ben presto rivelate nel loro opposto: era di nuovo la guerra il tratto che riempiva lo scenario globale, dal Vicino Oriente alla regione africana dei Grandi Laghi, dall'America centrale ai Balcani.

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La politica come riconoscimento della complessità. In ricordo dell'amico Massimo
Massimo Gorla in un momento di convivialità con Emilio Molinari

Sono vent'anni da quando Massimo Gorla ci ha lasciati. 

di Emilio Molinari e Michele Nardelli

Chissà come Massimo avrebbe vissuto questi anni “maledettamente interessanti”. Intanto forse avrebbe avuto da ridire su questo aggettivo, interessanti. O comunque avrebbe messo l'accento sull'avverbio, quel “maledettamente” che già segnava il tempo del suo mettersi di lato, quella “nuttata” che già nell'ultimo decennio del secolo scorso lasciava intravedere quel che ci saremmo dovuti aspettare nei decenni a venire.

Per non sbagliarsi, Massimo Gorla pensò di lasciarci il 20 gennaio 2004, alla soglia del suo settantunesimo compleanno. Per chi non ha avuto il privilegio di conoscerlo, Massimo è stato un protagonista nella storia della nuova sinistra in Italia e in Europa, parlamentare italiano per due legislature, responsabile esteri di Democrazia Proletaria e tanto altro ancora, ma in primo luogo un caro amico con il quale abbiamo condiviso un tratto importante delle nostre vite, pubbliche e private, quando questa distinzione era piuttosto sottile, forse fin troppo per quanto l'agire politico avvolgeva le nostre esistenze. Eppure se la gioia del vivere non ci era affatto estranea, per Massimo di certo occupava un posto speciale che faceva il paio con la sua gentilezza.

 

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Il pensiero meridiano
La copertina del libro

(23 febbraio 2021) Si è spento stamane Franco Cassano, il grande maestro del pensiero meridiano.

 

«La chiave sta nel ri-guardare i luoghi,

nel duplice senso di di aver riguardo per loro

e di tornare a gardarli.

Lo smarrimento è grande

ma forse la strada per sfuggirgli è,

come la lettera rubata,

davanti agli occhi, in qualcosa che abbiamo sempre saputo

e non abbiamo mai osato dire»

 

Grazie Franco.

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