(25 luglio 2012) Oggi ci siamo svegliati tutti un po' più soli. Non perché questo mondo va alla deriva, la Terra ha molte risorse e troverà anche questa volta il modo per uscirne, cambiando. Ma perché un uomo come Alberto Tridente da ieri sera non è più con noi.
Se il concetto di "cittadino del mondo" esprime un modo di essere che sentiamo nostro, nel caso di Alberto si può dire che lui era proprio così, un cittadino del mondo. Alberto ha vissuto in sintonia con i cambiamenti, con le pagine più belle, con la lotta per il riscatto degli ultimi, ma anche con le sconfitte e le tragedie, che hanno attraversato il Novecento, con lo sguardo attento di chi sa guardare alle cose della vita con dolcezza, curiosità e tenacia.
Perché Alberto amava la vita, perché era un costruttore instancabile di relazioni, perché ci ha insegnato a leggere il mondo e a comprenderne la bellezza. Insieme abbiamo attraversato, come mi scrivevi nella dedica sul tuo ultimo libro, tanta parte del Novecento. In questo lungo cammino, caro Alberto, sei stato davvero un maestro per tutti noi.
(4 marzo 2011) Il direttore de L'Adige parla di fallimento dell'integrazione. Un gruppo di cittadini trentini, autoctoni e non, gli rispondono.
di Adel Jabbar, Erica Mondini, Bruna Travaglia, Aicha Mesrar, Renzo Bee, Dario Andreas, Maria Cecilia Campillo, Silvana Cecconi, Selma Costa, Tafa Dieng, Annalisa Michelotti, Irene Suarez Borda, Daniela Amelia Sogno
L'editoriale di Pierangelo Giovanetti su l'Adige del 13 febbraio trattava un tema importante che merita, secondo noi, di essere ripreso e approfondito. Il direttore del giornale partiva dall'assunto che i modelli di integrazione degli immigrati in Europa (multiculturalismo e assimilazionismo) sono falliti e quindi necessita un nuovo approccio.
(21 luglio 2013) Il 24 luglio 2012 ci lasciava Alberto Tridente, fraterno amico e compagno di tanta parte del Novecento, come scrisse nella dedica della sua autobiografia che mi donò in occasione del nostro ultimo incontro. In questi giorni Alberto viene ricordato in Messico e avrei dovuto anch'io essere lì. Purtroppo non ce l'ho fatta ma almeno ho trovato il tempo per scrivere un ricordo di Alberto che ho inviato agli amici di quello straordinario paese e che vorrei condividere con tutti voi.
(13 febbraio 2011) Quello che sta succedendo nel mondo arabo e in particolare in Tunisia e in Egitto, come nello Yemen, in Giordania, in Algeria, sta a dimostrare che è terminato un periodo nel quale quasi tutti i paesi arabi hanno convissuto con la paura. Hanno convissuto con la repressione, spesso feroce, con sistemi assolutamente autoritari, dittatoriali, dispotici, con una componente di corruzione molto evidente, con dei regimi che hanno escluso per anni buona parte della popolazione dalla partecipazione alla vita pubblica e politica, non solo impaurendo ma anche impoverendo. (...)
di Michele Nardelli
(15 agosto 2011) Se si esaminano le aree interessate ai bombardamenti della Nato del 1999 sul Kosovo quella di Peja - Peć è sicuramente una delle più colpite. Nella distruzione generale, i segni dei bombardamenti erano visibili ad occhio nudo perché interessavano gli insediamenti industriali, i depositi, le caserme, le linee di comunicazione.
(12 febbraio 2011) I titoli (Bolzano è Italia - Offende tutti noi italiani) dati dal giornale ai due interventi di Giorgio Leonardi e Marco Boato a commento delle esternazioni di Durnwalder sul 150° non mi convincono. Io, che italiano sono sicuramente (nato e cresciuto a Milano, figlio di un siciliano e di una emiliana) non mi sento affatto offeso dalle parole del leader tirolese. E dico tirolese a ragion veduta, perché come sudtirolesi ai tempi dell'unità d'Italia e della duplice monarchia venivano etichettati i trentini e non certo i bauern alla Durni, gli abitanti delle alte valli alpine affacciate a meridione. Tirolesi tutti d'un pezzo dunque, la maggioranza degli abitanti della attuale Alto Adige (da non confondere con il dipartimento napoleonico con lo stesso nome, che fu una pura espressione geografica, per dirla alla Metternich. (...)
di Massimo Cacciari
(7 febbraio 2011) Tutto sommato potremmo dire che dalla vera tragedia della fine della prima Repubblica siamo giunti alla farsa-pochade che conclude la mai nata seconda, e così consolarci. Per apprezzare il "salto d'epoca" basterebbe paragonare il discorso in Parlamento di Craxi alle auto-difese televisive di Berlusconi. Non c'entra nulla. Appunto. (...)
di Adel Jabbar
(7 febbraio 2011) Tornano i sogni ad abitare lo sguardo arabo, dallo Yemen al Marocco, dal Mare Arabico fino l'oceano Atlantico. Gli arabi tornano a frequentare il sogno dopo un lunghissimo tempo costellato da incubi, da paura e da subalternità. (...)
(21 febbraio 2011) Le notizie che arrivano dalla Libia in queste ultime ore sono drammatiche. Si parla di duecentocinquanta morti nella sola giornata di lunedì e della capitale in fiamme. I caccia bombardano i manifestanti, ma si manifestano le crepe nell'esercito e nello stesso regime. Avvenimenti tragici, che però non inficiano la riflessione che ho proposto nei giorni scorsi.
di Michele Nardelli
Quel che si è messo in moto nei paesi arabi in queste settimane è di straordinario interesse e non solo per il destino di questa regione. E' ancora presto per comprenderne l'esito e le notizie che arrivano dalla Libia in queste ore non possono che preoccuparci. Ma ciò nonostante siamo in presenza di un grande e nuovo risorgimento regionale, laddove la formazione degli stati nazionali dopo la fine della seconda guerra mondiale era avvenuta sotto il rigido controllo delle grandi potenze coloniali, lasciando una lunga scia di regimi addomesticati, dispotici e corrotti.
di Giuseppe Ferrandi e Michele Nardelli
(29 gennaio 2010) E' paradossale che il tema della memoria conosca una stagione di particolare attenzione proprio nel momento in cui l'effimero, l'idea che la rappresentazione del mondo sia riducibile ad un "qui ed ora" privo di passato e di futuro, pervade in profondità tanto i comportamenti individuali come quelli collettivi. (...)
Federalismo, Napolitano stoppa il dl
"Irricevibile, prima passi alle Camere"
(4 febbraio 2011) Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha rinviato al governo il provvedimento bocciato dalla Bicamerale. "Prima di approvarlo in difformità dagli orientamenti parlamentari doveva dare comunicazione alle Camere".
(8 gennaio 2011) Anche per questo blog. Abbiamo iniziato quest'avventura i primi giorni di luglio del 2009. In realtà già qualche mese prima, durante la campagna elettorale dell'autunno 2008, avevamo costruito un sito del tutto artigianale per raccogliere idee e proposte, adesioni e messaggi. Poi ci siamo dati un momento di pausa per strutturare una proposta di comunicazione che pure rientrava fra gli impegni di relazione con gli elettori, che ha preso forma ed che ora rappresenta un tratto di distinzione almeno sul piano della comunicazione istituzionale di un conigliere provinciale.
L'esito sta nei numeri. Nel corso del 2010 il sito ha registrato 15.580 visite per 7.331 visitatori unici, 32.641 pagine visitate, un tempo medio di permanenza sul sito di 2 minuti e 10 secondi, il 46,26% di visite nuove. (...)
di Michele Nardelli
In queste ore le immagini di Betlemme entrano nelle nostre case. Non so con quale effetto, posso solo sperare che la vista dei luoghi in cui nacque Gesù di Nazareth possa aiutare ad aprire gli occhi, il cuore e la mente delle tante persone che, nella paura verso i cambiamenti che segnano il nostro presente, tendono invece a chiudersi. A difendere con le unghie quel poco o tanto che si ha, a vivere le altre persone - nel vicinato come nella propria famiglia - quasi rappresentassero un'insidia.
(14 dicembre 2010) Nel mio commento sulla manifestazione di sabato era intuibile lo scetticismo che accompagnava l'avvicinarsi al voto di oggi. Il governo Berlusconi infatti passa la prova dei numeri in Parlamento. Rimane la crisi politica di una maggioranza che perde pezzi ma che è ancora al timone di questo disgraziato paese. Dal tunnel non siamo affatto usciti e ho la sensazione che alla fine sarà il partito di Bossi a decidere se andare o meno alle elezioni anticipate. Nel frattempo spero solo che il centrosinistra sia capace di ripensarsi, di affrontare i nodi irrisolti di una diversa sostenibilità economica e sociale, di farsi portatore di un'idea di futuro.
Riportiamo l'editoriale di Simone Casalini uscito oggi sul Corriere del Trentino
(2 dicembre 2010) Le ultime tre settimane sono state una buona cartina di tornasole del funzionamento del sistema politico in Trentino. Prima il caso delle materne, poi la mancata osservazione della legge che disciplina il rinnovo degli incarichi pubblici come la presidenza della Fondazione Bruno Kessler, quindi lo smembramento del Parco dello Stelvio anticipato dal Corriere del Trentino nell'edizione di domenica scorsa: in tutti questi casi abbiamo assistito a una prassi consolidata che dovrebbe stimolare qualche riflessione. (...)