"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Persone

Se ne è andato Vittorio Bellavite, testimone curioso e inquieto del nostro tempo
Al centro della foto, con il maglione rosso, Vittorio Bellavite.

(aprile 2023) Vittorio Bellavite era una figura poliedrica che bene incarnava ciò che un tempo chiamavamo “identità demoproletaria”. Quel pensiero laterale che faceva convivere in un'unica soggettività culture politiche diverse, il Concilio Vaticano II e la teologia della liberazione, il pacifismo e la nonviolenza, l'egualitarismo e l'ambientalismo, nello sforzo tutt'altro che banale di condurre a sintesi pensieri e pratiche di liberazione.

La sua storia politica era quella di molti di noi, il cristianesimo dei poveri, il Movimento Politico dei Lavoratori di Livio Labor, il Partito di Unità Proletaria di Vittorio Foa e Silvano Miniati, l'impegno in Democrazia Proletaria e, conclusasi questa esperienza, la Convenzione per l'alternativa di Milano, la Costituzione Beni Comuni, l'associazione “Laudato si'”. E poi la sua dedizione nel movimento ecclesiale "Noi Siamo Chiesa", parte di quel movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica, di cui era coordinatore e portavoce in Italia, come a riprendere nel suo ultimo tragitto quell'antico filo conduttore peraltro mai interrotto.

 

In Friuli è Massimo Moretuzzo il candidato della coalizione alternativa alla destra.
Massimo Moretuzzo

Riprendo questo articolo di un vecchio amico giornalista milanese con il quale collaborammo ai tempi di Solidarietà nella redazione dei libri bianchi su “Affari & Politica”. Ma Gianni Berbacetto in questo caso ci parla del Friuli Venezia Giulia e di una coalizione di centro-sinistra-autonomista che va alle elezioni regionali (2 e 3 aprile 2023) proponendo l'amico Massimo Morertuzzo, esponente del Patto per l'Autonomia, come presidente. In questi anni con Massimo abbiamo spesso collaborato, tanto sul piano culturale che politico, ed è un piacere vedere il suo impegno venga oggi riconosciuto in questa candidatura unitaria. Anche recentemente ci siamo incontrati a Udine in occasione della presentazione di “Inverno liquido”. Insomma, una buona notizia.

di Gianni Barbacetto *

Miracolo in Friuli Venezia Giulia. Tutta l’opposizione di centrosinistra – in un momento di difficoltà per i partiti e in particolare per il Pd, nazionale e locale – ha scelto, rapidamente e senza polemiche, il candidato unitario e civico che tenterà l’impresa di battere il leghista Massimiliano Fedriga alle prossime elezioni regionali del 2 e 3 aprile.

È Massimo Moretuzzo, 46 anni, fuori dai partiti ma da sempre dentro il volontariato e l’impegno civile. Lo sosterranno Patto per l’Autonomia (a cui appartiene), Pd, Movimento 5 stelle, Civica Fvg, Unione slovena, Articolo uno, Open Fvg, Alleanza Verdi Sinistra.

«... per dire dei giorni tristi, per ricordare Francesco, per riflettere su questo tempo...»
La copertina del libro

Cari, care,

sarebbe bello trovarsi con la scusa di fare uscire alla luce un piccolissimo libro : «Cose così»

per dire dei giorni tristi

per ricordare Francesco

per riflettere su questo tempo.

Un tempo che è avaro di ideali e di passione politica, che avrebbe tanto bisogno di cambiamenti profondi nel modo di pensare e di agire.

Un tempo in cui è davvero importante dare valore alle relazioni fra le persone e all'amicizia.

Grazie a Michele e Gabriella, il giardino della casa alle Camalghe di Cadine ci offre l'opportunità di vederci insieme.

 

Vi attendiamo

Lunedì 31 ottobre 2022 alle ore 11.00 per una zuppa calda, un sorso di vino e di amicizia.

Micaela (insieme a Michele e Gabriella)

Caro Pietro, quel che mi preme dirti.
Immagine tratta dal sito dell'Universtà di Trento

Nei giorni scorsi ci ha lasciati il professor Pietro Nervi, per tanti anni docente di economia e politica montana e forestale all'Università di Trento, professore all'Istituto agrario di san Michele, direttore dell'Istituto superiore di servizio sociale, fondatore della Scuola di Preparazione Sociale nonché del Centro studi e documentazione sui Demani civici e le Proprietà collettive. Negli anni '90 era stato anche presidente dell'Associazione Progetto Prijedor, ambito nel quale avevamo sviluppato un'intensa collaborazione che è successivamente proseguita nel tempo come sguardo sul nostro tempo. Che ci mancherà.

 

Caro Pietro,

la prima cosa che mi viene riguarda il tuo sorriso, quello che traspare anche in questa tua foto in occasione di una circostanza tanto solenne come il riconoscimento che la città di Trento ha voluto nell'insignirti dell'Aquila di San Venceslao. E con il quale riuscivi ad attenuare anche le parole più severe, perché sapevi esserlo severo malgrado la tua mitezza. Ho sempre pensato che quel sorriso ti venisse dall'ironia con la quale sapevi prendere le cose della vita, che pure contrastava con il rigore che pretendevi da te stesso come dagli altri.

Quella stessa ironia con la quale ti rapportavi benevolmente alla mia persona e al mio impegno politico. Un giorno mi raccontasti di come verso la fine degli anni '70, mi pare nel corso di una delle tante assemblee sindacali di quel tempo, qualcuno ti mise in guardia verso quella testa calda che poi ero io. Perché se i nostri punti di partenza erano distanti, nel corso degli anni in cui abbiamo lavorato insieme, nell'ambito della cooperazione internazionale e non solo, abbiamo imparato a conoscerci e a rispettarci, ritrovandoci in quell'approccio territorialista che poi era l'ambito dei tuoi studi e della tua traiettoria umana e professionale. E, mi permetto di aggiungere, anche politica. Di questa tua benevolenza, parola desueta forse ma per me carica di significato, ti voglio ringraziare.

 

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Alberto Tridente, costruttore di amicizie.
Alberto Tridente e Lula (Ignacio Da Silva)

(24 luglio 2022) Proprio nei giorni scorsi con alcuni amici parlavo di Alberto Tridente e di quando nella primavera del 1994 andammo insieme per un mese in Messico per la campagna elettorale di Cuatemoc Cardenas, allora candidato presidente per il PRD, il Partito della Rivoluzione Democratica. Fu un'esperienza intensa e profonda, che mi porterò nel cuore finché vivo. Grazie ad Alberto conobbi persone e luoghi straordinari ed iniziai ad amare quel paese nel quale poi ho avuto la possibilità di ritornare in più occasioni.

Oggi sono dieci anni che Alberto ci ha lasciati. Ma il fatto che Alberto abiti frequentemente le mie conversazioni e i miei pensieri significa che la sua traiettoria esistenziale ha lasciato un segno profondo.

Come sindacalista, quando fare sindacato significava farsi carico della condizione umana a tutto tondo, lui che veniva da una famiglia operaia di immigrati a Venaria e che a sua volta, trascorsa l'infanzia, di quella condizione era suo malgrado interprete come operaio metalmeccanico e come dirigente sindacale.

 

 

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Il pensiero meridiano
La copertina del libro

(23 febbraio 2021) Si è spento stamane Franco Cassano, il grande maestro del pensiero meridiano.

 

«La chiave sta nel ri-guardare i luoghi,

nel duplice senso di di aver riguardo per loro

e di tornare a gardarli.

Lo smarrimento è grande

ma forse la strada per sfuggirgli è,

come la lettera rubata,

davanti agli occhi, in qualcosa che abbiamo sempre saputo

e non abbiamo mai osato dire»

 

Grazie Franco.

Dialogo con Boris Pahor, oltre la morte
Boris Pahor ad una manifestazione di Osservatorio Balcani Caucaso

Caro Professore caro,

ti scrivo, ancora una volta.

Questa lettera veleggerà nell’aria fino a raggiungerti nel silenzio dell’universo dove sei approdato. Non posso ignorare il morso di dolore che stringe lo stomaco, al pensiero della morte nonostante la tua lunga complicata vita.

Di recente ho attraversato le dolenti spiagge dell’abbandono della persona amata ed ora il saluto che devo rivolgere a te acuisce il solco della perdita. Delle varie perdite, che si sommano a mano a mano che si devono salutare i volti di quanti hanno intercettato i nostri passi e con cui si sono condivisi pensieri e speranze.

Nel tuo romanzo “Il petalo giallo”1 hai messo in campo lo scambio di lettere tra i personaggi della storia narrata, ribadendo che le lettere collegano, spiegano, fanno affiorare il rimosso, illuminano, aiutano. Tra i protagonisti, Igor a Magda, un tempo le lettere erano state “un dono, di una creatura accorta ma sognatrice e infantile, che l’aveva aiutato a ritornare nel mondo degli esseri umani”, perché l’invio di missive in qualche caso permette di ricucire gli strappi della vita.

Forse anche fra noi, pur in piccola misura, i messaggi scambiati hanno lenito momenti di solitudine. Leggendo le tue narrazioni, ho intercettato tante domande ed è forse da qui che ha preso il via la nostra corrispondenza, fatta di cartoline e di lettere, scritte a mano o battute a macchina, come facevi solitamente, secondo antica usanza. Per questo oggi ti scrivo e, col tuo permesso, condivido pubblicamente alcuni argomenti di cui abbiamo discusso da lontano.

Spero che altri possano raccogliere il testimone e proseguire allargando il cerchio del dialogo intrapreso.

Un abbraccio denso di affetto.

Micaela

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