"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli

Mondo

Per farsi rieleggere Trump ha dichiarato guerra all'Iran
da Famiglia Cristiana

di Fulvio Scaglione *

Per il presidente degli Stati Uniti eliminare un generale iraniano è un ottimo sistema per trasformare il tentativo di impeachment in un atto antipatriottico. Ora chi lo accusa passerà per traditore dell'America. E intanto in Libia si muove dietro le quinte Erdogan. Il Medio Oriente è ormai una polveriera

A quanto pare, nemmeno la terribile “lezione” del massacro siriano riesce a far rinsavire i potenti. Altre guerre per procura si annunciano, altre stragi di civili si preparano per un 2020 che comincia esattamente da dove era crudelmente finito il 2019. I droni americani hanno ucciso, a Baghdad, il generale iraniano Qassem Suleimani, 62 anni, che era il comandante dei Guardiani della rivoluzione ma, soprattutto, l’uomo di fiducia dell’ayatollah Alì Khamenei, la guida suprema dell’Iran, in tutte le situazioni di crisi in cui la Repubblica islamica avesse messo mano: Iraq, Siria, Libano, Yemen. Un colpo durissimo per l’Iran, perché Suleimani che aveva combattuto giovanissimo nella guerra contro l’Iraq di Saddam Hussein, aveva un’esperienza che lo rendeva quasi insostituibile.

 

La sfida di un destino comune
Paul Cezanne

Nei giorni 3 e 4 luglio 2021 si svolgerà a Genova il X Congresso di Slow Food Italia. Circa settecento delegati si riuniranno in parte in presenza e in larga parte in collegamento per dar vita ad un nuovo passaggio che abbiamo chiamato La sfida di un destino comune.

Un orizzonte tracciato nel documento di visione che – insieme agli altri documenti congressuali sulla biodiversità, sull'educazione e sulla advocacy proposti dal Consiglio Nazionale uscente e dalla nuova squadra candidata alla direzione dell'associazione – si propone di declinare il buono, pulito, giusto e per tutti nel contesto di crisi (ambientale, climatica, sanitaria, sociale, demografica, economica ma anche culturale e politica) che investe il nostro tempo.

Una proposta che si rivolge a tutte le persone e le realtà collettive che oggi si pongono criticamente verso un modello di sviluppo palesemente insostenibile e all'origine della sindemia in corso.

Un invito alla lettura.

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Curdi, il dovere della memoria
Manifestazione popolo curdo

di Emilio Molinari

(25 ottobre 2019) Rojava, la tentazione è di farne una lettura congeniale alle nostre speranze. C'è chi la vede come un sogno anarchico, come Barcellona del 1936, chi come il sottoscritto, che anarchico non è mai stato, è tentato di vederla come la Comune di Parigi... ma è altra cosa. Rojava è straordinariamente piantata nel nostro tempo: è universalista, ambientalista, femminista e comunitaria, in regioni dove tutto sembra imbarbarirsi. È entrata nella mente e nei cuori di persone in tutto il mondo, di tutte le idee e anche senza idee. Oggi Rojava, è un sacrificio e un lascito a tutta l'umanità. Ha parlato con il linguaggio di un Mondo da salvare... dalla guerra, dalle discriminazioni, dall'intolleranza.

E Rojava non nasce in Siria e non morirà in Siria. Viene dal passato che nessuno ricorda e dal retroterra della lunga lotta di quindici milioni di curdi di Turchia, del PKK, dal suo dibattito interno e dalla sua maturazione nel corso degli anni. Una lotta di decenni non solo armata e per l'autodeterminazione, ma una rivoluzione culturale, emancipatoria di donne e uomini. Fatta anche di politica, fatta di partecipazione alle elezioni, in vent'anni 15 partiti curdi sciolti e ricostruiti. E di governo di grandi città come Dyarbakir, Batman, Van. E tutto ciò in mezzo ad una guerra tremenda, senza incrudelirsi.

 

Il povero Cristo
Vinicio Capossela

Sentirsi vicini. E dunque meno soli.

Grazie Vinicio.

 

«E ha visto che per l'uomo
Non può esserci unità
Non una cosa sola
Cattiva oppure buona»

 

Puoi vedere il video: https://youtu.be/IJMNgoyerak

 

§§§

 

Il povero Cristo
è sceso dalla croce
per prima cosa ha appreso
la condizione atroce
Amar la vita e viverla
ed essere felice
Amar la vita e vivere
sapendo di morire

Ma invece di un fratello
vedere nel suo simile
il primo da affogare
se appena è un po’ più debole

Una nuova guerra e l'onda lunga del Novecento
Aleppo, la storia bombardata

di Ali Rashid

E' dal 2011 che la guerra dilania la Siria. Oltre seicentomila morti, lo sfollamento di più della metà della popolazione all’interno del suo territorio e oltre confine, la distruzione di un patrimonio storico e culturale di tutta l’umanità e lo smembramento di un tessuto sociale esito di migliaia di anni di convivenza. Una storia simile a quella avvenuta in Iraq e che continua fino ai nostri giorni, con la differenza che nel caso iracheno era stata una coalizione internazionale a guida nordamericana, fuori dalla legalità internazionale, ad assumere la responsabilità dell’invasione di quel paese con motivazioni risultate in seguito prive di ogni fondamento.

Quanto accaduto in Siria negli ultimi otto anni ha avuto un'origine almeno in parte diversa, laddove le istanze di democrazia che una primavera nonviolenta contro il regime di Assad avevano coinvolto milioni di persone sono state brutalmente represse e lasciate sole da un'opinione pubblica distratta e da cancellerie che si muovono solo a partire dai propri interessi. A partire dai quali hanno invece foraggiato la guerra in un paese chiave della regione, compreso il dilagare dello Stato Islamico, usato per giustificare tale intervento.

 

Il 29 luglio. E' l'Earth Overshoot Day 2019
Overshoot day 2019, paese per paese

Il giorno del sovrasfruttamento delle risorse del 2019 sposta ancora la lancetta dell'impronta ecologica verso l'insostenibilità

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Il 29 luglio l’uomo avrà utilizzato tutte le risorse naturali dell’intero anno. Questo il risultato delle analisi del Global Footprint Network, l’organizzazione di ricerca internazionale che ha avviato – e continua a portare avanti – i calcoli per la contabilità delle risorse naturali attraverso l’Impronta Ecologica. Questo indicatore tiene traccia della domanda dell’uomo per le aree biologicamente produttive che forniscono risorse naturali e servizi ecosistemici, come ad esempio cibo, legname, fibre, spazio occupato per le infrastrutture e assorbimento delle emissioni di CO2. Attualmente, proprio le emissioni di anidride carbonica costituiscono il 60% dell’intera Impronta Ecologica dell’umanità.

Il giorno del sovrasfruttamento delle risorse (in inglese, Earth Overshoot Day) segna la data in cui il consumo di risorse da parte dell’uomo eccede ciò che gli ecosistemi della Terra sono in grado di rigenerare per quell’anno. Negli ultimi 20 anni, il giorno del sovrasfruttamento si è spostato di tre mesi in anticipo nel calendario fino a cadere il 29 luglio di quest’anno, mai così presto dagli anni ’70, quando il mondo ha cominciato a sovra-sfruttare le risorse.

Il disegno di Trump contro l'Europa
Europa

«Tempi interessanti» (93)

«Trattare da pari a pari con l'Europa». Questo afferma Matteo Salvini reduce dagli Stati Uniti dove ha cercato (e trovato) legittimazione politica quale vero capo del governo italiano. Un via libera per scaricare i 5 Stelle e per andare ad elezioni anticipate – si è commentato – ma anche il prendere corpo di un disegno che punta a sgretolare l'Unione Europea...

... Per questo l'Europa deve diventare a pieno titolo lo spazio politico comune capace di includere, di garantire stato di diritto e di federare diffuse forme di autogoverno sovranazionali e regionali, di nuove relazioni di conoscenza, di scambio e di cooperazione con il Mediterraneo e il vicino Oriente da cui è inscindibile. Spazio politico cui adeguare le istituzioni, le forme dell'agire politico, i corpi intermedi.

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